Disegno di legge C. 4065 / C. 4065 EPUB Proposta di legge presentata il 30 settembre 2016 - Open Parlamento
Il testo integrale riguardante disegno di legge C. 4065 Modifica all'articolo 39 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, concernente la designazione del medico competente in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro
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E si sono messi in 33 per scrivere 'sta cosa..?
Io direi:e ci volevano 22 anni?
milvio.piras il 23/10/2016 10:44 ha scritto:
Io direi:e ci volevano 22 anni?
Sinceramente, così formulata, mi sembra una proposta quantomeno semplicistica (e non semplificativa) e su premesse che ritengo offensive ("Il sistema di sorveglianza rappresenta senz'altro un modello avanzato..", ma "avere affidato le funzioni di sorveglianza .. alla deontologia professionale del medico non sembra aver risposto alle attese") e, in più punti, erronee (giudicare la bontà della sorveglianza sanitaria in base al numero di infortuni sul lavoro è tipico di chi parla solo in teoria e bazzica poco la realtà).
Sostanzialmente attestano ciò che probabilmente alcuni pensano da anni, cioè che siamo medici di serie b, ingranaggio debole di un meccanismo altrimenti virtuoso, in quanto esclusivamente e completamente al soldo dei datori di lavoro (come se uno dovesse temere di richiedere un esame che ritiene opportuno per tenersi stretta una ditta di 4-5 lavoratori).
In quale modo questo provvedimento impedirebbe di delegare la salute dei lavoratori "alla buona volontà dei privati"..?Se un datore di lavoro non intendesse effettuare la valutazione dei rischi o nominare un medico competente, come potrebbe essere obbligato da questa modifica..?Per farlo serve una buona attività di vigilanza, come già avviene in alcune zone, non che il medico competente sia convenzionato con la pubblica amministrazione (ovviamente, però, come libero professionista..)
E poi designato in base a quali criteri..?Esclusivamente geografici..?E perché allora non prevediamo che debbano essere i tecnici della prevenzione delle ASL, o soggetti specificamente convenzionati con esse, gli unici abilitati rivestire il ruolo di consulenti per la valutazione dei rischi in azienda. Ah, forse questo "mercato" non conviene controllarlo così rigorosamente..
Menomale, comunque, che possiamo contare sull'efficienza e la deontologia di chi ci rappresenta.
Sinceramente mi sembra un ottimo approccio. Garantisce efficienza e finalmente autonomia del medico sottraendolo al controllo del "libero mercato". Il problema è che non passerà mai proprio per le medesime ragioni.
Oltretutto i firmatitto, i professori, le SdS e i consulenti vari come farebbero ad arricchirsi? È stato bello sognare..
Per contrastare le figure che hai citato, gabbiano, ci sono sicuramente modi migliori (basterebbe volerlo fare) e non mi pare che la proposta riguardi consulenti e "formatori". Così come, se si volesse controllare questo mercato, non libero ma selvaggio, si potrebbe ad esempio stabilire un compenso minimo per le prestazioni del medico competente, ma anche uno massimo, in modo da limitare i margini su cui vivono le sds più spregiudicate, che escono a costi assai maggiori rispetto a quelli del libero professionista incaricato direttamente (certo, sarebbe ancora meglio se le aziende si svegliassero).
In ogni caso non sono contrario a priori all'approccio, ma alla formulazione e alle motivazioni addotte.
L’opinione di ciascuno, sempre preziosissima, è chiaramente derivata dalle proprie esperienze professionali. Evidentemente esistono luoghi dove il medico competente è cosa rara e ritenuta indispensabile, riverito e obbedito in ogni sua richiesta, oltre che remunerato adeguatamente e puntualmente. Per mia sfortuna, evidentemente, sono finito in una dimensione parallela dove il medico competente è considerato, nella maggior parte dei casi, solo come uno dei tanti costi inutili che gravano sul bilancio aziendale. E dove sono benvenuti (si fa per dire) quelli che, quantomeno, firmano le carte al prezzo più basso possibile e pagati alle calende greche, nella speranza che finisca pure tutto nel dimenticatoio.
Pur disponibile a fornire ulteriori dettagli su come si svolge la mia attività professionale (non dissimile, credo, da quella di tantissimi altri medici competenti, a giudicare da quanto si legge anche solo su questo forum), mi interessa esprimere la mia opinione sulla proposta di legge in oggetto.
