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rischi non normati , anzi aggravati dalle Leggi

Questo argomento ha avuto 8 risposte ed è stato letto 3232 volte.

mtrinchi

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  • rischi non normati , anzi aggravati dalle Leggi
  • (23/09/2016 09:17)

Dopo più di 20 anni dal DL 626 ( poi diventato TU 81/08) stano emergendo i rischi non normati , che a differenza di quelli contemplati dalla normativa , non sono presi in genere nella dovuta considerazione dagli RSPP e talvolta anche dai medici competenti, dato che non sono previsti Obblighi di sorveglianza sanitaria.
Cito ad esempio il lavoro in piedi prolungato ,l'uso dei notbook ecc
Poi ci sono i problemi che ne scaturiscono legati alle idoneità sul lavoro in caso di comparsa di patologie che vanno ad interferire con detti rischi : ad esempio il piede piatto, l'alluce valgo ( per rimanere sul tema del lavoro in piedi ) su cui il mc talvolta é chiamato a pronunciarsi ( sempre che non rifiuti di farlo appellandosi al fatto che si tratta di rischi non normati ).
In uesti giorni poi mi é capitato un caso. Ho dovuto esprimermi sulla idoneità alla mmc di un lavoratore con ernia inguinale prima dell'intervento , dati i tempi di attesa assai lunghi ( anche questo fattore interferisce non poco )
in letteratura scientifica ho trovato pochissimo , e per lo più studi sulle infermiere con problemi di prolasso uterino, ma non ernia inguinale
inoltre il tu 81 non prende in considerazione gli organi viscerali
Anzi , nella formazione per il sollevamento dei pazienti , si addestra ad usare la muscolatura addominale, tuttavia questo comporta un notevole aumento della pressione intra-addominale , misurabile con appositi manometri. non ho trovato però relazioni chiare tra ernia inguinale e pressione intra addominale

milvio.piras

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  • Re: rischi non normati , anzi aggravati dalle Leggi
  • (27/09/2016 12:34)

Qualche indicazione si può trovare anche sul web, come ad es. il documento pubblicato dalla Regione Veneto (cerca su google: NIOSH regione veneto) che alle pagg. 50 e successive accenna al problema dei soggetti portatori di varie patologie.
Colgo l’occasione per una riflessione: da quando il territorio è stato invaso da cani e porci che si propongono ai dl in qualità di consulenti in materia di sicurezza sul lavoro o centri di medicina del lavoro, quando non direttamente come medici competenti, è diventato addirittura controproducente sottoporre all’attenzione del dl problemi come questi.

lanfraz

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  • Re: rischi non normati , anzi aggravati dalle Leggi
  • (27/09/2016 14:47)

Credo che siano due piani di ragionamento differenti.

Un conto sono i rischi per i quali viene attivata la sorveglianza sanitaria, un altro sono le patologie dalle quali il lavoratore può essere affetto e che il medico competente deve ovviamente tenere in considerazione, in relazione alle caratteristiche dell'attività svolta.

Un esempio per tutti è il lavoro in quota, rischio non specificamente normato dal DLgs 81/08, ma da Linee Guida regionali: non credo che mandereste a 30 metri d'altezza un diabetico con ripetuti episodi di ipoglicemia o un soggetto con Sindrome di Menière. Ritengo che lo stesso discorso valga per altri casi, magari meno "drammatici", come patologie per cui siano raccomandate scarpe antinfortunistiche particolari (il cui impiego non è un rischio, ma un obbligo) oppure le variazioni della postura.

milvio.piras

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  • Re: rischi non normati , anzi aggravati dalle Leggi
  • (27/09/2016 21:58)

Forse il collega mtrinchi si riferisce alla necessità di ricalcolare l'indice di rischio sulle condizioni e limitazioni del lavoratore portatore di patologia.
Il documento della Regione Veneto preso ad esempio indica alcuni esempi. Peraltro,il foglio di calcolo niosh per compiti complessi già fornisce gli indici di rischio per costanti di peso fino a 15 kg, sufficienti per patologie non particolarmente limitanti.

