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cambiare è possibile proposte operative

Questo argomento ha avuto 18 risposte ed è stato letto 3266 volte.

caballero

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  • Re: cambiare è possibile proposte operative
  • (31/10/2018 12:06)

Devo dire che il tema, seppur limitato a noi 3, è stato centrato dagli interventi di Carlapam e Mantello, seppur in modo diverso.
Mantello ha focalizzato benissimo la situazione, la frase "un contesto di prevenzione ... calato in un contesto produttivo che è calato in un contesto economico il cui governo è conteso tra la politica e il mercato" esprime la sintesi massima che anche io cercavo (senza riuscirci) di dare al tema.
Carlapam: che dire...
COLLABORAZIONE DEL MEDICO AL DVR: sono super d'accordo, direi che in taluni casi la resistenza alla firma incondizionate di emerite cag****e è l'unica arma che abbiamo al proliferare dell'incompetenza... io alle volte non ho condiviso quanto scritto sul DVR e il RSPP che l'aveva fatto (un geometra) mi ha risposto che se non andava bene potevo integrare le parti carenti... ho spiegato al DL la situazione, i rischi di un DVR scritto male e l'adeguamento del mio tariffario in quanto dovevo completare il DVR e l'anno dopo il RSPP è saltato: ora il nuovo RSPP è una persona di mia fiducia con la quale collaboro da anni... pertanto se si vuole si può fare...
RINNOVI DEL DVR SENZA MOTIVO, FONOMETRIE NON NECESSARIE, DVR REDATTO CON CRITERI DI COMPLICAZIONE , LUNGHEZZA, INCOMPRENSIBILITA' E IN FASCICOLAZIONE PLURIMA: a mio avviso la pletora di corsi, da me inizialmente criticata, sta portando ad un livello di cultura della sicurezza di moooolto superiore dei tempi della 626, pertanto assisto a DL che si svegliano dal letargo e cacciano il RSPP scorretto o incompetente... ovviamente con alcuni DL, che sono poco avvezzi alle carte poichè uomini di "fatica" il percorso è ancora lungo, però non sono scemi, se glielo spieghi a tu per tu lo comprendono...

COME FACCIAMO LE VISITE ? QUESTIONARI(utili se mirati o attedibili e soprattutto validati(se tutti sono negativi servono?)VISITE SUPERFICIALI O FRETTOLOSE .... ( ho visto cose che voi umani....) IN AMBIENTI DEGRADANTI (per il MC e il Lavoratore) O INADEGUATI ( mancata riservatezza): devo dire che i vecchi MC (ex di fabbrica, sanati, etc.) erano senza scrupoli e senza vergogne... i nuovi Colleghi sono molto più schizzinosi... per fortuna... e più competenti in materia

FORMAZIONE frontale con slide e pubblico dormiente,inadeguata rispetto alla azienda, illustrativa del TU con interpretazioni interessate: concordo, ma se i corsi non prevedono una VERA verifica dell'apprendimento cosa si può fare???

MALATTIE PROFESSIONALI ( ipoacusie gravi ? ernie discali ?): su questo tema non sono per niente d'accordo: perchè devo io, MC pagato dall'azienda, attivare i controlli e i casini che spesso derivano da una MP e il tutto in forma pure gratuita? a mio avviso posso indirizzare il dipendente a un Patronato, informarlo sulla possibilità di avere un riconoscimento, del resto possono essere anche seguiti meglio nelle pratiche e il DL non se la prende con me (ricordarsi che molte volte il MC "bravo" è quello che fa tutti idonei e non fa storie, magari costa anche poco e visita i dipendenti fuori orario...)


