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Cartella sanitaria: bagaglio a presso del lavoratore...

Questo argomento ha avuto 6 risposte ed è stato letto 2555 volte.

tcam

tcam
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Firenze
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655
  • Cartella sanitaria: bagaglio a presso del lavoratore...
  • (03/10/2016 11:13)

Tra le molteplici gravi ed insanabili storture dell'81, forse la richiesta della continuità della cartella sanitaria del lavoratore (art.25, comma 1 lettera e) rappresenta una eccezione lodevole.
Se il collega precedente ha svolto i proprio lavoro con il "minimo sindacale", può essere utile al nuovo medico non solo per tutelare il lavoratore, ma anche per orientare il nuovo GDI. Sicuramente il trasferimento delle cartelle di medico in medico è un processo oneroso e scocciante ma, in un mondo del lavoro strutturato su un'occupazione instabile e continuamente variabile è l'unico modo per disporre di una storia sanitaria occupazionale che il lavoratore non è in grado di costruire. Inoltre salvaguarda il nuovo medico dall'omissione di notizie da parte del lavoratore, giustificata dal timore di compromettere il proprio posto di lavoro.
Abitualmente non viene richiesta, ma questo è un errore professionale, secondo me, grave.
Ripensiamoci.............
TCam

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Dcorti

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45
  • Re: Cartella sanitaria: bagaglio a presso del lavoratore...
  • (04/10/2016 00:06)

Sarebbe senz'altro buona cosa , se la faccenda non fosse gravata da complicazioni operative e burocratiche. Per esempio , seppur apparentemente indispensabile, ciò che complica e la necessità per l'azienda di provenienza di conservare l'originale della cartella, se no sarebbe semplice consegnare direttamente la cartella al lavoratore in dimissione, senza doverla fotocopiare , con le difficoltà che conosciamo. E comunque non è garantito che il lavoratore , una volta ricevutala, la conservi con cura e sia in grado di presentarla al medico successivo. Per mia esperienza e già capitato di avere risposte del tipo : si l'ho ricevuta ma non so più dove è finita .( quanti traslochi in anamnesi...!) A volte si può sospettare che volutamente , per chissà quali timori o ragioni, il lavoratore sia riluttante a consegnarla ... Insomma , non è semplice

Donatella Corti

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Giannini

Giannini
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Vibo Valentia
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245
  • Re: Cartella sanitaria: bagaglio a presso del lavoratore...
  • (04/10/2016 12:23)

Buttiamo i soldi per elefantiasiche piattaforme in tutte le PA (non ultimo il famigerato 3B) perdiamo tempo denaro e serenità dietro assurde incombenze e a nessuno è venuto in mente l'idea di una cartella informatizzata unica su archivio telematico a livello nazionale???
Solo così il problema può essere risolto in maniera efficace e proficua per tutte le parti.

"Felicius curari a medico popularem gentem quam nobiles et principes viros."

Mediconosherpa

Mediconosherpa
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243
  • Re: Cartella sanitaria: bagaglio a presso del lavoratore...
  • (04/10/2016 20:15)

Tempo fa si era sentita l’idea di un “fascicolo sanitario personale” che riunisse tutta la storia clinica della persona e nel quale confluissero le cartelle ospedaliere e quant’altro, custodito in una specie di tessera sanitaria personale, tipo quella del codice fiscale, ma non se ne è saputo più niente, mentre sono proliferate altre implementazioni informatiche, che conosciamo.

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sportgooffy

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331
  • Re: Cartella sanitaria: bagaglio a presso del lavoratore...
  • (05/10/2016 07:02)

