Sto finendo medicina, e da tempo ho preso in considerazione la possibilità di specializzarmi in medicina del lavoro, tuttavia ho molti dubbi... Il corso di medicina del lavoro è stato interessante, così come mi sono piaciuti altri corsi come igiene o medicina legale. Inoltre mi interessano sia gli aspetti preventivi, che quelli di sicurezza e psicologici del lavoro.
Malgrado ciò ci sono giorni in cui mi chiedo se sto facendo la scelta giusta... l 'idea di lavorare sul territorio mi piace, ma il fatto un domani di non lavorare in ospedale, di non avere un reparto, di non fare il classico "giro" mi mette tristezza...
Vi sarei grata se voleste darmi qualche consiglio o suggerimento... qualsiasi cosa vi venga in mente... Che sbocchi lavorativi ci sono, se siete soddisfatti della vostra scelta...
Nessuno dei miei compagni di corso ha fatto medicina del lavoro, e alcuni mi dicono "Ma sei sicura? Guarda che poi il fonendo non lo usi più!".
Grazie mille!
Caro collega,
l 'argomento è stato più volte da noi specialisti affrontato e più volte, in merito, abbiamo risposto.
Guarda, in questo sito, su: Forum-La nostra professione- Quale specialità.
Troverai diverse opinioni.
Auguri.
Guido Marchionni
Cara Ape Meticolosa, guarda che il fonendo continueresti ad usarlo, eccome!Anzi è necessario usarlo!
Io sono capitata per caso (ed anche un po ' per necessità) nel mondo della medicina del lavoro nel lontano 1994.
Sono contenta di aver fatto qs scelta (a parte le ultime disgrazie circa le varie leggiucole che ci stanno mettendo in ginocchio..).
Quello che secondo me è bello della specialità in MdL è la varietà: devi occuparti di biochimica e tossicologia, devi eseguire sopralluoghi negli ambienti di lavoro venendo in contatto con realtà lavorative e cicli tecnologici interessantissimi di cui un medico "normale" non immagina neppure l 'esistenza, devi conoscere aspetti medico-legali e legislativi anch 'essi importanti ed interessanti, devi interfacciarti con figure professionali certamente diverse e talora potrai trovarti in difficoltà perchè certe forme mentali, dipendenti dalla specifica professionalità, potranno anche cozzare contro la tua ma sono tutti aspetti che si possono superare con molta pazienza e con umiltà.
La cosa importante è avere voglia di progredire e cercare di assorbire tutto ciò che può essere utile dalla esperienza quotidiana.
Certo però dovrai anche cercare di difenderti perchè proveranno anche a scaricare alcune responsabilità su di te (ma qs avviene un po ' anche negli ospedali).
A parte qs considerazioni generali tu sarai sempre e comunque un medico: non curerai direttamente la malattia ma cercherai i modi per prevenirla o al più contenerla; in alcuni casi ti capiterà anche di diagnosticare patologie sulla scorta di segni, sintomi e continui e ripetuti contatti con gli altri colleghi specialisti (ortopedici, otorini, cardiologi, oculisti, etc.) come si fa in corsia ed allora dovrai vedere se tale patologia sarà compatibile con la mansione specifica o meno, etc., etc..
Anch 'io vengo dalla corsia (medicina interna, cardiologia e poi medicina del lavoro) dove ho vissuto sin dal 3° anno di università ancora come studentessa ignorantissima e so cosa significhi la vicinanza con il malato.
In tutti qs anni la mia voglia di contatto con la persona, che in MdL è quasi sempre un soggetto sano, non è mai venuta meno e continuo a coltivarla con passione (forse è anche una mia necessità individuale psicologica).
Di più non so che dirti.
Ti auguro ogni bene e spt. serenità per la tua futura scelta.
Un saluto a te ed a tutti i cari colleghi del sito.
machì
Cara apetta meticolosa, la collega maragliano ha già ben descritto nel suo intervento precedente cosa fa il medico del lavoro e personalmente concordo con lei. Se posso azzardare, l 'unico limite della medicina del lavoro (ovvero il limite che io soggettivamente provo come medico del lavoro) è di non fare terapia e, pertanto, di dimenticarmi pian piano quelo poco che sapevo quand 'ero medico "generico". Inoltre nessun informatore scientifico mi cerca pertanto anche in fatto di aggiornamento sui nuovi farmaci mi sento personalmente non "all 'avanguardia". Per il resto io personalmente sono contento della scelta effettuata.
Ciao
Grazie per aver risposto! E cosi velocemente!!!
