L’idea che l’infortunio con esposizione a patogeni per via ematica sia del tutto assimilabile alla frattura di gamba gronda di buon senso. Tuttavia nella mia pratica di medico competente di grande azienda ospedaliera ho avuto grossi problemi per ottenere dal PS aziendale una corretta gestione degli infortuni con rischio di esposizione ad agenti biologici trasmessi per via ematogena subiti dai dipendenti dell’ azienda stessa. E non sempre ci sono riuscito.
D’altra parte l’accesso al PS non dovrebbe avere solo valenza medico legale per aprire una pratica e stare poi a vedere se malauguratamente succede qualcosa.
Particolarmente per l’ HIV occorrerebbe valutare la necessità di profilassi post esposizione che ha massima efficacia se iniziata molto precocemente (alcuni autori parlano di 4 ore). Il PS dovrebbe quindi trattare il caso come codice rosso e disporre, se indicata, della consulenza infettivologica e della possibilità di iniziare tempestivamente la somministrazione dei farmaci necessari
E in ogni caso l’intervento del PS dovrebbe essere calibrato in funzione del rischio connesso all’infortunio ed allo stato immunitario della vittima, informazioni che, di norma, non sono agevolmente disponibili al PS ma potrebbero esserlo in misura maggiore al MC
Non credo che il MC possa debba semplice spettatore e gestore dei successivi controlli. Credo sia necessario predisporre protocolli e percorsi organizzativi (superando anche gli ostacoli amministrative ed economici) ed essere disponibili ad essere “disturbati” (non parlo ovviamente di gestione diretta h24 dei casi)
In assenza di un “modello” di MC questo è uno dei modi di interpretare la funzione. Altri adottano modi diversi, più attenti all’ orario di sportello. Il problema, nelle discussioni tra colleghi, nasce quando il proprio modo viene vissuto come modello e chi non lo condivide viene additato al pubblico ludibrio.
Quest'ultima osservazione mette ancora una volta in risalto quanto sia necessario mettersi d'accordo sui protocolli da adottare in circostanze analoghe. Non sarebbero vere linee guida, ma certamente un valido appoggio in caso di contenzioso.
milvio.piras il 17/03/2019 11:47 ha scritto:
Quest'ultima osservazione mette ancora una volta in risalto quanto sia necessario mettersi d'accordo sui protocolli da adottare in circostanze analoghe. Non sarebbero vere linee guida, ma certamente un valido appoggio in caso di contenzioso.
Allora traduciamo in parole di uso quotidiano il "mettersi d'accordo" con una struttura pubblica in quest'ambito: il medico competente libero professionista si reca presso la direzione della ASL o dell'Azienda Ospedaliera, prima di farlo impiega un bel po' di tempo per ottenere udienza, forse qualcuno lo riceverà, quando arriva lì probabilmente starà parlando con qualcuno che non avrà idea di come la Direzione si vorrà comportare, quindi gli sarà chiesto di fare una istanza per iscritto, a questo punto bisognerà valutare il bilancio e forse qualcuno convocherà un tavolo tecnico per capire come/quando/chi/con che modalità far pagare le prestazioni .... ehm mi sono già stancato.
Scusate il sarcasmo!
A pensar male si fa peccato ma ci s'azzecca!
scusate ma si vuole moglie ubriaca e botte piena ovvero gestione pubblica di un evento che dovrebbe essere governato dal medico competente.
LA PA è ben felice di redigere contratti con il privato perchè questi sono soldi veri, non come quelli del "monopoli". Certo se si accetta l'onere di seguire una realtà con operatori a rischio biologico bisogno darsi da fare affinché tutto fili per il verso giusto (e prevedere procedure, protocolli, curare il buon esito delle convenzioni, etc....). E se l'infortunio accade durante le ferie o un congresso bisognerà occuparsene, non vedo soluzioni diverse.