Ritengo che essa possa essere considerata, pur ancora nel suo stadio di bozza correggibile e integrabile sulla base delle indicazioni che potremmo dare sulla base delle nostre esperienze dirette (spero - se ce ne daranno la possibilità), un significativo passo verso la correzione di una situazione che diventa di giorno in giorno sempre più insostenibile.
Al di là della questione “costo del medico competente e degli esami clinici o altri atti che configurano (o dovrebbero) il suo operato”, cui si potrebbe ovviare introducendo un tariffario unico e valido per tutti, si potrebbe porre rimedio ad un’altra, ben più “inspiegabile” e ingiustificabile anomalia: quella delle differenze spesso abissali tra i protocolli sanitari applicati da diversi medici competenti per attività e rischi professionali praticamente identici (per non parlare delle differenze clamorose stabilite addirittura da alcune regioni e valide solo nei rispettivi territori), cui si potrebbe rimediare semplicemente stabilendo dei protocolli base di riferimento, specifici per ogni attività lavorativa, integrabili con ulteriori esami a fronte di eventuali necessità.
E non mi si venga a dire che imporre una visita oculistica per tutti i saldatori o il monitoraggio degli indici biologici di esposizione per gli esposti a rischio chimico sarebbe una negazione dell’autonomia del medico competente!!
Piuttosto, personalmente mi sembra eccessivo scaricare tutti gli oneri sul datore di lavoro, e in particolare quando per uno o più lavoratori si dovesse rendersi necessaria l’esecuzione di ulteriori approfondimenti diagnostici, i cui costi e la cui complessità non possono essere sempre prevedibili, al pari della loro gestione, che potrebbe portarsi fuori della portata e competenza del medico competente; per non parlare delle ricadute negative per il lavoratore: soprattutto quelli con contratto a tempo determinato potrebbero non essere più assunti né dal datore di lavoro attuale, né da altri, una volta che si sia sparsa la voce che quel lavoratore comporta costi molto maggiori della media.
Tuttavia, forse la soluzione potrebbe essere anche abbastanza semplice. Facendo un po’ di conti su delle cifre ipotetiche (ma forse non tanto lontane da quelle reali), se per ogni lavoratore in Italia venissero versati allo Stato, diciamo, 100 euro su un fondo destinato alla sorveglianza sanitaria, su, supponiamo, 20 milioni di lavoratori esistenti in Italia si renderebbero disponibili 2 miliardi di euro all’anno per tutte queste necessità, e ne avanzerebbe pure parecchio per risanare qualche altra urgenza.
Nell’ipotesi che venissimo tutti assunti dalle ASL per fare lo stesso lavoro che facciamo attualmente, ma con tutte le garanzie e i diritti riservati ai lavoratori dipendenti, e ad ognuno venisse riconosciuto uno stipendio uguale a quello di qualunque altro collega strutturato (diciamo, tra varie ed eventuali, 50 mila euro l’anno), supponendo che ci siano, o siano necessari, diecimila medici competenti, rimarrebbe disponibile ben un miliardo e mezzo per garantire la copertura delle altre spese della sorveglianza sanitaria (protocolli di base ed eventuali esami aggiuntivi), che, considerato che non tutti i lavoratori devono essere sottoposti a sorveglianza sanitaria, che molti di essi non vengono visti tutti gli anni e che per molti il protocollo è comunque più “leggero” e incide ben poco nel bilancio, sembrerebbero più che sufficienti. E, se non bastassero per pagare anche gli altri consulenti necessari (finalmente posti sotto il controllo del medico competente), potrebbero essere incrementati con un lieve aumento della “tassa” richiesta, con un risparmio complessivo, tuttavia, presumibilmente sensibile rispetto alle cifre attualmente spese dal datore di lavoro, che avrebbe inoltre la garanzia di aver fatto le cose per bene.
Sinceramente, in un sistema così organizzato non riesco a vedere come possano infilarsi i furbastri che attualmente infestano il libero mercato. Mentre vedo, finalmente, riconosciuta la dignità che merita anche la nostra figura professionale, oltre alla possibilità di usufruire dei più basilari diritti di ogni lavoratore (ferie, malattia, gravidanza, ecc, ecc, ecc…, piuttosto che continuare ad essere presi a calci da datori di lavoro e consulenti tanto ignoranti quanto arroganti, e rischiare di pagare per le loro stupidaggini.
A me la proposta piace: decreterebbe la liberazione definitiva del medico dal giogo delle "società di servizi" e dalle interferenze del datore di lavoro; il medico dovrebbe rendere conto solo alla ASL, e lavorare dunque in modo libero da condizionamenti.
