la mia voleva essere una considerazione generale, in particolare però questa discussione mi ha dato lo spunto per questa osservazione.
grazie, ciao e buona domenica
Questi thread è andato fuori tema ("vaccinazione antiepatite B ed estetiste"), ma tant'è--in fondo ogni buona chiacchierata fra amici fa la stessa cosa. E allora, se permettete, aggiungo ancora qualche considerazione.
Primo: Dario73 mi ha messo in imbarazzo. Non sono "più esperto" di lui e di Mambo messi insieme. E' più probabile che io sia meno esperto della differenza fra loro due. Non si tratta di falsa modestia, ma di pura obiettività. Se avesse detto "più vecchio" forse avrebbe colpito meglio nel segno.
Secondo: tanto per dimostrare la mia scarsa esperienza nel settore specifico della medicina del lavoro e la mia più lunga esperienza nella medicina in generale, io non farei assolutamente la vaccinazione anti-epatite B alle estetiste come requisito per l'idoneità al lavoro. Ho solo uno "studio" di estetica che si avvale di me come medico competente, e alle dipendenti ho sempre e solo accennato ai rischi di contrarre la malattia e quindi alla possibilità di vaccinarsi (offrendo ovviamente di vaccinarle se me l'avessero richiesto). Qualcuna ha accettato e qualcuna no. A chi ha accettato ho fatto acquistare il vaccino a proprie spese, dato che il datore di lavoro tentennava. Sul tentennamento del datore di lavoro si potrà discutere, ma la mia opinione è che non avesse tutti i torti: la protezione della salute dei lavoratori è un dovere quando corrisponde al dovere del lavoratore di adottare la protezione. Dato che i trattamenti sanitari nel nostro Paese sono obbligatori solo se stabiliti da una legge specifica (e non basta che a fissare l'obbligo sia un professionista di cui la legge stabilisce l'obbligo di esistenza), nel caso specifico nessuno può obbligare le estetiste a vaccinarsi contro l'epatite B, e quindi nessuno può obbligare il datore di lavoro a pagare loro il vaccino. Questa è la mia opinione personale, ovviamente: non mi risultano decisioni giurisprudenziali. Ovvio che il datore di lavoro che non paga questi vaccini ai dipendenti fa la figura del pidocchioso, ma qesti sono fatti suoi.
Terzo: questo sito si chiama "Medico Competente", non "Medico del Lavoro". Ne consegue che gli interessi principalmente trattati dovrebbero essere quelli di chiunque sia, a qualsiasi titolo "medico competente". Forse sarebbe il caso di formalizzare meglio la cosa creando una società o un sindacato di medici competenti (se esiste già, non lo so: io sono iscritto alla SIMLII, ma mi sento come un pesce fuor d'acqua).
Quarto: se vogliamo che il singolo medico torni ad essere il protagonista della medicina del lavoro (anche solo come "medico competente"), senza doversi inchinare alle società di servizi (e senza doverne subire la concorrenza sleale), forse dovremmo anche creare un data-base con i nostri nomi e indirizzi, ben pubblicizzato e consultabile dai datori di lavoro.
Cari colleghi,
senza polemizzare ulteriormente, anche perchè penso sia una guerra tra poveri mentre i problemi reali della sorveglianza sanitaria negli ambienti di lavoro siano altri, mi piacerebbe sapere come mai non c'è stato questo grande interesse per quanto riguarda l'affinità tra igienisti, medici legali e del lavoro per i concorsi pubblici che esiste da molto tempo prima dell'art 1 bis.
Se il problema è la preparazione specifica, mi proccuperei molto di più sapendo che medici delle ASL non preparati perchè non specialisti in medicina del lavoro possano giudicare il mio operato di MC e influire sulla sorveglianza sanitaria dei lavoratori sia direttamente che indirettamente, eppure stranamente nessuno si è mai opposto a quel famoso D.M. La possibilità di un master obbligatorio per igienisti e medici legali è un'ipotesi proposta casualmente da docenti di Med. del Lavoro che potrebbe essere anche una buona idea anche se ho qualche dubbio che l'igiene del lavoro, le malattie professionali, il rischio biologico, l'influenza dei vari fattori di rischio sui lavoratori siano argomenti completamente estranei alle due specialità, proporrei allora di rendere obbligatorio anche l'attestato di idoneità all'emergenza sanitaria territoriale (118)per i MC che intendono effettuare corsi di PS aziendale. Molti igienisti e medici legali sono anche medici autorizzati cosa che presuppone un'adeguata preparazione quindi non considererei l'art. 1 bis il grande male della salute nei luoghi di lavoro anche perchè non penso che alcun datore di lavoro si sia opposto all'ormai famoso art. 1bis.
