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obbligo delle visite mediche

Questo argomento ha avuto 7 risposte ed è stato letto 4606 volte.

milvio.piras

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  • obbligo delle visite mediche
  • (16/10/2017 13:17)

A quanto pare, in base ad una interpretazione (quantomeno discutibile, prima che possa essere condivisa) della normativa, alcune aziende che forniscono servizi come quello delle pulizie in ambienti di lavoro pur non ad altissimo rischio (escludendo quindi gli ospedali e in generale quelli indicati dall’allegato XI, pur con una riserva riguardo al punto 2 dell’allegato) hanno un piano sanitario che non prevede l'obbligo della sorveglianza sanitaria dei lavoratori in quanto impiegati per meno di 20 ore a settimana.
Si tratta, peraltro, di lavori assegnati in appalto da pubbliche amministrazioni (nel caso specifico: Istituto Zooprofilattico), per cui si suppone che la regolarità e il rispetto degli obblighi di legge anche in materia di sicurezza sul lavoro siano sottoposti ad adeguati controlli (sigh!) dai responsabili delle aziende committenti, in osservanza di quanto disposto dall’art. 26 del decr. 81.
Ore, essendo io un medico e non un ragioniere che si basa sul calcolo delle ore o minuti di attività (ben diverso, a mio parere, dal concetto di esposizione) per stabilire se sussiste o meno l’obbligo di attivare qualcosa che non è propriamente inquadrabile in semplici criteri matematici quale è la sorveglianza sanitaria finalizzata al controllo della salute dei lavoratori, ognuno con la propria individualità e peculiarità, personalmente trovo alquanto azzardata la conclusione che tale obbligo non sussista.
Pur non avendo ancora visionato la documentazione relativa alla valutazione dei rischi dell'attività oggetto del presente nuovo appalto, né ancora effettuato il sopralluogo negli ambienti di lavoro, ritengo che le attività di pulizia, ovunque vengano fatte e anche per tempi non eccedenti le 20 ore settimanali, comportino comunque l’esposizione a rischi di diversa natura idonei a causare patologie, in particolare ai soggetti particolarmente predisposti per i più vari motivi, come anche confermato dall'evidenza dei casi registrati tra i lavoratori del settore.
In questa situazione contraddittoria (l’ennesima, anzi, si può dire che, ormai, è diventata una costante) tra la mia opinione di medico competente e quella di altri soggetti (in questo caso, i consulenti/responsabili dell’azienda, ma anche degli altri responsabili dei controlli e, non ultimi, gli OdV) cui il datore di lavoro sembra preferire prestare maggior attenzione (visto che può significare un bel risparmio economico) mi trovo sempre più in difficoltà a difendere la mia posizione, rischiando inoltre di veder messo in discussione, in blocco, tutto il mio operato degli ultimi decenni senza che nemmeno si pongano dei distinguo tra una situazione e l’altra.

giancarlo

giancarlo
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  • Re: obbligo delle visite mediche
  • (16/10/2017 23:55)

Se sei tu il MC nominato da queste ditte avrai elaborato o elaborerai il protocollo sanitario sulla base del DVR e nessuno ,tranne l'ODV ,può' cambiare tale protocollo.Poiche'la tua nomina deriva da un rapporto di fiducia che ha il datore di lavoro verso di te e viceversa ,se il DL non è d accordo con le tue scelte ,questo viene meno e non ti resta che rimettere la nomina.

caballero

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  • Re: obbligo delle visite mediche
  • (18/10/2017 12:32)

scusa ma il MC è l'unico responsabile (e sanzionato) della formulazione del protocollo sanitario, sul quale nessun deve dire nulla, neanche gli UPG NON MEDICI: almeno questo! oppure tra un po' anche i commercialisti ci dovranno dire che "l'apprendista non deve fare più la visita 626" come mi è recentemente successo... PS il quel caso il DL ha pensato bene di ascoltare il suo commercialista e non il sottoscritto, che ha rinunciato a parlare ai muri ed ha provveduto ad inviare i giudizi di idoneità e relativa fattura SBATTENDOSENE dell'apprendista! (scusate ma oggi sono un po' polemico)

milvio.piras

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  • Re: obbligo delle visite mediche
  • (18/10/2017 14:10)

