ho saputo che i medici della medicina dei servizi della regione siciliana dovrebbero passare tutti alla dipendenza e sistemati nei servizi di 1° livello OVE NON è RICHIESTA LA SPECIALIZZAZIONE. Fra questi servizi risulta la medicina fiscale, la MEDICINA DEL LAVORO, ecc. E GLI SPECIALISTI IN MEDICINA DEL LAVORO A SPASSO? MA è GIUSTO? A CHE COSA è SERVITO PRENDERE UNA SPECIALIZZAZIONE RICONOSCIUTA CEE, DI 4 ANNI SE POI NEL SERVIZIO PUBBLICO NON è FONDAMENTALE.
Bisognerebbe chiuderle perchè oramai servono solo a dare manovalanza ai direttori e a qualche strutturato o visto che di medici competenti ce ne sono troppi ridurle come hanno fatto gli odontoiatri. Forse così si aumenterebbero pure le nostre tariffe perchè il mercato non lo fanno le società di servizi, che anzi con gli appalti alzano il livello, ma purtroppo la domanda e l'offerta. PS sono d'accordo con gandalf su tutto.
Mala tempora currunt... ed il peggio verrà. Il mio non è un pessimismo cosmico di stampo leopardiano, ma la costante, quotidiana presa di coscienza che la nostra specializzazione sta perdendo punti. La figura del MLC stà perdendo importanza colpo su colpo, ed il futuro della disciplina lo vedo abbastanza grigio; intendiamoci è un grigio con varie tonalità, che va dal grigio chiaro di coloro che gestiscono grossi appalti (e che hanno grosso potere contrattuale) al grigio scuro dei singoli medici senza santi in paradiso, fino al nero pece dei futuri specialisti. Riflettete su questo: le scuole di specializzazione, e l’intervento del Collega Giorgianni è sintomatico, stanno perdendo importanza (ammettiamolo, oggi come oggi sarebbe meglio iscriversi ad igiene, alla lunga ti dimentichi di fare il medico, ma forse ti garantisci ampie e variegate possibilità di lavoro), molte aziende attraversano un periodo di congiuntura economica (per usare un eufemismo) per cui tagliano le spese e le prime ad essere tagliate sono quelle per la sicurezza, altri continuano a fare sicurezza e prevenzione ma non pagano (sic!), altre ditte addirittura chiudono i battenti o riducono drasticamente il personale. Concordo inoltre con margherita, che ringrazio per la solidarietà, sulla eventualità di considerare uno stretto giro di vite sul numero degli specializzandi, almeno fino a quando le condizioni socio economiche del paese non creino ulteriori e serie possibilità di lavoro, o almeno fino a quando non troviamo la forza di creare una lobby inattaccabile che tuteli i nostri interessi a 360 gradi. Si potrebbe continuare all’infinito, ma non voglio essere accusato di qualche altro delitto di lesa maestà, di bolscevismo, di attacchi personali o di fomentare chissà quali rivolte; dico solo quello che penso, e mi pare, rileggendo anche alcuni miei interventi del passato, di essermi sbagliato raramente nella analisi della situazione della MDL in questa martoriata penisola.
Saluti
Sergio Truppe
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"Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiero in gran tempesta, non donna di provincia, ma bordello"
A questo punto mi sembra doveroso chiedere spiegazioni alla SIMLII di cui faccio parte, per capire cosa stanno facendo in Direttivo...
Mi auguro una risposta a stretto giro.
Dott.Andrea Capri
Specialista in Medicina del Lavoro
...QUASI perfettamente (sulle società di servizi la penso in maniera un po’ diversa, penso che ormai sia cosa nota) d'accordo con i colleghi, che saluto...tuttavia, caro eagleone, dubito fortemente che la SIMLII ti possa dare una risposte adeguata...anzi, se vuoi sapere come la penso, MI AUGURO che non risponda proprio, evitando così i penosi ma purtroppo noti balletti di distinguo e di attribuzioni di responsabilità che ultimamente mi capita di sentire...d'altronde, quale risposta aspetti da una società così palesemente inadeguata a tutelare il medici del TERRITORIO???...non mi ricordo negli ultimi anni battaglie furiose dei cattedratici e dei loro cari (= il Direttivo della Società) per le istanze della base...non mi ricordo neanche grandi manifestazioni di protesta patrocinate dalla SIMLII…
…mi ricordo, invece, una costante presenza di ordinari e aspiranti tali a congressi, convegni, seminari (di interesse scientifico prossimo allo 0, ma questa è un’opinione del tutto personale) tutti concordi nel decantare le meravigliose linee guida (alcune in verità scritte con i piedi, anche questa è un’opinione personale) e il formidabile accreditamento d’eccellenza (…omissis…)…
…SPECIALISTI NON IMPORTA, L’IMPORTANTE È ESSERE ACCREDITATI (e avere a casa almeno la Linea Guida sul primo soccorso, una a caso…)…chissà, che non vada proprio così, dopo l’1bis non mi stupisco più di niente…
cordialità.