lanfraz

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  • Re: rischi non normati , anzi aggravati dalle Leggi
  • (27/09/2016 23:20)

milvio.piras il 27/09/2016 09:58 ha scritto:
Forse il collega mtrinchi si riferisce alla necessità di ricalcolare l'indice di rischio sulle condizioni e limitazioni del lavoratore portatore di patologia.
Il documento della Regione Veneto preso ad esempio indica alcuni esempi. Peraltro,il foglio di calcolo niosh per compiti complessi già fornisce gli indici di rischio per costanti di peso fino a 15 kg, sufficienti per patologie non particolarmente limitanti.

No, non mi pare che volesse intendere questo, ma, come da titolo del thread, delle possibili limitazioni/prescrizioni, derivanti da alcune patologie, nei confronti di rischi "non normati" (es. Posture erette prolungate).

La MMC mi sembra un rischio fin troppo normato, se consideriamo proprio l'applicazione del NIOSH anche laddove le modalità operative e il buon senso ne sconsiglierebbero l'impiego (l'ho visto applicare a maestre d'asilo - non prima infanzia - che sollevavano forse un bambino al giorno..)

Quanto all'esempio degli organi viscerali, mi è capitato di visitare qualche lavoratore reduce da recente chirurgia addominale e mi è sembrato naturale, tanto più se supportato dal parere specialistico, limitare la MMC almeno fino al successivo controllo chirurgico, accorciando la periodicità della visita: ma questo mi pare un modo di procedere assolutamente normale.

mtrinchi

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  • Re: rischi non normati , anzi aggravati dalle Leggi
  • (14/11/2016 00:55)

in risposta a vari pareri, chiarisco che mi sembra riduttivo limitare il rischio del sollevamento manuale dei carichi solo alle patologie osteomuscolari, su cui si basano tutti gli indici di sollevamento
in letteratura si trova ben poco Ci sono vecchi articoli che trattano l'ernia come possibile evento acuto dopo il sollevamento di pesi .
Per cui se un soggetto ha un ernia e l'intervento non è in programma oppure è in lista d'attesa, non si sa come comportarsi , specie se il chirurgo sconsiglia di sollevare pesi. La limitazione assoluta diventa impossibile in quanto equivale ad una non idoneità temporanea.Per non parlare poi di cosa bisognerà fare al rientro dell'intervento . In questo caso ci sono articoli contrastanti sull'opportunità di riprendere subito l'attività lavorativa di sollevamento pesi.Ecco quindi che si fa una legge e si coinvolge solo un pezzo del corpo umano ,è ovvio che si possono produrre altri danni .Ridurre al caso singolo non si può ,o meglio , si può ma solo per casi isolati .Ma quando si tratta di dare delle limitazioni con dei limiti, la cosa in questo caso è quasi impossibile,in quanto non ci sono studi su grandi popolazioni come invece ci sono per le patologie muscolo-scheletriche: quindi ho dato una non idoneità temporanea con il rischio che il soggetto in questione perda il posto .

un appunto si quello che diceva dei lavori in quota : non è detto che possa essere presente la figura del medico competente se non vige l'obbligo .

Ma ci sono anche altre attività più banali, come la postura in piedi protratta delle hostess o dei camerieri. Nessuno ne parla. Non vogliamo forse accorgersi che non lavoriamo più in una società industriale

giancarlo

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  • Re: rischi non normati , anzi aggravati dalle Leggi
  • (14/11/2016 20:38)

