..PS: ...è ovvio e sottinteso che penso che il collega abbia fatto benissimo avendone avuto l'opportunità...è che mi vedo dopo 30 anni di attività da MC/MA e penso/spero/mi auguro di fare diversamente...
Carissimi, per strano che possa sembrare ad una prima - e superficiale – lettura dei 2 interventi di Gennaro e di maxmd, trovo che abbiano entrambi ragione: per il semplice motivo che entrambi dicono cose oggettivamente riscontrabili e vere.
Dal punto di vista generale, concordo con la posizione di maxmd sul decreto Bersani, che considero suscettibile davvero di eliminare gli “arronzoni” (qua, Gennaro che è “paisà” a me sa cosa intendo). Colgo anzi l’occasione per ringraziare Gennaro della disponibilità che ha manifestato per la sede dell’incontro…(sempre che mi ci vogliate, se posso essere d’aiuto alla “causa” della Medicina del Lavoro) di cui ho avuto notizie da “rosa”, che al momento è rimasta l’unico MC di cui mi avvalgo per le sole 2 aziende che continuo a seguire anche dal lato MdL (cioè, le segue lei per l’appunto). E siccome la realtà in cui vive Gennaro è anche la mia, geograficamente parlando, posso assicurare tutti i lettori di questo forum che ha detto tutte cose assolutamente vere e che conosco alla perfezione anche io. Tanto alla perfezione da essermi dedicata quasi del tutto al lato ambientale della mia professione, come sapete. Che anzi mi riservo di chiedergli se i 5 euro a visita e i 2 ad ASP li fa solo una Società (che io conosco) o se sono in tante. Così come approfitto del forum per chiedergli se mi manda sulla mail che compare nel mio profilo qualche pettegolezzo sul “rimbrotto augusto” che ha ricevuto: sai mai, fosse qualcuno su cui ho possibilità di interagire…Oh, non per niente, sapete, ma il vantaggio di essere se stessi fino in fondo, alla fine, è proprio quello di non dover nulla a nessuno e poter parlare sempre, ovunque e fuori dai denti, e soprattutto al di fuori delle c.d. “regole del gioco” cui i mai scomparsi baroni tengono tanto.
Certo, se la mia figlia medico avesse il mio cognome, anziché com’è usuale quello del padre, magari ci penserei. Ma solo perché prima dell’amore per il mio lavoro, che supera anche quello per il mio Paese, c’è l’amore per le mie figlie
Un caro saluto a tutti
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
Cari colleghi,
dopo 1000 letture di questo post ed 11 risposte, quasi sempre dai "soliti noti", tocca a me rispondere. Ometto le mie considerazioni circa la qualità di chi ci sta governando, oltre che sulla tipicità di alcune lobby che hanno, sinora,monopolizzato le loro professioni, per arrivare, direttamente, al nocciolo della questione.
Ho denunciato più volte, su questo sito, ciò che ho sempre indicato come il cancro della nostra professione. Rileggete i miei post e potrete constatarlo. I centri, e mi riferisco al collega Cannas, in alcune regioni d'Italia fanno il bello ed il cattivo tempo. Da sempre. A volte con connivenze ed "inciuci" ai limiti della legalità.
E' una guerra continua, tra di loro. E, in tutto questo, la cosa ridicola è che, le rarissime volte in cui riescono a parlarsi, non hanno neppure l'abilità di riuscire a fare "cartello", per imporre prezzi che sarebbero onorevoli per tutti e consentirebbero di guadagnare molto, ma molto di più. A tutti.
E’ una guerra che si combatte a colpi di ribassi. Poco importano curriculum, capacità professionali e gestionali.
Ciò che conta è far quadrare i bilanci. Per le aziende, per i centri e.. anche per noi.
Non voglio scendere nei dettagli, parlando delle situazioni, a volte veramente ai limiti della legalità, che si verificano nei rapporti tra i centri, le aziende e taluni medici competenti.
12 anni fa, quando ho iniziato la professione, la situazione, in Italia, era quanto di più variegato. Al sud, da dove provengo, quasi non si sapeva (con l’eccezione delle aziende che provengono dal nord e che al sud hanno stabilimenti) cosa fosse la medicina del lavoro.
Ricordo che pochi dei miei amici e conoscenti, peraltro tutti professionisti, sapessero veramente cosa fosse il medico competente.