TARIFFARI DIGNITOSI ( ANCHE per formazione ): è un libero mercato purtroppo... è tutto nelle nostre mani

CHE FARE ? PROFESSIONALITA' MASSIMA ( rifiutando e segnalando al DdL comportamenti scorretti (es DVR ) o impropri o inutili ( correggendo i propri se ci sono) e nei comportamenti che si può CAMBIARE senza farsi ricattare: qui dovrebbero intervenire gli SPISAL che, invece di attaccarsi a dettagli inutili o alla misera ottemperanza FORMALE alla normativa, dovrebbero verificare la qualità del lavoro

ciao e Buon lavoro a tutti!!!

milvio.piras

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Cagliari
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601
  • Re: cambiare è possibile proposte operative
  • (31/10/2018 13:18)

Forse è il caso di ricordare che, come è ben noto, il tessuto produttivo italiano è costituito prevalentemente da piccole e piccolissime imprese oberate da innumerevoli incombenze e adempimenti (che solo uno Stato gestito da imbecilli poteva concepire) per venire a capo delle quali i titolari/datori di lavoro, mancanti di specifiche competenze, tempo e (tantomeno) voglia, tutti presi dai problemi relativi alla produzione, alle richieste dei clienti, alla concorrenza spesso sleale, a garantire il pagamento degli stipendi, la regolarità del DURC (altrimenti la pubblica amministrazione trova la scusa per non pagare i servizi resi) ecc,ecc,ecc..., si affidano pressoché totalmente alle associazioni di categoria o a qualche SdS, dove consulenti più o meno competenti si offrono di risolvere tutti i loro problemi in cambio di una adesione/iscrizione dietro pagamento di una quota associativa che dovrebbe comprendere tutto, o un tariffario a prezzo fisso per gli eventuali servizi extra (come la redazione del DVR).
In questa quotidiana lotta per la sopravvivenza, nemmeno sono sfiorati dall'idea di rivolgersi, prima che a qualunque altro consulente, ad un medico del lavoro per tale adempimento, ben lontani dal considerare, sapere o immaginare che proprio un medico del lavoro dovrà poi ratificarlo con la propria firma, assumendosi la responsabilità di ciò che c'è scritto. Anzi, sembrerebbe pure un gesto di ingratitudine rifiutare l’offerta del servizio a coloro che hanno in mano tutte le altre leve per il funzionamento della loro azienda, per cui è piuttosto naturale che vi si affidino anche per questa necessità.
Di conseguenza, al modico prezzo di qualche centinaio di euro, ricevono un bel DVR redatto secondo le procedure standardizzate (da intendersi come modello standard prodotto col sistema copia e incolla buono per tutte le circostanze), col quale si presentano al cospetto del medico competente per la firma.
Lunghi anni di professione mi hanno insegnato che irrigidirsi o anche solo far notare le vergognose carenze di tale cosiddetto DVR non fa altro che indispettire i responsabili delle associazioni di categoria, col risultato che di solito queste tendono a indirizzare i loro associati verso medici competenti più accomodanti.
Con le aziende di media o grande dimensione si pone un problema simile, ma in questi casi, spesso, ad offendersi sono i consulenti, RSPP interni o esterni, che dall’alto della loro presunta esperienza e formazione (derivante da corsi tenuti presso organizzazioni più o meno qualificate), non accettano volentieri le osservazioni e le obiezioni poste dall’ultimo arrivato, il medico competente, soprattutto quando altri suoi predecessori non ne hanno mai sollevate. Per cui, anche in questo caso, può capitare che, a voler essere troppo zelanti, si finisce per perdere l’incarico.
Per fortuna non mancano neanche i casi in cui il medico competente è riverito ed ascoltato anche quando rompe un po’ le scatole perché vengano corrette situazioni non conformi e pericolose. E ovviamente qui il problema non si pone.
In sostanza, a causa di una normativa idiota, che dobbiamo subire e che non si riesce a far correggere, in molti casi abbiamo semplicemente le mani legate.
Qualche intervento per migliorare questa situazione, non riuscendo ad incidere a monte, si potrebbe tentare a valle, (ri)appropriandoci della formazione e dell’aggiornamento di tutte quelle figure e professionalità con cui siamo tenuti a collaborare nella gestione della sicurezza sul lavoro. Purtroppo, come sapete (e fatte salve alcune eccezioni), anche in questo ambito non abbiamo affatto carta bianca, essendo tutta la materia regolamentata in modo tale che, all’atto pratico, la formazione resta sotto il controllo di enti ed organizzazioni spesso costituite ad oc, allo scopo di sfruttare il business, e in cui il medico competente ha, ancora una volta, un ruolo secondario, per non dire marginale.
Un cenno finale merita anche la situazione della nostra formazione e aggiornamento, anch’essa soggetta ad alti e bassi a seconda di come tira il vento, spesso affidata alla buona volontà di pochi, altre volte totalmente controllata da enti che non sempre rendono, in termini di qualità e quantità, quello che prendono. Ma qui i palati sono in genere tutt’altro che esigenti: basta che alla fine siano assicurati i crediti ECM.
A questo proposito, tuttavia, una domanda riesce ancora a suscitare da qualche giorno le mie perplessità: se per un’iniziativa autogestita e autofinanziata finalizzata a procurarsi un servizio essenziale e per cui gli utenti pagano una determinata somma (di solito diverse centinaia di euro), andando a colmare una voragine lasciata da enti e associazioni che, per loro natura e finalità dichiarate, dovrebbero invece naturalmente provvedervi, essendo pure già pagati dallo Stato in forma di stipendi e finanziamenti, o dalle quote di iscrizione dei soci ordinari, per quale motivo, una volta che questi si svegliano decidendo di (ri)appropriarsi di questa attività, fagocitando ogni altra iniziativa autonoma, chiedono il pagamento delle stesse somme di iscrizione? Se non ricordo male esiste un termine preciso per definire questa situazione, ma al momento non mi viene in mente.
In questo panorama sempre più deprimente, tanto vale tirare i remi in barca e smetterla di affannarsi a combattere contro profittatori senza tanti scrupoli per salvare chi non richiede affatto il nostro intervento se non per avere la firma del medico competente sul DVR.

