Carrellista di 27 anni, operato nel maggio 2015 per ernia D11-D12 con compressione midollare. RMN di fine giugno mostra "buona decompressione del midollo, persistendo posteriormente protrusione discale D11-D12 con obliterazione del liquor perimidollare. Persiste la alterazione di segnale del midollo a livello D11-D12".
Il Collega, ortopedico di importante Istituto Milanese, conclude: "Può essere adibito alla guida del muletto, attività che non comporta carico sul rachide ne' brusche sollecitazioni della colonna".
E' aperto il dibattito...
bernardo il 02/09/2015 11:00 ha scritto:
Carrellista di 27 anni, operato nel maggio 2015 per ernia D11-D12 con compressione midollare. RMN di fine giugno mostra "buona decompressione del midollo, persistendo posteriormente protrusione discale D11-D12 con obliterazione del liquor perimidollare. Persiste la alterazione di segnale del midollo a livello D11-D12".
Il Collega, ortopedico di importante Istituto Milanese, conclude: "Può essere adibito alla guida del muletto, attività che non comporta carico sul rachide ne' brusche sollecitazioni della colonna".
E' aperto il dibattito...
Ritengo che si debba vedere quanto sono le vibrazioni corpo intero. Sicuramente saranno sotto i valori inferiori di azione e quindi lo farei idoneo. Lo specialista si è espresso con occhio "clinico" e non con occhio "occupazionale", non conoscendo tutto ciò che c'è dietro ad un giudizio di idoneità ad una mansione specifica.
Quante volte vediamo referti di specialisti che sconsigliano l'esposizione a certi rischi, esclusione che nella realtà delle cose renderebbero di fatto il lavoratore del tutto non idoneo alla mansione svolta.
Saluti
A pensar male si fa peccato ma ci s'azzecca!
L'Ortopedico, in qualità di clinico, avrebbe dovuto limitarsi a raccomandazioni di tipo clinico, ergo: "evitare carico e brusche sollecitazioni alla colonna", lasciando opportunamente al Medico Competente la valutazione sulla possibilità di adibire o meno il lavoratore alla guida di un muletto senza rischi per la salute.
Purtroppo spesso sono i lavoratori che sollecitano il clinico a riportare nei referti conclusioni secondo le loro aspettative, mettendolo "in fuorigioco" (come nel calcio un giocatore chiama il passaggio del compagno senza avvedersi della posizione irregolare).
Per confutare il parere dello specialista servirebbe una convinzione opposta o meglio almeno un parere specialistico opposto.
Tuttavia a mio parere nulla vieta al medico competente, ove abbia conoscenza di condizioni espositive particolarmente rilevanti, di pronunciarsi ove necessario in termini maggiormente cautelativi nei confronti del lavoratore.
Più di frequente, nella mia esperienza accade l'opposto (ovvero certificazioni di favore riportanti limitazioni varie e poco sensate).
Nella estrema specializzazione di conoscenze ed interventi che caratterizza la medicina odierna può capitare spesso che il medico del lavoro di competente abbia solo il nome, rimanendo in realtà in un imbarazzante deficit di preparazione ed aggiornamento rispetto agli specialisti d'organo ben più capaci di esprimere un motivato parere.
in situazini analoghe (ad esempio posticipo di gravidanza il ginecologo può affermare i conoscere i rischi aziendali? ne sutor ultra crepidam ! o l'ortopedico i muletti? ) io sono soloto avvertire il lavoratore/trice che dichiarazioni non hanno alcun valore legale e non impegnano il DdL
poi valuto la situazione
bernardo il 02/09/2015 11:00 ha scritto:
Il Collega, ortopedico di importante Istituto Milanese, conclude: "Può essere adibito alla guida del muletto, attività che non comporta carico sul rachide ne' brusche sollecitazioni della colonna".
E' aperto il dibattito...
