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I 6000 Hz

Questo argomento ha avuto 10 risposte ed è stato letto 17824 volte.

nofertiri9

nofertiri9
Provenienza
Napoli
Professione
Laureato non medico
Messaggi
1256
  • Re: I 6000 Hz
  • (08/12/2007 22:43)

Picpus il 08/12/2007 05:22 ha scritto:
...C'era uno stranissimo rumore, quasi impercettibile, con frequenze intorno agli 8000 e superiori, che superava i 100 dB!!! Il rumore era dovuto allo sfregamento di un vassoio in ferro-acciaio su guide di altro metallo (presumibilmente ferro).

Se tu sapessi quanto ti sono grata di qullo che hai scritto! Se passi da napoli, ti cucino una pappa splendida! (atteggiamento parentale, lo so...). Comunque ovvio che sembrasse impercettibile, a 8.000 hz il ns. timpano vibra meno, ma la pressione c'è. Dice da almeno 4-5 anni la Prof. Franca Merluzzi (figlia d' arte, e che arte!) che ciò che dovremmo valutare è il peso complessivo, le pressioni effettive e non quelle percepite. Come dire : stupido misurare e valutare in scala A e il peso pressorio sommatorio, dobbiamo studiare com'è il rumore e il modo in cui "pesa". Immagino sia questo cui si riferiva gennaro concordando con la mia tesi: ma secondo te, quanta gente ci dà retta? a me, pochissimi; a te come OV magari se imprechi un poco qualcuno di più, ma attento che se chiedi qualcosa extra-legem puoi trovare il consulente legale che ti denuncia per abuso di potere... E in giudizio sarebbe assai difficile provare il motivo scientifico e non quello (più frequente, diciamocelo) dell'ipotesi di concussione.
E passando alle cose serie, visto che ormai il nostro thread d'evasione ce l'abbiamo, grazie a Dr.Amy, mi stavo ragionando che, come sempre più spesso riscontro, il web è veramente fonte di confronto e dunque di conoscenza. Così come ho lanciato a tcam il messaggio sulle sue tecniche diagnostiche una tantum davvero preventive, adesso mi sento di lanciare un ulteiore appello, e lo formulo spero in maniera chiara (2 grappine e un po' di cioccolato amaro mentre ascolto le teorie su atlantide potrebbe influire!).
Premettendo che è sempre dura, ma assai dura, convincere i DdL a fare qualche cosa che non sia strettamente obbligatoria (a proposito, pic, complimenti a te e al DdL di cui riferisci), e visto che comunque con l'introduzione del 277 in effetti sulle otopatie tradizionali va decisamente meglio rispetto a prima della fine anni 80, che ne direste di raccogliere anche informalmente, dall'inizio, questi dati?
Personalmente, è da un decennio buono che parlo di "tecnopatie subcliniche", espessione con cui designo delle patologie, anche magari blande, da poterle chiamare più disfisiologiche che non patologiche tout court.
E dico che alla Medicina del Lavoro oggi può spettare un ruolo di primissimo piano nell'identificazione di correlazioni causa-effetto sinora ignorate perchè, per gravità, certamente secondarie alle tecnopatie così come le abbiamo conosciute nel pieno sviluppo industriale mondiale. Cominciai tantissimi anni fa, credo fosse il 1983 o '84 (dovrei vedere la pubbl, è vecchia), notando che in un'azienda che produceva colle a n-esano quelli che non si stavano "arricettando" (N.d.t.= ammalando gravemente) con la poi semi-scomparsa polineuropatia da collanti, avevano tutti dei livelli di pChe decisamente troppo alti per essere maschietti e per di più non epatopatici. Nella stessa azienda, che peraltro seguo ancora oggi, da che la splendida DdL ha eliminato con un gran lavoro di ricerca industriale il n-esano dai collanti prodotti, e dove un po' alla volta abbiamo educato i lavoratori all'uso corretto di attrezzature, al rispetto delle procedure e all'utilizzo dei DPI scelti, da 13 anni non solo non c'è più nessun evento morboso correlabile con la lavorazione, ma siamo riusciti ad ottenere persino una stabilizzazione delle c.d. "ipersuscettinilità individuali" (...) di parecchi di loro, in collaborazione con i vari medici di famiglia con cui ci si è interfacciati. E soprattutto, infortuni 0, escludendo uno che scendendo a due a due gli scalini dell'ufficio dopo una gratifica si è slogato una caviglia.
Sapete tutti che io non sono medico, ma ormai avete anche capito quanto amo questo lavoro, e soprattutto quanto ci credo: vi prego, anche voi medici ed altri che leggete ma non scrivete, provateci.
Portate esperienze, dati, ipotesi.
E ricordate che la ricerca, quella vera, non è solo quella che poi si fa la comunicazione in termini "abbiamo scoperto che X fa venire Y". Ricerca è anche quella che sembra negativa, ossia "possiamo provarvi che Z con W non ci azzecca per nulla!".
Così, si evita ad altri di perder tempo e magari di dedicarsi a studi che possono dare qualcosa di "positivo". Laddove -soprattutto per le esposizioni certe a basse dosi- si rivelino dei cluster monotematici che potrebbero risultare assai utili sia nella medicina generale che nella comprensione biochimica dell'innestrarsi di tante malattie di cui ancora oggi conosciamo solo le sintomatologie ma non l'agente eziologico.
Alla fine, diceva Lavoisier, nulla si crea e nulla si distrugge: io penso che ciò valga anche per l'arte medica.

Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.

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