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T.U. e figura del medico competente

Questo argomento ha avuto 17 risposte ed è stato letto 4377 volte.

Nonnoguido

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  • Re: T.U. e figura del medico competente
  • (28/10/2007 18:15)

Dov'era il Prof. Apostoli quando anni fa i medici igienisti appoggiati dal Parlamento fecero il colpo di mano?
A questo punto, visto il tono preso da illustri esponenti della SIMLII, e visti i precedenti, dobbiamo preoccuparci anche di questo benedetto nuovo T.U.?
Insomma, che sta succedendo?
(E tutta la mia solidarietà a Gandalf e a quelli che osano porre dei problemi)

Guido Marchionni

La Redazione

La Redazione
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1662
  • Re: T.U. e figura del medico competente
  • (29/10/2007 09:01)

La Redazione si scusa con gli utenti del sito per dover continuare in
questo thread un dibattito che potrebbe apparire al di sopra delle teste
dei medici del lavoro (ma in realtà non è così) ma le affermazioni del
Prof. Apostoli ci impongono una risposta.
Senza voler pensare a strumentalizzazioni, vendette e secondi fini ci può essere solo un'ipotesi che giustifica una critica così dura del Prof. Apostoli -al limite dell'offesa- alla nostra risposta a Gandalf: non ha compreso quanto abbiamo scritto. Nella nostra nota - basta leggerla - non abbiamo parlato dell'impegno maggiore o minore dei componenti dei Direttivi precedenti o attuale (e non abbiamo elogiato o denigrato nessuno) ma abbiamo affermato che per la prima volta (a nostra memoria), dopo moltissimi anni, la SIMLII è stata chiamata a partecipare direttamente ad iniziative importanti (in sede ministeriale, parlamentare e sindacale). Tutto questo è documentabile e il Prof. Apostoli, in quanto membro del Direttivo SIMLII, dovrebbe saperlo ed esserne fiero. Gli elogi poi li faremo se e quando ci saranno i risultati.
Intanto, secondo il nostro modesto parere, sarebbe il caso di mettere da
parte i rancori e, nell'interesse dei soci SIMLII e dei medici del
lavoro tutti (competenti, ospedalieri, universitari, dei servizi ecc.), contribuire, ognuno per parte sua, alla buona riuscita delle iniziative intraprese che già di per se, anche senza ulteriori ostacoli, costano impegno e fatica.

La redazione di MedicoCompetente.it

billi

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645
  • Re: T.U. e figura del medico competente
  • (29/10/2007 10:37)

La mia solidarieta' alla Redazione per l'attacco fuori luogo, proditorio e gratuito. Invito tutti i lettori del sito a manifestare aperto dissenso per quanto affermato dal prof apostoli che non fa altro che continuare la linea perseguita da anni.

ANTO1234NELLA

ANTO1234NELLA
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  • Re: T.U. e figura del medico competente
  • (29/10/2007 22:11)

Appoggio la proposta di Billi, e do la mia totale solidarietà alla redazione.

Di colpi di mano ne abbiamo già subiti anche troppi, adesso è giunto il momento di fare corpo unico...ci mancherebbe solo più che dessero la competenza anche ai Medici di base, come ho già sentito ventilare...!!!!

"...Stando sulle spalle dei giganti, ho visto più lontano..." Isaac Newton

paldoctor

paldoctor
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  • Re: T.U. e figura del medico competente
  • (30/10/2007 11:00)

Mi associo alla solidarietà di tutti nei confronti della redazione, della quale va apprezzata la capacità di difendersi da accuse ridicole con grande eleganza e signorilità. Apostoli ed altri cattedratici, purtroppo, non sono nuovi a certe immotivate alzate di scudi , e quando si toccano dei nervi scoperti, che riguardano tutti, e soprattutto quelli che operano concretamente nelle aziende tutti i giorni, reagiscono con i toni che abbiamo visto. La grande tara dell'Univeristà italiana, incluse le cattedre di Medicina del Lavoro , è quella di voler mantenere a tutti i costi le gerarchie e le distanze, prima che stimolare la meritocrazia, il dialogo e la ricerca di soluzioni utili.
Con le conseguenze che abbiamo visto con il blitz dell'allargamento della competenza di qualche anno fa (spinto evidentemente da altri cattedratici che sapevano bene, invece, dove volevano arrivare...).
Non aspettiamoci grandi aiuti; cercheremo solo di fare al meglio possibile il nostro onesto lavoro...

claudiog

claudiog
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  • Re: T.U. e figura del medico competente
  • (30/10/2007 13:58)

