Cari colleghi, rivolgo questo quesito a chi di voi “mastica” più la giurisprudenza rispetto a me.
L’altro giorno ho prodotto un certificato per il posticipo di un mese dell’astensione obbligatoria per gravidanza di un’impiegata, il mio certificato è stato firmato digitalmente mediante la "Carta Nazionale dei Servizi con dispositivo di firma digitale" con produzione del file in formato 7pm e spedito all’indirizzo PEC dell’azienda dalla mia PEC.
Il responsabile dell’agenzia INPS ha rifiutato il certificato pretendendo quello con la firma in originale (in penna).
A me risulta che un certificato firmato digitalmente abbia valore legale totale e ritengo che da parte di questo personaggio sia stato commesso un abuso: mi confermate? Nel caso quali sono i riferimenti normativi? Mi piacerebbe sapere anche come e a chi possa essere segnalato questo abuso.
Ciao, anche a me - sempre per un certificato per gravidanza - hanno chiesto esplicitamente la firma a penna. Invece se posso chiederti... per firmare digitalmente con la carta dei servizi... come funziona? Ha un costo?
La Pubblica Amministrazione (certo non tutti i suoi impiegati e funzionari) è sempre restia a utilizzare i moderni strumenti telematici, nonostante le varie normative in vigore. Ognuno di noi potrebbe raccontare esperienze personali di varie vicissitudini (proprio stamattina sono reduce da una animata discussione con una gentile dott.ssa del tribunale in merito al fatto che il loro sistema non accetta gli allegati e quindi respinge i depositi telematici correttamente redatti .... boh !).
Comunque credo che quanto accaduto al collega Furnom debba essere segnalato al direttore della locale sede INPS e, per conoscenza, anche alla direzione nazionale; ciò non per polemica inutile o per far "rimproverare" il funzionario in questione, ma per portare alla luce un comportamento da stigmatizzare ed evitare simili inconvenienti per il futuro.
MedicoCompetente.it - Copyright 2001-2024 Tutti i diritti riservati - Partita IVA IT01138680507
Privacy | Contatti