Si è concluso ieri il processo per disastro ambientale doloso e omissione di cautele antinfortunistiche nei confronti dei vertici dell’azienda che produceva vai manufatti a base di amianto in quattro diversi stabilimenti in Italia. Gli imputati sono stati dichiarati colpevoli e condannati a 16 anni di carcere. Ingenti i risarcimenti per le parti civili.
In occasione di questa importante sentenza pubblichiamo un raro filmato sulla lavorazione nello Stabilimento dell'Eternit di Casale Monferrato risalente agli anni 30, dell'Archivio Luce.
Emanato dal tribunale di Torino il verdetto per i manager dell’azienda “Eternit AG”, dichiarati colpevoli di disastro ambientale doloso e omissione di cautele anti-infortunistiche per aver continuato a mantenere operative le fabbriche di Cavagnolo (Torino), Casale Monferrato (Alessandria), Rubiera (Reggio Emilia) e Bagnoli (Napoli), nonostante fossero al corrente della pericolosità dell'esposizione ad amianto. La condizione più grave di questa esposizione si è rilevata a Casale Monferrato, con numerosi casi di mesoteliomi tra i lavoratori e i cittadini. I dirigenti aziendali sono stati dichiarati colpevoli per aver perseverato a manipolare il minerale disperdendo fibre nel territorio per decenni, fino dal 1952, nelle zone industriali del nostro paese dove erano insediati gli stabilimenti di produzione.
Alle parti civili sono stati riconosciuti ingentissimi risarcimenti: 25 milioni di euro al comune di Casale Monferrato, 20 milioni alla Regione Piemonte, 15 milioni all'Inail. Per i familiari delle vittime un risarcimento complessivo di 30.000 euro a testa.
Il PM dr. Raffale Guariniello ha espresso soddisfazione per la conclusione del processo, definendola una sentenza di importanza fondamentale e dichiarando che “in questo modo abbiamo dimostrato che si può lavorare e ottenere giustizia”.
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