in una ditta in cui lavoro come medico competentesi sono verificate 2 nefropatie tubulari in addetti alla galvanica. Il nefrologo non esclude danni renali da metalli ( rame- nichel-zinco). Il chimico insiste invece nel dire che i metalli non possono rendersi solubili nelle goccioline di vapore acqueo sovrastanti i bagni galvanici,. e quindi non ci puo essere assorbimento. Ho effettuato i dosaggi urinari dei metalli con risultati normali, ma rimane il dubbio.... Voi insistereste nel fare le valutazioni ambientali?
Per curiosita' ci dai anche altre notizie tipo l'uso di DPI, la presenza di sistemi di aspirazione/abbattimento, quanti sono i dipendenti che svolgono quella lavorazione...
"L’oro non è tutto. Ci sono anche i diamanti". (Paperon De’ Paperoni)
I lavoratori sono protetti mentre caricano i bagni con tute tipo astronauta, e ci sono aspirazioni sopra i bagni e di lato le vasche. Pero' in alcune zone si sente l'odore del cianuro passando ( deficit di aspirazione?) ed i tiocianati urinari negli ultimi tempi sono in crescita; chi staziona nell'ambiente, anche se di passaggio e lontano dalle vasche potrebbe avere un assorbimento di metalli? I dipendenti sono 21.
mi sorge spontanea un'altra domanda: la valutazione del rischio che dice?
"L’oro non è tutto. Ci sono anche i diamanti". (Paperon De’ Paperoni)
beh, io magari sono solo una misera biologa, tuttavia nei bagni galvanici fino a prova contraria giustappunto i metalli sono in soluzione, altrimenti non avrebbe senso fare le vasche, giusto?
Orbene, quelle "nebbioline" sopra i bagni (che - a questo punto- immagino a temperatura più alta che non quella ambiente) ragionevolmente sono i vapori che salgono dalle vasche; e nelle vasche i metalli sono solubilizzati,, fino a prova contraria.
Dire che nel vapore sopra i bagni non ci possono essere i metalli che compongono il bagno equivale a dire che l'umidità che sale dal mare la sera non contiene salsedine.
Fate un po' voi.
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
nella valutazione del rischio non si parla dei metalli; si analizza solo la presenza dei cianuri. Ho deciso di chiedere una analisi approfondita ad un altro chimico
In genere i valori ambientali SONO bassi; però attenzione anche alla contaminazione cutanea...
In galvanica abbiamo trovato riscontro sia con tecniche di lavaggio delle mani che con i pads a contatto.
Vedi ad as.:
"Rischio chimico e dispositivi di protezione individuale nel comparto della galvanica", Conv.Naz. DPI2000 Modena, settembre 2000.
"Indagine ambientale nel comparto galvanico" G Ital Med Lavoro Ergonomia 2003:25 (3), 369 Accessibile all'indirizzo: http://gimle.fsm.it/
In linea di massima, le nefropatie in galvanica dovrebbero essere del tutto improbabili, a meno di accumuli anch'essi molto improbabili.
salve
mi interessa molto l'argomento perchè ho in corso una situazione simile
che ti ha detto poi il chimico?
Consiglio ai colleghi di farsi personalmente un quadro più preciso di quelli che sono gli aspetti tecnologici ed i conseguenti impatti di salute nelle attività di galvanica.
In questo senso possono essere di aiuto trattati "storici" (es. Sartorelli, ecc. ecc.) o pubblicazioni più recenti (vedere sezione libri di questo sito).
Nel tuo primo intervento citavi come possibili responsabili delle nefropatie imputate i metalli rame, nichel e zinco, ma in modo singolare non il cromo o il cadmio, metallo quest’ultimo che si ritrova comunemente nelle soluzioni cianurate (bagni) di numerosi procedimenti galvanici sotto forma di cianuro di cadmio, il quale oltre a manifestare uno speciale tropismo per il rene, è il regista indiscusso e tradizionalmente riconosciuto di nefropatie tubulari assai insidiose e dal carattere progressivo. Mi chiedevo quindi, dato che non ne hai fatto menzione, se ne hai richiesto il dosaggio sia urinario che ematico (considerato che spesso i due valori non sono in relazione ) associato alla beta 2-microglobulina urinaria. Per quanto riguarda l’aspetto delle goccioline “innocue”, mi trovo in sintonia con la tesi di Nofertiri, ovvero che tali non sembrerebbero, in quanto il problema dei vapori tossici di metalli è sempre presente e va adeguatamente affrontato per le caratteristiche di pericolosità intrinseca della sostanza che evapora.
Ultimo aspetto che mi lascia un po’ perplesso, in base a quanto precedentemente argomentato, è la valutazione del rischio che non tiene conto dei metalli, ma unicamente dei cianuri, quando la direttiva del Ministero dell’Ambiente 12 luglio 1990 (Suppl. ordinario alla G.U. n. 176, del 30/07/90) e succ. modifiche inserisce tra le sostanze che andrebbero monitorate perché di comune riscontro nelle produzioni galvaniche, i metalli nichel, cadmio e cromo, con precisi valori limite per le emissioni atmosferiche.
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