Il punto critico sarà gestire le tariffe, che comunque non potranno necessariamente essere pari ne' inferiori a quelle ridicole che molti colleghi sono costretti ad accettare, così come dovrebbe finire la piaga delle aste a ribasso per le prestazioni mediche.
A chi lamenta la fine della libera professione, mi permetto di far notare che essa è morta e sepolta da tempo proprio a causa della mercificazione sfrenata e ovviamente ribassista del nostro lavoro, voluta da chi ci lucra, e subita da chi accetta di fare da manovalanza (la nostra categoria) con l'ulteriore onere di assumersi tutte le responsabilità previste. Potrebbe essere la rivoluzione copernicana tanto inutilmente attesa e anche l'inizio di una inversione nella tendenza finora irreversibile al degrado della professione.
E a chi commenta che tanto non lo faranno mai, che al mantenimento dell’attuale sistema giocano interessi enormi, che nessuno (compresa la maggioranza di noi...) considera il medico competente italiano niente altro che un passivo sherpa collettore universale di responsabilità, rispondo che se avessimo un minimo di consapevolezza dei nostri diritti di lavoratore, se la nostra voce fosse chiara e forte, e se esistesse un sindacato di categoria degno di questo nome, potremmo anche giocarcela.
Finalmente una proposta ragionevole, difendibile e realistica: vogliamo trovare un modo di sostenerla ?
…………………………………………
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Beh, c'è una sottilissima differenza tra "tutti gli oneri sono integralmente posti a carico del datore di lavoro" (che, quindi, continuerebbe a pagare le prestazioni del medico competente e potrebbe anche ricusarlo, credo) e, invece, "sarebbe una proposta bellissima, soprattutto se lo Stato stanziasse due miliardi di euro all'anno per la sorveglianza sanitaria e TUTTI i medici competenti italiani venissero assunti dalle ASL come dipendenti" (e poi "tutti" quanti e fino a quando..?).
Un po' statalista come visione, ma interessante....
Mediconosherpa il 23/10/2016 05:50 ha scritto:
A me la proposta piace: decreterebbe la liberazione definitiva del medico dal giogo delle "società di servizi" e dalle interferenze del datore di lavoro; il medico dovrebbe rendere conto solo alla ASL, e lavorare dunque in modo libero da condizionamenti.
Il punto critico sarà gestire le tariffe, che comunque non potranno necessariamente essere pari ne' inferiori a quelle ridicole che molti colleghi sono costretti ad accettare, così come dovrebbe finire la piaga delle aste a ribasso per le prestazioni mediche.
A chi lamenta la fine della libera professione, mi permetto di far notare che essa è morta e sepolta da tempo proprio a causa della mercificazione sfrenata e ovviamente ribassista del nostro lavoro, voluta da chi ci lucra, e subita da chi accetta di fare da manovalanza (la nostra categoria) con l'ulteriore onere di assumersi tutte le responsabilità previste. Potrebbe essere la rivoluzione copernicana tanto inutilmente attesa e anche l'inizio di una inversione nella tendenza finora irreversibile al degrado della professione.
E a chi commenta che tanto non lo faranno mai, che al mantenimento dell’attuale sistema giocano interessi enormi, che nessuno (compresa la maggioranza di noi...) considera il medico competente italiano niente altro che un passivo sherpa collettore universale di responsabilità, rispondo che se avessimo un minimo di consapevolezza dei nostri diritti di lavoratore, se la nostra voce fosse chiara e forte, e se esistesse un sindacato di categoria degno di questo nome, potremmo anche giocarcela.
Finalmente una proposta ragionevole, difendibile e realistica: vogliamo trovare un modo di sostenerla ?
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Certo, il punto critico sarà proprio gestire le tariffe, perché, ammettendo che si tratti di un contratto da dipendenti, prendendo per buone le cifre di Milvio.Piras (i famosi 50000 euro) e considerando di visitare una media di 5 lavoratori al giorno (....), quindi circa un migliaio all'anno, sarebbero 50 euro cadauno, ovviamente comprensive di tutti gli accertamenti previsti, dell'incarico, delle riunioni, ecc.
Ma possiamo chiederne anche 100000 per tutti, che ne dite..?
Oppure sperare di rimanere inoperosi più possibile, forti del posto e dello stipendio garantiti (con sicuro beneficio per l'efficienza).
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