Da novembre mi gira in testa una domanda e questo è il posto più giusto per farla. Frequentando la sala autoptica dell 'Istituto di Medicina Legale della mia università ho notato un cartello gigantesco che intima a tutti i presenti in corso di autopsia l 'utilizzo di copri-scarpe , camice protettivo , guanti e mascherina. Nelle quattro autopsie a cui ho presenziato questi elementari comandamenti di tutela degli operatori non sono MAI stati rispettati neppure lontanamente : il primo operatore usava giusto i guanti e il camice ma niente mascherina. E quando noi studenti abbiamo indossato i copri-scarpe , lo stesso operatore ci ha intimato di non farlo mai più , perchè costano e l 'istituto non ha soldi da buttare via per queste cose. Come ci si regola in questi casi ? Non è una violazione delle norme di tutela dei lavoratori ? Se non sbaglio la 626 tutela anche gli studenti universitari , perchè se vogliamo vedere , io studente che guardo un 'autopsia sono a rischio di beccarmi in faccia lo schizzo di sangue infetto , come capitato al mio professore che proprio per un episodio simile si è beccato l 'epatite B...e quindi ? Che si dovrebbe fare ? Grazie a tutti
Ovvio: fare una bella denuncia circostanziata per inosservanza delle norme di sicurezza, indirizzandola alla Procura della Repubblica ed alla ASL competente per territorio. Questi accattoni devono sparire dalla faccia della terra.
Guido Marchionni
Capisco. Purtroppo è una bella utopia , visto che se voglio anche solo sperare di entrare in una specialità (e tra le papabili c 'è la stessa medicina legale...ahimè !) nella mia università non posso nemmeno pensare a una cosa del genere...comunque grazie per la risposta , ha dato concretezza al mio dubbio.
Bè... ci preoccupiamo di un po ' di sangue sotto alle suole delle scarpe (non è una provocazione) :)
...E quando alle esercitazioni di biochimica ci facevano travasare l ' ACIDO con le pipette A BOCCA? Dicendo... mi raccomando, ve ne servono pochi ml non un litro che poi lo bevete!!!
E sempre restando in tema di prevenzione e sicurezza... si parla tanto di ergonomia, di posture corrette e scorrette... saranno "ergonomiche" le panche di legno dell ' Istituto di anatomia umana? Sono in legno (un toccasana per chi ha problemi di colonna tipo ernie discali & Co, ve le raccomando), semi-curve e come se non bastasse sono grandi esattamente la metà rispetto ad una normale seduta, piano d 'appoggio compreso.
In effetti si parla tanto di protezione verso i lavoratori ma se ci pensiamo anche gli studenti come "lavoro" studiano (in teoria) ma non sono minimamente tutelati... Io da quando ho iniziato l 'università c 'ho rimesso di vista, di colonna vertebrale, di stress... Giriamo un sacco di reparti ma mai una visita medica di controllo... Solo quelli che sono in terapia intensiva vengono visti ogni tanto, gli altri... Pasiensa!
Mi ero quasi scordato dei tempi di biochimica...ah , quanti ricordi ! Comunque ora vengono effettuate visite col medico competente...che poi , se vogliamo vedere , con me e altri due miei compagni di sventura non è stato così competente. Si trattava di un medico legale e la visita si è svolta così : "buongiorno" "buongiorno , si sieda che le faccio alcune domande e poi la mando via". Mi ha chiesto alcune cose di anamnesi ordinaria e poi mi fa : "Cuore e polmoni tutto a posto ?" e io "Beh , che io sappia si..." , "Ah ok , allora non sto neanche a sentirti , ci vediamo , ciao". Fine della visita. Facciamo gli ottimisti e diciamo che ha fatto così perchè dovrei essere in grado , come quasi medico , di conoscere sintomi e segni d 'allarme per le malattie cardio-polmonari...ma chissà se è davvero così...
Gioval se puoi mi mandi una mail? C 'era un messaggio per te tra quelli indietro... avrei bisogno di chiederti delle info ma non vorrei intasare il forum...
Cari gioval e apemeticolosa, mi vergogno un po ' ma mi viene da sorridere pensando alle vostre (e nostre) comuni tragedie universitarie. Tranne che per me erano diverse rispetto a: "da quando ho iniziato l 'università c 'ho rimesso di vista, di colonna vertebrale, di stress... ". Quando mi sono laureato non interessava a nessuno della mia vista, della colonna vertebrale e dello stress (che cos 'era lo stress?). C 'era il treno delle 5,25 da prendere per poter accedere ai vetrini di microbiologia, treno di terza classe riclassificato a seconda con i sedili in legno. Condividevo gli scomparti con i muratori infreddoliti d 'inverno e accaldati d 'estate, sempre ciondoloni alla ricerca di un appoggio su cui dormire. Le sigarette, quelle non le dimenticherò mai.... tutto il treno fumava, altrochè Sirchia. Ma zitto, non potevi saltar sù a dire che non fumavi, che ti dava fastidio, rischiavi la vita. Poi sempre in piedi perchè non salivo alla prima fermata e non scendevo che all 'ultima. Eppure c 'è l 'ho fatta anche io, senza 626, senza sovrascarpe e, per fortuna, senza epatite. Cambiano le leggi, cambiano anche i millenni ma gli studenti sono sempre gli ultimi della lista, "tanto sono giovani".
Mi ha fatto piacere leggervi e ricordare, anche se questo significa che sono passati tanti anni....e mi piacerebbe poter continuare a sentirvi. Non so se è regolare, ma ci provo lo stesso, con il beneplacito della direzione (spero). Questa è la mai email: tancredisilva@virgilio.it. Se vi va mi trovate lì.
"quante volte per altri è vita quello che per noi è un minuto"
Capisco che voi studenti abbiate paura ad esporvi, ma qualche medico di istituzione o struttura pubblica di quella zona che legge queste notizie non potrebbe fare un esposto al posto vostro?
Guido Marchionni
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