Sul sito Diario per la Prevenzione è stato pubblicato il Documento del Coordinamento tecnico delle Regioni e Province Autonome in merito alla Delega al Governo sulla semplificazione delle norme di igiene e sicurezza sul lavoro.
http://www.diario-prevenzione.it/doc/coordreg121203.pdf
Alcune PROPOSTE del Coordinamento tecnico delle Regioni e Province Autonome
In tema di normazione
Riconferma del sistema delle responsabilità aziendali a partire dal datore
di lavoro distinguendo meglio quelle dei dirigenti e dei preposti.
E' necessario che alcune funzioni rimangano in capo al datore di lavoro e non
possano essere delegate ad altri; ciò al fine di garantire che la sicurezza del
lavoro sia considerata un elemento primario al pari della produzione e che ci
sia una stretta integrazione tra le funzioni produttive e la prevenzione dei rischi
connessi alle stesse. In particolare si ritiene debbano rimanere in capo al datore
di lavoro:
- la scelta e nomina del RSPP e del Medico Competente
- la responsabilità della valutazione dei rischi e in particolare la definizione del programma delle misure di prevenzione da attuare e/o da mantenere.
Migliori e più chiari indirizzi devono tra l'altro essere forniti alla Pubblica
Amministrazione in particolare per l'individuazione del datore di lavoro al fine
di evitare scelte deresponsabilizzanti e incongruenti con la reale organizzazione
degli enti.
Armonizzare le numerose leggi vigenti in materia di sicurezza e igiene del
lavoro, adattandole anche alle nuove forme di lavoro ed abolendo
prestazioni di scarsa efficacia sotto il profilo prevenzionale (es. visite
apprendisti maggiorenni, comunicazione nomina RSPP, invio indiscriminato di
registri di esposti a ISPESL).
Quest'opera deve essere il frutto di un aperto confronto con il mondo
scientifico oltre che con le forze sociali e con le Regioni e deve naturalmente
avvenire in armonia di contenuti e tempestività con il quadro normativo e
giurisprudenziale europeo ed internazionale (ILO).
Prevedere adempimenti semplificati per le piccole imprese, per gli
artigiani e per i lavoratori autonomi.
Si tratta da una parte di estendere gli obblighi di sicurezza e le tutele anche ai
lavoratori autonomi, dall'altra di adattare gli adempimenti alle realtà lavorative
di piccole e piccolissime dimensioni, che costituiscono buona parte del tessuto
produttivo italiano, in modo da garantire adeguati livelli di sicurezza del lavoro
evitando nel contempo impegni gravosi che non abbiano effettiva portata prevenzionale.
Anche questo richiede un aperto confronto con le forze sociali.
Mantenere il sistema sanzionatorio previsto dal D.Lgs. 758/94 conservando lo strumento della "disposizione", quale strumento dell'organo di vigilanza, definendone ulteriormente il campo di applicazione ed i vincoli.
Rivedere e migliorare la coerenza interna delle sanzioni previste, in relazione alle caratteristiche delle violazioni, dei soggetti contravventori e delle tipologie dei rischi.
Definire un sistema di gestione dei lavoratori non idonei che ne favorisca
un adeguato impiego anche in aziende diverse da quella di origine.
Si tratta di mettere a punto un sistema di gestione simile a quello previsto dalla
L. 68/2000 per l'inserimento lavorativo mirato dei disabili prevedendo un
punto di incontro tra domanda e offerta e/o garantendo degli ammortizzatori
sociali.
L'organizzazione del sistema di prevenzione aziendale
Consolidamento dell'asse "valutazione dei rischi - programmazione degli
interventi di prevenzione - controllo interno dell'efficacia delle misure
adottate", con indicazione di standard di metodo e di merito e sviluppo si
sistemi informativi finalizzati (linee guida, definizione di contenuti
minimi).
Determinante il ruolo delle associazioni imprenditoriali in un confronto con i
rappresentanti dei lavoratori e con la Pubblica Amministrazione.
Sviluppo dell'approccio alla prevenzione mediante la definizione di
procedure che integrino qualità della produzione e sicurezza del lavoro.
Si tratta di estendere l'approccio metodologico della certificazione di qualità
adattandolo alle diverse dimensioni aziendali e tipologie di attività, favorendo
e diffondendo l'adozione di sistemi di gestione aziendale della sicurezza.
Sviluppo e qualificazione delle attività di formazione quale fondamentale
strumento di prevenzione attraverso:
- percorsi di accreditamento/certificazione della qualità
- sistemi di verifica di risultato per l'apprendimento e
l'addestramento
- produzione e diffusione di linee guida
Socializzazione e valorizzazione dei sistemi di prevenzione aziendale
meglio compatibili con le dimensioni aziendali.
Si tratta di far conoscere e pubblicizzare le esperienze positive realizzate e di
incentivarle attraverso sistemi di facilitazioni economiche.
