maxmd il 05/03/2007 02:56 ha scritto:
..chiedo scusa per il post precedente ma c'è stato qualche errore di procedura...
solo per confermare a ipernic (...se mai ce ne fosse bisogno...) che è verissimo che la tbc è in aumento, e che ad una mia specifica richiesta mi è stato risposto che "la casa farmaceutica non importa più il vaccino in italia "... (sic)
per quanto riguarda il quantiferon e la metodica tb spot, beh, io ricordo lavori che parlavano di sensibilità intorno al 98% e specificità di oltre il 90%...ben più della tubercolina, che, tra l'altro aveva il probelma di regire anche in presenza di ceppi non specifici...ricordo male??
tani cari saluti a nicola
cordialità
ipernic il 03/03/2007 09:59 ha scritto:
Caro Silgen, non preoccuparti, non sono permaloso (di solito, lo divento durante le partite a pallone). Il problema per noi tutti è che, allo stato, il rischio professionale di tbc è difficile da controllare. I nuovi test interferonici (Quantiferon, TB spot ed altri) si sono rivelati utilissimi nei degenti, come spia del viraggio di una infezione latente verso tbc attiva, ma il loro significato come indicatori di esposizione è ancora tutto da verificare (ci stiamo lavorando, ma...). Con la tubercolina, obiettivamente, ci facevamo poco. Per di più, ora c'è anche il vaccino-fantasma. Il rischio, invece, non è scomparso, o sbaglio?
Riguardo al rischio tubercolosi, ultimamente ci stiamo confrontando anche con l'altro versante del problema, e cioè la possibilità che operatori sanitari immigrati da zone in cui la malattia è endemica, costituiscano fonte di contagio per i pazienti. Negli ultimi mesi ci sono capitati due aspiranti tirocinanti presso il nostro ospedale (in quanto allievi di corsi per Operatori Socio Sanitari) in cui abbiamo riscontrato il BK nell'espettorato. Uno di questi lavora come ASA in una casa di riposo per anziani, dove evidentemente non viene fatta alcuna sorveglianza sanitaria per la TB.
In Lombardia, dove i fenomeni immigratori sono importanti, il rischio è in aumento.
IL rischio è in aumento non solo in Lombardia.
Anche nelle altre regioni esistono RSA, e Residenze per disabili, dove al rischio per gli operatori si aggiunge il rischio più "importante" di chiusura della struttura in situazioni di verifica o di possibile caso TBC.
Scrivo più importante perchè la chiusura della struttura comporta la improvvisa non assistenza delle persone che lì dentro sono accudite.
E vi assicuro, che non è cosa semplice, trovare adeguate situazioni collocative per questi pazienti particolari.
E' inutile che mi soffermi su quanto già detto sulla Mantoux.
Il problema socio-assistenziale in questi casi emerge di prepotenza.
Dott.Andrea Capri
Specialista in Medicina del Lavoro
Il grosso problema è che le case di riposo sono gestite da cooperative, almeno tra Piemonte e Lombardia (con turno-over del personale altissimo:effettuare il test di mantoux è di difficile organizzazzione e far accettare al presidente della cooperativa la necessità di effettuarla è ancora più difficile. In una casa di riposo del vercellese, dopo che il datore di lavoro mi aveva contestato il fatto che avessi effettuato i markers della epatite b e c sul personale, mi sono dimesso. E poi, in attesa che si rendano disponibili nuovamente (semmai lo saranno !) i mantoux, che fare ? Rx a tutti ?
Rx a tutti? assolutamente no, l'esame radiografico non giustificato è proibito dalla legge vedi 230/95
Per efrfetto di ben noti fattori sociali (immigrazione, immunodeficienza acquisita, promiscuità) ls tubercolosi è in drammatico aumento e rappresenta DI NUOVO un grave problema di salute pubblica. Purtroppo la scomparsa del vaccino e quella della PPD ci dimostrano che chi ha (o dovrebbe avere) responsabilità in merito è distratto o affaccendato in altro...
La realtà a Roma è l'aumento dei casi di tbc aperta (tra immigrati e tra italiani), la crescente difficoltà di trovare posti in ambienti con adeguato confinamento, la conseguente mal-gestione o non gestione di questi pazienti, che rappresentano altrettanti focolai di infezione per la collettività e per gli addetti alla sanità in primis.
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