Un quarto della produzione mondiale di gomma è di origine naturale, estratta da un albero, l'Hevea Brasiliensis, (HB) nativo dei tropici sud-americani. Attualmente l'HB è coltivato soprattutto in tailandia, malesia, indonesia, srilanka, messico e guatemala.
Si riportano le esportazioni di Latex (tonnellate, dati del 1995):
Il tronco viene progressivamente inciso con speciali coltelli ed il succo gommoso, che viene raccolto in una tazza legata all'albero, dopo 3-4h contiene:
Il latex grezzo così raccolto tende a coagulare e quindi viene concentrato e stabilizzato prima del trasporto in fabbrica utilizzando l'ammoniaca.
Charles Goodyear nel 1839 mise a punto il processo di vulcanizzazione, che rese possibile produrre una gomma più forte, elastica, resistente agli sbalzi di temperatura ed alla luce del sole, imperbeabile ai gas e non conducente l'elettricità.
La vulcanizzazione induce la formazione di ponti sulfurei e una reticolazione tra le singole molecole della gomma. Ciò conferisce una "memoria" alla gomma e permette al prodotto di riprendere la sua forma e dimensione originale dopo una trazione. Durante tale processo vengono utilizzati diversi tipi di additivi:
Le vie di esposizione sono sostanzialmente:
Il 60-80% dei sintomatici risulta positivo al Prick o al RAST.
Il latex contiene centinaia di proteine potenzialmente sensibilizzanti a diverso peso molecolare: gli allergeni sono quindi molteplici e possono variare a seconda del manufatto impiegato e da paziente e paziente.
Heveina (4.7 kDa) e Proheveina (20kDa) sono probabilmente gli allergeni più significativi nei lavoratori della sanità.
Il REF (Rubber Elongation Factor) è importante nei soggetti con spina bifida e in genere nei soggetti che hanno subito interventi operatori multipli.
Il primo episodio di orticaria da contatto è stato segnalato nel 1979.
La prima anafilassi intra-operatoria nel 1989.
Tra il 1988-1992 la FDA ha ricevuto più di 1000 segnalazioni di reazioni avverse al latex di cui 15 mortali.
Esiste una maggiore incidenza in reparti chirurgici: 5,6% di infermieri e 7,4% dei medici.
I pazienti con spina bifida, meningomielocele e malformazioni congenite urologiche risultano avere in vari studi incidenze variabili tra il 18-28%.
Nel 67% dei casi coesiste una condizione atopica.
Fattori di rischio | Evidenza epidemiologica |
---|---|
Atopia | +++ |
Sesso femminile | +/- (?) |
Storia di asma Bronchiale | + |
Pregressa dermatite alle mani | ++ |
Sensibilizzazione per allergie alimentari | + |
Interventi chirurgici | ++ |
Frequenza/modalità di esposizione | +++ |
L'esposizione cutanea causa prurito, orticaria, eczema.
L'esposizione per via aerea causa rinite, asma e congiuntivite.
L'esposizione mucosale o parenterale può causare angioedema e anafilassi.
Ma ogni tipo di esposizione può causare anafilassi
Valutazione dell'atopia sia anamnestica che a mezzo di test epicutanei per comuni allergeni e test sierologici (dosaggio IgE totali e/o specifiche). L'atopia è un fattore predisponente. La prevalenza nei latex-sensibilizzati è da 2 a 4 volte > rispetto ai non sensibilizzati.
Valutazione sensibilità associate o crociate (avocado, banana, castagna, kiwi, pesca, melone). La cross-reattività con tali alimenti è segnalata, ma solo in una minoranza di soggetti.
Prevenzione Primaria
Da applicare sui soggetti non sensibilizzati ma a rischio (portatori di spina bifida e di malformazioni apparato uro-genitale, sui soggetti atopici che svolgono mansioni con esposizione al latex.
Utilizzare solo manufatti latex-safe (latex-free è difficile) negli interventi sui bambini che subiranno interventi multipli.
Gli atopici accertati dovrebbero evitare il contatto con latex o almeno utilizzare guanti a basso contenuto di latex e depolverati.
Prevenzione Secondaria
Sui soggetti che dovranno essere esposti a latex approfondire l'indagine anamnestica, anche con questionari mirati, per individuarli o sospettarli e indagarli con i test allergologici.
Il latex è responsabile del 19% delle reazioni allergiche intraoperatorie in Francia (Laxenaire MC, 1992-1994).
In USA sono stati registrati decessi durante clismi opachi a causa di uso di cateteri in latex (Ownby D, 1991).
Prevenzione Terziaria: Soggetti con accertata sensibilizzazione a latex
Per i pazienti: realizzare ambienti latex-safe; tale obbiettivo implica la collaborazione di molte figure specialistiche: allergologo, chirurgo, anestesista, igienista, medico del lavoro e farmacista.
Per i lavoratori: provvedimenti differenziati caso per caso a seconda del tipo e gravità della sintomatologia e dell'entità dell'esposizione.
Una valigetta, contenente una serie di dispositivi medici, farmaci e DPI latex-safe, che dovrebbe essere il corredo di tutti i soggetti latex-sensibilizzati con storia di reazioni anafilattiche severe insieme al braccialetto identificativo di allerta.
Kit latex-safe: elenco
In attesa dell'approntamento di ambienti ospedalieri completamente latex-free è utile un carrello per pazienti latex sensibilizzati.
Dato che numerosi oggetti di varia natura in uso in reparti ospedalieri (comprese le preparazioni di farmaci), contengono latex, si raccomanda, in caso di ospedali privi di sale operatorie o terapie intensive latex-safe, di approntare un carrello speciale per i pazienti con allergia al latex.
Le siringhe
Sono da sostituire perchè hanno l'appendice del pistone in latex.
Utilizzare siringhe in vetro o siringhe latex-free come le Terumo
I farmaci
Numerosi farmaci di uso corrente sono contenuti in flaconcini con tappino in latex.
Vanno quindi sostituiti con preparazioni contenute in fiale di vetro (soluzione salina, atropina, xilocaina, adrenalina etc.)
In caso di manovre di assistenza respiratoria e utilizzo di tubi per vie aeree
Le borse degli ambu e i soffietti ventilatori e sono in genere in latex, così come le maschere facciali per anestesia: sostituire con borse e soffietti in neoprene.
I tubi rossi nasofaringei sono in latex: usare tubi in PVC.
Guanti in Latex
Evitarne l'uso con i pazienti latex-sensibilizzati; la dicitura ipoallergenico non significa latex-free.
Indossare guanti in neoprene, stirene-butadiene, PVC, stirene etilen-butilene
(rischio biologico)
Guanto in Latex
Di scelta per protezione vs. patogeni; sottile aderente e confortevole; buona sensibilità; non influisce sulla destrezza.
Guanti in Neoprene o policloroprene
Per i soggetti sensibilizzati al latex; buona resistenza chimica; lievemente meno resistenti alla trazione
Guanti in PVC
Solo in caso di basso rischio biologico e di minimo stress meccanico; scarsa resistenza alle sostanze chimiche e citotossiche; non buona alternativa al latex; di solito non aderenti e poco confortevoli
I livelli di allergeni del latex variano nelle aree ospedaliere più a rischio dai 13-121 ng/mc; nelle aree meno a rischio sono stati misurati livelli da 0.3-1.8 ng/mc (Swanson MC: J Allergy Clin Immunol, 1994)
Spesso costituita da amido di mais trattato con epicloridrina. 3 possibili effetti:
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