Ho letto il botta-risposta scatenato dall 'altro messaggio dove veniva chiesto aiuto in merito alla scelta della scuola. Anch 'io ho preso in considerazione igiene, però alla fine l 'ho scartata perché anche se probabilmente dà più chances io alla fine come lavoro vorrei fare il medico del lavoro, non l 'igienista, perciò mi sembra meglio medicina del lavoro.
Ad ogni modo grazie per avermi rassicurata! Nell 'altro dibattito un Collega diceva che veniva preso in giro per il fonendo in tasca che non avrebbe mai usato. Sono passati un po ' di anni ma le cose non sono cambiate... perché a me dicono la stessa cosa!
Se avessi "scelto una specialità col cuore" non avrei avuto il minimo dubbio e avrei fatto cardio, però purtroppo le mie possibilità di entrare in specialità sono ridotte al lumicino, per tutta una serie di motivi ed ho dovuto per forza considerare un 'altra strada. Inutile dirvi che vi ringrazio per avermi rassicurata sul fatto di continuare ad usare il fonendo! Se potessi scegliere adesso col cuore, escludendo cardio, penso proprio che vorrei fare il medico del lavoro per mezza giornata e per l 'altra metà il medico di base. Così sarei davvero soddisfatta... non dimenticherei la farmacologia (come diceva un vostro collega), e al tempo stesso mi occuperei di sicurezza e prevenzione, cose che mi interessano molto.
Ma non si può volere tutto... ad ogni modo penso di aver fatto la scelta giusta. Grazie ancora!
Cara apemeticolosa, scusa se arrivo in ritardo a confortarti, ma ho avuto problemi di collegamento. Mi associo a quanto detto dai Colleghi, e mi permetto di aggiungere che non solo continuerai ad usare il fonendoscopio, ma per fare il medico competente SERIAMENTE, dovrai saper riconoscere segni e sintomi neurologici, dermatologici, orl, oculistici, oltre a conoscere molto bene la medicina interna e la cardiologia (tipo saper interpretare un ecg o un eco, un test da sforzo, o un Holter)..... e forse mi sono dimenticato qualchecosa. Buona scelta ed in bocca al lupo!
Sergio Truppe
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"Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiero in gran tempesta, non donna di provincia, ma bordello"
Grazie Gandalf, e grazie anche a tutti gli altri che hanno risposto! Fa piacere leggere post incoraggianti e fa ancora più piacere sapere che chi scrive è già laureato e specializzato! Da semplice studentessa non immaginavo di ricevere risposte, perché magari per voi questa scelta è facile e sapete perfettamente com 'è il lavoro. Eppure credetemi, c 'ho perso il sonno sulla scelta della specialità, pensando che il lavoro che sto per scegliere sarà la mia professione per taaaaanti anni! (speriamo!). Insomma la vita intera di un ragioniere è diversa da quella di un chirurgo o di un giornalaio no? Inoltre anche le mie amiche quando mi chiedono cosa farò e rispondo medicina del lavoro mi dicono: "Sarebbe? Ah, sì... quello che ti visita quando ti assumono..." Non sono di grande aiuto queste risposte...
QUELLO CHE HA SCRITTO LA COLLEGA GENOVESE, E ' VERISSIMO: QUALE SPECIALITA ' CONSENTE SVARIATE CONOSCENZE CLINICHE, TECNICHE E SOPRATTUTTO UMANE DA POTER COMPETERE CON LA MEDICINA DEL LAVORO. CREDIMI NESSUNA. ED HA RAGIONE GANDALF CHE NON ABBANDONERAI IL FONENDOSCOPIO COME NON ABBANDONERAI LA CONOSCENZA FARMACOLOGICA: SE TU FAI PREVENZIONE HAI SICURAMENTE LA MAGGIOR PARTE DELLE PERSONE SANE DI FRONTE A TE; E ' PUR VERO CHE PERO ' NELLE FABBRICHE NELLE REALTA ' LAVORATIVE ESISTONO PERSONE IPERTESE, DIABETICHE ETC. CUI TU DOVRAI DARE UN GIUDIZIO DI IDONEITA ' ALLA M.S: CHE SARA ' IN FUNZIONE DELLE PATOLOGIE DI QUESTE PERSONE CHE FANNO TERAPIA CHE TU DEVI CONOSCERE PERCHE ' SEI UN MEDICO.
LA SCELTA E ' DIFFICILE MA LA SPECIALITA ' CREDIMI E ' AFFASCINANTE E TOTALMENTE REALIZZANTE. CONTINUA COSI ' IN BOCCA AL LUPO APE!!!
