PALA E PICCONE, questa è la soluzione per un lavoratore addetto a mansioni di ufficio che si lamenta del proprio posto di lavoro e particolarmente del clima, un bel posto di lavoro dove di utilizzi pala e piccone 250 giorni l'anno, sia in estate che in inverno, ovviamente all'aperto.
E poi ci meravigliamo che la gente muore nei cantieri....
Non sarò politicamente corretto, ma onestamente non me ne frega niente.
Sergio Truppe
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"Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiero in gran tempesta, non donna di provincia, ma bordello"
GANDALF IL GRIGIO il 17/02/2008 03:20 ha scritto:
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Non sarò politicamente corretto, ma onestamente non me ne frega niente.
ma guarda, gandalf, io trovo che sia invece politicamente assai corretto utilizzare lo stesso metro per tutti; dunque, se un lavoratore edile o operaio di cava si giudica che abbia occasionalmente microclima sfavorevole, alle mie latitudini dove però oggi fa un freddo della miseria, io appunto dico che a maggior ragione un impiegato in un ufficio con l'aria condizionata non ha nè possa ritrovarsi in condizioni di microclima sfavorevole. Ciò anche alla luce della ns. normativa, che regola - se ben ricordo - solo i rischi da condizioni microclimatiche estreme, intendendosi ciò al di fuori del range 15-30 °C.
va' laùra!
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
Secondo me si sta esagerando: non si può liquidare il problema dell’aria condizionata con i luoghi comuni che c’è chi sta peggio (edilizia), che bisogna coprirsi in piena estate se si sente freddo, che si lamenta chi non vuole lavorare, ecc. Ci sono infinite obiezioni; ne esplicito solo due:
1) il MC ha il dovere deontologico di valutare, in base alla sua conoscenza specifica, la qualità dei luoghi di lavoro e fornire indicazioni al Datore di Lavoro per rispettare la normativa (obiettivo minimale) o meglio per ottimizzare le condizioni ambientali (requisito di qualità) senza esprimere pareri “moralistici” sui lavoratori o predicozzi inopportuni quanto dannosi al rapporto di lealtà e fiducia con i lavoratori. Questo non vuol dire che bisogna accettare ciecamente le lamentele dei lavoratori ma che occorre fornire risposte “scientifiche” e motivate senza ulteriori pareri;
2) Quasi tutti gli impianti di condizionamento che vedo negli uffici o ospedali sono fatti “con i piedi” e le lamentele possono servire a correggere errori e ad aumentare l’attenzione sulla problematica: ben vengano allora. Si dimostri il MC (ma anche il SPP) all’altezza della situazione…
annuscor il 17/02/2008 08:28 ha scritto:
Secondo me si sta esagerando: non si può liquidare il problema dell’aria condizionata con i luoghi comuni che c’è chi sta peggio (edilizia), che bisogna coprirsi in piena estate se si sente freddo, che si lamenta chi non vuole lavorare, ecc.
...2) Quasi tutti gli impianti di condizionamento che vedo negli uffici o ospedali sono fatti “con i piedi” e le lamentele possono servire a correggere errori e ad aumentare l’attenzione sulla problematica: ben vengano allora. Si dimostri il MC (ma anche il SPP) all’altezza della situazione…
Mi sembrava di aver chiarito il concetto che si parte dal principio che l'impianto non sia fatto con i piedi, quando ho portato l'esempio di quanto è successo nel mio ufficio.
Ed è in questa ottica che - credo - si è chiosato, forse anche oltre le righe, sui lavoratori che trovano sempre e comunque da lamentarsi. E poichè nel mio passato c'è anche un lungo periodo in struttura sanitaria pubblica, so per vissuto personale che questi soggetti sembrano riprodursi per gemmazione.
E' ovvio che se il lavoratore seguito da giovannitasca a Enna lavora in una struttura dove qualche improvvido gestore spara in giro, d'estate, aria a 15°C, qualche cosa da fare c'è: ma non certo esonerarlo dal lavoro, piuttosto far portare correttamente la temperatura a livelli di 23-24 °C, o meglio, al di fuori dei reparti di degenza, entro i 5-7 gradi di differenza negativa con la temperatura esterna, che è il gap più facilemente accettabile dal ns. organismo. In quel caso, la temperatura troppo bassa, oltre ad essere uno stupido spreco energetico, può essere addirittura contoproducente anche per i pazienti, se presenti.