carlpam

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  • Re: cambiare è possibile proposte operative
  • (03/11/2018 16:04)

Rispetto agli interventi di Mantello , Caballero e Piras cerco una sintesi
Mantello afferma che non siamo una categoria di liberi professionisti (LP)(io credo di essere ancora un libero pensatore e non nel senso gretto e conservatore della destra hegeliana) Naturalmente vi sono il colleghi che operano in regime di dipendenza(o “collaboratori" esterni di Sds) in una situazione mista e da cui non si può realisticamente prescindere, il che non vuol dire che non ci sia spazio per la libera professione.
Il contesto di prevenzione (dove ci confrontiamo con altri operatori) che è calato in un contesto produttivo ed economico (tra politica e mercato) da una parte e la piccola imprenditoria fatta di ex-lavoratori divenuti titolari d'impresa (Veneto e Nordest docet) cito (oltre all'edilizia)solo la metalmeccanica vicentina che produce pezzi rifiniti per le auto tedesche.Il tessuto produttivo italiano è costituito prevalentemente da piccole e piccolissime imprese oberate da innumerevoli incombenze e adempimenti (che solo uno Stato gestito da burocratosauri imbecilli poteva concepire) che i titolari/datori di lavoro, mancanti di specifiche competenze, tempo e voglia, presi dai problemi della produzione, alle richieste dei clienti, alla concorrenza spesso sleale, a garantire il pagamento degli stipendi, ecc.... , si affidano pressoché totalmente alle associazioni di categoria ( e alle agenzie di diretta emanazione da queste)o a qualche SdS,dove consulenti più o meno competenti si offrono di risolvere tutti i loro problemi in cambio di quote associative o di un pacchetto onnicomprensivo o un tariffario a prezzo fisso per gli eventuali servizi extra(la redazione del DVR)
Poi c'è la grande (e media)industria che produce per l'estero macchinari di qualità (dove ai noti rischi si aggiungono quelli neologisticamente son detti“trasfertisti“)e ovviamente i grandi ipermercati e i servizi economico e finanziari (banche/assicurazioni)
In questa quotidiana lotta per la sopravvivenza i DdL di PMI non sono sfiorati dall'idea di rivolgersi,prima che a qualunque altro consulente, ad un medico del lavoro per gli adempimenti,ben lontani dal sapere o immaginare che proprio un medico del lavoro dovrà poi ratificarlo con la propria firma, assumendosi la responsabilità di ciò che c'è scritto Anzi,sembrerebbe pure un gesto di ingratitudine rifiutare l’offerta del servizio a coloro che hanno in mano molte leve per il funzionamento della loro azienda (contabilità paghe inail e sicurezza)per cui è piuttosto naturale che vi si affidino anche per questa necessità.Ma la resistenza alla firma incondizionata di emerite cretinate(scritte ad fallum canis)è l'unica arma che abbiamo al proliferare della incompetenza ...
In un forum come questo dedicato alla nostra professione di medici competenti del lavoro o di fabbrica o d'azienda secondo le nostre preferenze o appartenenze scientifiche/societarie)il contesto è importante, ma ancor di più la nostra professionalità gioca un ruolo fondamentale.