Al nord, invece, almeno in due regioni ad elevata industrializzazione, la medicina del lavoro era in mano ai centri. Pochi, in realtà, all’epoca, e vincolati, per la maggior parte, a strutture e docenti universitari che, in qualche modo, li controllavano.
Il giovane medico competente, che avesse voluto iniziare, in quei luoghi, la professione, se era un autoctono poteva sperare nella rete di conoscenze sviluppate in specialità per iniziare a lavorare. Chi, come me, proveniva da altre regioni, aveva due possibilità.
La prima era di fare il pendolare. 15 giorni di visitificio al nord e 15 al sud.. Dove cercare di crearsi il proprio pacchetto di aziende e smetterla col pendolarismo.
So di centri che pagavano vitto, alloggio e quant’altro al medico. Gli organizzavano 2 settimane di visitificio e poi lo riaccompagnavano in aeroporto, dove poteva tornare a casa. So di altre che non pagavano vitto e alloggio, ma garantivano discrete tariffe..
E non è un fenomeno esauritosi. Ancora pochi giorni fa, verificando gli atti di una gara d’appalto cui ho partecipato (e vinto) ho potuto leggere il curriculum di un “concorrente” che, specializzatosi pochi anni fa, ha seguito la stessa prassi…
Lascio a Voi ogni commento e/o riflessione sulla opportunità di una simile condizione, ancora oggi..
La seconda possibilità, invece, era quella di fare come i nostri padri emigranti. Prepara la “truscitedda” (per chi non fosse siciliano, è un sacco, realizzato con un lenzuolo, in cui gli emigranti ponevano i loro averi e con la quale partivano alla volta dei più disparati luoghi del mondo).e parti.
Ti stabilisci in un posto. Prendi contatto con la realtà lavorativa ed inizi. Ti rendi conto, quasi subito, che qualcosa non funziona. Spesso ti viene detto “lei non può capire, non è di qui..”.
E aspetti. Principalmente di esserti fatto il nome. Cosicché le aziende vengano a cercare te e non il centro. E tu possa fare i tuoi prezzi, quantomeno.
Tante volte mi sono sentito dire che ero troppo caro. Certo che lo ero.. Quando un centro chiedeva 15 mila lire (che non erano 7.5 euro…) per una visita, io ne chiedevo 40…
Ma il problema non erano e non sono, secondo me, solo i soldi. Il problema è che la nostra professione non ha subito la maturazione tipica delle altre. Siamo passati da una situazione in cui poche aziende erano consce di ciò che significasse avere un sistema prevenzionistico al loro interno (ed erano solo le più grandi) ad una in cui ogni azienda, nella quale esistesse un rischio valutato, doveva avere un sistema simile.
E, al di là della dimensione e della succosità della torta, che ha indubbiamente attirato molti affaristi, la repentinità con cui si è creata questa enorme torta non ci ha consentito di maturare. Non ha consentito a noi, specialisti in medicina del lavoro, di fare corpo. Siamo sempre andati avanti “ognuno per se e Dio per tutti”. Con le debite eccezioni, ovviamente.
Ma, nella media, non siamo cresciuti come avremmo dovuto. Il corporativismo è assolutamente tramontato, ormai. Nessuno ricorda più cosa è stato. E nessun organo, sia esso scientifico o sindacale, è riuscito a creare questo corpo.
E’ per questo che c’è stata la prima sanatoria, nel 1991. E’ per questo che c’è stato il noto decreto, 10 anni dopo.
Mi ha molto stupito la lotta che si è iniziata qualche mese fa, e che ha portato alla creazione della commissione MeLC in seno alla S.I.M.L.I.I.. E colpito favorevolmente, ovviamente.
Ma la situazione, rispetto al decreto sulle liberalizzazioni, è diversa.
Noi non possiamo pensare di riuscire a porre le stesse condizioni (non ci siamo riusciti 4 anni fa.. Lo abbiamo fatto l’anno scorso col testo unico. Ma solo perché era talmente una porcata che si sono mosse pure le pietre per farlo ritirare..) che hanno posto tassisti e farmacisti, e che tra poco porranno avvocati e notai.
Noi non possiamo. I nostri sono atti obbligatori, e non possiamo astenerci dal compierli, pena sanzioni. E, ne sono certo, qualche simpaticone di qualche organo di vigilanza, ne approfitterebbe per regolare qualche conticino…
Vai a raccontare, poi, al giudice, che non hai compiuto la sorveglianza sanitaria perché eri in sciopero. Vai a raccontare all’azienda che non svolgerai i tuoi compiti perché lotti, giustamente, contro qualcosa.
