.-."Per tutti gli altri colleghi il problema non esiste e mai si sono trovati in situazioni problematiche? Oppure sono tanto fortunati da non averne....".
Il problema esiste ed è grave. Le soluzioni che avete prospettato mi sembrano ottimi compromessi, ma la soluzione vera non può essere che legislativa. Va bene legalizzare e incentivare il caporalato, ma avrebbero dovuto farlo con un po' più di pudore, ponendo qualche onere in più in capo alle società fornitrici di lavoratori interinali. Non dico di obbligarle ad assumere i lavoratori che poi loro distribuiscono nelle varie ditte (anche se vorrei dirlo), ma almeno obbligarle a farsi carico loro di quanto previsto dalla 626, così da fornire alle ditte utilizzatrici un "prodotto" completo e finito.
stavolta, parto da lontano.
Tantissimi anni fa, io sostenevo che l'Ufficio di Collocamento, quando iscriveva un sacripante qualunque nella lista di quelli che cercavano un certo lavoro avrebbe dovuto farglianche una seria visita di indoneità specifica. Lo pensai quando, era il 1984, mi ritrovai (ero nel pubblico ancora in quell'epoca) a far sottoporre a visita un saldatore, avviato dal collocamento presso un'azienda di tubisteria.
Bene, il signore aveva già subito un'opeazione per cataratta ad un occhio, ben guarita, ma l'altro occhio manifestò, alla visita oculistica, che io democraticamente imponevo di default a tutti i saldatori, a sua volta una cataratta iniziale.
Il Medico Competente del SSN ch doveva dare il giudizio se la prese a morte con me, che così lui non poteva dare l'idoneità.
E fu lì che mi resi conto che il poveretto sapeva fare solo il saldatore, e che si era iscritto al collocamento proprio dopo essere stato licenziato dal precedente DdL a causa dell'assenza per l'intervento, anche se ovviamente sulla carta c'era scritto tutt'altro.
E fu allora che mi dissi: se la medicina scolastica fosse fatta come si deve e come vorrebbe la L.833/78, non si manderebbero a certe scuole professionali i ragazzini che è bene non facciano certi lavori.
Sono partita da lontano, e adesso arrivo vicinissimo al vostro problema: ma lo sapete che l'indice infortunistico INAIL per coloro che fanno i traslocatori e i facchini è di quasi 16, contro il 4,8 dei metalmeccanici?
E quante società, anche grandi, di traslochi e/o di facchinaggio stanno bellamente campando con chiamate praticamente a giornata???
E però poi recepiamo le direttive CE per la prevenzione dei disturbi muscolo-scheletrici...
E quand'anche voi facite la visit, che per puro caso vi chiama l'azienda o ci siete per gi altri, e sulla cartella sanitaria ci scrivete tanto per benino che non è persona adatta al sollevamento di pesi (facciamo che è uno con doppia ernia discale D12-L1 e L4-L5), secondo voi l'azienda "somministratrice" quanto ne terrà conto? e quanto addirittura il povero lavoratore che si è già scassato la schiena ma comunque solo quello sa fare?
Nofer
--------------------------------------------------------------------
Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
Cara Nofer, le tue considerazioni sono condivisibili, ma... incomplete (?). Io parto dal presupposto che se uno si trova in stato di necessità, e la impossibilità di svolgere il lavoro proprio o desiderato mi sembra uno stato di necessità (salvo che non si abbia la possibilità di vivere di rendita), dicevo in stato di necessità si aguzza l'ingegno e si è disposti a modificare le aspettative di lavoro e di salute. Pertando non vedo niente di strano nel fatto che il facchino O qualunque altra professione si faccia) debba riconvertirsi in altre mansioni / professioni. Ci sono ovviamente delle situazioni in cui questa riconversione è ... sconsigliabile, per es. in prossimità della pensione, ma in linea generale non ci vedo niente di strano. In aggiunta oggi le maggiori possibilità di impiego prevedono già in sé stesse una necessità di adeguarsi continuamente ai cambiamenti richiesti, pena il rimanere tagliati fuori dai processi medesimi. Con questo intendo sostenere che ciascun lavoratore deve essere per così dire "predisposto", o comunque deve mettere in conto questa possibilità / necessità di cambiamento, anche senza eventi salutari sfavorevoli. Io a maggior ragione sarei disposto a cambiare se c'è di mezzo la salute. Ovviamente il cambiamento richiede necessariamente un adeguamento preparatorio per lo svolgimento del nuovo compito. Questa preparazione a mio avviso deve essere ovviamente professionale, ma deve esserla anche per quanto attiene la idoneità allo svolgimento della specifica mansione. E qui mi riallaccio a quanto detto precedentemente, che il "cercatore di lavoro" se serio, avrà individuato alcune possibilità, per le quali si preparerà, ricercherà la idoneità, e progressivamente si specializzerà, questo si in funzione delle concrete occasioni che gli si presentano. Diversamente temo dovremo accontentarci del marasma nel quale siamo immersi, che prevedo peraltro peggiorerà vistosamente a ritmi sempre più insostenibili. Buon lavoro! (mi sembra ce ne sia infatti molto da fare).
"La cosa più incomprensibile dell'universo è il fatto che l'universo sia comprensibile" A. Einstein
MedicoCompetente.it - Copyright 2001-2024 Tutti i diritti riservati - Partita IVA IT01138680507
Privacy | Contatti