Mi associo alla solidarietà nei confronti della Redazione. E ci mancherebbe!!! Vorrei ricordare che questo sito è ormai da alcuni anni "l'anima " vera e indiscussa del confronto in Medicina del Lavoro e lo è a 360 gradi, ospitando e avendo ospitato tutte le voci del nostro campo, tranne quelle che volontariamente ( snobisticamente?) non hanno mai ritenuto di dover scendere in campo. Siamo addirittura al messaggio di qualcuno inviato da qualcun altro. A quando un caffè in camera?
Sul fatto che la SIMLII abbia per anni coltivato solo la ristretta cerchia dell'orto universitario non possono sussistere dubbi essendo i risultati sotto gli occhi di tutti e parlando essi da soli. Sulle ragioni abbiamo a lungo disquisito, nè voglio dimenticare il fatto che la Simlii sia per statuto una società scientifica( ma quest affermazione non può essere una foglia di fico) o che molti MDL abbiano tirato a campare nel loro personalissimo orto finchè tutto andava bene, restando spesso e colpevolmente ai margini della scena.
Ma i tempi sono cambiati e tutti devono essere pronti ad accettarlo ed a ripartire costruttivamente dagli errori per non commetterne altri.
Grazie alla partecipazione critica, alle lunghe discussioni proprio su questo sito generatesi, alcune cose sembrano andare verso un lento, ma interessante cambiamento. Il rapporto fra le varie professionalità presenti nel direttivo è lievemente cambiato e molto dovrà farlo ancora per poter rispecchiare fedelmente forze e interessi in campo. Forze che proprio dal riconoscersi, rispettarsi e pesarsi l'un altra dovrebbero, in una società ideale, trovare le energie per portarsi reciproco aiuto nella soluzione dei problemi che la MDL deve affrontare.
Entrando nello specifico dello scritto di Apostoli, non ho mezzi per contestare le sue affermazioni riguardo all'impegno dei direttivi precedenti, ma tutti abbiamo mezzi per constatare che l'impegno non è stato comunque sufficiente a raggiungere gli obiettivi che perseguiva.
E mai che si sia sentita una qualche autocritica....
Quanto all'uso di vocaboli quali TASS e BOLSCEVISMO, lasciamo che li brandiscano, quali mazze ormai svuotate dalla storia, i nostri cari politici e diamoci da fare per quanto è di nostro interesse primario.

bordini

bordini
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  • Re: T.U. e figura del medico competente
  • (30/10/2007 17:06)

Io non voglio assolutamente entrare nel merito della diatriba ma noto soltanto che l'email attribuita al prof. Apostoli e' scritta da altro utente: mi chiedo solo se ha senso "infervorarsi" per l'una o l'altra parte sulla base di un'email che ha queste caratteristiche. Cio' premesso perche' mi sembra strano che un utente che trova il tempo per scrivere il testo ed inviarlo via email ad altro utente che a sua volta lo posta sul sito, non ne abbia per farlo di persona.
Non so forse Fox-Crime mi sta condizionando.....

"L’oro non è tutto. Ci sono anche i diamanti". (Paperon De’ Paperoni)

agomessi

agomessi
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  • Re: T.U. e figura del medico competente
  • (01/11/2007 14:51)

