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Diabete tipo 1 qualche chiarimento

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Luca 4

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  • Diabete tipo 1 qualche chiarimento
  • (30/08/2016 11:03)

Ho letto dell'argomento diabete su questo forum e ho avuto anche l'opportunità di avere un dialogo in merito, con un vostro collega, durante una visita e vorrei dire qualcosa perché mi pare ci sia un po' di confusione. Prego poi chi legge di verificare tutto ciò che dirò.

Il diabete tipo 1 è una malattia che se non trattata farmacologicamente, ha un decorso mortale.
Non esiste cura, ciò che tiene in vita il paziente è l'assunzione di insulina creata in laboratorio tramite iniezioni.

Il diabetico è soggetto ad un'oscillazione delle glicemie più ampia di quella di un soggetto sano, questo provoca da un lato il rischio di ipoglicemia e dall'altro il sorgere di danni agli organi interni, per lo più dovuti alla iperglicazione dei tessuti di cui sono composti.

Non esiste quindi un diabete compensato, esiste un diabete che nel trascorrere del tempo. secondo per secondo, minuto per minuto, può essere più lontano verso l'alto rispetto ad una glicemia regolata internamente dal pancreas o più lontano verso il basso provocando con ciò ipoglicemia più o meno marcate.

Non esiste un metodo per conoscere come un diabetico riuscirà ad ottenere determinate glicemie, esiste un esame (il più usato) per conoscere quanto glucosio si è legato ad una parte dell'emoglobina. Questo valore però non dipende soltanto dalla quantità di glucosio che circola nel sangue, ma anche dalla genetica del soggetto, nonché da altri fattori, non ultimo il laboratorio che analizza il sangue (ho riscontrato differenze dell'ordine del 10%, il che significa passare da 7 a 6,3%).

Poniamo che io abbia un ultimo esame con 6,7% e che debba essere sottoposto a visita dal medico competente per un determinato lavoro; non esiste nessun criterio scientifico e/o logico che possa farmi diventare idoneo rispetto ad un diabetico con 8,1%. Non si può dire che quel lavoro è di maggior danno a chi ha 8 di chi ha 6,7, niente di niente. Anzi quel lavoro potrebbe comportare un aumento per me dell'emoglobine glicata e una diminuzione per lui. Ma nemmeno questo dato può dire che per lui la situazione è migliorata e per me è peggiorata, perché non è solo la media delle infinite glicemie a determinare il danno d'organo e più in generale la salute di un individuo diabetico.

Il rischio sulla salute di un diabetico tipo 1 mentre lavora e del suo prossimo, non dipende dal livello di emoglobina glicata.
Dipende dal fatto che:
- in qualsiasi momento è soggetto al rischio di ipoglicemia;
- il lavoro è fonte di stress e lo stress è uno dei fattori non prevedibili di aumento della glicemia che si aggiunge all'alimentazione e all'attività fisica;
- il lavoro può comportare un aumento dell'attività fisica;
- il lavoro può modificare il ciclo sonno-veglia e con ciò modificare il fabbisogno di insulina in modo non prevedibile;
- i tempi di assunzione dei cibi (e con ... idem come sopra);
- ...

L'ipoglicemia pur essendo il rischio più grande a breve termine è il più facilmente gestibile, bastano 15 grammi di zucchero per uscire da un'ipoglicemia non severa. Prima di arrivare ad un'ipoglicemia grave ci sono sintomi che un diabetico affronta con l'assunzione di zucchero.

Naturalmente nulla esclude che arrivi un'ipoglicemia grave improvvisa, in pieno giorno e in stato di veglia, ma io non ho mai sentito di un caso del genere. Piuttosto si muore nel sonno, questo sì.

Qualsiasi lavoro quindi è deleterio in quanto aumenta il livello di stress. Certo stare sulle spine per un'intera settimana di reperibilità non fa che aumentare il livello di stress, quale che sia quello senza reperibilità.

Da quanto detto non penso si possa in base agli esami effettuati (a meno che si valutino altre malattie oltre al diabete) affermare che il lavoro non comporti per un diabetico un rischio superiore a quello di un non diabetico.

Un C.A.D. non potrà mai affermare, senza fare forzature, che lavorare di notte non comporti un rischio salute superiore per un diabetico (lo comporta per un non diabetico), altra cosa è dire che un diabetico sia più o meno in grado di affrontare un'ipoglicemia oppure di gestire la sua malattia, altra cosa ancora è affermare che lo abbia fatto o che lo farà.

Una nave può essere governata dal miglior comandante, ma è comunque soggetta alla forza delle onde.

Detto ciò lascio a chi di dovere decidere con che criterio stabilire l'idoneità psicofisica di una persona ad un lavoro.

Mi limito a dire che è più facile gestire il diabete se si sta per lo più seduti su una scrivania, senza incarichi di responsabilità e senza avere a che fare con il pubblico, piuttosto che se si ha sulle spalle un'attività imprenditoriale e/o si ha a che fare con l'italico medio e/o si lavora di notte e/o si spostano pesi tutto il giorno.

Dopodiché c'è il rischio per gli altri da prendere in considerazione.

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