Lavoratore positivo al cannabinoide urinario (test di conferma con acido delta-9-THC COOH 64 ng/ml – la soglia di positività è 15). Dichiara di fumare la cannabis light regolarmente comprata. Vi è già capitato? Cosa fareste? Secondo me la storia è inverosimile, è più probabile che fumi la cannabis vera e propria e che utilizzi come paravento la cannabis light.
Credo che il lavoratore sia libero di dichiarare quello che vuole. Il MC non è libero di credere a quanto afferma il lavoratore quando un test affidabile smentisce le affermazioni del lavoratore stesso. Se il lavoratore insiste (nonostante il test urinario) a sostenere di usare solo prodotti regolarmnte acquistati gli si può suggerire di denunciare chi vende.
Sonnambulo il 02/11/2021 03:53 ha scritto:
Lavoratore positivo al cannabinoide urinario (test di conferma con acido delta-9-THC COOH 64 ng/ml – la soglia di positività è 15). Dichiara di fumare la cannabis light regolarmente comprata. Vi è già capitato? Cosa fareste? Secondo me la storia è inverosimile, è più probabile che fumi la cannabis vera e propria e che utilizzi come paravento la cannabis light.
La cannabis light contiene comunque THC, poco ma ce n'e'. Quindi dipende da quanta ne fumi !
Io mediamente trovo 3-4 positivi all'anno. L'anno in cui aprirono i primi negozi della light arrivai a trovarne 25 in un mese !
Comunque se fai una ricerca su Google con "CANNABIS LIGHT E POSITIVO' AI TEST" trovi anche dei laboratori che confermano il rischio di positivita' anche con la light
Guido
Tralascio ogni considerazione sulla non eccelsa qualità della normativa in merito di assunzione di sostanze psicotrope e sulle motivazioni alla sua emanazione. Credo però che al MC non venga richiesto di discriminare tra principio attivo assunto legalmente o illegalmente. Viene invece richiesto di verificare se i livelli urinari di principio attivo siano o meno superiori al cutoff. Questo ai fini dell'idoneità. Poi nessuno va criminalizzato e tutti vanno compresi, creduti (opzionale) e ben consigliati. Deve essere però chiarito che se un limite è posto deve essere rispettato.
Concordo. Ho "suggerito" al lavoratore di non utilizzare nemmeno quella light in quanto, appunto, deve restare al di sotto della soglia di positività. Lo riconvoco a sorpresa tra qualche settimana.
gab1958 il 03/11/2021 10:07 ha scritto:
La cannabis light contiene comunque THC, poco ma ce n'e'. Quindi dipende da quanta ne fumi !
Io mediamente trovo 3-4 positivi all'anno. L'anno in cui aprirono i primi negozi della light arrivai a trovarne 25 in un mese !
Comunque se fai una ricerca su Google con "CANNABIS LIGHT E POSITIVO' AI TEST" trovi anche dei laboratori che confermano il rischio di positivita' anche con la light
Guido
In realtà chiedersi per quanto tempo resta il CBD nelle urine non è la domanda giusta. Infatti, il CBD non viene ricercato dai test antidroga.
Piuttosto, dovresti preoccuparti delle piccole quantità di THC, che, sfortunatamente, potrebbero alterare il risultato del test e dare un falso positivo. E la permanenza del THC nel nostro corpo dipende da tantissimi fattori: sesso, dieta, metabolismo, attività fisica e, soprattutto, frequenza di consumo e il test a cui ci andiamo a sottoporre.
I test salivari in pochi minuti possono rilevare i metaboliti del THC per circa 3-5 giorni nei consumatori occasionali e fino a 29 giorni nei consumatori cronici.
Con il test delle urine, in un consumatore occasionale, il THC viene rilevato per 3-7 giorni, in un consumatore cronico si può arrivare fino a 30 giorni dall’ultima assunzione.
La situazione cambia per gli esami del sangue: nei consumatori occasionali il THC viene solitamente rilevato per pochi giorni, nei consumatori cronici è presente per qualche settimana.