Per dovere di cronaca mi pare giusto a chi formulava domande sul futuro della disciplina,tralasciando ogni tipo di polemica, dare alcune informazioni riportando che nella seduta n.199 del 1 agosto 2007 sono stati approvati dalla Camera dei Deputati (A.C. 2849 - Sezione 15) una serie di Ordini del Giorno - all'unanimità - che costituiscono atti formali di impegno per il Governo,e che quindi dovranno essere tenuti presente nella redazione del Testo Unico. Tali atti rivestono notevole interesse per le attività di valutazione del rischio e di sorveglianza sanitaria .
Nel primo ODG (9/2849/1), firmato dai Deputati Cancrini, Zanotti, Dioguardi, si è trattato dei rischi psicologici prendendo spunto dal fatto - assai noto - che riguardava la condanna della Corte di Strasburgo nei confronti dell'Italia perchè la legislazione in materia di sicurezza sul lavoro risultava centrata solo sugli aspetti biologici, chimici, fisici e medici, trascurandosi gli aspetti relazionali, organizzativi e psicologici. Inoltre, nella dinamica di molti incidenti si era constatato che assumevano ormai un ruolo primario gli aspetti psicologici e relazionali che caratterizzano la vita dei lavoratori (soprattutto nel caso di prima assunzione dei giovani, delle donne, dei lavoratori extracomunitari maggiormente esposti a rischi di infortunio sul lavoro). Ed ancora, secondo le indicazioni scientifiche, malattie considerate emergenti quali lo stress, la depressione o l'ansia, nonché la violenza sul luogo di lavoro, le molestie, l'intimidazione, rappresentano ben il 18 per cento dei problemi di salute legati al lavoro, un quarto dei quali comporta un'assenza dal lavoro pari o superiore alle due settimane e per di più tali malattie appaiono non tanto legate all'esposizione ad un rischio specifico, quanto ad un insieme di fattori quali l'organizzazione dei compiti, le modalità degli orari di lavoro, i rapporti gerarchici, la fatica dovuta ai trasporti, ma anche al grado di accettazione della diversità etnica e culturale nell'impresa.
In sostanza (secondo i firmatari dell'OdG) , le patologie dovrebbero essere valutate in un contesto globale.Per tali motivi l'OdG impegna il Governo "in sede di adozione dei decreti legislativi per il riassetto e la riforma delle disposizioni vigenti in materia di salute e sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro", a tenere conto degli aspetti psicologici e relazionali che caratterizzano la qualità della vita lavorativa offrendo ai lavoratori una tutela rispettosa che considera la salute come aspetto psichico e fisico adottando ulteriori disposizioni integrative e correttive dei predetti Dlgs volte a dare il dovuto risalto al rischio psichico ed organizzativo nella definizione delle tipologie di rischio e a fornire le opportune indicazioni sui rischi trasversali attribuiti alla organizzazione del lavoro, ai fattori psicologici, alle condizioni difficili del lavoro, ai lavori usuranti dal punto di vista psicologico, avendo particolare riguardo per tutti quei lavoratori a rischio di burn out che si confrontano con situazioni di particolare difficoltà e degrado.

In un secondo Ordine del giorno, proposto dall'On.le Barani (9/2849/3) si è trattato degli specialisti in medicina del lavoro.
E' stato osservato che il numero dei morti sul lavoro ha raggiunto una quota consistente e vi è altissimo numero di invalidità temporanee e permanenti provate dal verificarsi di infortuni sul lavoro, molti infortuni essendo tra l'altro attribuiti ad inidoneità specifica o generica, permanente o temporanea del lavoratore, all'ambiente ed alle attrezzature di lavoro.
Tra l'altro (secondo i firmatari dell'OdG), è comune evenienza che il datore di lavoro è spesso più attento al perseguimento di maggiori profitti piuttosto che all'adozione di misure preventive in materia di salute e sicurezza sul lavoro, anche per la carenza -nel nostro Paese- di una vera cultura della tutela e della sicurezza . Mancano anche nelle scuole formazione ad una vera cultura della prevenzione e di valutazione dei rischi, di modo che la Camera ha impegnato il Governo a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative volte a introdurre l'obbligo di prevedere, in ogni realtà lavorativa, uno specialista in medicina del lavoro, assunto con un contratto di lavoro subordinato o autonomo, che " approvi e sovrintenda a tutti i piani industriali, alle mansioni dei lavoratori, all'idoneità delle attrezzature e strutture di lavoro, ai tempi e ritmi di lavoro e periodicamente (ogni sei mesi o ogni anno) sottoponga a visita psicofisica attitudinale e a test per il controllo sull'uso di sostanze stupefacenti e/o psicotrope e all'abuso di alcol i lavoratori".