Determinante in questo senso il ruolo delle associazioni imprenditoriali di
categoria, ma anche il sostegno della Pubblica Amministrazione (Ministeri,
Regioni, Enti Locali) indirizzato a premiare le aziende che hanno realizzato
importanti risultati di miglioramento delle condizioni di sicurezza del lavoro.
Potenziamento dell'azione di supporto agli RLS (cancellando: da parte
delle imprese e) delle organizzazioni sindacali e facilitazione del loro ruolo
all'interno delle imprese al fine di favorirne la capacità operativa e
conseguentemente lo sviluppo di migliori e più proficue relazioni con gli altri attori della prevenzione all'interno dell'azienda.
Applicazione organica e diffusa della normativa vigente relativa alle
funzioni delle figure che svolgono i principali compiti di consulenza alle
imprese in materia di prevenzione (rspp, spp, medico competente), con
particolare riferimento allo sviluppo di adeguate capacità professionali e
delle condizioni necessarie per l'espletamento dei suddetti compiti.
Le azioni della Pubblica Amministrazione
Realizzare un'azione coordinata di governo della prevenzione, attuando
un sistema permanente di confronto e collaborazione tra governo centrale
e governi regionali, Istituti centrali (ISPESL e ISS) ed INAIL, teso alla
definizione di indirizzi e standard minimi di interventi e risorse, alla
concretizzazione di iniziative coordinate nazionali ed interregionali, in
logiche di pianificazione e verifica dell'efficacia.
In quest'ambito potenziare i livelli di collaborazione tra enti pubblici non
solo in termini di vigilanza, ma anche di promozione, integrando il tema
della sicurezza del lavoro con quello del contrasto al lavoro irregolare.
La collaborazione deve svilupparsi in particolare sulla base di progetti e
attraverso lo sviluppo di sinergie tra i sistemi informativi.
A tale scopo occorre potenziare ulteriormente il coordinamento tra i Ministeri
del Lavoro e della Salute, gli Istituti centrali (ISPESL e ISS), l'INAIL e le
Regioni, estendendo le sinergie già in corso ed iniziate con la firma del
Protocollo d'Intesa siglato il 25 luglio 2002 tra Regioni, INAIL ed ISPESL.
Occorre, inoltre, accrescere il ruolo dei Comitati regionali di coordinamento
previsti dall'art. 27 del D.Lgs. 626/94 per la programmazione di iniziative
coordinate, anche con altre istituzioni, in particolare in quei settori in cui il
lavoro irregolare favorisce anche la scarsa sicurezza.
Realizzare un sistema informativo per la prevenzione quale strumento per
la pianificazione e la programmazione degli interventi e per la valutazione
della loro efficacia.
Si tratta di progettare un sistema informativo che utilizzi, integrandole, le
informazioni presenti presso diverse componenti del sistema prevenzione ed
altre istituzioni/associazioni non facenti parte dello stesso e che sia di utilità
per tutti i diversi attori della prevenzione, con diversi ruoli e competenze.
Anche in questo caso dovrà essere potenziato ulteriormente quanto già attuato
con i nuovi Flussi informativi previsti dal citato Protocollo d'Intesa.
Garantire efficacemente l'integrazione, all'interno dei Servizi di
prevenzione delle ASL, di tutte le funzioni previste dal D.Lgs. 626/94:
informazione, assistenza, controllo, vigilanza.
Potenziare le attività di informazione e assistenza in particolare verso le piccole
imprese e gli artigiani, gli RLS nonché verso le associazioni sindacali e
datoriali anche attraverso lo sviluppo di sistemi informativi interaziendali che
favoriscano la diffusione di informazioni e di esperienze quale supporto alle
scelte delle imprese (banche dati su profili di rischio per comparti, lavorazioni,
su soluzioni tecniche, ecc.)
Potenziare il supporto alle Regioni e ai Servizi delle ASL su aspetti tecnici
e legislativi da parte, e per le rispettive competenze, dei Ministeri del
Lavoro e della Salute, degli Istituti centrali, ISPESL e ISS, e di INAIL
(linee guida, circolari, risposte a quesiti, pareri, ecc.).
Estendere e rendere sistematica, in particolare nelle piccole imprese,
l'adozione e la pratica di misure di sostegno sia in termini di informazione,
assistenza e servizi alle imprese stesse sia anche in termini di norme
premiali e incentivazioni finanziarie a favore delle iniziative di
miglioramento delle condizioni di lavoro.
Attuare una ricognizione straordinaria in tutto il paese sullo stato dei Servizi e
delle strutture pubbliche dedicate alla prevenzione ed al controllo nei luoghi di
lavoro, onde verificare le iniziative ed esperienze in corso e le eventuali
necessità di adeguamento e distribuzione delle risorse in termini di personale,
formazione, dotazioni di attrezzature e strumenti rispetto alle attuali esigenze
del mondo del lavoro.
Dicembre 2003
Un commento di Diario Per la Prevenzione:
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