Idem dicasi se la postazione lavorativa è messa in posizione non consona, vedasi
"DPR 303/56, Art. 9, AREAZIONE DEI LUOGHI DI LAVORO CHIUSI -
1. Nei luoghi di lavoro chiusi, è necessario far sì che tenendo conto dei metodi di lavoro e degli sforzi fisici ai quali sono sottoposti i lavoratori, essi dispongano di aria salubre in quantità sufficiente anche ottenuta con impianti di areazione.
2. Se viene utilizzato un impianto di aerazione, esso deve essere sempre mantenuto funzionante. Ogni eventuale guasto deve essere segnalato da un sistema di controllo, quando ciò è necessario per salvaguardare la salute dei lavoratori.
3. Se sono utilizzati impianti di condizionamento dell'aria o di ventilazione meccanica, essi devono funzionare in modo che i lavoratori non siano esposti a correnti d'aria fastidiosa.
4. Qualsiasi sedimento o sporcizia che potrebbe comportare un pericolo immediato per la salute dei lavoratori dovuto all'inquinamento dell'aria respirata deve essere eliminato rapidamente.".
Siamo forse partiti dalla convinzione teorica che in una Azienda Sanitaria si rispettino le norme di Igiene del Lavoro ultracinquantenni.
Ma mi rendo conto che potrebbe anche non essere così. Ciò non toglie che, a regole rispettate e bocce ferme, di solito un ufficio condizionato non può esporre a correnti fredde invalidanti i lavoratori.
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
salve a tutti, stavo navigando nel sito per curiosare.Mi sembrava carino intervenire anche su di un thread particolarmente vecchio. Dunque quando camminiamo, si cammina nell'aria ad un passo al secondo che corisponde a circa un metro al secondo. Il chè equivale allo stare fermi e beccarsi addosso una corrente d'aria che ti viene incontro in senso contrario alla velocità di un metro al secondo. Nessuno sente freddo per il semplice fatto di essersi messo a camminare. Tutto questo per dire che spesso si addossa alla velocità dell'aria una responsabilità che non ha in termini fisiologici di Comfort/Salute. Ce l'ha quando alla velocità dell'aria è associato un forte sottoraffreddamento. Allo scopo vale la pena ricordare che mentre la temperatura di comfort invernale è generalmente stimata essere intorno ai 20°C , il comfort estivo è stimato essere raggiunto intorno ai 26°C che corrispondono poi ai 28°C di temperatura operativa.
Molto spesso i malanni ed i disagi che derivano dall'essere esposti a correnti d'aria provenienti dai condizionatori, derivano dal non avere impostato sul termostato di zona, la corretta temperatura di esercizio, nella commutazione tra estate ed inverno.
Saluti a tutti.
per prima cosa:qual'è il motivo della visita presso il medico competente? Una volta accertata l'idoneità o meno alla mansione specifica demanderei la valutazione dell'idoneità dell'impianto di condizionamento a personale tecnico abilitato che deve avere tutte le competenze (non mediche) per una valutazione di tal genere.
tapand
Salve a tutti di nuovo:
Spesso si sente dire che le correnti d'aria danno fastidio. Va detto che danno fastidio se uno si toglie di li e va a stare da un'altra parte, ma se uno è obbligato a stare fisso li dove colpiscono in una postazione sedentaria per un tot numero di ore, il fastidio si tramuta spesso purtroppo in qualcos'altro che può essere raffreddore, torcicollo mal di schiena.
A me personalmente è capitato in gioventù, di essermi addormentato su di un traghetto durante una traversata; sopra ad una cuccetta in alto vicino ad una bocchetta di aria condizionata che sparava aria fredda e che non si poteva chiudere.
La mattina dopo mi sono svegliato che avevo una paresi facciale, gli occhi rossi, lacrimavo da tutte le parti, ero totalmente insensibile sulle guancie e sulle parti colpite, sbavavo da tutte le parti.
Quindi non è vero che le correnti d'aria portino sempre e comunque come sola conseguenza il solo fastidio.
L'occasione e l'accaduto mi sono serviti a suo tempo per identificare un problema e per studiarlo appassionandomi al tema della ventilazione sia industriale sia di altro tipo, per esempio la ventilazione per protezione personale che ha lo scopo di non fare respirare alle persone fumi, aerosols,polveri, gas aerodispersi durante le operazioni che si svolgono durante le mansioni di lavoro.
E' un bel settore molto spesso poco consociuto o misconosciuto.
I condizionatori sono macchine stupende. Tra le tante cose possono aiutare anche nel contrastare le malattie infettive aerotrasmesse in ambienti chiusi a caratteristica comunitaria, solo che vanno conosciuti a fondo, e non esiste purtroppo la cultura adatta.
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