Un ulteriore Ordine del Giorno a firma del Deputati Schirru, Delbono, Viola, Cinzia Maria Fontana, Di Girolamo, Cordoni, Bellanova, Froner, Benzoni, Codurelli, Pagliarini, Servodio, Burgio, Sanna, Fadda, De Biasi, Motta. (9/2849/4) tratta ancora della sorveglianza sanitaria impegnando il Governo ad adottare le opportune iniziative normative volte ad "estendere la sorveglianza sanitaria anche a quegli aspetti psicologici e relazionali che caratterizzano la vita dei lavoratori, offrendo una maggiore e più completa tutela soprattutto ai giovani di prima assunzione, alle donne, ai lavoratori extracomunitari, che sono maggiormente esposti ai rischi di infortunio sul lavoro".
Cio' in considerazione del fatto che il TU prevede l'applicazione « della normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro a tutti i settori di attività e a tutte le tipologie di rischio» e che il documento di valutazione dei rischi (DVR), che il datore di lavoro di ogni azienda pubblica e privata redige, deve ben definire soprattutto quei rischi trasversali, che l'Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza sul lavoro (ISPESL), attribuisce alla organizzazione del lavoro, ai fattori psicologici, ai fattori ergonomici, alle condizioni difficili di lavoro, ai lavori usuranti, la cui gestione in atto (rientrando nelle competenze professionali dello psicologo) non può essere affidata solo ed esclusivamente alla figura del medico competente.
Del resto- prosegue l'ordine del giorno - dopo oltre un decennio di applicazione della normativa prevenzionistica, appare quanto mai opportuno implementare gli elementi di tutela dei lavoratori alla luce del sempre crescente numero di infortuni attribuibili al cosiddetto «fattore umano» anche perché' dalla quarta indagine della Fondazione europea sulle condizioni di lavoro, svolta alla fine del 2005 con la partecipazione di circa 30.000 lavoratori in 31 paesi, in cui si presentano i punti di vista dei lavoratori su una vasta gamma di argomenti, comprendenti l'organizzazione del lavoro, gli orari di lavoro, le pari opportunità, la formazione, la salute, il benessere e la soddisfazione del lavoro,è emerso chiaramente che i lavoratori in Italia sono meno soddisfatti delle loro condizioni di lavoro rispetto alla media dei lavoratori europei e che tra i lavoratori italiani il sintomo sanitario più comune associato al lavoro è lo stress.
Ma ce n'è per tutti, compresi ovviamente Ospedali ed Asl in cui spesso sono stati segnalati dai media episodi di malasanità e di degrado. Infatti, gli Onorevoli Deputati si sono accorti finalmente di cio' che era sotto gli occhi di tutti e, in un ODG a firma dei Deputati (9/2849/52) Marinello, Angelino Alfano, Romele, la Camera, ha formalmente impegnato il Governo ad adottare le opportune iniziative volte a fare rispettare, tassativamente, anche a tutte le pubbliche amministrazioni, ed in particolare a quelle del comparto sanità, gli obblighi in tema di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro.
visto che "accade sovente che le amministrazioni pubbliche non rispettino pienamente le normative sulla tutela della salute e della sicurezza del lavoro, il che è grave e non è affatto giustificabile con la carenza di fondi necessari per gli adattamenti degli edifici e dei luoghi di lavoro e per di più cio' accade nelle strutture sanitarie pubbliche mentre le strutture sanitarie private accreditate sono, ovviamente, sottoposte agli obblighi di legge;
Ancora in tema di sorveglianza sanitaria viene segnalata una ulteriore incombenza nell'ODG a firma dei Deputati (9/2849/44) Lucchese, Fabbri, Bodega, Lo Presti. In esso, La Camera, impegna il Governo in sede di emanazione dei decreti legislativi di attuazione "a tener conto che la salute è un bene primario da tutelare e ad adeguare le modalità di attuazione della sorveglianza sanitaria anche all'esigenza di migliorare le attrezzature di pronto soccorso, all'esigenza di potenziare le attrezzature per la rianimazione nonché alla necessità che le imprese di dimensioni e strutture complesse attivino un servizio di reperibilità di specifico personale medico".

Sul pronto soccorso un ulteriore spunto di riflessione è costituito dall'ODG firmato dai Deputati (9/2849/38)Capitanio Santolini, Lucchese.
In esso, la Camera, impegna il Governo a valutare l'opportunità di inserire tra le attrezzature minime previste già dalla legge, anche la presenza di attrezzature di rianimazione e di defibrillatori e per le imprese di dimensioni e strutture complesse la presenza di una figura professionale sanitaria nonché prevedere anche la stipula di convenzioni che garantiscano la reperibilita' di un medico rianimatore.

Cio' sulla base dell'osservazione che il pronto soccorso interno non è stato mai considerato dalla maggioranza delle aziende italiane come una priorità , che l'attuale disciplina, tenendo conto della tipologia dell'azienda, impone la presenza in azienda di addetti al pronto soccorso che abbiano seguito uno specifico corso di formazione, la presenza della cassetta di pronto soccorso con un contenuto minimo, distinto sempre a seconda della catalogazione di rischio dell'azienda ed un mezzo di comunicazione idoneo ad attivare rapidamente il sistema di emergenza del Servizio Sanitario Nazionale e che si registra tuttavia la mancanza di attrezzature atte ad effettuare interventi di rianimazione pur in presenza di personale abilitato;
Un ulteriore ODG a firma dell'On.le (9/2849/28) Vacca, impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative, consultando eventualmente la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato le regioni, affinché sia previsto e definito il divieto di ricorso al lavoro somministrato in caso di determinate esposizioni pericolose, in particolare per i lavori con rischio di esposizione ad agenti chimici e biologici pericolosi
Cio' in considerazione che le disposizioni previste dal decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, consentono il ricorso al lavoro somministrato indipendentemente dal tipo, durata e gravità di esposizione ad agenti chimici e biologici. Scusate per la lunghezza ma mi pareva giusto fornire dati documentati integralmente.

Sinhue

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