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nuovo OT24

Questo argomento ha avuto 18 risposte ed è stato letto 2924 volte.

Gipsy

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  • Re: nuovo OT24
  • (18/02/2016 06:46)

Che non ci sia normativa è evidente, ma se la memoria non mi inganna, ricordo di qualche pronuncia in merito dell'ex PM del Piemonte Guariniello che avallava la ss specifica per gli addetti alle squadre di emergenza (evacuazione, antincendio e primo soccorso).

milvio.piras

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  • Re: nuovo OT24
  • (18/02/2016 21:54)

peraltro, a parer mio, più che condivisibile: basti pensare a quante volte, tra i partecipanti ai corsi di primo soccorso organizzati dai soliti enti chissà come autorizzati, partecipano persone così fisicamente inadatte che ci si chiede come possano cavarsela in una situazione di vera emergenza, ove piuttosto è verosimile che debbano essere loro ad avere necessità di assistenza. Ma è tanto per poter indicare un nominativo per tappare, sulla carta, il buco degli adempimenti previsti

drgasp

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  • Re: nuovo OT24
  • (19/02/2016 16:52)

SCUSATE MA QUALE SAREBBE IL PROBLEMA? NORMALMENTE GLI ADDETTI ALLE SQUADRE DI EMRGENZA SONO LAVORATORI GIA SOGGETTI A SORVEGLIAZA SANITARIA

Rcorda

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  • Re: nuovo OT24
  • (19/02/2016 18:15)

milvio.piras il 18/02/2016 09:54 ha scritto:
peraltro, a parer mio, più che condivisibile: basti pensare a quante volte, tra i partecipanti ai corsi di primo soccorso organizzati dai soliti enti chissà come autorizzati, partecipano persone così fisicamente inadatte che ci si chiede come possano cavarsela in una situazione di vera emergenza, ove piuttosto è verosimile che debbano essere loro ad avere necessità di assistenza. Ma è tanto per poter indicare un nominativo per tappare, sulla carta, il buco degli adempimenti previsti

Quindi, in soldoni, che accertamenti fareste in aggiunta al normale protocollo? E per quai R lavorativi?

milvio.piras

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  • Re: nuovo OT24
  • (20/02/2016 22:31)

Forse siamo usciti un tantino fuori tema, ma già che ci siamo…
Nel mio precedente intervento volevo puntare il dito sulla pratica discutibile (secondo me), per quanto piuttosto frequente, di assegnare tale incarico a soggetti fisicamente del tutto inadatti, diffusa soprattutto nelle piccole aziende, spesso a conduzione familiare, dove purtroppo il materiale umano è quello che è (e che ci vuoi fare?) per cui vengono mandati, a frequentare i corsi di P.S. almeno per prendere l’attestato, ora la zietta (140 cm x 38 kg), ora il fratellone (175 cm x 160 kg), ora la moglie del titolare, al terzo mese di gravidanza, o anche lo stesso titolare, pluriinfartuato, portatore di pace-maker, col rachide devastato da degenerazioni varie, con la sclerosi multipla in fase di recrudescenza, la sincope vasovagale, la TBC, il cancro della prostata e l’acne cistica, e chi più ne ha…, peraltro unici incaricati per la loro azienda.

Lasciamo i commenti sui corsi e relativi attestati reperibili su internet ad un’altra occasione.

Non so voi, ma quando io tengo i corsi di primo soccorso, sia su richiesta delle “mie” aziende, sia come docente per enti di formazione, dopo la prima parte teorica faccio seguire le esercitazioni pratiche in cui si cerca di simulare situazioni, quanto più verosimili, che ci si può trovare a dover gestire nell’ambiente di lavoro (sia nei veri ambienti di lavoro, con i dipendenti designati dall’azienda, sia simulandoli, quando il corso è tenuto nella sede dell’istituto ove si tiene il corso), comprendendo anche le tecniche di spostamento di un infortunato eseguite non solo col manichino, ma anche col volontario di 160 kg che fa la parte dell’infortunato.
Lascio a voi i commenti, ma soprattutto: qualcuno può ancora sostenere che non sia necessaria una qualche valutazione dell’idoneità degli incaricati al P.S.? Nulla da obiettare in caso venga incaricato l’operaio con tripla ernia discale, magari già con limitazioni per la MMC?

E qui potremmo anche discutere delle situazioni di aziende in cui non si ritenga necessario sottoporre i dipendenti a visita per assenza di altri rischi.

Quanto al protocollo, non voglio assolutamente turbare il sonno a nessuno con le mie opinioni personali (paventando, ad es., un rischio biologico da contagio con sangue potenzialmente infetto durante le operazioni di soccorso).

