Mi trovo ad operare in una provimcia dove il servizio di vigilanza soffre di "delirio di onnipotenza" dispensando ad ogni controllo prescrizioni di vario genere e multe anche nei confronti di colleghi. La domanda è: premesso che in tale servizio si trovano solo medici di altre branche finiti "per caso" in tale servizio tramite la medicina dei servizi è corretto da parte loro entrare nello specifico dei protocolli, delle scadenze e perfino sulla attendibilità degli esami ? Il loro compito non dovrebbe essere principalmente quello di verificare quello che si è fatto soprattutto da parte del datore di lavoro senza discutere di argomenti che in fondo sono sempre a discrezione di chi si assume la responsabilità cioè il medico competente?
Talvolta il servizio di vigilanza aiuta ad imporre alcuni accertamenti ed alcune periodicità che i titolari delle ditte malvolentieri accettano.Effe Altra cosa è la comprensione dei problemi che incontriamo durante il nostro lavoro,poichè alcune persone non hanno mai esercitato tale attività e non conoscono la realtà con cui siamo a contatto.Spesso però bisogna rivolgersi al servizio di vigilanza anche per chiedere il "raddopio"delle visite mediche perchè spesso la periodicità trimestrale è obsoleta e non rispecchia la realtà lavorativa attuale ma è ancorata al vecchio 303/56.Forse i colleghi della tua zona non hanno grandi competenze in questo campo.saluti
Fra i compiti dei Servizi delle USL vi è quello della vigilanza e coordinamento degli accertamenti sanitari e periodici. Senza entrare nella diretta esperienza della Collega possiamo comunque dire che esiste una situazione "a macchia di leopardo". In certe USl, ove è più radicata una esperienza metodologica, di merito sui problemi il rapporto con i MC è generalmente buono; altrove, specie se vengono attivate procedure di esclusivo controllo formale e non vi è dialogo diretto, possono nascere situazioni traumatiche e conflittuali. Il tema è "centrale", anche perchè comunque uno dei giudizi di qualità del nostro lavoro è previsto dalle legge da parte dei Servizi della USL (ma non dimentichiamoci che dobbiamo in primis rispondere ai nostri obblighi professionali ed etici di salvaguardia della salute dei dipendenti esposti a rischi specifici). Trattandosi spesso di un confronto fra professionalità diverse di una stessa disciplina (salvo casi particolari) sarebbe opportuno un rapporto basato su chiarezza, riferimenti legislativi e scientifici condivisi e nessun preconcetto. Con quali strumenti costruire questo rapporto? In alcune USL (per esempio e conoscenza diretta cito Pisa e Livorno ma so che esistono esperienze anche in Liguria, Emilia e Lombardia) vengono svolte periodiche riunioni fra i Colleghi dei Servizi e i MC dove sono discusse e "concordate" procedure e contenuti per la nostra quotidiana attività.
Trovo estremamente giusto ed eticamente corretto l 'intervento della redazione del forum;e questo sarebbe certamente la situazione ottimale.
Però vorrei porre all 'attenzione dei colleghi un problema che può essere definito al limite delle competenze tra 'organo di vigilanza ' e funzioni del 'medico competente ' : può l 'organo di vigilanza erogare prestazioni strumentali direttamente od indirettamente alle ditte private e quindi avendo quindi degli 'introiti ' e/o guadagni su tali accertamenti .
Tra l 'altro accade a volte che l 'organo di vigilanza nei suoi compiti di coordinamento e controllo arrivi a fare delle 'prescrizioni ' al DDL o al MC di effettuare tali accertamenti strumentali che poi vengono erogati,per quieto vivere di tutte le parti in causa , dal servizio pisll stesso !! Forse si sta camminando sul filo del rasoio tra competenze del 'controllore e controllato ' e sicuramente anche contro le regole della libera concorrenza e dell 'antitrust ?
Grazie per l 'attenzione e per chi vorrà intervenire ed esprimere pareri sull 'argomento .
Riccardo Bassi.