La mia sensazione, corroborata dalla lettura dei vostri interventi, o almeno di molti di quelli che partecipano a questo forum, è che la situazione ci stia un po’ (o ci sia già, e da parecchio) sfuggendo di mano a causa delle troppe interferenze di soggetti incompetenti, in buona o malafede, magari addirittura incaricati di compiti di vigilanza, che vanno in giro sparando caz… amenità pazzesche che portano al solo risultato di gettare discredito sul medico competente, guarda caso proprio quello che poi può essere chiamato a risponderne.
È vero che il medico competente può sempre rifiutare o rimettere l’incarico prima di venire coinvolto in qualche disastro (sempre che faccia in tempo) e lavarsene le mani del destino dei malcapitati lavoratori, ma vi sembra tollerabile e degna di un Paese civile una simile situazione? Senza contare che, scappa da qua, fuggi da là, inseguiti o preceduti da cialtroni di ogni genere, alla fine non restano più tante altre opportunità di fare il nostro lavoro dignitosamente (e certe zone sono già ormai diventate “terra bruciata”). Per ora, comunque, non posso far altro che aggiornare la mia personale casistica di situazioni da evitare aggiungendo altri elementi con una cadenza quasi quotidiana.

lanfraz

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  • Re: obbligo delle visite mediche
  • (18/10/2017 21:48)

Perdonami, milvio.piras, mi permetto solo qualche considerazione riguardo al caso descritto, naturalmente sulla base delle informazioni fornite.

Scrivi che "alcune aziende..hanno un piano sanitario che non prevede l'obbligo di sorveglianza sanitaria..": quindi, se esistente, questo protocollo è stato redatto da un collega, giusto..?
Poi sostieni che non lo prevede in quanto i lavoratori sono "impiegati per meno di 20 ore settimanali": premesso che il tempo di esposizione è comunque un fattore, la motivazione è specificata nel protocollo o in qualche relazione del precedente mc oppure ti è stato riferito da qualcun altro..?
Aggiungi di non aver ancora visionato la valutazione dei rischi, né effettuato il sopralluogo, ma che comunque li ritieni soggetti a ss, perché l'attività di pulizia espone comunque a rischi, ecc. Beh, a mio parere questa interpretazione a priori mal si concilia con ciò che spesso viene ribadito anche su questo forum, cioè che ogni realtà lavorativa ha la propria specificità (beninteso che non ritengo che si debba necessariamente spaccare il capello in quattro).

Peraltro proprio l'attività di pulizia mi pare una di quelle caratterizzate da più ampia variabilità riguardo ai rischi presenti: ad esempio, non credo si possa equiparare il lavoratore che addetto alla pulizia di uffici per 2-3 ore al giorno (che potrebbe non essere soggetto) a colui che invece si occupa del condominio di cinque piani o ancora a chi svolge la propria attività in un contesto produttivo (magari esposto anche a rumore).

Quanto ai soggetti suscettibili, se effettivamente non vi sono rischi di entità tale (salvo qualche eccezione, non è sufficiente che un rischio sia presente) da giustificare la sorveglianza sanitaria, avranno comunque la facoltà di richiedere visita e sarà in tal modo attivata. Altrimenti dovremmo visitare tutti indistintamente e indipendentemente dall'entità dei rischi per verificarne la suscettibilità.

milvio.piras

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  • Re: obbligo delle visite mediche
  • (19/10/2017 00:51)

lanfraz il 18/10/2017 09:48 ha scritto:
Perdonami, milvio.piras, mi permetto solo qualche considerazione riguardo al caso descritto, naturalmente sulla base delle informazioni fornite.

Scrivi che "alcune aziende..hanno un piano sanitario che non prevede l'obbligo di sorveglianza sanitaria..": quindi, se esistente, questo protocollo è stato redatto da un collega, giusto..?
Poi sostieni che non lo prevede in quanto i lavoratori sono "impiegati per meno di 20 ore settimanali": premesso che il tempo di esposizione è comunque un fattore, la motivazione è specificata nel protocollo o in qualche relazione del precedente mc oppure ti è stato riferito da qualcun altro..?
Aggiungi di non aver ancora visionato la valutazione dei rischi, né effettuato il sopralluogo, ma che comunque li ritieni soggetti a ss, perché l'attività di pulizia espone comunque a rischi, ecc. Beh, a mio parere questa interpretazione a priori mal si concilia con ciò che spesso viene ribadito anche su questo forum, cioè che ogni realtà lavorativa ha la propria specificità (beninteso che non ritengo che si debba necessariamente spaccare il capello in quattro).