Infine il corpo deposita una piccola quantità di cannabinoidi anche nei follicoli piliferi. Ed una sola ciocca di 3-4 cm può far risalire ad un consumo fino a 90 giorni prima.
Nel caso lo aveste pensato, tagliare i capelli non è la soluzione. Se questi non raggiungono almeno i 3 cm, i peli prelevati saranno quelli ascellari o pubici, che crescendo più lentamente, potrebbero rilevare tracce ancora più remote.
Se però si vuole continuare a godere degli effetti positivi del CBD, senza rischiare di uscire positivo ad un test antidroga, è possibile scegliere dei prodotti completamente privi di THC. Come l’olio di CBD broad spectrum, in cui il THC viene rimosso chimicamente. Lo stesso vale per i cristalli di CBD.
Per andare sul sicuro, l’ideale sarebbe preferire solo aziende che commerciano prodotti certificati che forniscono delle analisi di laboratorio che garantiscono la qualità e i livelli di CBD e THC nei prodotti. Crystalweed, in questo, secondo me è imbattibile.
Lascio qui sotto, per chi fosse interessato, il link all'di CBD broad spectrum. https://crystalweed.it/olio-cbd/
Tra l'altro ne esistono con diverse concentrazioni di CBD e sono pensati per venire incontro a un'infinità di disturbi: ansia, insonnia, dolori muscolari e ossei, dolori mestruali...
In realtà chiedersi per quanto tempo resta il CBD nelle urine non è la domanda giusta. Infatti, il CBD non viene ricercato dai test antidroga.
Piuttosto, dovresti preoccuparti delle piccole quantità di THC, che, sfortunatamente, potrebbero alterare il risultato del test e dare un falso positivo. E la permanenza del THC nel nostro corpo dipende da tantissimi fattori: sesso, dieta, metabolismo, attività fisica e, soprattutto, frequenza di consumo e il test a cui ci andiamo a sottoporre.
I test salivari in pochi minuti possono rilevare i metaboliti del THC per circa 3-5 giorni nei consumatori occasionali e fino a 29 giorni nei consumatori cronici.
Con il test delle urine, in un consumatore occasionale, il THC viene rilevato per 3-7 giorni, in un consumatore cronico si può arrivare fino a 30 giorni dall’ultima assunzione.
La situazione cambia per gli esami del sangue: nei consumatori occasionali il THC viene solitamente rilevato per pochi giorni, nei consumatori cronici è presente per qualche settimana.
Infine il corpo deposita una piccola quantità di cannabinoidi anche nei follicoli piliferi. Ed una sola ciocca di 3-4 cm può far risalire ad un consumo fino a 90 giorni prima.
Nel caso lo aveste pensato, tagliare i capelli non è la soluzione. Se questi non raggiungono almeno i 3 cm, i peli prelevati saranno quelli ascellari o pubici, che crescendo più lentamente, potrebbero rilevare tracce ancora più remote.
Se però si vuole continuare a godere degli effetti positivi del CBD, senza rischiare di uscire positivo ad un test antidroga, è possibile scegliere dei prodotti completamente privi di THC. Come l’olio di CBD broad spectrum, in cui il THC viene rimosso chimicamente. Lo stesso vale per i cristalli di CBD.
Per andare sul sicuro, l’ideale sarebbe preferire solo aziende che commerciano prodotti certificati che forniscono delle analisi di laboratorio che garantiscono la qualità e i livelli di CBD e THC nei prodotti. Crystalweed, in questo, secondo me è imbattibile.
Lascio qui sotto, per chi fosse interessato, il link all'di CBD broad spectrum. https://crystalweed.it/olio-cbd/
Tra l'altro ne esistono con diverse concentrazioni di CBD e sono pensati per venire incontro a un'infinità di disturbi: ansia, insonnia, dolori muscolari e ossei, dolori mestruali...
MedicoCompetente.it - Copyright 2001-2025 Tutti i diritti riservati - Partita IVA IT01138680507
Privacy | Contatti