Pinell12

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  • Re: nuovo OT24
  • (20/02/2016 23:57)

drgasp il 19/02/2016 04:52 ha scritto:
SCUSATE MA QUALE SAREBBE IL PROBLEMA? NORMALMENTE GLI ADDETTI ALLE SQUADRE DI EMRGENZA SONO LAVORATORI GIA SOGGETTI A SORVEGLIAZA SANITARIA

Solitamente sì (anche se non sempre).
Ma soprattutto: noi diamo un'idoneità alla mansione specifica; nel più classico dei casi, quindi, il mio lavoratore potrebbe essere idoneo a una mansione impiegatizia ma non a far parte della squadra ps o antincendio. Sono due cose molto diverse.
In effetti la valutazione di idoneità, pur non essendo purtroppo prassi ha un suo senso.

Rcorda

Rcorda
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  • Re: nuovo OT24
  • (21/02/2016 08:27)

milvio.piras il 20/02/2016 10:31 ha scritto:
Forse siamo usciti un tantino fuori tema, ma già che ci siamo…
Nel mio precedente intervento volevo puntare il dito sulla pratica discutibile (secondo me), per quanto piuttosto frequente, di assegnare tale incarico a soggetti fisicamente del tutto inadatti, diffusa soprattutto nelle piccole aziende, spesso a conduzione familiare, dove purtroppo il materiale umano è quello che è (e che ci vuoi fare?) per cui vengono mandati, a frequentare i corsi di P.S. almeno per prendere l’attestato, ora la zietta (140 cm x 38 kg), ora il fratellone (175 cm x 160 kg), ora la moglie del titolare, al terzo mese di gravidanza, o anche lo stesso titolare, pluriinfartuato, portatore di pace-maker, col rachide devastato da degenerazioni varie, con la sclerosi multipla in fase di recrudescenza, la sincope vasovagale, la TBC, il cancro della prostata e l’acne cistica, e chi più ne ha…, peraltro unici incaricati per la loro azienda.

Lasciamo i commenti sui corsi e relativi attestati reperibili su internet ad un’altra occasione.

Non so voi, ma quando io tengo i corsi di primo soccorso, sia su richiesta delle “mie” aziende, sia come docente per enti di formazione, dopo la prima parte teorica faccio seguire le esercitazioni pratiche in cui si cerca di simulare situazioni, quanto più verosimili, che ci si può trovare a dover gestire nell’ambiente di lavoro (sia nei veri ambienti di lavoro, con i dipendenti designati dall’azienda, sia simulandoli, quando il corso è tenuto nella sede dell’istituto ove si tiene il corso), comprendendo anche le tecniche di spostamento di un infortunato eseguite non solo col manichino, ma anche col volontario di 160 kg che fa la parte dell’infortunato.
Lascio a voi i commenti, ma soprattutto: qualcuno può ancora sostenere che non sia necessaria una qualche valutazione dell’idoneità degli incaricati al P.S.? Nulla da obiettare in caso venga incaricato l’operaio con tripla ernia discale, magari già con limitazioni per la MMC?

E qui potremmo anche discutere delle situazioni di aziende in cui non si ritenga necessario sottoporre i dipendenti a visita per assenza di altri rischi.

Quanto al protocollo, non voglio assolutamente turbare il sonno a nessuno con le mie opinioni personali (paventando, ad es., un rischio biologico da contagio con sangue potenzialmente infetto durante le operazioni di soccorso).

Vedi, io la vedo esattamente al contrario, la designazione del DdL non può essere rifiutata se non con una chiara motivazione, e qui entra in gioco il MC al quale il lavoratore che ritiene di avere giustificato motivo richiede visita per valutare anche questa situazione.

La prestanza fisica non credo sia un requisito per un addetto alla squadra di emergenza, mi vengono in mente anche varie colleghe rianimatrici che non sono propriamente dei colossi......e mi viene in mente anche una addetta al primo soccorso di una azienda che seguo che peserà sì 45 kg, ma che è una esperta e motivatissima volontaria CRI.

Per quanto riguarda eventuale contagio con materiale potenzialmente infetto, trattasi di infortunio biologico, per cui il follow up va effettuato dopo l'evento, ritenendo assolutamente inutile e lesivo della privacy e della dignità della persona attivare la SS basandosi sulla remota ipotesi di una contaminazione.