Usquam, sed etiam. Non illudiamoci. Le tariffe minime, nel nostro mondo, non esistono, almeno in alcune realtà, da almeno un decennio. Ne parliamo da anni.
E, adesso, siamo arrivati alla resa dei conti (forse).
Speriamo solo che ‘sti altri non abbiano altre promesse elettorali da pagare.
Con la solita amarezza.
Peppe
".. la posta in giuoco è suprema e richiede che ognuno si assuma le proprie responsabilità attraverso il vaglio della propria coscienza". B.M. 2 aprile 1925
Vorrei rispondere a docorru e maxmd.
Io non mi sono mai illuso che il mantenimento delle tariffe minime fosse un toccasana, ma era l'ultimo baluardo che ci consentiva una tutela, estrema, davanti allo strapotere delle Società in tribunale. Ovviamente non è né semplice né certo, ma è un minimo di protezione per chi come me si trova solo contro megastrutture e colleghi che per mille motivi, nobili e non, si "prostituiscono" per pochi denari. E' ovvio che io non proponevo di attuare proteste irrealizzabili come la mancata sorveglianza sanitaria, ma almeno un maggiore sensibilità e coordinamento tra MdL. Vogliamo almeno prendere coscienza dei nostri diritti?
Concludo con un esempio. In Campania, un manovale guadagna 100 euro in nero, un Mdl 150 euro fatturati. Siamo proprio sicuri che le tariffe minime non sarebbero una esile ma fondamentale tutela?
In merito alle tariffe minime ho una posizione abbastanza interlocutoria. Sono convinto che l'abbattimento di barriere di sorta verso una liberalizzazione controllata dei mercati in ogni settore, basata sull'equazione domanda/offerta sia un momento importante, e l'economia dei paesi piu' all'avanguardia sembra muoversi in questo senso. Rammentiamoci come il settore in cui ci muoviamo, la sanita' , è un pò peculiare e delicato, trattandosi della salute della persona umana. Tuttavia questa strada, sulla scorta dell'analisi rischio/beneficio, servizio/richiesta del servizio, e' ormai da tempo sperimentata anche in sanita', laddove si pensi alle USL che sono diventate aziende, con tanto di bilanci entrate ed uscite e direttori sanitari che oramai hanno poco da invidiare ai piu' famigerati manager in senso classico.
E' anche vero però che molti appalti pubblici inerenti la sorveglianza sanitaria e la prevenzione e l'igiene sui luoghi di lavoro in generale, analizzando le offerte, tengono conto del rapporto qualita' del servizio costo dello stesso, scartando a priori offerte che, per la richiesta economica troppo bassa, non possono per forza di cose soddisfare i minimi requisiti di qualita'.
Per cio' che concerne i fatidici "centri di medicina del lavoro", mi sono piu' volte espresso su questo forum e personalmente non li vedo di buon occhio (senza fare di ogni erba un fascio). Attenzione pero',mi preme fare una precisazione. La critica che muovo alle societa' di servizi non e' assolutamente, come alcuni affermano in questo forum, di abbassare i prezzi e buttare a terra il mercato. Tutt'altro! Nella mia sia pur breve esperienza, ho potuto notare come molte societa' di servizi abbiano prezzi e tariffe piu' che dignitose, ben al di sopra della media che molti colleghi applicano in libera professione. ritengo anzi che i centri giochino un ruolo primario nel mantenimento di prezzi relativamente alti proposti ai datori di lavoro, senza dimenticare tutto l'indotto economico che esse si creano attorno (impiegati, segretarie, laboratori, etc). La mia accesa critica e' invece rivolta al modus operandi che i centri instaurano. Dal momento che i compensi per i medici competenti spesso raggiungono livelli irrisori, gli stessi sono obbligati a lavorare dieci volte di piu' per raggranellare lo stesso onorario con un lento ma inesorabile scadere della qualita' delle prestazioni. Ne' mi sento di essere duro piu' di tanto nei confronti di quei colleghi che per necessita' debbono, prima o poi , per poco o tanto tempo, piegarsi a questo circolo infame. Personalmente sono a conoscenza di societa' presso cui operano colleghi con una piu' che soddisfacente qualita' delle prestazioni, ovviamente con compensi decorosi.
Senza mai dimenticare che la dignita' professionale non dovrebbe mai venir meno, a prescindere dal compenso, un saluto a tutti.
