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La situazione dei S.Pre.S.A.L. in Sicilia - Gennaio 2004

La situazione dei S.Pre.S.A.L. in Sicilia

Ai Gruppi Parlamentari presso l'Assemblea Regionale Siciliana
Alle Segreterie Regionali CGIL-CISL-UIL
All'Assessore Regionale alla Sanità
All'Ispettorato Regionale Sanitario

Premesso che con la Legge 833/78 di istituzione del S.S.N. sono stati delegati ai Servizi di Medicina del Lavoro delle UU.SS.LL. i compiti di controllo e vigilanza in materia di igiene e sicurezza sul lavoro in passato esercitati dall'Ispettorato del Lavoro, che il loro assetto organizzativo in Sicilia è stato definito con la L.R. n. 6/81 e successivamente con la L.R. 30/93.

Preso atto che solo recentemente, con il Decreto Presidente Regione 11 maggio 2000 (PSR 2000-2002) e con la Circolare Assessorato della Sanità 21 marzo 2001 n.1045, vengono recepite le norme nazionali di riordino del SSN (D.Lgs. 502/92 e s. m.) relative alle funzioni e all'assetto organizzativo del Dipartimento di Prevenzione.

Gli Operatori dei Servizi di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (ex Servizi di Medicina del Lavoro) delle USL della Sicilia rilevano che l'Assessorato Regionale alla Sanità insiste nel disimpegno a svolgere il ruolo istituzionale nell'ambito delle attività di controllo e vigilanza in materia di tutela della salute nei luoghi di lavoro.

Nonostante che la normativa vigente affidi alle ASL il ruolo primario di prevenire gli infortuni e le malattie professionali e affidi agli operatori dei servizi di prevenzione delle ASL i compiti di ufficiali di polizia giudiziaria, molte ASL della Regione Siciliana non hanno formalizzato alcun Servizio di Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro, così come avrebbero dovuto fare in base alle vigenti normative in materia di organizzazione sanitaria; inoltre, dove questi servizi sono stati formalmente istituiti, questi non hanno le risorse minime per poter svolgere adeguatamente il loro ruolo. Si assiste, anzi, ad una continua confusione dei ruoli rispetto ai compiti assegnati dal D.Lgs. 626/94, laddove si confonde il ruolo del S.P.P. con il ruolo dei Servizi di Vigilanza così come regolati dall'art. 23 del citato Decreto.

Anche a livello regionale c/o l'Ispettorato Regionale alla Sanità le UU.OO. di riferimento non svolgono più da tempo alcuna funzione di indirizzo e di coordinamento dell'attività dei Servizi. Ciò si sta rivelando deleterio per l'operatività degli stessi, lasciati a se stessi e in balia della sensibilità sulla problematica dei vari Direttori Generali delle relative ASL, mentre in sede centrale è difficile trovare un funzionario che promuova gli interessi e le attività proprie della disciplina in maniera continuativa e coordinata. Questa vuoto si è manifestato in tutta una serie di atti, emanati anche ultimamente dall'Assessorato alla Sanità, che riflettono un grave mancato riconoscimento della disciplina e del ruolo che deve svolgere il servizio sanitario regionale in materia di tutela della salute nei luoghi di lavoro.

In particolare e a titolo di esempio vanno citati:

  • L'art.39 della legge 16 aprile 2003 n. 4 "Disposizioni programmatiche e finanziarie per l'anno 2003" che affida alle ASL l'obbligo di effettuare la sorveglianza sanitaria ai sensi degli art.16 e 17 del D.Lgs. 626/94 per tutti gli enti pubblici. Tale compito di consulenza non rientra tra i livelli essenziali di assistenza ed è concettualmente fuori dai compiti istituzionali del S.S.N. Non si comprende come e dove le ASL dovrebbero trovare le risorse per fare consulenza agli enti pubblici quando non hanno mai trovato risorse per garantire omogeneamente in ambito regionale i LEA (livelli essenziali di assistenza) in materia di tutela di tutta la popolazione lavorativa.
  • Tra gli obiettivi assegnati dalla Regione ai direttori generali delle ASL ne sono stati dati anche alcuni relativi alla tutela della salute nei luoghi di lavoro; colpisce in questi la confusione che fa chi li ha elaborati, tra obiettivi che sono in realtà obblighi aziendali derivanti dall'adeguamento delle ASL stesse agli adempimenti del D.Lgs. 626/94 a tutela dei propri dipendenti e obiettivi di tutela nei confronti della popolazione lavorativa generale, che ogni ASL deve portare avanti per Legge tramite i Servizi di Medicina del Lavoro (S.Pre.S.A.L.).
  • Il decreto 04 Luglio 2003 con il quale l'Assessore alla Sanità ha emanato il "tariffario unico regionale delle prestazioni rese dal Dipartimento di Prevenzione su richiesta dei privati". Il suddetto tariffario, nei contenuti e nei modi con cui è stato approntato, è la prova più lampante dell'attuale stato di confusione in cui opera la sanità pubblica in Sicilia nel campo della prevenzione. Infatti tra i compiti del servizio di prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro sono state tariffate prestazioni che il servizio non può svolgere perché incompatibili con i compiti d'istituto. Per non parlare del fatto che questo tariffario non tiene conto della organizzazione del Dipartimento di Prevenzione secondo le direttive regionali, che assegnano all'Area dipartimentale di tutela della salute nei luoghi di lavoro una serie di competenze garantite da almeno tre Servizi (vedi P.S.R., Circ. Ass. Sanità 1045/2001, vari Atti Aziendali) e che nel decreto non sono neanche menzionati, addirittura per le prestazioni del SIA (Servizio Impiantistico Antinfortunistico) si parla ancora di prestazioni ex ENPI, dopo 20 anni dalla abolizione.
  • Il decreto 29 luglio 2003 "Norme procedurali e direttive in materia di prodotti fitosanitari di attuazione del DPR n.290/2001". In questo decreto appare sottovalutato e marginale il ruolo affidato agli operatori degli S.Pre.S.A.l. rispetto alle reali esigenze di tutela della popolazione lavorativa e rispetto al ruolo di prevenzione e di vigilanza realmente svolto in materia di controllo dell'uso e dell'esposizione lavorativa ad antiparassitari. Non si è neanche ritenuto opportuno inserire lo S.Pre.S.A.L. tra i soggetti della conferenza di servizio annuale di cui all'art.10 del decreto stesso.
  • La Circ. Ass. Sanità 1025/00 avente come oggetto "Registro Regionale Mesoteliomi - definizione delle procedure di segnalazione e registrazione dei casi e delle modalità applicative del D.A. 24.06.98". Nonostante che l'argomento in oggetto sia una problematica di patologia professionale e che la strategia d'intervento sia normata dall'ISPESL (Istituto Superiore Prevenzione E Sicurezza sul Lavoro) l'Assessore Regionale alla Sanità ha ritenuto di individuare i referenti del registro prioritariamente tra il personale medico afferente ai servizi d'igiene pubblica a cui affiancare, in subordine, un referente Medico del Lavoro per ASL. Questa impostazione è esattamente al contrario di come si opera a livello nazionale, infatti tutti i registri afferenti al RE.NA.M. (Registro Nazionale Mesoteliomi) operano con la gestione dei casi affidata direttamente ai servizi di Medicina del Lavoro.

