Si pubblica il commento del Dr. Ramistella, coordinatore della sezione tematica della SIMLII dedicata all'attività professionale dei medici del lavoro e medici competenti sulla recente proposta di legge presentata alla Camera dei deputati (primi firmatati on.li Ribaudo e Boccuzzi) in merito a un nuovo ruolo del medico competente. Nell'articolo viene riportato il disegno di legge e commentate le possibili ripercussioni, comprese alcune proposte concrete già ipotizzate nell'ambito della sezione tematica e della stessa Società scientifica. Viene dato, infine, appuntamento alla prossima "Convention MC 2017", ove questa proposta - assieme alle altre che l'hanno preceduta - verrà ampiamente discussa e approfondita, confidando nella partecipazione attiva di tutti i colleghi interessati e delle stesse parti politiche, sindacali e datoriali.
Ha suscitato parecchio interesse tra i medici competenti, compreso un certo scalpore, la proposta di legge recentemente presentata alla Camera (Atto Camera n. 4095 del 30 settembre 2016) che vede
come primi firmatari gli on.li Franco Ribaudo e Antonio Boccuzzi (PD), assieme a molti altri deputati, intitolato "Modifica all'articolo 39 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, concernente
la designazione del medico competente in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro". Si tratta di un testo molto breve che, come indica il titolo, dispone di cambiare
solamente l'articolo 39 del noto D.Lgs. 81/08 (impropriamente definito "testo unico" per la salute e sicurezza sul lavoro), anzi in particolare, esclusivamente una sua parte.
Secondo la proposta citata, il comma 2 dell'art. 39 del D.Lgs. 81/08 dovrebbe essere integralmente sostituito da quello che segue:
"2. Ai fini della individuazione del medico competente, il datore di lavoro si rivolge all'azienda sanitaria competente territorialmente, la quale provvede alla designazione
nell'ambito degli elenchi dei professionisti in possesso dei requisiti di cui all'articolo 38, attingendo dall'albo specialistico ambulatoriale tenuto presso la medesima azienda
sanitaria locale.
2-bis. Il medico competente risponde del proprio operato all'azienda sanitaria competente territorialmente.
2-ter. Gli oneri per le prestazioni assolte dal medico competente sono determinati dall'azienda sanitaria competente territorialmente e sono integralmente posti a carico del datore di
lavoro".
Il testo di tale emendamento al D.Lgs. 81 viene preceduto da una breve introduzione in cui vengono esplicitate le motivazioni che hanno condotto alla proposta. Va da sé che l'ipotesi
tratteggiata, qualora dovesse venire presa in considerazione per l'approvazione, dovrebbe essere ulteriormente dettagliata sul piano della tecnica legislativa, allo scopo di renderla coerente
con gli altri articoli del Decreto 81/08 e s.m.i. con i quali andrebbe in conflitto. ativa.
Si impongono, al riguardo, alcune riflessioni.
Intanto occorre premettere che è molto importante rilevare che la "politica" (finalmente ...), dopo un lungo intervallo di tempo, abbia di recente ripreso iniziative volte alla
revisione della normativa in materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Questo disegno di legge, infatti, è il terzo provvedimento, dopo quelli presentati al Senato
dalla senatrice Serenella Fucksia e dal senatore Maurizio Sacconi (di cui è stato riferito nelle scorse settimane), segno che forse ormai i tempi sono maturi per quelle integrazioni e
modifiche legislative della normativa in materia , invocate inutilmente molte volte nel passato.
La relazione introduttiva è certamente indicativa dell'area socio-politica di provenienza e portatrice di alcuni giudizi e generalizzazioni sull'attività dei medici
competenti non accettabili in quanto tali,
poiché sembra quasi che il medico competente venga individuato come una figura professionale pressoché subordinata al datore di lavoro, di cui condivide le problematiche economiche e,
talora addirittura rinunciatario della sua stessa attività sanitaria preventiva in favore di considerazioni di altra natura.