[cite]mtrinchi il 23/09/2016 09:17 ha scritto:
Dopo più di 20 anni dal DL 626 ( poi diventato TU 81/08) stano emergendo i rischi non normati , che a differenza di quelli contemplati dalla normativa , non sono presi in genere nella dovuta considerazione dagli RSPP e talvolta anche dai medici competenti, dato che non sono previsti Obblighi di sorveglianza sanitaria.
Cito ad esempio il lavoro in piedi prolungato ,l'uso dei notbook ecc
Poi ci sono i problemi che ne scaturiscono legati alle idoneità sul lavoro in caso di comparsa di patologie che vanno ad interferire con detti rischi : ad esempio il piede piatto, l'alluce valgo ( per rimanere sul tema del lavoro in piedi ) su cui il mc talvolta é chiamato a pronunciarsi ( sempre che non rifiuti di farlo appellandosi al fatto che si tratta di rischi non normati ).
In uesti giorni poi mi é capitato un caso. Ho dovuto esprimermi sulla idoneità alla mmc di un lavoratore con ernia inguinale prima dell'intervento , dati i tempi di attesa assai lunghi ( anche questo fattore interferisce non poco )
in letteratura scientifica ho trovato pochissimo , e per lo più studi sulle infermiere con problemi di prolasso uterino, ma non ernia inguinale
inoltre il tu 81 non prende in considerazione gli organi viscerali
Anzi , nella formazione per il sollevamento dei pazienti , si addestra ad usare la muscolatura addominale, tuttavia questo comporta un notevole aumento della pressione intra-addominale , misurabile con appositi manometri. non ho trovato però relazioni chiare tra ernia inguinale e pressione intra addominale[/cite


Articolo 168 - Obblighi del datore di lavoro


sottopone i lavoratori alla sorveglianza sanitaria di cui all’articolo 41, sulla base della valutazione del rischio e

dei fattori individuali di rischio di cui all’ALLEGATO XXXIII.

FATTORI INDIVIDUALI DI RISCHIO
Fatto salvo quanto previsto dalla normativa vigente in tema di tutela e sostegno della maternità e di protezione dei giovani sul lavoro, il lavoratore può correre un rischio nei seguenti casi:

? inidoneità fisica a svolgere il compito in questione tenuto altresì conto delle differenze di genere e di età;

? indumenti, calzature o altri effetti personali inadeguati portati dal lavoratore;
? insufficienza o inadeguatezza delle conoscenze o della formazione o dell’addestramento

RIFERIMENTI A NORME TECNICHE

Le norme tecniche della serie ISO 11228 (parti 1-2-3) relative alle attività di movimentazione manuale (sollevamento, trasporto, traino, spinta, movimentazione di carichi leggeri ad alta frequenza) sono da considerarsi tra quelle previste all’articolo 168, comma 3.

tcam

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  • Re: rischi non normati , anzi aggravati dalle Leggi
  • (16/11/2016 15:23)

mtrinchi il 14/11/2016 12:55 ha scritto:
in risposta a vari pareri, chiarisco che mi sembra riduttivo limitare il rischio del sollevamento manuale dei carichi solo alle patologie osteomuscolari, su cui si basano tutti gli indici di sollevamento
in letteratura si trova ben poco Ci sono vecchi articoli che trattano l'ernia come possibile evento acuto dopo il sollevamento di pesi .
Per cui se un soggetto ha un ernia e l'intervento non è in programma oppure è in lista d'attesa, non si sa come comportarsi , specie se il chirurgo sconsiglia di sollevare pesi. La limitazione assoluta diventa impossibile in quanto equivale ad una non idoneità temporanea.Per non parlare poi di cosa bisognerà fare al rientro dell'intervento . In questo caso ci sono articoli contrastanti sull'opportunità di riprendere subito l'attività lavorativa di sollevamento pesi.Ecco quindi che si fa una legge e si coinvolge solo un pezzo del corpo umano ,è ovvio che si possono produrre altri danni .Ridurre al caso singolo non si può ,o meglio , si può ma solo per casi isolati .Ma quando si tratta di dare delle limitazioni con dei limiti, la cosa in questo caso è quasi impossibile,in quanto non ci sono studi su grandi popolazioni come invece ci sono per le patologie muscolo-scheletriche: quindi ho dato una non idoneità temporanea con il rischio che il soggetto in questione perda il posto .

un appunto si quello che diceva dei lavori in quota : non è detto che possa essere presente la figura del medico competente se non vige l'obbligo .

