ex utente da milano
Quello che dici "ramazzini1"é più che giusto! Mi consenti però di dire liberamente che le regole elettorali pur essendo regole e che quindi hanno valore legale esse non sono corrette in quanto non garantiscono il ricambio, il dinamismo, la trasparenza, l'assenza di conflitto di interesse? O in nome dell'unità dei medici dobbiamo sacrificare questi principi? Hai ragione che sarebbe più utile l'azione. Se ho scritto quello é perché conosco colleghi di Milano liberi professionisti, senza legami, senza interessi, senza avere alle spalle strutture che hanno rinunciato, dopo un primo abbozzo di tentativo, a candidarsi a causa delle difficoltà sopra espresse. E' giusto questo? E' giusto non metterli in condizione di concorrere?
Scusa se ho usato la formula della lettera al dittatore.....era solo un modo un po' ironico per attirare l'attenzione sul problema....per strappare un sorriso su argomenti che di per sè sono un po' noiosi! Ciao .......... :)
ex utente da milano
Scusa "ramazzini1" rileggendo il tuo intervento perché dici che io detesto i centri di servizi? Non detesto i centri di per sè, detesto le situazioni in cui ci sia un abbruttimento, un depauperamento del ruolo del medico del lavoro. Sicuramente i centri di servizio sono un argomento delicato: come conciliare una sacrosanta esigenza commerciale con il ruolo del medico compenete che é l'antitesi del commercio per definizione. Il rischio é che il sistema si sbilanci sulle esigenze commerciali a discapito non del medico del lavoro......ma della medicina del lavoro.
ramazzini1
Cara Nofer o come ti chiami,
conosco la medicina del lavoro, la sorveglianza sanitaria e tutte le problematiche che comporta sicuramente meglio di un biologo che invade il campo altrui: ad ognuno le proprie competenze o no? La parte burocratica puo' essere gestita da segretarie e non da centri che si sostituiscono in tutto e per tutto al medico del lavoro.
Caro Ramazzini,
credo che la tua veemenza nasconda qualcos'altro che ancora non ho capito, tant'è. Io comunque credo che invece che attaccare il collega di turno o la biologa tout court sia meglio attaccare il vero male della medicina del lavoro oppure ne fai parte anche tu? Io finora ho lavorato per molte Società di servizi e spesso il discorso era più improntato all'economicità che alla qualità, ma non per questo posso affermare che Tizio in quanto responsabile di una Società di servizi compia male il suo lavoro o che una biologa in quanto tale debba scontare un peccato originale non si sa di quale genere. Credimi mi sento male nel ruolo del difensore d'ufficio non fosse altro perchè i colleghi non ne avrebbero neanche bisogno. Ma se almeno ci rendessi edotti sui tuoi veri obiettivi forse capiremmo meglio le tue intenzioni che almeno a me paiono ondivaghe.
Cordialmente
Gianluca Armieri
Pur essendo forse “fuori tema” in questo forum, iniziato con un messaggio che aveva per la verità tutt’altro contenuto, la polemica sui centri servizi è uno degli argomenti ricorrenti sui forum del sito e riveste grande interesse per l’attività quotidiana dei MeLC (e, più in generale, di tutti i medici competenti). D’altronde chi, soprattutto all’inizio della propria attività professionale in questo settore, non si è imbattuto in un centro servizi, più o meno grande e articolato ? E tuttora c’è chi vi continua a lavorare, con maggiore o minore soddisfazione; chi lo ha lasciato per dedicarsi esclusivamente alle “sue” aziende; c’è anche chi vorrebbe avere questa chance per iniziare a lavorare (penso soprattutto ai colleghi neo-specialisti e a coloro che non sono specialisti in Medicina del Lavoro) .….. e magari non ci riesce perché non trova la strada giusta, etc. etc. .. potrei continuare su questa falsariga.
