rimboccarci le maniche e trovare le modalità operative ED ORGANIZZATIVE utili per riprenderci in mano la gestione della medicina del lavoro in fabbrica dal DVR (PERCHè MAI STADARDIZZATO?) ALLA FORMAZIONE DEI LAVORATORI senza delegare le nostre competenze specialistiche ad altri
occorre fare gruppo, collegarsi e collaborare fra noi oppure piangersi addosso ( per coloro a cui piace..)
NB il Dvr standardizzaro E' la regola fino a 10 dipendenti , e possibile fino a 50 dipendenti ( art6 co8 lett. f e art 29,co5 dlgs 81 e DM del 2012)
non capisco perchè non sia utilizzato il DVR standardizzato ( ovvio che ai se-dicenti tecnici non piaccia perderebbero parecchio se si diffonde ma perchè si accetta (magari firmando -per data certa-) l'aggiornamento del DVR )ANCHE QUALORA NON VI SIANO LE CONDIZIONI dell'art 29, 3°comma (D.81) non vi è forse l'obbligo di collaborazione (sanzionato in assenza) dell'art 25 lett.a) ?
ma forse ( pur lamentandosi) ci si adatta a far solo le visite e ma no si fa formazione(solo il pronto soccorso perchè i "tecnici" non s'azzardano a farli )
io pensavo che la Medicina del Lavoro (non più disciplina MEDICA ma di SANITà PUBBLICA) non si limitasse alla clinica del lavoro ma si estendesse anche alle tecnologie industriali delle quali siamo specialisti un pò di più di certi tecnici ( con la classica settantina di ore di corso)
l'argomento non interessa eppure il demandare i DVR (pletorici) ai tecnici da 120 (o meno) ore (citazione di NOFER) e divedere la medicina del lavoro in sanità( visite ) e antifornistica ed formazione ( sicurezza?) è il modo di far proliferare le SdS ( ecm compresi !)
poi ci lamamtiamo!! buon natale !
carlpam il 26/12/2016 12:12 ha scritto:
l'argomento non interessa eppure il demandare i DVR (pletorici) ai tecnici da 120 (o meno) ore (citazione di NOFER) e divedere la medicina del lavoro in sanità( visite ) e antifornistica ed formazione ( sicurezza?) è il modo di far proliferare le SdS ( ecm compresi !)
poi ci lamamtiamo!! buon natale !
ti rispondo qui piuttosto che in privato:
non è che l'argomento non interessi a nessuno (in ogni caso, ora come ora, non a molti in verità, credo).
sai bene che stiamo lavorandoci sopra, ma se non si hanno pronte risposte (da qualcuno che sai tu) qui tutto rallenta.
sono convinto che, non appena si riesca a delineare un progetto concreto in tal senso, saranno molti ad aderire.
ricambio gli auguri
auguri a tutti
D.Lgs 81
ART 2 Definizioni
c1h Definizione di MC: il compito riportato per primo è la collaborazione con il DdL alla valutazione dei rischi. La SS viene dopo.
Art 25 Obblighi del MC
c1a “collabora con il datore di lavoro e con il SPP alla valutazione dei rischi”
La SS viene riportata dopo, al punto b
Art 56 Sanzioni per il MC. La sanzione più grave per il MC (arresto fino a tre mesi) è comminata per mancata collaborazione con DdL alla valutazione dei rischi.
Il problema del DVR standard, a mio parere, non esiste: non ha senso rivendicare quello che la legge ti impone di fare (e ti punisce pure se non lo fai)
Rimane da capire perché la stragrande maggioranza dei colleghi ignori o disattenda norme tanto chiare.
Forse avrebbero bisogno di un corso di due ore che li mettesse almeno al corrente dei loro obblighi di legge, visto che evidentemente la Scuola di specializzazione non è riuscita a far capire loro il legame concettuale che esiste tra Valutazione dei rischi e SS.
Detto questo lascio volentieri la valutazione del rischio incendio (e anche di parecchi altri) a chi ha le conoscenze e le capacità necessarie.
Ineccepibili e perfettamente calzanti le considerazioni del Collega mantello. Non ci lamentiamo se poi -soprattutto per piccole e medio-piccole realtà- il datore di lavoro storce il naso davanti alle parcelle che riportano le voci di consulenza se queste poi non vengono effettivamente svolte ed il datore di lavoro si ritrova a dover pagare fior di quattrini per un compitino svolto dal primo mestierante di turno che compila un elenco meccanicamente ed in maniera anche indebita a volte. Ho spesso ribadito che dobbiamo riappropriarci degli ambiti che vanno oltre il mero aspetto sanitario, quello della sicurezza e della connessa infortunistica in primis (ricordo come la sorveglianza sanitaria si collochi, nell'ambito del meccanismo della prevenzione, al secondo/terzo livello). La nostra dimensione non può non essere che quella consulenziale: QUELL'AMBIENTE DI LAVORO con QUEI RISCHI e dentro QUELLA PERSONA. Solo così il ruolo del Medico Competente assume peculiarità e valenza scientifica, si dignifica in quanto Professione (abbiamo frequentato una scuola di specializzazione!!!) e diventa mirabile nella sua omogeneità ed ha pertanto un senso reale con immediata efficacia tangibile. Attenzione: la critica non vuole affatto escludere le altre figure Professionali, anzi esaltarle in quest'ottica di mutua collaborazione. Purtroppo oggi assistiamo all'esatto contrario: l'instaurarsi del visitificio-esamificio con annesso documentificio della sicurezza ne è la prova incontrovertibile con tutte le sequele negative sotto gli occhi di tutti. Abbiamo lasciato che monetizzassero (quasi scontrino al supermercato) la nostra professionalità ed ora ci troviamo dinanzi ai frutti bacati di questa "gestione scellerata" per dirla con un eufemismo.
"Felicius curari a medico popularem gentem quam nobiles et principes viros."
Preso atto del risultato del sondaggio che ha evidenziato quanto sia insignificante la percentuale di medici del lavoro che si dicono insoddisfatti, che sarebbero trattati come zerbini e, all’occorrenza, eletti a comodi capri espiatori per le furberie di rarissimi datori di lavoro e consulenti per la sicurezza senza scrupoli né competenza, e che l’Italia è un Paese felice ove il medico competente gode già della massima considerazione ed è gratificato da congrui riconoscimenti economici, risulta difficile pensare che ogni ulteriore proposta volta a migliorare il rapporto tra medico competente, datore di lavoro e altri incaricati a vario titolo per la sicurezza possa suscitare un qualche significativo interesse.
Evidentemente sono rarissimi i DVR standardizzati come solo a me e a pochissimi altri colleghi capita di vedere: centinaia di pagine che descrivono, con caratteri minuscoli, ogni singola fase del processo lavorativo senza che si trovi una sintesi finale che evidenzi quali rischi sono presenti e quale sia la loro entità, senza l’indicazione dei criteri interpretativi e attuativi delle misure correttive; in sintesi, che non valgono la carta su cui sono scritti e che comunque nessuno leggerà mai, ma che, in virtù della loro ponderosità, giustificano lo sgomento e lo scandalo generato nel datore di lavoro, copiosamente e proditoriamente salassato, dal rifiuto del medico competente di sottoscrivere quel cumulo di immondizia.
A meno che il risultato del suddetto sondaggio abbia meno attendibilità dei risultati della valutazione dello stress lavoro correlato, per cui in tutta Italia non risulterebbe un solo lavoratore a rischio.
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