Caro Dario73,
il problema infatti non è la tariffa che le Società applicano ai committenti, pubblici o privati, ma la percentuale che essi "girano" ai MdL; parliamo del 5-10%!
Se pensi che per appalti di 500 mila euro ne riconoscono 35 mila al MC, il quale oltre tutto si assume la responsabilità penale, beh penso che le Società siano forse il centro del problema. Non credi?
Saluti
Per luke70: hai perfettamente ragione, non fa una piega. Quello che intendevo dire e' che la cosa piu' riprovevole del meccanismo infame creato dai "centri" e' lo scadere della qualita' delle prestazioni professionali e di concerto dell'immagine della branca stessa, il tutto da imputare ai compensi irrisori che vengono corrisposti ai medici competenti (che poi alla fine sono i professionisti che svolgono il grosso del lavoro).
Un saluto.
accidentaccio perbaccolina, Luke!!! dove cavolo hai visto appalti da 500.000 euro? e visto che al MC ne hanno girati solo 35.000 (suppongo che se ne parli sai bene cosa stai dicendo), giusto per sapere, gli altri 465.000 a che dovevano servire??? Ma era gara pubblica? magari mi mandi un msg sulla posta che trovi nel profilo!
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
Esistono appalti pubblici anche per cifre di milioni di euro, ma il caso che io esponevo era di un lavoro privato. Per quanto riguarda i 465 mila euro credo che servissero per gli ingranaggi. Sai ormai il petrolio è alle stelle e l'olio è diventato preziosissimo! :)) Comunque credimi anche negli appalti pubblici le grandi Società di servizi offrono al MdL poco più del 5 % della cifra totale. Credo che finchè non calerà il petrolio, o meglio finchè non verrà fatta un pò di pulizia anche nel nostro settore, di onorari decorosi non se ne parlerà affatto.
Scusate se mi intrometto, ma vorrei ribadire un concetto a me molto caro. Come ben sapete tutti, in quanto da me dichiarato pubblicamente, mi trovo ad operare anche per conto di una società (della quale in realtà sono anche direttore sanitario). Sia chiaro fin ad subito che non voglio fare una difesa d’ufficio delle società....sappiamo tutti che ci sono visitifici indegni e luoghi dove si opera con estrema professionalità. Ma se proprio dobbiamo parlare di tariffe, ebbene vi posso garantire che ci sono colleghi che lavorano a tariffe ben più basse di quelle di molte società. So per certo di colleghi libero professionisti che lavorano a 20 euro a persona...... Il problema pertanto non è la società o il libero professionista, ma come uno si pone nei confronti di questo lavoro; se lo fai solo per arrotondare, allora ti puoi accontentare dei 15/20 euro a persona (ti basta fare 25/30 visite a settimana per metterti in tasca 1500/2000 Euro mensili....), se lo fai perchè è il tuo lavoro non puoi. La qualità del lavoro è conseguente..... Ricordo ancora con raccapriccio la faccia di alcuni lavoratori di ditte da me ereditate da altre persone, che mi chiedevano con stupore come mai mi fossi portato il lettino o mi domandavano perchè ci avessi messo tanto a visitare quello prima di lui.... In merito agli appalti pubblici sono TUTTI al migliore offerente ed al ribasso (infatti ho smesso di farli).... Vi siete mai chiesti perchè spesso veniamo considerati dei medici di serie B? Perchè purtroppo c’è gente che lavora da serie B, forse anche da serie C....ci sono dei colleghi che non fanno una denuncia di MP neanche se li ammazzi, che non hanno mai fatto fare un monitoraggio biologico, che “visitano” 40 persone in un giorno, e peggio ancora... badate, parlo di colleghi libero professionisti, non di società/visitifici. E allora, dove sono le mele marce? Ci siamo mai chiesti perchè le società sono proliferate con tale facilità? Forse perchè molti di noi non sono stati in grado di fornire delle prestazioni tali da garantire le aziende? Forse perchè la nostra categoria non ha nessuna voce in capitolo? Forse perchè non c’è stato un coordinamento nazionale dei MC efficace e tutti hanno fatto come gli pareva? O forse perchè le società fanno comunque “comodo” alla varie associazioni di categoria per tenere le tariffe basse?
Meditiamo gente, meditiamo.
Sergio Truppe
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"Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiero in gran tempesta, non donna di provincia, ma bordello"
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