Eppure, a mio parere,esiste un punto focale che dagli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto non emerge con sufficiente chiarezza, ed è il seguente. Esistono sostanzialmente due tipologie di centro servizi (schematizzo, per semplificare). Da un lato esistono società che fungono effettivamente solo da supporto ai medici competenti, fornendo loro il necessario apporto sul piano burocratico, amministrativo, organizzativo e via di seguito in tutte le attività non strettamente mediche che sono parte integrante (talora preponderante !) del nostro lavoro. Una struttura del genere è una sorta di studio professionale allargato, o di studio associato, in cui la figura centrale e prevalente è quella del professionista MEDICO, nel nostro caso del medico competente (specialista in Medicina del Lavoro o meno), che decide e stabilisce su tutti gli aspetti della società e ha l’ultima parola su tutte le varie questioni.
Dall’altra parte, esistono società di servizi che sono vere e proprie società di capitali – giuridicamente costituite – e che perseguono le finalità proprie di tali organizzazioni, cioè hanno scopo di lucro. In questa seconda condizione, è la società che va alla ricerca dell’azienda (per così dire) e si propone come interlocutrice principale relativamente ai servizi che le è possibile offrire, servizi che possono andare dalla sorveglianza sanitaria alla gestione del servizio di prevenzione e protezione, alla indicazione dello stesso responsabile SPP ma anche a servizi in merito alla certificazione della qualità, ad esempio, o alla gestione delle norme HACCP ….. fino anche alla consulenza legale in caso di ispezioni dell’ASL o di altri Enti preposti. In questi casi il medico competente, specialista MeLC o no, svolge un ruolo del tutto residuale e accessorio rispetto a quanto stabilito dall’amministrazione societaria, che può permettersi di fare il bello e il cattivo tempo in merito a tariffe, orari di impegno, retribuzione ….. talora anche intervenendo sul protocollo sanitario e “imponendo” certe analisi al posto di altre, certi esami strumentali ….. e via discorrendo.
Ripeto, per evitare equivoci e polemiche, che si tratta di una schematizzazione assai grossolana, che non tiene conto – ad esempio – della nota del Ministero in relazione all’obbligo di assumere il medico competente, di quanto disposto dal recente decreto Bersani in merito alla possibilità di costituire società da parte di professionisti (discorso comunque da approfondire) e di tante altri aspetti che sicuramente ho trascurato; però la conclusione è che non si può generalizzare e fare guerre preventive (o posticipate) senza aver fatto chiarezza sui termini del problema e buttare via, come si dice, il bambino con l’acqua sporca. Discutiamo a fondo il problema e cerchiamo le soluzioni possibili, da tempo ci stiamo impegnando a farlo (e si tratta di un lavoro né breve né semplice, questo lo posso assicurare). A questo proposito, i contributi fattivi e positivi sono bene accetti, da qualunque parte provengano, provocazioni o toni sopra le righe un po’ meno…… e forse sarebbe meglio non cedere alla tentazione dell’anonimato e sostenere, senza infingimenti, le proprie opinioni e le posizioni – anche le più estreme e ultimative – senza scomodare nominativi che fanno parte della nostra storia e che appartengono a tutti noi (ripeto ….. A TUTTI NOI, MEDICI DEL LAVORO).
Che ne pensate, siete d’accordo ?
Ernesto Ramistella
billi
Ernesto, per la Tua grande esperienza sei di una chiarezza unica: il mio pensiero al riguardo e' identico
Saluti
Guglielmo Trovato
dice ramazzini1:
"Cara Nofer o come ti chiami,
conosco la medicina del lavoro, la sorveglianza sanitaria e tutte le problematiche che comporta sicuramente meglio di un biologo che invade il campo altrui: ad ognuno le proprie competenze o no? La parte burocratica puo' essere gestita da segretarie e non da centri che si sostituiscono in tutto e per tutto al medico del lavoro."
E replica ramiste:
"A questo proposito, i contributi fattivi e positivi sono bene accetti, da qualunque parte provengano, provocazioni o toni sopra le righe un po’ meno…… e forse sarebbe meglio non cedere alla tentazione dell’anonimato e sostenere, senza infingimenti, le proprie opinioni e le posizioni – anche le più estreme e ultimative – senza scomodare nominativi che fanno parte della nostra storia e che appartengono a tutti noi (ripeto ….. A TUTTI NOI, MEDICI DEL LAVORO).