In questa situazione di carenza istituzionale e di confusione di ruolo si inserisce l'accordo siglato di recente tra l'Assessorato Regionale al Lavoro e l'INAIL per avviare un osservatorio degli infortuni gravi e mortali finalizzati ad una migliore conoscenza del fenomeno e ad intervenire con iniziative di prevenzione mirate di cui abbiamo avuto notizie dai media (giornale LA SICILIA del 26 novembre 2003).

In base a questo accordo i suddetti organismi chiedono a gran voce risorse e potenziamento, chiedono di surrogare i compiti e il vuoto di controllo e vigilanza lasciato dalla Sanità dimenticando che i compiti di prevenzione e di controllo e vigilanza svolti dal SSN derivano da una normativa tutt'ora vigente e che di recente è stata riconfermata in occasione della delega al governo nazionale per l'emanazione di un nuovo testo unico sulla materia. La Regione Siciliana, non può mettere in discussione quello che ha approvato in sede di conferenza permanente delle Regioni! Il documento "Carta 2000" che ribadisce il ruolo centrale delle ASL sulla promozione della salute nei luoghi di lavoro è stato votato anche dalla nostra Regione ma di fatto non ha avuto alcuna ricaduta sull'operatività dei Servizi.

Il provvedimento che l'Assessore Regionale al Lavoro vorrebbe approvare, che concederebbe le funzioni di Polizia giudiziaria agli ispettori del lavoro e che è stato promosso sulla stampa come panacea dei mali del settore, non tiene conto che già la Regione ha personale con tale qualifica (come prevede la legge nazionale) che però opera nei Servizi di Medicina del Lavoro delle ASL (S.Pre.S.A.L.) a cui la Legge assegna i compiti di controllo, solo che questo personale è insufficiente. Non si capisce perché è l'Assessore al Lavoro a chiedere personale per svolgere compiti già assegnati ad altre strutture, quando potrebbe chiedere personale ispettivo per debellare il lavoro nero la cui competenza, questa sì, è degli ispettori del lavoro. Perché l'Assessorato alla Sanità è assente? Non si comprende perché, vista la carenza di risorse, l'Assessorato alla Sanità di concerto con l'Assessorato al Lavoro non elaborano strategie sinergiche (previste tra l'altro dalla vigente normativa vedi DPCM 412/97) nel rispetto delle relative competenze, piuttosto che ignorarsi reciprocamente!

Si prende atto e si denuncia il grave stato di disorganizzazione e di incertezza in cui versano i Servizi dell'Area di Tutela della salute nei luoghi di lavoro a causa della mancata volontà dell'Assessorato alla Sanità di rendere operative le proprie decisioni organizzative affermate sia nel P.S.R che nelle Circolari regionali. In particolare è tutto l'assetto del Dipartimento di Prevenzione così come delineato dalla Circolare dell'Assessorato della Sanità 1045/01, che non si riesce a far decollare nonostante l'istituzione di un Ufficio Speciale c/o l'Assessorato alla Sanità finalizzato all'attuazione del PSR che nei fatti, alla luce degli ultimi atti, si sta rivelando come un duplicato in antitesi alle competenze proprie dell'Ispettorato Regionale Sanitario.


Per ogni informazione rivolgersi a:

c/o Servizio di Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro
Azienda USL 7 RAGUSA, Zona Industriale I Fase
97100 RAGUSA
Tel e FAX 0932-667647

  • Coordinamento degli Operatori dei Servizi di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro delle ASL della Sicilia

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