.

lanfraz

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  • Re: nuovo OT24
  • (21/02/2016 11:11)

Sono assolutamente d'accordo con te, Rcorda, e anch'io mi comporto allo stesso modo, cioè rendendomi disponibile ad incontrare il lavoratore, nel caso sia intenzionato a rifiutare l'incarico per giustificati motivi, come previsto dal DM 388/03 (peraltro mi è accaduto raramente e, in genere, nella Pubblica Amministrazione, nonostante vi fossero decine di lavoratori tra i quali scegliere..).

Quanto al rischio biologico, consiglio semplicemente la copertura antitetanica e antiepatite B agli addetti (è sufficiente un'informativa), che poi sono liberi di decidere se vaccinarsi o meno e, se si verifica un infortunio biologico, esistono appunto le relative procedure post-esposizione.

Ovviamente calco molto la mano sull'utilizzo dei DPI durante eventuali operazioni di Primo Soccorso.


Rcorda il 21/02/2016 08:27 ha scritto:



Vedi, io la vedo esattamente al contrario, la designazione del DdL non può essere rifiutata se non con una chiara motivazione, e qui entra in gioco il MC al quale il lavoratore che ritiene di avere giustificato motivo richiede visita per valutare anche questa situazione.

La prestanza fisica non credo sia un requisito per un addetto alla squadra di emergenza, mi vengono in mente anche varie colleghe rianimatrici che non sono propriamente dei colossi......e mi viene in mente anche una addetta al primo soccorso di una azienda che seguo che peserà sì 45 kg, ma che è una esperta e motivatissima volontaria CRI.

Per quanto riguarda eventuale contagio con materiale potenzialmente infetto, trattasi di infortunio biologico, per cui il follow up va effettuato dopo l'evento, ritenendo assolutamente inutile e lesivo della privacy e della dignità della persona attivare la SS basandosi sulla remota ipotesi di una contaminazione.


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milvio.piras

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  • Re: nuovo OT24
  • (22/02/2016 02:42)

Ben vengano tutti i volontari, nel campo del primo/pronto soccorso come in qualunque altro settore, e di qualunque taglia, razza, cultura e religione siano.
Ciò non toglie che la prestanza fisica e le buone condizioni di salute, quando ci si trovi da soli in determinate circostanze, possano avere la loro importanza; e che in tali situazioni sia decisamente meglio non essere soli, con tutta la buona volontà che uno ci può mettere. E, come ho detto, soprattutto nelle piccole aziende, a proporsi o ad assumere l’incarico sono talvolta soggetti i cui requisiti fisici lasciano piuttosto a desiderare (spesso gli stessi datori di lavoro, finché la legge lo consente, o un familiare, con la motivazione che sono gli unici sicuri di rimanere in azienda).
Quanto al potenziale rischio biologico e ai mezzi disponibili per prevenirlo, è verissimo che, al di fuori delle specifiche circostanze in cui le vaccinazioni sono obbligatorie punto e basta, ci sono tutte le altre situazioni dove l’unico obbligo è l’informazione. Tuttavia non vorrei che passasse il messaggio che, tanto, in caso di necessità, si può sempre contare sulle procedure post-esposizione: è come decidere di organizzarsi per correre appresso ai buoi quando questi sono già scappati dal recinto lasciato deliberatamente aperto.
Al di là del fatto che le cosiddette procedure post-esposizione sono l’unico presidio disponibile solo per alcune situazioni per le quali non esistono migliori alternative (quali le vaccinazioni preventive), alcuni casi venuti a mia conoscenza, anche recenti, mi hanno indotto a dubitare della prontezza ed affidabilità del personale e delle strutture preposte alla gestione di tali situazioni di emergenza. Per cui, fossi io nelle scarpe di qualunque addetto al primo soccorso, mi parerei le terga, ove possibile, con quanto di meglio la scienza oggi mi mette a disposizione, e cioè i vaccini, ove disponibili. Poi, ognuno è libero (entro certi limiti) di fare quello che vuole.
In ogni caso, da questo scambio di opinioni riguardo ad alcuni argomenti ricorrenti nella nostra attività di medici competenti, risulta evidente come esse si trovino, per l’ennesima volta, su posizioni molto distanti. Pur ringraziando i colleghi che, con argomentazioni comunque sempre degne di massima considerazione, offrono il loro contributo nel tentativo di fissare dei punti di riferimento in questo mare di incertezze e opinioni discordanti, sempre in bilico tra il non fare ed il fare troppo, rischiando continuamente di cadere in fallo, credo che comunque, a fare testo possa essere in primo luogo l’opinione del sopra citato ex PM del Piemonte Guariniello che (riporto testualmente) avallava la ss specifica per gli addetti alle squadre di emergenza. Cosa intendesse poi di preciso bisognerebbe chiederlo a lui.
Buona notte.

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