n vita mia mai mi
son trovato di fronte a una persona che con molta determinazione
desiderebbe una non idoneità; mi spiego..la signora innanzi tutto non
è amministrativa pura..bensì commessa...ciò significa che oltre alla
mansione di operatrice al computer, si occupa dello spostamento dei
faldoni non solo nella stessa struttura in cui lavora, ma anche in
struttura vicina, nella quale si dirige a piedi..più o meno sono 600
metri dal luogo in cui originariamente lavora. La lavoratrice circa
dieci anni fa ebbe uno svuotamento uterino: chi la operò, sbagliò..e
fece danni alla vescica.....per farla breve da allora , a seguito di
diagnosi, di importante atonia vescicale...utilizza...a lavoro e in
casa, un neurostimolatore sottoforma di telecomando per poter
urinare..dopo alcune ore di tempo..in pratica lei non avverte lo
stimolo, il neurostimolatore viene usato dopo diverse ore (
tre-quattro) per favorire il naturale svuotamento della vescica.La
signora mi dice che ha soffero di crisi depressive a causa di tutto
ciò, ogni tanto deve fare cateterizzazione per vedere se la
funzionalità vescicale è ancora presente..non sopporta di andare in
bagno a lavoro, sapendo che..i suoi colleghi sanno.. che utilizzerà il
"famigerato" telecomando. Avverte dolori al sollevamento di pesi ,
afferma, anche modesti, non fa più la spesa, si fa assistere dal
marito.
Negli uffici, a seguito del ..suggerimento del medico fiscale, si son
rivolti al Ministero, e han anche gìà deciso di inviare la signora in
Commissione ai sensi della Legge 300/70, anche se , parrebbe che prima
aspettino pure il giudizio del Medico Competente, per poi pronunciarsi
definitivamente. Patata bollente...in più parlando con la Direttrice
del tribunale, questa stessa mi dice: " Pur se la signora aspirasse a
questa non idoneità, probabilmente pensando che se venisse confermata
l'invalidità, potrebbe in più godere di una discreta somma mensile,
pur se la stessa dicevo, aspirasse alla non idoneità, non converrebbe
optare per una idoneità con diverse prescrizioni per vedere se la
lavoratrice riesca comunque ad abituarsi a lavorare un minimo..e
decidere lei stessa se gettare la spugna definitivamente dal lavoro
avendo comunque fato un tentativo? ( ma la signora il tentativo non lo
vorrebbe fare)... insomma tocca a me decidere sapendo poi, che il mio
giudizio potrebbe esser ribaltato dalla commissione legge 300-700.
Cosa fare? Come orientarmi? Grazie
zandor il 12/04/2016 11:30 ha scritto:
n vita mia mai mi
son trovato di fronte a una persona che con molta determinazione
desiderebbe una non idoneità; mi spiego..la signora innanzi tutto non
è amministrativa pura..bensì commessa...ciò significa che oltre alla
mansione di operatrice al computer, si occupa dello spostamento dei
faldoni non solo nella stessa struttura in cui lavora, ma anche in
struttura vicina, nella quale si dirige a piedi..più o meno sono 600
metri dal luogo in cui originariamente lavora. La lavoratrice circa
dieci anni fa ebbe uno svuotamento uterino: chi la operò, sbagliò..e
fece danni alla vescica.....per farla breve da allora , a seguito di
diagnosi, di importante atonia vescicale...utilizza...a lavoro e in
casa, un neurostimolatore sottoforma di telecomando per poter
urinare..dopo alcune ore di tempo..in pratica lei non avverte lo
stimolo, il neurostimolatore viene usato dopo diverse ore (
tre-quattro) per favorire il naturale svuotamento della vescica.La
signora mi dice che ha soffero di crisi depressive a causa di tutto
ciò, ogni tanto deve fare cateterizzazione per vedere se la
funzionalità vescicale è ancora presente..non sopporta di andare in
bagno a lavoro, sapendo che..i suoi colleghi sanno.. che utilizzerà il
"famigerato" telecomando. Avverte dolori al sollevamento di pesi ,
afferma, anche modesti, non fa più la spesa, si fa assistere dal
marito.
Negli uffici, a seguito del ..suggerimento del medico fiscale, si son
rivolti al Ministero, e han anche gìà deciso di inviare la signora in
Commissione ai sensi della Legge 300/70, anche se , parrebbe che prima
aspettino pure il giudizio del Medico Competente, per poi pronunciarsi
definitivamente. Patata bollente...in più parlando con la Direttrice
del tribunale, questa stessa mi dice: " Pur se la signora aspirasse a
questa non idoneità, probabilmente pensando che se venisse confermata
l'invalidità, potrebbe in più godere di una discreta somma mensile,
pur se la stessa dicevo, aspirasse alla non idoneità, non converrebbe
optare per una idoneità con diverse prescrizioni per vedere se la
lavoratrice riesca comunque ad abituarsi a lavorare un minimo..e
decidere lei stessa se gettare la spugna definitivamente dal lavoro
avendo comunque fato un tentativo? ( ma la signora il tentativo non lo
vorrebbe fare)... insomma tocca a me decidere sapendo poi, che il mio
giudizio potrebbe esser ribaltato dalla commissione legge 300-700.
Cosa fare? Come orientarmi? Grazie
I rischi lavorativi immagino siano il VDT (forse nemmeno le 20 ore/sett. nette, visto che è previsto si sposti da una sede ad un'altra) e, forse, la MMC (ma ci credo poco, visto che al massimo sposta 1-2 faldoni ogni morte di papa).
Pertanto, immagino che non sia nemmeno da sorveglianza sanitaria. Ma supponiamo che lo sia. Tu devi esprimerti SOLO sui rischi normati di cui al D.Lgs. 81/08, tutti gli altri aspetti non sono di tua competenza. Quindi la situazione sulla base del quadro espresso (magari ci sono altri aspetti che non conosco) secondo me è da idoneità piena come MC, poi la Commissione si esprimerà sul resto.
Saluti
A pensar male si fa peccato ma ci s'azzecca!
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