Concordo con acapri e con gli altri colleghi quando ribadiscono che la terapia non si dimentica visto che nell 'anamnesi del lavoratore è compresa l 'anamnesi farmacologica (il che implica la conoscenza dei farmaci), quello che mi riferivo io nel mio precedente messaggio riguarda il fatto che come medico del lavoro non prescrivo abitualmente farmaci e come tale "non faccio terapia", e questa è l 'unica cosa che (un po ') mi manca nel lavoro che ho scelto.
Ciao a tutti
Sapete una cosa... voi (nel senso i medici del lavoro) siete le prime persone che sono tutte concordi nel dirmi che il vostro è un bel lavoro... Durante gli anni di università ho frequentato tanto in cardio e alla fine sì, le persone con cui lavoravo erano convinti della loro scelta ma mi facevano capire che c 'erarno scelte migliori, in pneumo (ero in un centro trapianti e mi piaceva molto) si sono coalizzati tutti a dirmi che ero matta a fare pneumo perché non c 'è lavoro, non c 'è privato... giammai!, in medicina interna un giorno sì e uno no erano lì a lamentarsi che lavoravano un mondo e non guadagnavano niente... e mi dicevano: se rimani qui entri però pensaci perché un domani... a fisiatria (lì non ho frequentato ma ho parlato con diversi fisiatri) tutti a dirmi che il fisiatra è una figura professionale ancora non ben definita, che i pz deve aspettare che arrivino dai colleghi ortopedici o neurologi che si tengono il meglio e gli passano sempre le grane, in medicina dello sport tutti a dirmi: "Sì, fai tanta cardio ma non sei un cardiologo e per il resto è una noia mortale... o sei appassionata di sport o è una palla.... Insomma, mai nessuno che dicesse: "Son contento della mia scelta!".
Coi compagni di corso è un discorso a parte, perché da una parte ovviamente nessuno vuole averti come concorrente in reparto e dall 'altra la loro strada è ovviamente la migliore, le altre fanno schifo, figuriamoci poi se l 'idea è di non diventare una stile E.R. ma fare un lavoro "passivo" (ebbene sì, mi hanno detto pure questo...).
Invece voi mi sembrate tutto sommato soddisfatti.... ovvio che poi alla fine è pur sempre un lavoro e ci sono pro e contro, però penso sia importantissimo svegliarsi al mattino e non pensare "Oddio... mi tocca andare a lavorare.... ".
Io mi sono ritrovata molto in quello che diceva machì perché anch 'io ho frequentato dal terzo anno cardio, poi pneumo e poi interna... più cliniche di così! E ' proprio in medicina interna che ho dato un peso agli aspetti preventivi... Ci arrivavano persone che non avevano minimamente idea di come combattere l 'ipertensione (cribbio, siamo nel 2000 e ancora alcuni ti chiedono: Ah, basta evitare di mangiare quintali di pecorino? Perché, il sale fa male?), visitavamo tutti che poi perdevamo e li dimettevamo "Col consiglio di rivolgersi al proprio medico curante che provvederà a metterLa in contatto con uno specialista" (perché non farlo noi?!). Persone diabetiche che venivano messe a dieta (per le diete c 'era una Collega ma noi invievamo la richiesta... fatta così: Dunque... questo quanti anni ha? Uomo o donna? Che lavoro fa, il contadino o l 'architetto? Ok, diciamo.... 1500 Kcal/die, andata!" Quindici giorni per avere la dieta, il più delle volte veniva dimesso e gli si diceva: "La dieta (speriamo Le piaccia perché nessuno si è sognato di chiederLe cosa le piace) Le verrà spedita a casa!"
E via così... A me questo modo di lavorare non piace... Mi piace l 'idea di seguire i pz, di vedere se fanno progressi, di cambiare la tp se non funziona... Mi piacerebbe un sacco anche fare dei corsi per insegnare le cose... perché mi rendo conto che la maggior parte delle persone malgrado sia bombardata di trasmissioni mediche tipo Elisir che potrebbero aiutare non ha la minima idea di cosa fa bene e cosa no...
Alcuni mi hanno detto che con questa forma mentis medicina del lavoro mi dovrebbe piacere... Devo un po ' abituarmi all 'idea di lavorare sul sano più che sul malato però in fin dei conti penso anche che il prox anno sarò un medico, avrò un 'abilitazione e nessuno mi vieta di continuare a curare anche i malati facendo guardie o altro... Nel frattempo più ci penso e più credo di aver trovato la mia strada!
MENO MAAALE :)
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