I risultati del Rapporto conclusivo del progetto di monitoraggio e controllo dell'applicazione del DLgs 626/94 promosso dal Coordinamento delle Regioni e Province autonome evidenziano come il medico competente, là dove esiste, adotta un comportamento professionalmente adeguato. Per il resto risulta che complessivamente i sistemi aziendali abbiano in questi anni curato l'applicazione del DLgs 626/94 da un punto di vista più formale, faticando maggiormente ad adeguarsi alle richieste culturali e metodologiche di tale nuova norma. La lettura di alcuni indicatori soddisfacenti valorizza però l'ipotesi che il percorso per giungere a questa trasformazione è iniziato e in alcuni casi ha raggiunto risultati apprezzabili.
La Relazione: http://www.sanita.regione.lombardia.it/pubblicazionivarie/report_monitoraggio626_nov2003.pdf
Il Testo nella parte riguardante le conclusioni sull\'Attvità di Sorveglianza Sanitaria:
L'attività di sorveglianza sanitaria è uno degli aspetti più positivi nell'applicazione del DLgs 626/94 nelle aziende di tutte le regioni italiane coinvolte nel progetto e rappresenta il punto gestito con maggiore conformità alle norme previste dal Decreto.
La sorveglianza sanitaria viene effettuata nel 94% delle aziende del campione nelle quali
sussiste tale obbligo, ad esclusione di un 6% che non la effettua pur essendo prevista per
legge (l'evasione avviene soprattutto nelle piccole e piccolissime aziende); in quasi tutte le aziende, inoltre, esistono protocolli sanitari specifici.
Il medico competente ha proceduto, praticamente in tutte le aziende, alla effettuazione di
sopralluoghi per poter stilare un protocollo sanitario coerente, mentre ha contribuito
meno al momento della valutazione dei rischi e alla predisposizione delle misure di pronto
soccorso.
Vengono rispettati in maniera puntuale anche altri adempimenti (quali la presenza della
cartella sanitaria, la salvaguardia del segreto professionale, la richiesta di accertamenti su richiesta del lavoratore, ecc.), garantiti in più del 90% delle aziende del campione.
Vengono fornite ai lavoratori le informazioni sul loro stato di salute; ai loro rappresentanti e agli organi di vigilanza questa informazioni sono fornite in modo meno significativo.
La documentazione sanitaria viene data in copia ai lavoratori interessati, mentre solo il
37% delle aziende fornisce spontaneamente copia della cartella sanitaria al momento
della cessazione del rapporto di lavoro.
L'informazione e la comunicazione sul significato degli accertamenti e gli esiti della
sorveglianza sanitaria vengono garantite nel 97% dei casi in cui si effettua la sorveglianza sanitaria, con piccole oscillazioni tra le varie fasce di addetti. Tali dati, tenendo conto di qualche decimale di differenza dovuta agli arrotondamenti, sono sovrapponibili a quelli relativi all'esistenza della cartella sanitaria per ogni lavoratore, ciò ad evideziare che il medico di azienda, là dove esiste, adotta un comportamento professionalmente adeguato.