Ma ci sono anche altre attività più banali, come la postura in piedi protratta delle hostess o dei camerieri. Nessuno ne parla. Non vogliamo forse accorgersi che non lavoriamo più in una società industriale

Se ci poniamo un quesito è in genere nel tentativo di capire e, nei casi in cui ci sia la possibilità di trovare una soluzione.
Primo tema: capire
Ciò che dobbiamo cercar di capire quando ci troviamo di fronte ad apparenti incongruenze tra le norme a tutela della salute e l'effettiva tutela della stessa, è che il criterio che informa l'ipotesi di tutela della salute è meramente economico e sociale. L'individuo conta zero ed assume rilevanza solo quando diventa coorte e come tale crea dei costi sociali (infortuni e MP) che la collettività cerca di contenere e contrarre. La tutela della salute è alla fine governata in modo sostanziale e, oserei dire quasi esclusivo, da questioni non etiche ma economiche.
Secondo tema: trovare una soluzione
Le soluzioni esistono solo laddove arginano costi. Altrimenti l'onere è etico ed individuale (singolo medico/singolo lavoratore) ed è qui che si differenzia in qualità il medico X dal medico Y.
Uno applica la norma per evitare il rischio (prevalentemente il proprio), l'altro applica l'etica e le proprie competenze a tutela della salute del lavoratore, spesso o talora, pagando personalmente il costo delle proprie scelte per le quali non trova supporti (DDL, RSPP, Tecnici, ODV e financo lo stesso lavoratore)

Tcam

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  • Re: rischi non normati , anzi aggravati dalle Leggi
  • (19/11/2016 20:01)

mtrinchi il 23/09/2016 09:17 ha scritto:
Dopo più di 20 anni dal DL 626 ( poi diventato TU 81/08) stano emergendo i rischi non normati , che a differenza di quelli contemplati dalla normativa , non sono presi in genere nella dovuta considerazione dagli RSPP e talvolta anche dai medici competenti, dato che non sono previsti Obblighi di sorveglianza sanitaria.
Cito ad esempio il lavoro in piedi prolungato ,l'uso dei notbook ecc
Poi ci sono i problemi che ne scaturiscono legati alle idoneità sul lavoro in caso di comparsa di patologie che vanno ad interferire con detti rischi : ad esempio il piede piatto, l'alluce valgo ( per rimanere sul tema del lavoro in piedi ) su cui il mc talvolta é chiamato a pronunciarsi ( sempre che non rifiuti di farlo appellandosi al fatto che si tratta di rischi non normati ).
In uesti giorni poi mi é capitato un caso. Ho dovuto esprimermi sulla idoneità alla mmc di un lavoratore con ernia inguinale prima dell'intervento , dati i tempi di attesa assai lunghi ( anche questo fattore interferisce non poco )
in letteratura scientifica ho trovato pochissimo , e per lo più studi sulle infermiere con problemi di prolasso uterino, ma non ernia inguinale
inoltre il tu 81 non prende in considerazione gli organi viscerali
Anzi , nella formazione per il sollevamento dei pazienti , si addestra ad usare la muscolatura addominale, tuttavia questo comporta un notevole aumento della pressione intra-addominale , misurabile con appositi manometri. non ho trovato però relazioni chiare tra ernia inguinale e pressione intra addominale

A mio parere non devono essere confusi i rischi (normati o non) che possono determinare patologie professionali e lavoro correlate o aumentare il rischio di infortunio dalle condizioni patologiche individuali che possono condizionare il giudizio di idoneità..

Andrea Angelo Bordiga

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