Caro Tiziano, cari colleghi,

la cartella sanitaria e di rischio è un altro capitolo tragicomico della Medicina del lavoro italiana, esempio sia della "fretta" con cui la Legge-Quadro fu emanata, oramai quasi dieci anni fa, sia di come i nostri legislatori, nel "ricalcare" norme ed impianti derivati da altri ordinamenti, generino mostruosità giuridiche. Resto infatti convinto (e dalla mia condizione di medico "emigrato" ne vedo sempre più conferme nell'esercizio quotidiano della professione) che gran parte del D.Lgs. 81/08 traspose maldestramente molte disposizioni del Code du travail francese, senza rendersi conto che le pratiche professionali fossero estremamente diverse e dell'effeto "ridicolo" finale (come pensare di far indossare un completo di sartoria ad un nano deforme, senza alcuna prova nè aggiustamento, per citare l'esempio televisivo usato, a proposito del dibattito costituzionale, dal prof Zagrebelsky qualche sera fa). In Francia infatti la norma prevede il passaggio della cartella sanitaria e di rischio da un medico "competente" al successivo, ma con alcune precisazioni da fare in merito. Innanzitutto, in un sistema organizzato per e basato sull'esistenza di Servizi di Medicina del lavoro (interni alle aziende, o che servano consorzi di aziende poco importa), ed in cui il medico del lavoro libero professionista è una figura sconosciuta, la tenuta della cartella è un onere a carico del servizio, che si organizza in tal senso sin dall'inizio. Non esiste (o meglio, non dovrebbe esistere) che le cartelle siano conservate in azienda, con le comprensibili e deprecabili possibili difficoltà di accesso alle stesse. Il medico del lavoro può fare richiesta della precedente cartella sanitaria e di rischio, ma (vado a memoria, e non so se la nuova loi-travail ha modificato qualcosa in tal senso) 1) la richiesta, a firma del lavoratore, è fatta da medico a medico (medico che ha, come ricordato prima, sempre accesso alle cartelle), autorizzato tramite consenso firmato del lavoratore; 2) ad essere trasferita può essere la cartella nella sua interezza originale, come anche una copia, integrale o parziale, od un suo riassunto; 3) La richiesta della cartella non è obbligatoria; 4) aspetto forse più importante, il mancato invio non è oggetto di alcuna sanzione. Precisato ciò, avanzano ancora alcune considerazioni personali. Richiedere la cartella sanitaria ha un costo per il servizio, talvolta ripagato dalle informazioni in esso contenuta, quasi sempre no! Nella mia pratica professionale, ho imparato che è bene richiederla sempre; anzi, l'ideale sarebbe ovviamente averla a disposizione prima che il lavoratore sia a visita, per usarla come dato "oggettivo" per esprimere il giudizio di idoneità. Per le modalità di trasmissione descritta, ovviamente, il sistema è "ipocrita", e il giudizio viene espresso in assenza di tale supporto. Una corretta raccolta anamnestica vale spesso molto più delle relazioni e delle cartelle compilate dal nostro predecessore (va anche notato che Oltralpe non esistono contenuti minimi, in senso sanitario, e che spesso le cartelle sono prive di ogni dato di reale interesse clinico o professionale). Della salute del lavoratore, come accade in Italia, peraltro, sono tutti pronti a riempirsi la bocca, ma importa in realtà ben poco (cosa pretendete, quando il presidente della Repubblica apostrofa, sia pure in una conversazione privata, i lavoratori a basso salario come "poracci sdentati"?) ma la trasmissione si traduce spesso in un invio di carta straccia, senza indicazione di esposizioni e rischi pregressi. Ovviamente, inutile ricordare a lor signori che, se il rischio non è stato valutato a monte, a valle, la cartella, non conterrà una beneamata fava!

faggiano.danilo

faggiano.danilo
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682
  • Re: Cartella sanitaria: bagaglio a presso del lavoratore...
  • (05/10/2016 08:49)

Quando per un lavoratore si fa denuncia INAIL di presunta malattia professionale cosa succede? Che l'INAIL chiede all'azienda "l'ultimo" DVR e se ne infischia del pregresso. In tal caso, chi (INAIL) dovrebbe valutare il nesso causale tra una patologia presunta professionale ed il lavoro effettivamente svolto dal lavoratore si basa su un dato parziale (ultimo DVR e non TUTTI i DVR passati), quindi se per esempio l'esposizione a rumore è sempre stata 87 dBA e da una settimana è diventata

A pensar male si fa peccato ma ci s'azzecca!

faggiano.danilo

faggiano.danilo
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682
  • Re: Cartella sanitaria: bagaglio a presso del lavoratore...
  • (05/10/2016 08:51)

scusate ma è partito il post :-)

A pensar male si fa peccato ma ci s'azzecca!

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