sono orgoglioso di non essere mai stato iscritto alla simlii
Idem come sopra. Basti guardare i prezzi dei congressi, delle linee guida, degli ECM e di contro il nulla. Non è una polemica ma una mera constatazione. Ricordo a tutti come quando la barca affonda anche il capitano prima o poi finisce in mare. Saluti.
Perchè non mandare un e-mail a tutti i ministeri interessati MIUR) e (CUN)per dire di ridurre sensibilmente il numeroro degli specializzandi delle scuole di specializzazione in medicina del lavoro visto che con la sanatoria coloro che hanno i titoli per svolgere le funzioni del medico competente sono in sovrannumero rispetto alle necessità attuali.
Saggia proposta, margherita. Peccato che queste intuizioni non balenino nella mente di chi dovrebbero. Chi meglio della SIMLII potrebbe farsi portavoce di siffatta proposta, se non altro per assumere, a ragione, un ruolo primario a livello nazionale in questa bagarre della nostra disciplina? A cosa è dovuto tale immobilismo? Probabilmente il giro di vite sui posti in specializzazione ridurrebbe l'importanza delle relative scuole e di concerto il potere contrattuale di chi ne regge le fila? Lungi da me il disfattismo di chi punta l'indice senza attivarsi in modo operativo ma credo questi siano interrogativi che meritano una risposta sollecita. Saluti.
Per quanto riguarda il numero di futuri specializzandi, non c'è da preoccuparsi né tanto meno da rivolgere preghiere a chicchessia. Il Dlgs 368/1999 è stato recentemente completato dal DECRETO (in G.U. n. 258 del 5 novembre 2005 - Suppl. Ord. n. 176) - Riassetto delle Scuole di specializzazione di area sanitaria. Tale Decreto individua le scuole di specializzazione di area sanitaria, il profilo specialistico, gli obiettivi formativi ed i relativi percorsi didattici suddivisi in aree e classi. Considerato che, ai sensi dell'art. 34 e seguenti del decreto legislativo n. 368/1999 la scuola opera nell'ambito di una rete formativa dotata di risorse assistenziali e socio-assistenziali adeguate allo svolgimento delle attività professionalizzanti, secondo gli standards individuati dall'osservatorio nazionale della formazione medica specialistica di cui all'art. 43 dello stesso decreto legislativo. Per ciascuna scuola il numero minimo di specializzandi iscrivibili non può essere inferiore a 3 per anno di corso. Gli ordinamenti didattici delle scuole di specializzazione, attivate presso le università sono adeguati alle disposizioni del presente decreto entro diciotto mesi dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Cioè, tenendo conto della necessità di bandire i concorsi con l'inizio dell'anno accademico, gli adeguamenti dovranno essere fatti entro il corso di questo anno accademico (2005-2006). I criteri minimi per ciascuno specializzando in medicina del lavoro sono ELEVATISSIMI: centinaia di visite, di esami, decine di piani sanitari, sopralluoghi, relazioni su dati anonimi ecc. Al momento NESSUNA scuola di specializzazione in medicina del lavoro è adeguata agli standard. E' previsto che le scuole possano convenzionarsi e unirsi tra loro (anche tra più università) per raggiungere il fatidico numero minimo di 3 specializzandi da formare, ma considerando il poco tempo a disposizione e il fatto che la maggior parte dei Direttori sono notoriamente impegnati... in tutt'altro, si può dubitare che molte ci riescano. Per cui il pericolo concreto non è l'eccesso di nuovi specialisti, ma l'assenza di futuri medici del lavoro.
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