Mi sembra che, come al solito, la situazione è a macchie di leopardo: qualche PS fa tutto bene, qualche PS si rifiuta, qualche PS fa solo un intervento parziale. Anche da noi succede la stessa cosa (spesso anche con i dipendenti). Mi sembra ovvio che il MC non possa stare a guardare e arrabbiarsi se le cose non vanno come dovrebbero. In relazione a questa situazione ma anche per dovere deontologico e medico legale il MC dovrebbe essere informato al più presto, e in relazione a quello che è stato fatto o in relazione alle carenze del PS, mettere in atto tutte le misure necessarie alla tutela del lavoratore. Il coinvolgimento diretto del MC (e del DL per i costi) mi sembra doveroso poiché di fatto più che di infortunio si tratta di esposizione molto spesso connessa alla mancanza di dispositivi sicuri e quindi fortemente connessa alla organizzazione della sicurezza aziendale. Per tale ragione non faccio storie quando il PS si rifiuta di procedere alle indagini e le rimanda al MC aziendale. Considerate infine che il PS in alcune realtà o rimanda i codici bianchi o addebita la prestazione all'utente e tutti i torti non li hanno
faggiano.danilo il 18/03/2019 07:31 ha scritto:
Allora traduciamo in parole di uso quotidiano il "mettersi d'accordo" con una struttura pubblica in quest'ambito: il medico competente libero professionista si reca presso la direzione della ASL o dell'Azienda Ospedaliera, prima di farlo impiega un bel po' di tempo per ottenere udienza, forse qualcuno lo riceverà, quando arriva lì probabilmente starà parlando con qualcuno che non avrà idea di come la Direzione si vorrà comportare, quindi gli sarà chiesto di fare una istanza per iscritto, a questo punto bisognerà valutare il bilancio e forse qualcuno convocherà un tavolo tecnico per capire come/quando/chi/con che modalità far pagare le prestazioni .... ehm mi sono già stancato.
Scusate il sarcasmo!
Forse non mi sono spiegato: non intendevo che ognuno di noi debba andare a contrattare con ogni direzione sanitaria di ogni PS le prestazioni d'urgenza in caso di puntura accidentale. Intendevo dire che dovremmo metterci d'accordo noi medici competenti su cosa fare. Se tutti concordassimo che, in casi simili, chi deve intervenire è il PS e il SSN, oppure, al contrario, che deve essere il mc, o fino a qui il PS e da qui in poi il mc, ma chiaro per tutti e da tutti condiviso, non ci sarebbero ambiguità e arbitrarietà che possono rivelarsi estremamente pericolose per i lavoratori interessati e per noi che, chiamati a rispondere di gravi omissioni e conseguenti lesioni personali, non sapremmo a cosa attaccarci per giustificare il nostro comportamento.
Mi sono spiegato ora?
Quanto a come metterci d'accordo, credo che non ci sia altra strada che quella del corporativismo, e su quella stiamo lavorando. Ma perché funzioni occorre l'adesione di tutti.
milvio.piras il 18/03/2019 06:29 ha scritto:
Forse non mi sono spiegato: non intendevo che ognuno di noi debba andare a contrattare con ogni direzione sanitaria di ogni PS le prestazioni d'urgenza in caso di puntura accidentale. Intendevo dire che dovremmo metterci d'accordo noi medici competenti su cosa fare. Se tutti concordassimo che, in casi simili, chi deve intervenire è il PS e il SSN, oppure, al contrario, che deve essere il mc, o fino a qui il PS e da qui in poi il mc, ma chiaro per tutti e da tutti condiviso, non ci sarebbero ambiguità e arbitrarietà che possono rivelarsi estremamente pericolose per i lavoratori interessati e per noi che, chiamati a rispondere di gravi omissioni e conseguenti lesioni personali, non sapremmo a cosa attaccarci per giustificare il nostro comportamento.
Mi sono spiegato ora?
Quanto a come metterci d'accordo, credo che non ci sia altra strada che quella del corporativismo, e su quella stiamo lavorando. Ma perché funzioni occorre l'adesione di tutti.
Oh, per carità, non volevo essere offensivo nei tuoi confronti. Ci mancherebbe altro. Se è passato questo messaggio, me ne scuso.
Il mio era più che altro un intervento sconfortato, basato sulla constatazione del sempre impari rapporto tra liberi professionisti e pubblica amministrazione. Noi su questo ed altri argomenti ce la possiamo cantare e suonare quanto vogliamo tra di noi, ma alla fine, quando teoricamente dobbiamo andare a "batter cassa" - diciamo così - ci verrà risposto con una pernacchia. Ecco, detta brutalmente così come la sto pensando in questo momento :-)
A pensar male si fa peccato ma ci s'azzecca!