E il collega di una importante associazione della provincia di Parma che ha deciso?
bernardo il 02/09/2015 11:00 ha scritto:
Carrellista di 27 anni, operato nel maggio 2015 per ernia D11-D12 con compressione midollare. RMN di fine giugno mostra "buona decompressione del midollo, persistendo posteriormente protrusione discale D11-D12 con obliterazione del liquor perimidollare. Persiste la alterazione di segnale del midollo a livello D11-D12".
Il Collega, ortopedico di importante Istituto Milanese, conclude: "Può essere adibito alla guida del muletto, attività che non comporta carico sul rachide ne' brusche sollecitazioni della colonna".
E' aperto il dibattito...
Ciao. A mio parere ognuno deve fare il proprio mestiere. Non capisco perché l'ortopedico debba esprimere quel giudizio sulla guida del muretto, se non sollecitato probabilmente dal lavoratore. In ogni caso lo specialista fornirà il suo giudizio clinico, che associato ai dati strumentali ed alla conoscenza del rischio specifico, in questo caso vibrazioni a tutto il corpo, fornirà a noi è solo a noi i mezzi per esprimere un giudizio di idoneità. Per me è così
Passi che un collega si lanci ad esprimere giudizi di idoneità a mansioni ed attività specifiche, pur non informato su quella specifica realtà lavorativa, non essendo il medico competente incaricato (magari lo facessero quando espressamente richiesto un loro parere!): è pur sempre un dato di cui tenere conto, pur restando l’ultima parola al medico competente.
Il problema si pone quando un collega si permette di criticare o addirittura sovvertire completamente (ex art. 41 c.9) il giudizio di idoneità del medico competente senza nemmeno discutere le motivazioni che l’anno determinato.
È vero che può essere una seccatura, ma potrebbe risparmiarci diversi altri potenziali problemi: ci ritroviamo da gestire un lavoratore che, di fatto, non può fare un determinato lavoro e delle cui eventuali conseguenze, in un modo o nell’altro, presto o tardi, siamo tenuti a rispondere; molti lavoratori, inoltre, ci fanno perdere un sacco di tempo raccontandoci un sacco di balle e simulando limitazioni inesistenti o, in realtà, modeste, allo scopo di ottenere sistemazioni lavorative meno impegnative o percentuali di invalidità non dovute: tanto, se le cose si mettono male (licenziamento), col ricorso si aggiusta tutto.
Per non uscire dal tema proposto, apro un altro thread.
Allora, anche per rispondere al quesito dell'enigmatico ed un po' inquietante Conte Vlad... :-). Di Colleghi specialisti in varie branche, ma soprattutto ortopetici, fisiatri e cardiologi, che si "arrogano" il compito di esprimere giudizi di idoneitá, o di "esonerare" lavoratori dal portare DPI (tipicamente le scarpe antinfortunistici) in 36 anni di onorato servizio, ne ho visti ovviamente tanti, e non è certo questo che mi stupisce o mi preoccupa. La novità in quel certificato, chiaramente richiesto dal lavoratore che avevo giudicato non idoneo alla guida del muletto sulla base della visita medica, dei referti specialistici e strumentali e della conoscenza dell'ambiente di lavoro, è che il Collega escludeva che la guida del muletto potesse, seppure potenzialmente, comportare un rischio per la colonna vertebrale quando, sempre in via potenziale, a parte quello infortunistico, il rischio principale ipotizzabile è proprio quello delle vibrazioni a corpo intero con possibile danno del rachide. Aggiungo alle conoscenze professionali e della specifica situazione la mia, ahimè, lontana ma ben presente nella memoria esperienza, da studente, quando andai per alcuni anni a fare proprio il carrellista stagionale nelle aziende conserviere...bei tempi! Come mi sono comportato? All'azienda, che mi aveva trasmesso il certificato ricevuto dal lavoratore dopo la mia visita e l'emissione del giudizio, ho risposto che le informazioni desunte dallo stesso non erano tali da mutare il giudizio stesso, fatta salva ovviamente la facoltà del lavoratore, che nel frattempo fa il magazziniere senza però usare il carrello, di richiedere una nuova visita se vi sono nuovi elementi, o di ricorrere all'ASL. A tutt'oggi non ho notizia di nessuna delle due opzioni.
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