Che ne pensate, siete d’accordo ?"
Io, sono d'accordo con ramiste (e non è una gran novità, d'altronde).
Io, penso anche che ramazzini1 sia un troll, informaticamente e forumianamente parlando.
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
E' molto tempo che parliamo di qualità nell'attività del medico del lavoro competente. E abbiamo detto molte volte che questa dipende da 3-4 fattori fra loro correlati: 1) la formazione e l'aggiornamento adeguati; 2) la prassi corretta (sulla base delle norme etiche, delle leggi, delle linee guida ecc); 3) una giusta retribuzione del medico; 4) l'autonomia nelle scelte professionali..
Per quanto riguarda l'aspetto economico, senza infingimenti, nessuno mi può convincere che un professionista, anche se serio, impegni molto del suo tempo ad effettuare correttamente tutti i suoi compiti se, per es., è retribuito solo per le visite mediche. Lo studio dei cicli produttivi, la conoscenza delle sostanze pericolose, il contributo alla valutazione del rischio, la consulenza al datore di lavoro, sempre per esempio, costituiscono una parte decisiva, irrinunciabile per una buona prassi professionale del medico del lavoro competente ma spesso la retribuzione del medico viene stabilita (dai Centri Servizi come direttamente dai datori di lavoro) solo sulla base del numero delle visite mediche da eseguire.
Il rapporto, anche economico, fra medico del lavoro competente e datore di lavoro e fra medico del lavoro competente e Centro Servizi è quindi un punto fondamentale per una corretta prassi professionale. E' necessario arrivare a stabilire una serie punti fermi (es. rapporti professionali certi) e di norme (un sorta di decalogo) , anche etiche, che i medici del lavoro competenti si devono impegnare a rispettare. Non parliamo più di tariffe minime ( decreto Bersani docet) ma di tariffe di riferimento. Che contengano tutte le voci necessarie ad espletare un'attività di qualità e che siano retribuite (entro un range che dipende anche dal mercato) in modo dignitoso.
Su questo cruciale argomento il Gruppo di Lavoro Medici Competenti della SIMLII sta lavorando per presentare un documento con alcune proposte. Non sarà un atto rivoluzionario ma solo un contributo, ma concreto, che dovrà valere come punto di riferimento (e non come atto di imperio) per tutti i medici del lavoro competenti che si sentono in dovere di perseguire una strada professionale di qualità.
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Il dubbio non è piacevole, ma la certezza è ridicola. Solo gli imbecilli sono sicuri di ciò che dicono. (Voltaire)
concordo con ramistella e cristaudo e soprattutto in bocca al lupo a quest'ultimo.
Crisitaudo a mio avviso ha toccato penso alcuni punti fondamentali in grado di farci superare sterili polemiche tra modalità diverse di fare los tesso mestiere, tutte non solo previste dalla legge (art. 17 commi a,b,c) ma in grado, se ben applicate, di garantire servizi di qualità alle aziende e ai lavoratori.
Rispetto all'intervento di Ramistella mi permetto di far osservare che oltre alle soscietà di "supporto amministrativo" al Medico Competente (ma questa tipologia francamente mi pare poco interessante, nel senso il fatto che un MC si organizzi da solo o si avvalga si supporti organizzativi non si ripercuote più di tanto sulla qualità dell'atto professionale) e alle Società "vampiro" da lui descritte, esistono vivaddio anche società serie, certo a fini di lucro (che non è una bestemmia: nemmeno il libero professionista lavora per beneficenza!) che hanno come oggetto sociale "la fornitura di servizi alle imprese volti a tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori" in cui, il MC ha assoluta autonomia professionale nell'esercizio delle sue funzioni mentre conta nelle decisioni di strategia aziendale in base né più né meno alla sua collocazione (titolare, socio, direttore sanitario, dipendente ecc.) così come accade in qualsiasi struttura sanitaria pubblica o privata.
Saluti
Graziano Frigeri
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