I problemi della sorveglianza sanitaria sono altri, primo fra tutti le tariffe che non sono certo così basse per colpa di igienisti o medici legali....forse il nuovo TU metterà un pò di ordine. Sappiamo tutti benissimo che non tutte le scuole d specializzazione ti preparano praticamete all'attività professionale e molto spesso l'esperienza la si fa fondamentalmente sul campo, perciò non vedo nulla di male nel confronto su un sito come questo se il vero interesse è la salute dei lavoratori. Anche igienisti e medici legali vedono la propria professione specifica esercitata da tutti, "perizie, igiene degli alimenti, HACCP, sanità pubblica etc." ma la colpa non è certo di colleghi che hanno sfruttato leggi esistenti così come non sarebbe giusto abrogare una legge tenendo presente che molti sono iscritti alle scuole in igiene e med legale sapendo di poter esercitare tale attività. Per chi è interessato è disponibile sul sito del miur il riordino delle scuole di specializzazione.
saluti a tutti
Sergioc
medico autorizzato
Medico Autorizzato
ramazzini1
e va bene... togliamo tutte le autorizzazioni e le specializzazioni. tanto non servono a nulla. anzi gia' che ci siamo togliamo anche l'esame di stato e perche' no, anche la laurea: molti non laureati hanno dimostrato di saper lavorare meglio dei laureati..
Viva le liberalizzazioni: chissa' che il testo unico non liberalizzi finalmente tutto, cosi' come era prima della 277. Tutti i medici sono infatti "competenti" se no che medici sono? E quindi perche' discriminare i dermatologi, gli ortopedici i pediatri gli anestesiti ecc. E poi io voglio fare l'anestesista o il radiologo e non mi e' permesso..
ramazzini1
dimenticavo: perche' non attivate un bel forum sul sito della SiTi in cui parlare del medico igienista del lavoro o sul sito della SIMLA in cui parlare del medico legale del lavoro? sarebbe l'occasione anche per poter carpire i segreti del mestiere nei vostri compiti specifici
non ti è permesso fare l'anestesita o il radiologo perchè la tua specializzazione non è affine così come non lo sono ortopedici, pediatri e dermatologi, non bisogna assolutamente liberalizzare in questo senso...le specializzazioni sono importanti ma se esistono le affinità stabilite da tempo non capisco perchè se un cardiologo può concorrere in medicina interna e viceversa dal momento che sono affini e nessuno si è mai posto il problema di eventuali "carenze formative" che è normale che ci siano tra le due specializzazioni, tutto questo diventa invece un problema per il MC, tra l'altro solo per quanto riguarda l'attività privata mentre per i concorsi pubblici nessuno si è mai lamentato. I D. Lgs. 277 e 626 hanno permesso l'attività di MC ai "sanati", a specializzazioni tra l'altro non più esistenti e non riconosciute a livello europeo (med preventiva dei lavoratori e psicotecnica, igiene industriale, fisiologia del lavoro e altre citate nei rispettivi decreti) anche in questo caso il problema non è stato sollevato. A questo punto se il problema è l' affinità potremmo eliminarle e lasciare ai soli medici del lavoro l'attività di MC, ai medici legali la propria attività e agli igienisti la sanità pubblica rifugio tra l'altro per vari specialisti e penso che tutte le figure citate siano d'accordo...
Medico Autorizzato
ramazzini1
effettivamente mi era sfuggita l'enorme affinita' tra medicina legale e medicina del lavoro, tra chi valuta il danno degli infortuni e malattie professionali e chi deve impedire che si manifestino..
perdonatemi se mi intrometto, ma personalmente io "faccio il tifo" per i MDL (quelli capaci, almeno, che ne ho incontrati diversi che ne sapevano meno di me, che ho fatto più di venti anni fa solo un master in medicina aziendale, quindi le tecnopatie principali e anche piuttosto riassunte). Questo, beninteso, con assoluta salvezza di altri specialisti che, negli anni, sbattendo la testa sui libri ed oggi anche in web, hanno comunque acquisito una sufficiente e dignitosa cultura personale nel ramo che li rende ottimi medici competenti. Sempre una questione di persone, di capacità di intelligere, di studiare, di aggiornarsi, un po' meno di "categoria", o lobby se pure la vogliamo chiamare così.