E’ necessario chiederci se la nostra categoria(in quanto MC)abbia il prestigio ed il peso sociale necessari per essere credibile: per molti infatti siamo solo medici che non fanno...i medici visitando infatti i sani!!! (anche il neolaureato se inserito in un ospedale in LP può presentare parcelle da 100 euro,a noi siamo fuori mercato se chiediamo 50 euro per una visita specialistica con accertamenti)Se “collaboratori di Sds“ ci vengono proposte tariffe da 20 euro(o meno!!!)su cui grava il 20% di ritenuta d'acconto.Mentre poi le stesse Sds riscuotono 70/100 euro(più Iva 22%)cifra congrua con la visita dell'ospedaliero in LP.
In questo contesto, il primo necessario passo per dare maggior peso alla categoria e per sentirsi, a livello individuale, meno frustrati professionalmente credo sia quello di espellere dal mercato chi lavora ignorando la deontologia e la professionalità... Ma come? Come medici siamo credibili ma è l'intermediazione che ci squalifica e ci sfrutta. Occorre dimostrare la nostra utilità e qualità professionale: un approccio al DVR è in questo essenziale:l'aggiornamento improprio fonometrie non necessarie, DVR redatto con criteri di complicazione, lunghezza, incomprensibilità e in fascicolazione plurima (anche il rischio fulmini(che Zeus li perdoni!): la collaborazione,l'aggiornamento e i rischi fisici sono ben normati.E' un punto su si mina la credibilità di consulenti poco qualificati e l'intermediazione preclusa allarga la nostra professionalità DIMOSTRANDO IL NESSO FRA LAVORO E PREVENZIONE POSSIBILE
lo spazio della FORMAZIONE è ancora una volta essenziale: deve ESSERE QUALIFICATA e adeguata agli ADULTI non FORMAZIONE frontale con slide e pubblico dormiente, inadeguata rispetto alla azienda, illustrativa del TU con interpretazioni interessate: ma se i corsi non prevedono una VERA verifica dell'apprendimento cosa si può fare? La docenza con metodi di brain storming o analisi dei casi o altri aggiornati mezzi didattici evita il sonno dei discenti.
Dimostrare i rischi di un DVR scritto male e adeguare il tariffario indicando la nomina come consulenza annuale(a costo adeguato)e un sopralluogo per completare il DVR è importante ma anche scegliere come RSPP (meglio se il DdL stesso)o una persona di fiducia con la quale collaborare .. se si vuole si può fare.
COME FACCIAMO LE VISITE ? QUESTIONARI (utili se mirati e validati , VISITE SUPERFICIALI O FRETTOLOSE .. IN AMBIENTI DEGRADANTI (per il MC e il Lavoratore) O INADEGUATI(mancata riservatezza):i vecchi MC(ex di fabbrica)erano senza scrupoli e senza vergogne.. i nuovi Colleghi sono molto più schizzinosi..per fortuna..e più competenti in materia (se non c'è un ambiente adeguato per il nostro lettino e quanto necessario ci si rifiuta di vistare)

É EVIDENTE CHE E NECESSARIO UN MINIMO DI MASSA CRITICA (cioè un numero sufficiente di Colleghi che possano comportarsi con le caratteristiche qui descritte) credo infatti che le istanze politiche servano poco (e ;se ho fatto quell'appello al ministro è solo un tentativo;magari lo legge...e perchè non farlo?
servono codifiche di comportamento condivise da diffondere e replicare
CHE FARE ? PROFESSIONALITA' MASSIMA(rifiutando e segnalando al DdL comportamenti scorretti (es DVR) o impropri o inutili (correggendo i propri se ci sono) e nei comportamenti che si può CAMBIARE senza farsi ricattare:qui dovrebbero intervenire gli SPISAL che,invece di attaccarsi a dettagli inutili o alla misera ottemperanza FORMALE alla normativa, dovrebbero verificare la qualità del lavoro in termini di prevenzione vera!

