Dimenticavo un aspetto. Posto che se facciamo delle indagini sanitarie quali che siano, è implicita la possibilità di ottenere risultati alterati; se ciò si verifica per un soggetto cosa si fa? Diamo una "non-idoneità"(fra molte virgolette) ad una mansione che mansione non è, con quindi possibili rimostranze giuridicamente giustificate? Facciamo finta di nulla e allertiamo solo l'interessato?
Questo è uno dei grossi problemi degli accertamenti "non proprio giustificati".
Se i Giusti non si oppongono sono già colpevoli ("Gracchus" Babeuf)
OK,
Premesso che non si tratta di mansione specifica (ex D.Lgs. 626), e sono perfettamente d'accordo, abbiamo comunque dei lavoratori dipendenti che operano con un "compito" affidatogli dal Datore di Lavoro, e con dei rischi connessi, nell'ambito di un adempimento previsto dal suddetto decreto; la tutela della salute di codesti operatori per ciò che concerne la gestione del primo soccorso in azienda, a chi spetta se non al medico competente????
Ferma restando l'importanza della formazione, dell'informazione, dei DPI, se esiste un rischio (nel caso in questione "biologico), non è necessaria una tutela sanitaria (pur considerando la scarsa entità del rischio e la sua ancor più bassa incidenza)?????? Pur apprezzando le riflessioni di ramses, non riesco a trovare una soluzione che mi faccia sentire "tranquillo"!!
Cordiali saluti.
fai bene e scorda, e se fai male ... pensaci ...
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