L'AIRM è stata fondata nel 1977 con la finalità di "promuovere lo sviluppo delle conoscenze e coordinare, sostenere e tutelare l'attività professionale nel campo della protezione sanitaria contro le radiazioni ionizzanti e non ionizzanti, con particolare riguardo ai compiti affidati dalla legge ai medici autorizzati" iscritti nell'apposito Elenco nazionale come previsto al DPR 1150/72 e successive modificazioni.
L'attività sinora svolta dall'AIRM mediante congressi, seminari, corsi e pubblicazioni si è sempre ispirata proprio a questa duplice finalità:
Anche il 18° Congresso nazionale, celebrativo del venticinquennio dell'Associazione, si inquadra pienamente in queste finalità; esso infatti intende offrire opportunità di aggiornamento e formazione con risvolti tipicamente applicativi.
Innanzitutto i rischi emergenti, da una parte le radiazioni non ionizzanti (ELF, radiofrequenze e microonde) che devono essere correttamente inquadrati anche all'interno del principio di precauzione, sancito dalla Commissione Europea nel 2000 e sempre più chiamato in causa (talora anche in modo improprio) quando è necessario gestire un rischio del quale non sono ben definite le caratteristiche di pericolosità; dall'altra i rischi più conosciuti da radiazioni ionizzanti, in particolare radon e radiazioni naturali, nonché quelli connessi con la radiazione solare, che costituiscono i nuovi argomenti di riflessione scientifica nel settore della radioprotezione (e non solo) in virtù del loro ruolo nella genesi del sempre più riconosciuto "rischio ambientale", da affiancare al tradizionale "rischio lavorativo".
Alla necessità di una sempre più qualificata attività di sorveglianza medica si contribuisce inoltre con la presentazione di Linee-guida. In particolare si tratta delle Linee guida, elaborate dagli specifici gruppi di lavoro dell'AIRM, di indirizzo per la sorveglianza medica degli esposti a radiazioni ionizzanti ed a radiazioni non ionizzanti. Per quanto riguarda le prime, l'attenzione viene focalizzata in primo luogo sugli aspetti dottrinali che hanno condotto negli ultimi anni a modificare l'impostazione generale, concentrando maggiormente l'attenzione sugli effetti stocastici a fronte di una molto limitata probabilità di accadimento di quelli deterministici, con lo scopo dichiarato di fornire un supporto scientifico al medico radioprotezionista nella predisposizione dei protocolli di sorveglianza medica che permettano di rispondere alla domanda "in che modo" fare sorveglianza medica di radioprotezione, al fine di "giustificare" la applicazione di specifici protocolli sanitari in questo particolare ambito lavorativo.
Altro aspetto considerato sarà quello dedicato alla "gestione" delle attività di radioprotezione, già particolarmente onerosa ma recentemente "arricchita" dai decreti che hanno modificato il Documento sanitario personale (D.Lgs. 241/00) e che hanno individuato i criteri di idoneità per le attività con esposizione a RI (DM 488/01), creando non pochi "imbarazzi" al medico incaricato di radioprotezione.
Le linee guida per la sorveglianza medica degli esposti a NIR vogliono fornire un panorama quanto più completo delle attuali conoscenze in tema di effetti per la salute (effetti per i quali esistono consolidate conoscenze ed effetti sospetti sui quali esistono incertezze di vari tipo ed entità) al fine di poter predisporre al meglio le attività di sorveglianza medica, sulla base delle ormai definite prassi radioprotezionistiche, certamente valide anche per questa sezione dello spettro elettromagnetico.
La collaborazione del medico con gli esperti qualificati e con i responsabili della valutazione ambientale viene sperimentalmente sviluppata con esercitazioni esplicative, in tema di misurazione della esposizione alle radiazioni ionizzanti e non ionizzanti. Tale aspetto appare in seno all'AIRM come elemento fondamentale, certamente da rivalutare ed ampliare, poiché "rinfrescare" ed approfondire gli aspetti legati alla valutazione della esposizione, patrimonio e responsabilità di altre figure professionali, permette al medico radioprotezionista di poter interloquire ed collaborare al meglio con i responsabili di tali azioni al fine di ottimizzare le azioni di prevenzione.
Gli aspetti medico-legali inerenti il nesso di causalità per le neoplasie professionali sono infine trattati in una specifica sessione, che vuole offrire un importante contributo al riconoscimento causale dei fattori di rischio professionali ed ambientali. In questa sede vengono analizzati sia i presupposti giuridici e tecnici che regolamentano gli atti in capo al medico che si confronta con una patologia di sospetta natura professionale (denuncia di MP, referto) sia i riferimenti scientifici che possono guidare le sue valutazioni di carattere medico-legale.
Motivo conduttore che sottende questa Manifestazione scientifico-pratica diventa quindi l'esigenza di raggiungere una più estesa visione della base formativa per la sorveglianza medica nelle attività di prevenzione nei luoghi di lavoro dove sono presenti questi importanti fattori di rischio, allargando però l'orizzonte anche alla valutazione delle noxae ambientali e del loro ruolo nella genesi di patologie attribuibili alle attività lavorative.
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