E ' opportuno non dimenticare che , spesso, la sfiducia e a volte l 'avversione dei colleghi della vigilanza nei confronti dei medici d 'azienda nasce da comportamenti scorretti, fuori da ogni etica professionale, tecnicamente e scientificamente inammissibili da parte di alcuni "medici competenti", che contribuiscono a squalificare tutta la categoria. La lista delle "cappellate" potrebbe essere quasi infinita, e ve ne cito solo alcune: ottica del "visitificio"; esami strumentali e di laboratori prescritti in maniera indiscriminata e a puro titolo di vantaggio personale, piani sanitari incongruenti, scarsissima o assente partecipazione alla valutazione dei rischi, scarsissimo rapporto di informazione con i lavoratori, ecc.
Ritengo doveroso quindi un preliminare "mea culpa", prima di parlare di persecuzioni delle ASL , che possono essere anche reali, ma frutto comunque di un clima inquinato,pesante, di una immagine di categoria che non fa decollare veramente, in Italia, la medicina del lavoro.
... 'La sfiducia e l 'avversione della vigilanza ... '
A volte concordo che può essere giustificata, ma dovrebbe sempre rimanere nei canoni del reciproco rispetto deontologico della nostra professione . Penso che vi dovrebbe essere, come da nota della redazione un coordinamento,.. ' confronto tra professionalità diverse, ma sempre nei limiti dei riferimenti legislativi condivisi ' .
Il 'mea culpa ' ogni buon medico e medico del lavoro lo dovrebbe fare in ogni momento della sua professione, ma rimane un incongruenza di fondo, e cito un esempio banale ma esplicativo : uno specialista cardiologo privato effettua quante visite ed accertamenti strumentali vuole e con la qualità,professionalità ed etica che ritiene più opportuni e l 'unico controllo che può avere se offre un servizio scadente è quello di perdere i 'clienti-pazienti ' ed un richiamo con il nostro ordine professionale.Bene mettiamo che in questo caso specifico la legislazione permettesse al primario cardiologo della sua usl un controllo sulla attività professionale di questo 'scadente cardiologo ' ed avesse potere di dirottare per 'normativa ' tutti i pazienti e gli accertamenti strumentali dello specialista presso la propria struttura pubblica .......bè forse qualcuno o forse anche molti avrebbero da ridire su questo comportamento o no ?
Credo quindi che esistano ancora molte cose da migliorare in materia legislativa sulle norme di igiene e salute nei luoghi di lavoro, e forse la prima che la vigilanza nei luoghi di lavoro venga gestita da un ente diverso dalle aziende sanitarie ! Anche perchè credo che ogni medico del lavoro se svolge un lavoro scadente, possa , anzi possa e debba essere preso a calci.... dai lavoratori, dai RLS, dal responsabile del SPP ed infine dal Datore di Lavoro che lo paga !
Comunque il risultato finale dovrebbe essere sempre la tutela della salute dei lavoratori, scevro da ogni interesse di parte .
Questo è uno degli argomenti più interessanti del forum e credo che sarebbe ancora più interessante se partecipasse al dibattito anche qualche collega dei Servizi.
La mia opinione è che, innanzitutto, si mettano da parte i preconcetti. Poi è necessario un confronto serio, riconoscendo ai medici competenti un ruolo "centrale" nelle attività di medicina del lavoro (con metodologie e operatività professionali da affinare) e ed un ruolo altrettanto importante dei medici del lavoro dei servizi (anche in questo caso credo che si possa sperare in una riqualificazione del ruolo).
E ' certo che nella discussione possono entrare anche le accuse rivolte ad alcuni colleghi delle due parti (visitifici, "marchettari" da una parte, sceriffi, "invidiosi" dall 'altra) ma non è questo il terreno di confronto e di crescita di una disciplina che, finalmente dopo tanti anni, avrebbe la possibilità di affermarsi non solo quantitativamente anche per la qualità e la professionalità dei medici del lavoro.
Il primo punto sta, per me, proprio nella migliore definizione e crescita culturale di ogni possibile attività del medico del lavoro. E ' un percorso che, a partire dalla qualità del lavoro, passando attraverso la formazione continua, approda all 'accreditamento. In questo percorso, in cui deve essere centrale il ruolo della nostra Società Scientifica, possono definirsi e ricomporsi i rispettivi ruoli e le caratteristiche per un lavoro di qualità.
