Quando compilerete con perizia e attenta meticolosità il vostro allegato 3b, che sia Gennaio, Febbraio o Marzo....e deciderete quanti lavoratori sono esposti ad un dato rischio e li dividerete in maschi e femmine.....dove pensate di poter collocare, insomma in quale colonna, coloro che tale differenziazione di genere la presentano solo sulla carta di identità e sul certificato di nascita?
Nella terza colonna che dovrebbe contenere il termine altro?
Ma la colonna non c'è mi direte voi...è vero...non c'è, quindi avremo maschi, femmine ed altri lavoratori artificialmente posti in una delle due categorie che per nulla rispetta il loro profilo......
Che palle direte...ci mancava anche questo. E' vero, mancava.
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Tcam
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rispondo io : la prima e seconda colonna non sono necessarie in quanto l'inail ha già i dati maschi e femmine. Il genere non ci interessa, il gender è composito. Credo che la prevenzione sia sull'individuo, l'essere della terza colonna ..,bi,tri,g,l,t..non serve a nessuno. Ognuno è come la natura lo ha fatto o come ha scelto di essere e col lavoro c'entra come i cavoli a merenda, quale legge useremo per la tutela ? maschio o femmina peso movimentazione maschile o femminile? forse faremo delle leggi apposta per i diversi (non quelli abili)
Il tema è già comparso e in discussione su M&A netgroup
Donatella Corti
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La persona umana si estrinseca nella sua esistenza terrena attraverso la manifestazione di caratteristiche individuali che solo una generica approssimazione, dettata da esigenze statistiche (per favore non parlate di “epidemiologiche”) pretende di ricondurre ai tradizionali due generi, mentre è notorio che lo sviluppo e la percezione della propria identità sessuale è cosa complessa ed assolutamente soggettiva, propria ed individuale .
E’ poi di tutta evidenza che la Norma debba offrire garanzie assolute di tutela valide nei confronti di ogni persona che lavora, indipendentemente da qualunque caratteristica “personale”, e quanto al 3B, credo che la percezione universale sia non già invocarne un’ulteriore complicazione volta a ricomprendere ogni possibile sfumatura dell’umana sessualità, ma piuttosto di auspicarne un catartico annichilimento.
O forse con l’eventuale scomparsa del 3B qualcuno teme di perdere la propria “centralità” ?
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La percezione di sé come non coincidente con il dato biologico (genere è sinonimo di "gender"?) può valere per i rischi lavorativi psicosociali, non per i rischi "altri" in cui nella valutazione prevalgono i dati genetici e cromosomici e la loro interazione con l'ambiente lavorativo.
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