Si supponga che nel ciclo di lavorazione venga utilizzata per es. una vernice che contenga cromo(III) e cromo (VI) (cancerogeni) e la vernice sia classificata come preparato cancerogeno per la presenza di questi composti. Nel caso in cui risultati di monitoraggi ambientali (uso in un ciclo chiuso) dichiarino assenza dei suddetti agenti nell 'ambiente di lavoro occorre istituire il Registro degli Esposti solo perchè nel ciclo di produzione si utilizzano agenti cancerogeni?In attesa di un riscontro, ringrazio anticipatamente.
Riconosco che almeno ti poni delle domande, mi chiedo comunque quante risposte potrà avere un post con una firma del genere.
Personalmente mi rifuto di dare una risposta in particolare perchè, ti dico sinceramente, per me rileggere il tuo msg è come sentire lo stridìo del gesso sulla lavagna, tanto esso evidenzia la mancanza di una formazione di base della materia.
In effetti il nick scelto è poco felice, considerando il quadro generale, ma non si tratta di un medico igienista ma di un laureato non medico (probabilmente igienistra industriale). Questo malinteso fa capire quanto diffcile e complicato è il "clima" oggi. Le rsiposte dei colleghi sono quindi auspicabilii. Noi ricordiamo che deve essere la valutazione dei rischi a stabilire se effettivamente, in quelle condizioni d 'uso, di stoccaggio, di smaltimento ecc ecc la presenza di cancerogeni non sia associata ad un pur piccolo rischio. In questo caso il Registro risulta obbligatorio. La sola presenza, potendo escludere una esposizione, non obbliga alla compilazione dei Registro. Saluti
La redazione di MedicoCompetente.it
Se il ciclo è chiuso (cioè non ci sono soggetti professionalmente esposti) il registro non và aperto; tuttavia per definire un ciclo "chiuso" non basta asserire che il circuito è sigillato. Occorre anche procedere a campionamenti ambientali di conferma, cosa che è viene riferita fatta e che avrebbe dimostrato assenza in ambiente di lavoro dell 'agente (però deve esistere un piano di monitoraggio nel tempo che confermi periodicamente la non esposizione e non un campionamento una tantum). I suggerimenti sono comunque i seguenti:
1) accertarsi del limite di sensibilità del sistema di rilevazione (assenza può significare al disotto del limite di rilevamento della strumentazione e non un 'assenza vera e propria);
2) accertarsi che il limite di sensibilità del sistema di rilevazione permetta di arrivare a campionare ai livelli in cui dovrebbe essere esposta la popolazione generale (un soggetto è professionalmente esposto solo quando la sua esposizione è superiore a quella della popolazione generale)
Se questi criteri sono soddisfatti non hai esposti e non sei tenuto ad aprire il relativo registro ed a trasmetterlo. Devi comunque avere un elenco anche non esaustivo, dei lavoratori che potrebbero essere teoricamente coinvolti in un evento di natura infortunistica (e non di esposizione cronica) con la sostanza cancerogena in oggetto. Ricorda però che, a seguito di un eventuale intossicazione acuta, tali lavoratori devono essere considerati esposti.
buon lavoro
rocco lucchetti
Veramente, io non sarei d 'accordo con l 'esecuziuone di soli monitoraggi ambientali. A mio avviso, sono indispensabili per contro dei monitoraggi dell 'esposizione personale, con campionamenti sufficienti a stabilire con ragionevole certezza la presenza o meno di cromo all 'operatore. Esiste poi la fase di svuotamento delle vasche di raccolta (per cabine a velo d 'acqua) o dei filtri, che pure può dare esposizioni istantanee ma significative. Esiste la possibilità di perdita di carico per cattiva tenuta degli impianti. Prima di decidere se compilare o non compilare un registro di esposizione ad agenti cancerogeni o anche solo agenti chimici, la prima cosa da fare è una corretta ed esaustiva valutazione di tale rischio. Qualunque cosa si possa interpretare leggendo il Decreto 25/02 in maniera più superficiale di quella con la quale è stato scritto.
Nofer
Nofer
--------------------------------------------------------------------
Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
concordo con Nofer,
troppo spesso si parla di ciclo chiuso pur in presenza di fasi comunque critiche (o da monitorare nel tempo). Quindi prima di definire un ciclo chiuso, in presenza di cancerogeni, ci penserei a lungo ricordando che la documentazioni in tale senso (cioè ad escludere il richio) dovrà essere più che scrupolosa (inattaccabile forse è la parola giusta). Inoltre in prima fase valutativa (proprio per scrupolo) un dosaggio biologico non sarebbe male farlo, anche se a prima vista può sembrare inutile.
rocco lucchetti
MedicoCompetente.it - Copyright 2001-2024 Tutti i diritti riservati - Partita IVA IT01138680507
Privacy | Contatti