Buongiorno a tutti. Il quesito che pongo sembra apparentemente banale ma mi trovo nella imbarazzante condizione di dover effettuare la sorveglianza sanitaria ad addetti di un laboratorio che esegue analisi ambientali (aria, acque). Il primo problema riguarda gli esposti a sostanze cancerogene che, come è noto, vengono trattate in questi ambienti in micro-dosi. Attuare tutto quanto previsto dalla normativa mi sembra una forzatura, anche perchè si lavora sempre sotto cappa e inserire in un registro cancerogeni un fumatore che utilizza 5 cc di benzolo/anno mi sembra ridicolo. Il secondo problema concerne il rischio chimico e la constatazione è identica. Quantificare il rischio è pressochè impossibile, sostenere che si rientra nel rischio moderato è difficile, fosse solo per un effetto di sommazione, utilizzare indicatori biologici di esposizione non risulterebbe significativo... allora ?. Mi rendo conto che gli interessati alla fine si accontenterebbero dei soliti esami di routine omnicomprensivi e ridicolmente inutili pur di sentirsi controllati, ma questo non rientra nel mio concetto di sorveglianza sanitaria mirata. Voi come vi comportereste ? Grazie.
"quante volte per altri è vita quello che per noi è un minuto"
PER la valutazione del rischio chimico utizzi l'algoritmo della Regione Piemonte? Se sì tramite questo calcolo puoi quantizzare il rischio e definirlo moderato, non moderato etc..Di seguito provvedere alla eventuale sorveglianza sanitaria. Un metodo altrettanto valido è secondo me il metodo A.S.I.A., il CHEOPE etc...Spero di esserti stato di aiuto.
L’utilizzo di algoritmi, quali essi siano, ti può essere di aiuto nella definizione dell’entità del rischio chimico, ma certamente non sono in grado di darti assolute certezze. Nei casi dubbi e soprattutto quando c’è esposizione a sostanze cancerogene l’esecuzione di esami ematochimici, specie un monitoraggio biologico, non è da considerare così inutile, anche ai fini medico legali, anche perchè ricordiamoci sempre che, per quanto si possa dire e scrivere, per le sostanze cancerogene indicare una dose soglia di sicurezza è praticamente impossibile. Ritengo comunque, ed è quello che personalmente faccio quando mi trovo in situazioni simili, che l’approccio migliore sia quello di una continua opera di informazione e formazione dei lavoratori, anche perchè i rischi maggiori in queste situazioni si verificano in caso di infortuni o incidenti.
Sergio Truppe
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"Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiero in gran tempesta, non donna di provincia, ma bordello"
Ringrazio i Colleghi Acapri e Gandalf per i pareri espressi. Seguirò con attenzione i suggerimenti.
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