tuttavia, mi viene, quando sento/leggo queste discussioni tra lavoro, igiene e legale, da pensare a cosa faccio se mi si rompe un tubo dell'acqua. In genere, io chiamo l'idraulico (veramente, con i tubi otturati almeno quelli esterni di lavatrice, lavastoviglie, lavandino, bidet e lavello me la cavo da sola, ma per l'impianto proprio no). Se mi si va in tilt l'impianto dello stereo, lo mando dall'elettrotecnico, e se per caso mi salta in continuazione la luce chiamo l'elettricista. Se ho le pareti disastrate da pedate e segnacci vari, chiamo l'imbianchino. Se devo spostare un muro, chiamo il muratore; se non mi gira più la chiave nella toppa, e mi sa che è venuto il momento di chiamare il fabbro. Se è andato fuori asse un infisso, chiamo il falegname, ovvero il signore che monta gli infissi di alluminio.
Se voglio sapere dopo un incidente di macchina quanto sono rimasta invalida, vado dal medico legale.
Se voglio sapere come regolarmi per la profilassi di una qualunque malattia, chiedo all'igienista.
Se ho preso una maledetta storta alla caviglia, vado dal radiologo a farmi fare la radiografia e dopo la porto all'ortopedico a fami dire che mi sono fatta, con precisione.
quando ho iniziato a non leggere più bene da vicino, sono andata dall'oculista.
se voglio fare una visita di medicina del lavoro, perchè mai dovrei chiamare il farmacista? O il cardiologo? o (ho visto anche questo...) il ginecologo?
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
"E poi io voglio fare l'anestesista o il radiologo e non mi e' permesso.." (Ramazzini1).
Questo è un altro problema, ma molto interessante perché mina alla base il concetto di specializzazione. Chiunque, anche se non specialista, purchè medico, può concorrere a qualsiasi posto in qualsiasi specialità ospedaliera, con l'eccezione appunto dell'anestesia e rianimazione e della radiologia, per le quali sono indispensabili i diplomi di specializzazione. Perché queste particolarità per l'anestesiologia e la radiologia? Saranno anche specializzazioni un po' più delicate della medicina termale, però non credo che la cardiochirurgia o l'oculistica siano molto meno delicate... Evidentemente ci sono lobbies e lobbies. Alcune potenti, altre meno. La soluzione ai nosri problemi non credo però che sia quella di complicare ulteriormente le cose all'italiana, ma quella di semplificarle. Esiste ed è riconosciuta in quasi tutto il mondo la professione medica. Le specializzazione e le sottspecializzazioni sono gran belle cose per aiutare il medico a far meglio il suo lavoro, ma non possono diventare ulteriori professioni separate. I corsi di specializzazioni devono servire non a dare pezzi di carta da utilizzare a scopi protezionistici, ma a dare competenze da utilizzare per superare meglio le selezioni che i datori di lavoro, nel loro interesse e non nell'interesse dei candidati, possono mettere in atto per determinare a chi dare gli incarichi. E non venitemi a dire che per essere scelti bisogna essere ammanicati politicamente o economicamente o in linea di parentela: se questo è vero (e lo è certamente in molti casi, e--grazie alla stupidità che alligna tra gli "imprenditori" italiani-- non solo nella pubblica amministrazione), è solo uno spostare il problema, dato che gli stessi ammanicamenti sono necessari per entrare nelle scuole specialità...
Cara mambo, sono contento che tu sia così informata ed aggiornata sui temi da te esposti: ben venga... comunque non sono d'accordo su alcune cose che scrivi ma lasciamo perdere. il mio intento, chiaramente provocatorio, non era di perdermi sulla differenza tra "linee guida" e "regolamenti" o tra "schede tecniche" e "schede di sicurezza" (hai ragione tu ovviamente) ma la critica di un certo modo di intendere la professione che mi sembrava di veder trasparire dal tuo intervento. Tuttavia, se posso darti un consiglio, magari la prossima volta esponi i tuoi legittimi dubbi in una forma più consona così eviterai di scatenare la solita battaglia di commenti, a tema e fuori tema, che troppo spesso infarciscono il forum (che alle volte chiamerei "il confessionale" per la disperazione degli interventi...) Arrivederci a tutti
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