carlpam

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  • Re: cambiare è possibile proposte operative
  • (04/11/2018 15:39)

la mia proposta dopo questa analisi è di fare un "protocollo comportamentale"

RELATIVO A TARIFFARIO MINIMO
MODALITà DI ACCETAZIONE INCARICO
PARTECIPAZIONE AL DVR
MODALITà DI VISITA

chiedo a chi fosse interessato a stendere un protocollo di pubblicarlo sul questo sito

grazie !

Giannini

Giannini
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  • Re: cambiare è possibile proposte operative
  • (18/11/2018 21:56)

Personalmente sono in accordo a stilare un percorso di riferimento. Mi pare fosse stato lanciato qualcosa di simile in passato dall'associazione CONAMECO.

"Felicius curari a medico popularem gentem quam nobiles et principes viros."

milvio.piras

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  • Re: cambiare è possibile proposte operative
  • (19/11/2018 12:19)

Secondo me aggiungersi regole o codici di comportamento senza prevedere incentivi o penali serve solo ad agevolare chi di queste regole se ne frega.
Un sistema efficace potrebbe essere la costituzione di una associazione che, in cambio del rispetto di un regolamento, garantisca la partecipazione a corsi ECM o altri vantaggi. Ma dopo anni di tentativi in quel senso, che io sappia tutti falliti a causa del disinteresse generale, credo che ci si debba rinunciare e vivere alla giornata o cambiare mestiere (almeno chi non ne è soddisfatto).

carlpam

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  • Re: cambiare è possibile proposte operative
  • (19/11/2018 16:25)

colgo dai due ultimi interventi ( Giannini e Piras ) E RILANCIO e cerco di stilare un percorso di riferimento. Mi pare fosse stato lanciato qualcosa di simile in passato dall'associazione CONAMECO.
Ma il sistema efficace potrebbe essere la costituzione di una associazione che, in cambio del rispetto di un regolamento, garantisca la partecipazione a corsi ECM o altri vantaggi.

CHIUNQUE è INTERESSATO FACCIA PROPOSTE
per l'associazione ho qualche idea perchè occorre riprenderci la FORMAZIONE !!!

milvio.piras

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601
  • Re: cambiare è possibile proposte operative
  • (19/11/2018 18:22)

Carlo, per l'idea dell'associazione con me sfondi una porta aperta. Già in passato ci siamo reciprocamente coinvolti in diversi progetti che, purtroppo, a causa della distanza e soprattutto del mio isolamento (stando al confino in quest'angolo di paradiso), sono rimasti in gran parte nelle intenzioni, e il poco (ma neanche tanto poco) che ha ingranato è ora "sotto sequestro" e non ho idea di come verrà portato avanti. Non mi spaventa dover ricominciare da un'altra parte, e di idee ne ho ancora parecchie: qualche giorno fa, ad esempio, ho discusso con un legislatore della mia regione del problema delle condizioni invalidanti non riconosciute nell'ambito della sicurezza sul lavoro e del problema dei costi degli esami diagnostici straordinari richiesti dal medico competente, e ciò sarà oggetto di una proposta di legge; ma questo e tanti altri progetti possono sperare concretamente di vedere la luce solo se spinti da un'organizzazione di categoria costituita e guidata da chi vive tutti i giorni questi problemi. Purtroppo però la stragrande maggioranza dei medici del lavoro continua a mostrare un totale disinteresse, salvo poi lamentarsi, barcamenarsi tra più attività o, magari, cercare miglior fortuna all'estero.
Comunque, se mi cerchi mi trovi, anche in privato. Un caro saluto.

carlpam

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1009
  • Re: cambiare è possibile proposte operative
  • (01/12/2018 16:28)

sarebbe comunque utile formare gruppi regionali
(sto preparando qualcosa chi è interessato faccia un cenno)

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