Il decreto ministeriale 10 maggio 2004 proibisce l'impiego di cemento e di preparati contenenti cemento che, quando idratati, contengano piu'
dello 0,0002 % di cromo idrosolubile esavalente, determinato come percentuale in massa sul cemento secco. Questo decreto intende limitare l'insorgenza delle dermatiti allergiche da contatto legate ai cromati, che possono verificarsi in fase di impiego di cemento o preparati contenenti cemento. Essendo il cromo VI classificato cancerogeno chiedo se il cemento con una percentuale di cromo VI inferiore allo 0,0002% (2 ppm) può essere classificato non pericoloso (per cancrogenicità). Inoltre per gli esposti a questo tipo di cemento deve essere istituito il registro degli esposti? Considerando che in merito al cromo VI, non sono riportate note come nel caso degli IPA (mi riferisco alla classificazione degli oli lubrificanti, i quali non sono classificati cancerogeni se il contenuto degli IPA è inferiore al 3% come estratto in DMSO), chiedo cortesemente un parere? Ringrazio anticipatamente.
come già riportato, la dosposizione intende ridurre le patologie di natura allergica. Per quanto riguarda la potenziale esposizione a composti di Cr VI in quanto agenti cancerogeni, resta l'obbligo di valutazione del rischio espositivo specifico. Da tener presente che non risultano al momento -almeno a me- limiti di esposizione professionale normati dalla ns. legislazione. Il TLV-TWA ACGIH per i composti insolubili del Cr VI è fissato a 0,01 mg/mc, e a 0,05 mg/mc per i composti solubili, ossia rispettivamente 10 e 50 microgrammi per metro cubo. Questo numero non è tecnicamente traducibile in ppm, perchè le ppm sono in linea di massima riferibili a misure relative al volume di gas e vapori. Tuttavia, essendo invalsa l'incorretta abitudine di parlare di "parti per milione " e di "parti per bilione" ovvero "parti per trilione" anche per dimensioni non puramente volumetriche, sperando di venire incontro alle domande di interessata ci terrei a sottolineare che :
1 g = 1 ml (vero per l'acqua) ma 1 g = 1 litro per l'aria. Quindi, nell'ipotesi migliore, le grandezze dimensionali del TLV per i composti insolubili e solubili del CrVI sono nell'ordine dei ppb. Ma devono essere espressi come mg/mc, al referto analitico.
Non mi risultano al momento studi di correlazione tra il tenore di Cr VI nei materiali e l'esposizione inalatoria, anche perchè quest'ultima è strettamente dipendente dal diametro aerodinamico delle particelle, mentre il limite imposto è riferibile all'esposizione cutanea.
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
Ringrazio Nofertiri9, ma purtroppo continuo a leggere schede di sicurezza con l'indicazione cemento contenente Cromo VI < 2ppm! Inoltre queste contengono la dicitura non classificato pericoloso e comunque, se non in casi sporadici, nessun cenno sulla potenziale cancerogenicità del prodotto. Alla luce di ciò, mi sembra opportuno procedere con la valutazione dettagliata del rischio con monitoraggi ambientali o meglio ancora biologici.
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