Peraltro proprio l'attività di pulizia mi pare una di quelle caratterizzate da più ampia variabilità riguardo ai rischi presenti: ad esempio, non credo si possa equiparare il lavoratore che addetto alla pulizia di uffici per 2-3 ore al giorno (che potrebbe non essere soggetto) a colui che invece si occupa del condominio di cinque piani o ancora a chi svolge la propria attività in un contesto produttivo (magari esposto anche a rumore).

Quanto ai soggetti suscettibili, se effettivamente non vi sono rischi di entità tale (salvo qualche eccezione, non è sufficiente che un rischio sia presente) da giustificare la sorveglianza sanitaria, avranno comunque la facoltà di richiedere visita e sarà in tal modo attivata. Altrimenti dovremmo visitare tutti indistintamente e indipendentemente dall'entità dei rischi per verificarne la suscettibilità.

Ribadisco e preciso: nel caso specifico del servizio di pulizia affidato ai lavoratori di cui dovrò occuparmi non ho ancora ricevuto alcuna documentazione scritta, relativa ai rischi da prendere in considerazione, ma solo qualche anticipo a voce sulla situazione generale come si è presentata a chi, dell’azienda subentrante nell’appalto, della quale sono il medico competente, si è già recato sul posto; sono quindi in attesa dell’appuntamento per il sopralluogo, finalizzato, per l’appunto, a raccogliere gli elementi necessari, e che dovrei effettuare non appena averrà il passaggio di consegne.
Non sono io a sostenere che non sussiste l'obbligo della sorveglianza sanitaria dei lavoratori sulla base del solo fatto che questi risultano impiegati per meno di 20 ore a settimana, ma l’azienda che li ha attualmente in forza, e quindi il loro attuale medico competente, sulla base di ragionamenti e conclusioni che saranno presto oggetto anche di mia valutazione, e non posso a priori escludere che siano fondati.
Sono d’accordissimo con te sul fatto che le attività di pulizia possono essere caratterizzate da esposizione variabilissima, a seconda del luogo, del tempo impiegato e delle attrezzature messe a disposizione (seguo il settore da oltre quindici anni, con una media di 5-700 lavoratori visitati all’anno che operano negli ambienti più diversi: dagli ambienti ospedalieri con rischio biologico e persino radiogeno a quelli di aziende metalmeccaniche dove è presente pure il rischio da piombo e altre sostanze chimiche persino debolmente radioattive, rumore e vibrazioni, oltre che negli ambienti più “tranquilli” come le strade e gli arredi urbani, dove magari ci si può imbattere in una siringa buttata da qualche drogato, e infine gli uffici, da quelli dei tribunali a quelli del sindaco o del presidente della Regione, ecc…). Alcuni lavoratori non li ho neanche ancora mai visti, se non in occasione di qualche corso di formazione o a seguito di loro espressa richiesta, proprio perché ritenuti non esposti in maniera da giustificare la sorveglianza sanitaria, o meglio, la visita medica di idoneità.
Tuttavia, avendo in passato avuto dei rapporti con l’istituto ove si svolgono le attività di pulizia oggetto del mio primo intervento, ed essendo stata ritenuta allora necessaria la sorveglianza sanitaria (in accordo con un altro collega col quale condividevo l’incarico), a meno che le cose non sano sensibilmente cambiate negli ultimi anni, non posso che essere, al momento, che moderatamente perplesso sulle attuali conclusioni.

