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mdf e idoneità lavorativa

Questo argomento ha avuto 23 risposte ed è stato letto 6344 volte.

ex utente da milano

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  • Re: mdf e idoneità lavorativa
  • (23/12/2006 16:27)

Caro Giacobbe, diverso é l'esempio che riporti nell'ultimo intervento da quello riportato nel primo intervento. Credo che oltretutto sia un caso limite ma può essere comunque gestito attraverso le unità ospedaliere di medicina del lavoro. Lorenzo Bordini ha risposto con fermezza per contrastare un "fenomeno diffuso" di ricorso al sistema sanitario nazionale ed alla tua giustificazione a tale ricorso per esami quali tac, rmn, ecg sotto sforzo ed in genere per esami non routinari. Non si può che concordare con Bordini che il medico competente non solo non debba compartecipare con il datore di lavoro nell'invio a spese del ssn ma non debba neanche tenere un comportamento indifferente e omertoso di far finta di non sapere.

Giacobbe.Cosentino@libero.it

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  • Re: mdf e idoneità lavorativa
  • (25/12/2006 22:54)

Ultimo post dalla Tanzania.
Chiedo scusa se mi inserisco ancora nella discussione ma prometto che, sull’argomento, sarà l’ultima volta.
Cito esperienze personali perché ritengo sia il modo migliore per esplicitare le proprie opinioni.
Ho lavorato per alcuni anni, fino alla chiusura per delocalizzazione (febbraio 2006), presso uno stabilimento, con 330 dipendenti, del più importante gruppo tessile italiano. Alcune condizioni (stabilità del personale, illicenziabilità senza giusta causa, disponibilità economiche, lavoro in ambiente ben definito, etc.) rendevano abbastanza agevole l’esecuzione della sorveglianza sanitaria nel pieno rispetto delle leggi vigenti.
Mi capita, per contro, di prestare la mia opera presso micro-imprese edili con 2-3 dipendenti, operanti in zone disagiate (piccoli comuni di montagna) in cui il DDL svolge anche mansioni di operaio. Caratteristiche: elevatissima mobilità del personale, sia per scelta del lavoratore che per facile licenziabilità; estrema variabilità dell’ambiente di lavoro; evidente limitata disponibilità economica dell’azienda; difficoltà di accesso ai servizi sanitari.
Vi garantisco che nel secondo caso non è egualmente facile l’applicazione integrale e rigorosa delle norme.
La riflessione conclusiva è che, perlomeno alla periferia dell’impero, la vita lavorativa (e non) non può essere vissuta come una continua scelta tra un nitido bianco e un ben definito nero. La mia, ad esempio, è tutta una scala di grigi.
Per questo ho forse impudentemente urtato la suscettibilità dei colleghi definendo la discussione che si stava svolgendo sul forum “sul sesso degli angeli” (dal vocabolario Treccani – in senso figurativo
- “discutere su questioni insolubili o inutili”).
Inutile mi sembrava una discussione che vertesse, quasi unicamente, sull’esegesi giuridica di un testo di legge fin troppo chiaro. La mia intenzione era di spostare il dibattito su un aspetto, secondo me più interessante, sfiorato solo dall’amico Tony Porro: la reale possibilità di applicare in ogni situazione, in modo rigoroso ed integrale, la legge in questione.

ramiste

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  • Re: mdf e idoneità lavorativa
  • (27/12/2006 12:39)

In effetti, a mio parere, l’ultima questione posta dal collega Giacobbe merita un attimo di riflessione. Quanto asserito nell’ultimo post è esperienza comune per i MeLC: nelle aziende con gran numero di dipendenti e meglio organizzate l’attività di sorveglianza sanitaria è senz’altro più agevole (sempre in linea generale, escluse eventuali eccezioni) mentre per le ditte più piccole, soprattutto nel settore edile – ma non solo – diventa difficile, in alcune circostanze un lavoro davvero improbo. Qui si innesta non tanto la opportunità di “trasferire” le singole prestazioni strumentali o di laboratorio dal datore di lavoro al SSN [concordo con quanto ricordato dal collega Bordini e dagli altri che precedono], quanto la necessità di ripensare allo stesso dettato normativo e di prevedere in anticipo, per così dire, quelle situazioni in cui la sorveglianza sanitaria è resa più complessa dalle condizioni obiettive in cui si viene ad operare, sia per le caratteristiche dell’azienda in questione che per altre difficoltà logistiche, come ad esempio attività saltuarie o stagionali, lavori svolti in piccoli centri, mancanza di laboratori attrezzati soprattutto per la tossicologia e il monitoraggio biologico etc.
Dare una risposta a quanto detto non è semplice, ma sarebbe opportuno cominciare a rifletterci tutti insieme, anche in vista del futuro iter che dovrebbe avere il nuovo Testo Unico, già annunciato da parte di autorevoli rappresentanti del governo attualmente in carica. Nel documento del GdL abbiamo tentato di dare alcune iniziali indicazioni (cito ad esempio l’ipotesi della costituzione di strutture miste “extra-aziendali”, che nel caso in specie potrebbero essere anche di tipo consortile allo scopo di raggruppare più aziende dello stesso tipo e più medici competenti …… ). Al riguardo sono benvenuti – anzi, direi, sollecitati - tutti i suggerimenti e le proposte in merito che verranno dai colleghi interessati.

bordini

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Medico del Lavoro
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  • Re: mdf e idoneità lavorativa
  • (29/12/2006 11:39)

Io francamente faccio un po' fatica a condividere questa filosofia basata sul "cedere" a soluzioni al di fuori dei riferimenti legislativi. Se noi medici del lavoro siamo i primi a cedere come volete che finisca....che i datori di lavoro erigeranno barricate dicendo "no vogliamo pagare noi!!!!"????? Non voglio snocciolare le aziende o le realtà per cui lavoro o ho lavorato ma sinceramente ritengo che certe situazioni si creano e si incancreniscono solo se anche noi finiamo per gettare la spugna (non lo cerco sulla Treccani...ma sicuramente c'e'!). D'altronde e' chiaro anche che accettando un'azienda con 3 dipendenti qualche difficolta' ci sara' nell'organizzare visite, prelievi, esami ed eventuali gite o cene ai confini dell'Impero..o no? Quale artigiano od operaio rinuncia a mezza giornata di lavoro col sorriso sulle labbra?? La soluzione di ramsite mi sembra interessante e meriterebbe di essere condivisa per eventuali pareri anche da parte di tutti..

"L’oro non è tutto. Ci sono anche i diamanti". (Paperon De’ Paperoni)

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