milvio.piras il 18/03/2019 06:29 ha scritto:
Forse non mi sono spiegato: non intendevo che ognuno di noi debba andare a contrattare con ogni direzione sanitaria di ogni PS le prestazioni d'urgenza in caso di puntura accidentale. Intendevo dire che dovremmo metterci d'accordo noi medici competenti su cosa fare. Se tutti concordassimo che, in casi simili, chi deve intervenire è il PS e il SSN, oppure, al contrario, che deve essere il mc, o fino a qui il PS e da qui in poi il mc, ma chiaro per tutti e da tutti condiviso, non ci sarebbero ambiguità e arbitrarietà che possono rivelarsi estremamente pericolose per i lavoratori interessati e per noi che, chiamati a rispondere di gravi omissioni e conseguenti lesioni personali, non sapremmo a cosa attaccarci per giustificare il nostro comportamento.
Mi sono spiegato ora?
Quanto a come metterci d'accordo, credo che non ci sia altra strada che quella del corporativismo, e su quella stiamo lavorando. Ma perché funzioni occorre l'adesione di tutti.
Ma scusa...questo è il lavoro del MC. Mettersi d'accordo su cosa? Esistono fior di riferimenti stranieri e non (vedi es. CDC, NIOSH, Spallanzani etc..) che indicano chiaramente come si gestisce un infortunio biologico a seconda di come è il paziente-fonte. Il resto è "roba" nostra. Piu' di cosi' cosa vogliamo? Davvero non capisco
Provo a spiegarmi meglio. Pur riconoscendo che la maggior parte dei medici competenti lavora con coscienza e professionalità, non tutti adottano le stesse misure pur di fronte a situazioni esattamente sovrapponibili. Non mancano, tuttavia, i casi (anzi, direi che sono tutt'altro che rari) in cui si fa fatica a riconoscersi dell’operato di qualche collega che, per motivi che possono anche essere intuibili e difficilmente giustificabili, si discostano parecchio dal normale e/o più frequente modus operandi della maggioranza dei colleghi. Non sta a me dire chi abbia torto e chi ragione, tuttavia questa arbitrarietà è propria anche dei colleghi degli OdV, alcuni dei quali hanno dato prova di una estrosità a dir poco funambolica. Ciò traducendosi in altrettante rogne per i colleghi capitati sotto il loro vaglio. E ancora funziona così. Anzi, sappiamo bene che persino alcuni regolamenti regionali si sono spinti a imporre regole diverse in diverse aree del territorio nazionale
La questione di chi si debba occupare della gestione delle emergenze è quindi solo uno dei tanti casi che ancora, evidentemente, non sono stati sufficientemente chiariti per tutti. E ciò malgrado esista tanta letteratura di riferimento.
La legge Gelli-Bianco (che, a quanto dicono gli osservatori, sembra stia portando più problemi di quanti avrebbe voluto risolverne) suggerisce di seguire le linee guida dove queste siano disponibili, ma a tutt'oggi sono ancora insufficienti. Per questo è stato suggerito, in sede di dibattito congressuale, di metterci d'accordo e cercare quantomeno di uniformare i protocolli ove possibile, perché possano essere di riferimento in caso di contenzioso. Tuttavia, è anche necessario che, in quei casi, il medico competente non venga lasciato da solo ad affrontare un giudizio sul proprio operato, soprattutto perché, a quanto pare, avvocati preparati in questo settore ce ne sono ben pochi. Occorrerebbe, quindi, che alle spalle del medico competente ci fosse una organizzazione che ne sappia prendere le difese, sulla base di accordi e convenzioni il più possibile condivise. E questa organizzazione non può che essere costituita e gestita dalla base, intendendo con questo che dovremmo essere noi stessi, i medici competenti soprattutto delle micro, piccole e medie imprese, di cui conosciamo e spesso condividiamo (nostro malgrado) i problemi, che si guadagnano la pagnotta senza nessuna garanzia, a dettare le regole. E non certo aspettando i che siano degli illustri accademici a risolvere i nostri problemi. Con tutto il rispetto (e non sempre meritato) sarebbe come mettere il rampollo di una grande famiglia di industriali, che conosce solo problemi del tipo “stasera prendo la Ferrari o la Lamborghini per uscire?”, a capo della FIOM.
Beh, ho fatto un discorso che pare un comizio, che neppure Landini…
Più chiaro di così non credo di poter essere. E se non basta, parliamo pure d'altro.
quindi il discorso alla fine non verte sulla gestione dell'infortunio biologico ma sulla promozione di nuove forme di aggregazione tra MC. E' così?
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