Più in generale, posso anche non discutere che altrove, ben lontano dalla realtà che conosco io, il medico competente agisce sempre in perfetta osservanza delle norme vigenti, delle linee guida ove esistenti e sempre e comunque sulla base dei più sacri principi deontologici, e certamente anche da queste parti la grande maggioranza dei colleghi si adoperano con pari professionalità e abnegazione, ma mi capita anche, e piuttosto spesso, di imbattermi in situazioni in cui la professionalità e l’abnegazione non sembrano propriamente essere le regole entro cui si muovono alcuni “colleghi” che imperversano impunemente in alcuni territori.
Posso ancora ammettere (o meglio, prendere atto) che i nostri protocolli possano differire anche sensibilmente per la stessa tipologia lavorativa e di rischio, sulla base di considerazioni personali, discutibili, ma comunque motivate, senza comunque mancare degli elementi sostanziali (per fare qualche esempio, a molti sembra inutile l’ECG e spesso non prevedono gli esami ematologici per l’esclusione dell’alcol dipendenza su lavoratori appartenenti alle categorie a rischio, ma magari inseriscono in protocollo il cosiddetto Audit che, secondo me, è una autentica boiata, ecc…; tuttavia, in caso di esposizione a rumore non manca l’audiometria, come non manca la verifica dei BEI nei casi di esposizione a particolari sostanze chimiche, ecc…). Ma in certi casi, ti garantisco che trovo veramente difficile condividere le scelte di qualche collega, che sembra non basarsi su alcun criterio accettabile, ma piuttosto motivato solo dallo scopo di far più soldi possibile. E altrettanto inspiegabile resta il fatto che nessuno, tra gli incaricati della vigilanza, sembra accorgersi di nulla o abbia nulla da obiettare. Questo certamente accade dalle mie parti, ma da quanto si legge anche in altri interventi su questo forum, non mi sembra che il resto del territorio nazionale ne sia esente.
Per concludere: non è che, se una cosa l’ha detta o scritta un collega questa deve necessariamente essere vera e condivisibile. Prima vediamo come stanno le cose, poi trarremo le giuste conclusioni. Nel frattempo, un minimo di perplessità credo possa essere concesso, dati i precedenti.

lanfraz

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  • Re: obbligo delle visite mediche
  • (19/10/2017 16:04)

Sintetizzando, mi sembra un "semplice" caso in cui esiste probabilmente (ma anche tu non escludi che le motivazioni del tuo predecessore siano fondate) un differente avviso tra medici competenti riguardo al protocollo di sorveglianza sanitaria, situazione che può verificarsi laddove vi siano rischi "al limite" (agenti chimici irritanti, movimentazione manuale frequente di carichi non gravosi, le famose "posture incongrue", ecc.).
Se la valutazione dei rischi sarà stata fatta con criterio, dirimerà i tuoi dubbi (quando ne prenderai visione) riguardo alle scelte del collega, altrimenti farai le tue considerazioni in merito, credo.
Mi sembra anche comprensibile che un ddl sia curioso di sapere perchè alcuni lavoratori, siano essi due, tre o cento, cambino il loro status riguardo alla sorveglianza sanitaria.
Non capivo cosa c'entrassero, in questo caso specifico, consulenti, commercialisti e OdV, e mi hai dato una risposta.
Ovviamente buon lavoro!

carlpam

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  • Re: obbligo delle visite mediche
  • (21/10/2017 18:39)

spesso sorgono dubbi sui protocolli da istituire (e trovo sensate le perplessità che i Colleghi hanno evidenziato ) e poichè per un buon protocollo di sorveglianza sanitaria (oltre al proprio sopralluogo !! e alla nostra attenzione ) ci si deve pur riferire al DVR, concludo che a mio parere NON HA ALCUN SENSO CHE I DVR VENGANO REDATTI (certo per conto e a nome del DdL che li sottoscrive - a occhi chiusi?) DA CERTI PINCHIPALLINI che si definiscono "Tecnici" !!! ( a cui le norme lasciano aihmè troppo spazio TANTO DA CONSENTIRE A LORO DI ESPRIMERE GIUDIZI (temerari !) SULLE NOSTRE VALUTAZIONI (date da laurea,specialità, aggiornamenti e anni di esperinza)

QUANDO capiterà che QUESTI "TECNICI" POTRANNO ESERCITARE SOLO SE iscritti ad un albo ma soprattutto con una laurea e un cursus COERENTE con LA MATERIA ? E quando certi politicanti studieranno prima di legiferare ?

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