Cari colleghi, ho un caso particolare da sottoporre alla vostra attenzione. Trattasi di quarantaduenne gastronomo di un supermercato che in dicembre 2004, mentre tagliava una forma di formaggio, avvertiva dolore acuto di tipo trafittivo a livello dell’avambraccio dx porzione ulnare e sucessiva comparsa di gonfiore. Il lavoratore si è rivolto la sera stessa in PS dove è stato liquidato con diagnosi di cisti tendinea. La sintomatologia dolorosa è il gonfiore sono perdurati nelle settimane successive durante le quali ha effettuato diverse visite specialistiche e accertamenti strumentali (ecografia e RMN a mano e polso). In febbraio 2005 si arriva finalmente a quella che sembra essere la diagnosi corretta, ovvero la rottura del legamento scafo-lunato con disossamento articolare e collasso del carpo (SLAC II). Ora il lavoratore, che indossa tutore rigido al polso, è in attesa dell’intervento chirurgico. La mia domanda è: come fare a dimostrare a posteriori che tale patologia è insorta durante uno “sforzo” lavorativo e pertanto ricondurla ad esiti di infortunio INAIL visto tutto il tempo che è passato?
Grazie e un saluto a tutti.
Marco F.
Caro collega, credo che il dipendente possa dimostrarlo con il referto del PS, in cui avrà descritto in che modo si è infortunato, e inoltre il collega del PS avrà avviato il primo certificato INAIL.
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