Poi ci sono questioni particolari come quella accennata dal collega "ricbas" sul possibile confuso ruolo di erogatori di servizi di consulenza e ruolo di "controllori" che in alcune regioni (come la Toscana) possono provocare risentimenti e sospetti ma che non dovrebbero intaccare il dialogo e il lavoro comune dei medici del lavoro che svolgono l 'attività di medico competente e dei medici del lavoro che svolgono l 'attività pubblica nei servizi. Solo da un rapporto di fiducia, pur senza confusione di ruoli e anzi isolando e punendo chi si pone al di fuori delle norme deontologiche e delle norme di legge, è possibile dare un contributo come "medici del lavoro" alla complessa attività di tutela della salute nei luoghi di lavoro.
Da medico "sceriffo" (per dovere di ufficio e non per vocazione), penso che passati i quaranta (almeno per me) giocare a guardie e ladri non sia affatto divertente.
Il terreno comune, su cui servizi e medici di azienda devono incontrarsi -per fare qualcosa-, è quello della qualità delle prestazioni di sorveglianza sanitaria & cetera (su cui a livello locale stiamo conducendo qualche esperienza interessante, coinvolgendo le associazioni dei medici competenti), e non su poco costruttivi ludi cartacei (come i famigerati registri più volte citati in questi forum).
Il che è comodo:
-sia per chi preferisca produrre carta e non un 'attività professionale qualificata;
-sia per chi sia investito della sacra missione di controllare le carte, invece di occuparsi di rischi e danni da lavoro - ciò che gli chiede la collettività che lo paga; quell 'equivoco, insomma, che gli anglosassoni stigmatizzano con l 'espressione "confondere la mappa con il territorio" - la rappresentazione con la realtà.
Non ci si accorge che in questo modo tutto diventa carta, viene assimilato ad un adempimento burocratico, compresa la salute dei lavoratori.
Anche l 'offerta di prestazioni di consulenza da parte delle Aziende USL, se intesa nel senso della qualità, può avere un significato, soprattutto nei confronti di soggetti più problematici come le P.A. (questo diceva da noi anche la legge regionale della Toscana n.37/96, che tuttora regolamenta la materia).
Se invece le Aziende USL intendono esclusivamente fare concorrenza ai "privati" (associati o singoli che siano), soprattutto a fini di cassetta, posso concordare con i colleghi che la cosa è quanto mai inopportuna.
W la Repubblica W l 'Italia
Quando lo 'sceriffo ' PREVEMP 'spara ' con la sua sagace penna è difficile non sostenerne le ragioni e le motivazioni. Tali ragioni espresse in tal modo da un collega che effettua i suoi compiti di vigilanza in modo corretto , non può che incontrare il rispetto di tutti i medici competenti , perchè è coltivando interessi comuni di qualità professionale e della tutela dei lavoratori che si può giungere a SCRIVERE MEDICO DEL LAVORO in 'maiuscolo ' sulla propria carta intestata.
Infine condivido anche l 'ultima parte della lettera di 'PREVEMP ' , infatti le Aziende USL non dovrebbero fare concorrenza ai privati ai fini di cassetta , però purtroppo non tutte le Aziende USL e responsabili di PISLL la intendono allo stesso modo, anzi hanno degli introiti di centinaia di milioni effettuando prove strumentali ad aziende dove poi vanno a far effettuare la vigilanza ... sigh, sigh, caro sceriffo ..piume delle mie piume .
Abbiamo ritenuto fare riemergere questo argomento perchè nei vari interventi dei colleghi si poteva notare una voglia di "qualità" nell 'attività del medico del lavoro e la sensazione che fra colleghi collocati in situazioni diverse (medico competente e servizi) non ci fosse quel corretto dialogo che invece dovrebbe essere alla base di un corretto funzionamento del "sistema". La scarsa qualità media dell 'attività del medico competente (scarsa formazione, scarso aggiornamento, scarse risorse per la qualità, scarsi punti di riferimento, monetizzazione) e la denigrazione generalizzata che spesso viene fatta a carico dei medici competenti da parte dei colleghi delle ASL (non riuscendo in genere ad intervenire sui casi meritevoli) è stata una (fra le tante) delle cause dell 'indebolimento della figura del medico del lavoro che ha permesso quello che sappiamo.
Alla luce di quella che possiamo definire una "crisi" della nostra disciplina una civile e costruttiva disamina dei ruoli appare necessaria. Anche dei medici del lavoro dei servizi.
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