vi risulta che sia obbligatorio comunicare alle ASL di appartenenza del lavoratore l'avvenuta vaccinazione per rischi lavorativi?...vedi antitetaniche od altro, per es per lavoratori che vanno all'estero, sanitari ecc
Non mi risulta che sia obbligatoria alcuna comunicazione, ma è buona cosa farla in modo da tenere aggiornate le schedule vaccinali. Immagino poi che le vaccinazioni vengano eseguite presso i Servizi Vaccinazioni delle varie ASL, eccetto forse la vaccinazione DT. Il più delle volte è proprio il Servizio Vaccinazioni che fornisce la relativa documentazione delle vaccinazioni eseguite. In altre parole è molto utile avere un buon rapporto e scambio di informazioni con i Centri.
L’art. 10. del DPR 1301 del 07/09/1965 (Regolamento di esecuzione della legge 5 marzo 1963, n. 292, concernente la vaccinazione antitetanica obbligatoria) dispone:
I medici, che nel libero esercizio professionale praticano vaccinazioni antitetaniche, sono tenuti a darne sollecita comunicazione all'ufficiale sanitario locale, sugli stampati conformi ai modelli, predisposti dal Ministero della sanità o in mancanza su fogli del proprio ricettario.
Per analogia, la comunicazione dovrebbe essere effettuata anche per le altre vaccinazioni, o almeno per quelle somministrate direttamente dal medico competente per via parenterale ( l’antitifica, ad esempio, è in forma di compresse da acquistare in farmacia dall’interessato dietro presentazione di ricetta medica, e il medico competente di solito non assiste all’assunzione)
Le ASL, peraltro, forniscono tutte le informazioni necessarie, e magari una specifica modulistica, per la comunicazione di avvenuta vaccinazione.
In caso di lavoratori stranieri o, comunque, in caso di difficoltà a reperire i recapiti degli uffici di igiene pubblica del loro luogo di residenza, si invia la comunicazione alla ASL competente per il luogo in cui è stato effettuata la vaccinazione.
In provincia di Varese non si trova in nessuna farmacia il vaccino antitetano sia per la vaccinazione che per il richiamo.Inviato un lavoratore per il richiamo all'ASL è stata praticato richiamo con vaccino difterite e tetano.Siamo in un paese civile dove non si trova l'antitetanica e si deve praticare a un lavoratore di 40 anni anche l'antidifterica?
Già. Pare ci sia stata anche un'interrogazione parlamentare. Gira voce che, poiché l'Italia le paga meno che altri Paesi, le case produttrici abbiano deciso di venderle altrove.
Sembra una scemenza, ma pare ci siano stati altri precedenti in passato per altri farmaci.
Peraltro, come prova di quanto pesi il fattore economico (era notizia di qualche settimana fa), qualche società di ricerca ha deciso di lasciar perdere gli studi su alcune malattie rare perché non ci si guadagna granché.
Riguardo all'idoneità per certe mansioni, è come se dovessimo mandare nei cantieri edili gli operai senza il casco di protezione. Incrociamo le dita.
Ma....Capisco che il medico di famigli comunichi alla ASL di appartenenza le persone che vaccina in regime di libera professione (è appunto una vecchia norma), ma che debba farlo il medico del lavoro....i lavoratori sono di asl diverse, sparpagliate sul territorio, come è possibile "inseguirle" tutte??? Poi la voce che mi ha raggiunto diceva che è una delibera recente, di fine anno, che pone l'obbligo di inviare alle ASL.
In una azienda sono riuscita a fare 15 richiami anti-tet, con vaccini acquistati in Germania (ed effettivamente un po più cari di quelli che si reperivano qui): adesso dovrei scrive a 15 ASL!!!????
Pur essendo una delle poche regole sensate, per cui gli interessati, lavoratori o non, sanno, all'occorrenza, dove cercare le informazioni complete sul loro stato vaccinale (invece di rincorrere i diversi medici, non solo competenti, che hanno somministrato i vaccini), in certi casi è quantomeno complicato applicarla.
Torno a dire: almeno questa un senso ce l'ha.
noemibruna il 15/02/2018 06:56 ha scritto:
Ma....Capisco che il medico di famigli comunichi alla ASL di appartenenza le persone che vaccina in regime di libera professione (è appunto una vecchia norma), ma che debba farlo il medico del lavoro....i lavoratori sono di asl diverse, sparpagliate sul territorio, come è possibile "inseguirle" tutte??? Poi la voce che mi ha raggiunto diceva che è una delibera recente, di fine anno, che pone l'obbligo di inviare alle ASL.
In una azienda sono riuscita a fare 15 richiami anti-tet, con vaccini acquistati in Germania (ed effettivamente un po più cari di quelli che si reperivano qui): adesso dovrei scrive a 15 ASL!!!????
In ogni caso, come ho detto in precedenza, puoi mandare una unica comunicazione alla ASL competente dove hai effettuato le vaccinazioni. Poi se la sbrigano loro.
pwmab il 14/02/2018 07:17 ha scritto:
In provincia di Varese non si trova in nessuna farmacia il vaccino antitetano sia per la vaccinazione che per il richiamo.Inviato un lavoratore per il richiamo all'ASL è stata praticato richiamo con vaccino difterite e tetano.Siamo in un paese civile dove non si trova l'antitetanica e si deve praticare a un lavoratore di 40 anni anche l'antidifterica?
In realtà la normativa che regola la vaccinazione antitetanica suggerisce proprio di effettuare contestualmente anche quella antidifterica (tra cui la Circolare n° 16 del 1996 del Ministero della Sanità).
Il problema che ho riscontrato sul territorio era che la diftotetanica nelle farmacie territoriali non si trovava e la si poteva ottenere solo presso le ASL.
Ora siamo al punto che sul territorio non si trova nemmeno l'antitetanica, con conseguente affollamento delle ASL per un carico di lavoro che poteva essere spalmato su più professionisti sanitari.
Riguardo la comunicazione dell'avvenuta vaccinazione è fatto obbligo per il medico che vaccina di rilasciare il certificato vaccinale al paziente. Io di norma dico al paziente di portare il mio certificato vaccinale sia al suo MMG sia alla ASL per la registrazione. Poi, se lo fanno o meno, non lo so. Intanto io registro e tengo i dati come si deve.
A pensar male si fa peccato ma ci s'azzecca!
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