La proposta, tuttavia, che come già detto dovrebbe essere meglio definita e dettagliata anche sul piano legislativo, contiene spunti meritevoli di approfondimento che vanno, benché
parzialmente, nella direzione che da tempo la nostra sezione tematica AProMel, dedicata proprio all'attività professionale dei medici del lavoro e medici competenti, sta esplorando. La
problematica posta da Ribaudo, Boccuzzi e dagli altri firmatari è interessante e lascia intravedere possibili effetti positivi, se non a breve almeno a medio termine.
Infatti è ormai acclarato che il medico competente si configura oggi come una sorta di ibrido, del tutto peculiare in campo sanitario, in quanto trattasi di professionista sanitario
"privato" (nella maggioranza dei casi libero-professionista o dipendente di aziende non sanitarie), che viene retribuito direttamente (o indirettamente nel caso di società di
servizi) dal datore di lavoro che lo ha nominato ma che svolge un ruolo francamente pubblicistico, essendo posto a tutela di un bene costituzionalmente rilevante quale la tutela della salute del
cittadino/lavoratore.
Sono anni che questo paradosso viene sottolineato e che si cerca di escogitare adeguate soluzioni, presentate e discusse anche in svariate occasioni pubbliche quali seminari, convegni e congressi
locali e nazionali. A tale proposito, anche in occasione della prossima "Convention MC 2017", che si terrà a Roma nei primi mesi dell'anno, una parte molto ampia
sarà dedicata all'analisi di queste tematiche e a quanto possa esserci di vicendevolmente costruttivo negli ultimi disegni di legge presentati, anche al Senato. Quest'ultima
proposta di legge è sicuramente foriera di tematiche che vanno adeguatamente discusse e affrontate, quali: difficile compatibilità tra l'attività di vigilanza svolta da
parte delle ASL e il nuovo ruolo attribuito alle stesse, criteri di indicazione dei medici competenti da parte della struttura ASL per oggettive differenze nella struttura e nella
complessità delle aziende da seguire, problemi di tariffe da ricondurre ai rischi e alle complessità delle varie aziende etc. Proprio di questo si occuperà una intera sessione
della nostra Convention, nell'ambito della quale sarà sicuramente interessante il confronto con le parti politiche, sociali e datoriali che sin d'ora sono invitate alla
discussione e al confronto.
A tale riguardo, da tempo il nostro gruppo, nel tentativo di superare le attuali criticità, ha proposto di ridefinire il medico competente quale "Medico Occupazionale" e ha
teorizzato la possibile creazione di una "Agenzia Nazionale dei Medici Occupazionali", cioè di una struttura pubblica o semi-pubblica, di carattere nazionale e soggetta a
controllo governativo (Ministero della Sanità congiuntamente al Ministero del Lavoro), istituita con l'obiettivo di individuare un costante rapporto di collaborazione tra medici
competenti e SSN per le possibili sinergie e i risparmi economici che tale sintonia può comportare. L'Agenzia potrebbe avere un ruolo di sovrintendenza e garanzia sia dei liberi
professionisti che delle società di servizi, vigilando sul livello qualitativo delle prestazioni e sui meccanismi competitivi, garantendo pari opportunità a tutti. Si tratta, come
risulta evidente, di una ipotesi che può presentare molti vantaggi ma, al tempo stesso, che comporta evidenti complessità di ideazione e gestione e proprio all'approfondimento
di questa proposta sarà dedicato ampio spazio nella Convention 2017, cercando di rivestire di concreti contenuti l'idea tutti insieme con i partecipanti all'evento.
Ci si auspica, in definitiva, che questo rinnovato "attivismo" sul piano parlamentare possa condurre a un confronto concreto, serrato e approfondito - che è poi quello che da
sempre auspichiamo - con l'obiettivo riconosciuto di giungere a una ideazione condivisa che possa fungere da supporto indispensabile al Legislatore per consentire di approvare, in tempi
brevi, un testo di legge che consenta la soluzione alle criticità poste dalla attuale normativa.
Ernesto Ramistella
Coordinatore Nazionale AProMel-SIMLII
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