Ho già chiesto la vs. consulenza qualche tempo fa. Ho contratto alveolite allergica estrinseca e sono impiegata in una struttura ricettiva. L’originale professionale è altamente improbabile ma non impossibile poiché il mio locale di lavoro è insalubre come ufficio e passo alcune ore al giorno anche in un magazzino nel sottosuolo non aereato e con polveri e muffe varie.
Ho chiesto alla mia azienda di non occuparmi più del magazzino e di poter essere collocata in un ufficio maggiormente salubre ma non sono per niente disponibili e sono due mesi che sono rientrata al lavoro e sto francamente peggio. Vorrei evitare la denuncia INAIL perché probabilmente non porterebbe nessun giovamento a me e ancor meno alla mia azienda ma siamo ad un punto morto in cui loro non vogliono cedere su niente.
Anche il medico competente dell’azienda non si è comportato bene visto che forse avrebbe potuto aiutare a dirimire la faccenda. La cronistoria a grosse linee di quello che ha fatto il MP è:la seguente. Dopo essere stata in malattia per piu di 2 mesi a novembre scorso sono rientrata e il medico competente aziendale mi ha rilasciato certificato di idoneità senza assolutamente voler sapere niente della mia malattia. Alla mia obiezione che la mia è una malattia che in alcuni casi puo essere anche una malattia professionale ha detto che ha lui non interessava, che la denuncia Inail non la doveva fare lui ma eventualmente io e che lui avendo un certificato di cessazione malattia del mio medico curante non aveva necessità di altro. Adesso a lui non interessava altro. Mi sono molto arrabbiata con lui e sono rientrata al lavoro. Mi sono riammalata e sono stata di nuovo a casa per piu di due mesi. Rientrando l’azienda non mi ha fatto fare la visita di rientro dopo 60 gg.di malattia ma mi ha fatto fare la visita un mese dato che cadeva la visita biennale. Ho ritrovato il medico il quale un pò piu tranquillo ha detto che a lui ugualmente non interessava la mia malattia. Alle rimostranze mia che avrebbe almeno dovuto farmi la spirometria visto che mi mandavano in magazzino e almeno verificare i locali di lavoro a mio parere non idonei, è un po vacillato. Mi ha fatto fare la spirometria e ha compilato un verbale in cui ha scritto idoneità ma in locali areati che io pero non ho mai ricevuto. La visita è stata fatta in data 15 marzo. Il 28 aprile ho ricevuto una mail nella mia posta aziendale del medico competente che dice: “per una migliore valutazione della sua idoneità alla mansione, prima di predisporre eventuali nuovi accertamenti sanitari relativi alla sua patologia, avrei bisogno della documentazione sanitaria in uso possesso relativa alla patoglia da Lei descritta durante la visita medica del 15 marzo 2015. Puo farmi pervenire tale documentazione in busta chiusua presso ……………”.
Volevo cortesemente sapere: come mai secondo voi solo dopo 6 mesi che mi ha visto la prima volta chiede adesso questi documenti? Il suo comportamente è stato professionalmente incontestabile da ogni punto di vista? Come mi consigliate di muovermi per costringere l’azienda a farmi lavorare in un luogo sano dove non rischio ulteriormente di ammalarmi o vedere la mia patologia peggiorare?
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