Sarei grato se mi deste lumi sul seguente tema:in caso di accertata manifestazione cutanea di allegia al latice da parte di infermiere professionale,oltre alle normali misure di prevenzione(uso di guanti al PVC o allontanamento)quali altre misure occorre porre in essere ,visto che la malattia non è denunciabile ,in quanto non tabellata?
Egregio Collega,
i casi di personale sanitario con allergia al latex sono purtroppo in continuo aumento, ed effettivamente pongono non pochi problemi al Medico Competente (MC) che si trova a gestirli.
Siamo del parere che, per quanto riguarda il “rischio latex”, gli obbiettivi dell’attività del MC di un’Azienda Sanitaria siano:
1. Evitare nuovi casi di sensibilizzazione nella popolazione degli operatori sanitari.
2. Evitare nuovi casi di sensibilizzazione nella sottopopolazione dei soggetti predisposti.
3. Evitare la comparsa di manifestazioni cliniche nei soggetti sensibilizzati a latex ma ancora asintomatici
4. Evitare l’aggravamento dei quadri clinici nei soggetti sintomatici
Come è noto, l’allergia al latex si può manifestare con sintomi a carico della cute (orticaria, dermatiti da contatto), dell’apparato respiratorio (rinite, asma) delle mucose (angioedema) e sistemici (shock anafilattico).
Il caso che ci hai presentato “infermiere professionale con accertate manifestazioni cutanee di allergia al latex” sembrerebbe inquadrabile come orticaria, dermatite da contatto allergica (Tipo IV) o protein contact dermatitis (Tipo I) da latex.
Anche in questi casi sarebbe comunque opportuno:
- valutare anamnesticamente se il soggetto abbia mai presentato altre reazioni allergiche più importanti (shock o edema della glottide;
- valutare l’atopia (criteri di Hanifin e Rajka e ricerca di sensibilizzazioni per allergeni inalanti comuni); in caso positivo sarebbe indicata l’esecuzione di Test di Provocazione bronchiale con Metacolina (TPBA) che può fornire informazioni di significato prognostico: un soggetto atopico con ipereattività bronchiale potrà più facilmente sviluppare asma col persistere dell’esposizione ad agenti sensibilizzanti.
- valutare la possibilità di esecuzione di test d’uso o del Test di Provocazione Bronchiale Specifica (TPBS, quest’ultimo se il soggetto ha sintomi asmatici e solo in centri altamente specilalizzati) per una più completa diagnosi etiologica.
Misure preventive per i soggetti latex sensibilizzati
1. Per un soggetto con manifestazioni a carico della cute e localizzate al solo ambito delle mani non atopico, senza manifestazioni sistemiche e/o respiratorie, non iperreattivo a livello bronchiale, può essere sufficiente la sostituzione del guanto di latex con un guanto in PVC per attività ove non sia richiesta una elevata barriera di protezione per gli agenti biologici, e un guanto in neoprene o altro materiale sostitutivo del latex in caso di attività ove sia richiesta una elevata barriera contro agenti biologici. Tali soggetti vanno comunque seguiti nel tempo.
2. Per i soggetti atopici, i sintomatici con rinite o asma bronchiale da allergeni comuni, gli ipereattivi bronchiali e coloro con anamnesi positiva per anafilassi (shock, edema della glottide), sarebbe opportuno:
a. sostituire i guanti ed evitare esposizione/manipolazione ad altri manufatti in latex;
b. ricollocare il soggetto in reparti/ambienti ove vi sia scarso utilizzo di guanti/manufatti in latex; (in una corsia medica o altra corsia non chirurgica, o in un ambulatorio ove non sia necessario effettuare medicazioni o altre manovre ad elevato rischio biologico, non dovrebbe esserci motivo di utilizzare un elevato numero di guanti in latex).
Un altro importante compito che spetta al MC consiste nell’attività di formazione e informazione.
In estrema sintesi è necessario formare il personale circa il corretto uso dei vari tipi di guanti in modo che si utilizzi quello in latex solo quando necessario, e informare il soggetto sensibilizzato sull’effettivo rischio per la salute sia in ambito lavorativo che extralavorativo: di seguito riportiamo alcuni utili consigli:
- procurarsi una medaglietta per segnalare l’allergia al latex ad eventuali soccorritori;
- informare il curante dello stato di allergia al latex;
- valutare la eventuale coesistenza di reazioni crociate con alcuni alimenti associati al latex (kiwi, banana, avocado, castagna)
- procurarsi materiale latex-safe per pronto-soccorso in casa;
- utilizzare siringhe in vetro o polietilene per le proprie terapie e attenzione ai flaconcini per la costituzione dei farmaci iniettabili.
Per quanto riguarda l’ultima parte del quesito, siamo del parere che sia necessario, in casi come questi, l’effettuazione della denuncia di MP non tabellata. Si ricorda a questo proposito, che il fenomeno dell’allergia al latex di tipo professionale risulta nettamente sottostimato in Italia anche a causa dell’insufficiente numero di segnalazioni.
La redazione di MedicoCompetente.it
Vorrei solo segnalare interessante articolo comparso su "La Medicina del Lavoro" Vol. 92, n°2 - marzo aprile 2001, in merito a "Allergia alle proteine del lattice e percorsi di prevenzione".
Carlo V.
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