Cari colleghi, urge il vs. parere.
Azienda chimica che commercializza resine melamminiche contenenti impurità di formaldeide libera, mentre non ci sono elementi di sospetto di esposizione per gli addetti magazzino, che movimentano serbatoi chiusi tal quali (quindi ci sarebbe solo un eventuale rischio legato allo stoccaggio), per gli addetti al laboratorio prove, al campionamento personale dell'addetto si è verificata una exp. pari al 27% del TLV Ceiling, per una attività svolta circa 2 vv/sett e di durata di circa 30 minuti; il monitoraggio ambientale non mostra nulla di rilevante.
Nel frattempo l'azienda ha già potenziato le aspirazioni localizzate ed è prevista stesura di specifica procedura di utilizzo; per l'autunno è previsto nuovo campionamento per verificare l'efficacia delle migliorie.
Ora, il mio dubbio è se, visto la classificazione canc. 1B CE del 2014 e visto lo slittamento di obbligo di etichettatura al 01/01/16, attivare da subito gli adempimenti di cui al Titolo IX, Capo II (reg. esposti, etc.), o attendere il nuovo campionamento.
Io quasi quasi sarei per la prima ipotesi (non esistendo per i cancerogeni dose soglia).
N.b. è già attiva SS per R chimico e l'anamesi per effetti irritati da formaldeide è muta.
ho capito che il dosimetro personale ha dato un valore e l'ambientale un altro?
chiederei le seguenti cose:
a quante persone è stato dato il dosimetro personale?
il campionamento ambientale dove era posizionato?
avete un campionamento 'bianco' in qualche altra area dell'azienda?
tendo ad avere dati incontrovertibili prima di attivare tutta la procedura, bisogna anche considerare che la formaldeide è anche in aria (io spesso chiedo il bianco esterno poichè se da misurazioni uguale all'interno...)
Esatto
Campionato 1 lavoratore che fa abitualmente le prove.
Ambientale al centro del laboratorio fuori piani di lavoro.
Bianco può essere considerato monitoraggio magazzino e piazzale done non si trova nulla.
P.s. non alto, ma entro i limiti, ma con sostanza rilevabile.
atteso che per la formaldeide allo stato abbiamo solo un TLV Ceiling (ossia, quello per gli "effetti immediati" che sono sostanzialmente quelli sensibilizzanti) e non anche un briciolo di TLV-TWA che ci dica almeno al di sotto di quale soglia si ritiene "accettabile" l'incremento di rischio carcinogenetico, logica, scienza e coscienza vorrebbero che per quel lavoratore con quella mansione sia attivato il registro degli esposti.
Il che poi non impedirà assolutamente di segnalare, oltre le condizioni attuali cui lo stesso risulta essere stato sino ad oggi esposto -sia pure per tempi brevi e non costantemente-, i nuovi dati di monitoraggio sia ambientale che personale che si rileveranno a miglioramenti tecnologici applicati.
Se infatti potessimo sperare in un senso non squisitamente burocratico di tali obblighi documentali, potrebbe darsi che questi dati, tra una decina d'anni o più, possano servire a definire una soglia di azione (ma anche di non azione) nel lungo termine.
E sapete bene tutti come io sia una che non è per nulla favorevole all'istituzione di un registro degli esposti a cancerogeni basata sul criterio della "medicina difensiva" ...
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
Grazie mille Nofer, confermi i l mio punto di vista.....ed il tuoi parere è sempre autorevole
:D :D :D
GRAZIE, e di vero cuore: gradisco in maniera praticamente esaltante leggere il tuo "ed il tuoi parere è sempre autorevole" !!!
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
, intendevo: tolta una spunta di troppo
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
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