Sono stato da poco nominato M.C. di una Azienda Ospedaliera.
il mio primo impegno è stato quello di prendere visione del D.V.R.
Nel Documento viene indicato rischio cancerogeno nei confronti del personale dei reparti che utilizzano chemioterapici. Posso accettare tale rischio per l'equipe deputata alla preparazione delle chemioterapie e per i reparti di oncologia ed ematologia (penso sia inutile riaprire la discussione sull'effettiva cancerogenicità di farmaci nei riguardi degli operatori sanitari)vista la quantità di FARMACI che preparano,somministrano e smaltiscono ma rimango molto perplesso nel considerara a rischio personale che in un anno somministra non più di 10 fiale diluite di ciclosfosfamide o di mitomicinna c ( ovviamente sono andato a controllare le quantita di chemioterapici sicuramente classificati cancerogeni utilizzati nei vari reparti) tenendo anche presente che nei reparti arriva il farmaco pronto per essere somministrato con kit di infusione dedicato.
Ho espresso le mie perplessità all'R.S.P.P. motivandole con mancanza di dati certi in letteratura(io non ho trovato nulla di certo)con le minime quantità di farmaco ,tra l'altro diluito, utilizzato,dall'impossibilità di focalizzare l'attenzione sul personale che ruota in turni. Fallimento completo.
Visto ora l'obbligo di istituire registri e cartella sanitaria per esposti a rischio cancerogeni qualcuno di Voi che svolge attività di M.C. in strutture sanitarie ha i miei identici problemi?
Grazie per gli eventuali consigli.
b.carsughi@alice.it
una risposta "istituzionale", nel senso di politically correct...(e quindi probabilmente banale, ma tant'è...)
Non esiste una soglia minima di esposizione a cancerogeni (ho sentito di alcuni algoritmi che vorrebbero equiparare i cancerogeni al rischio chimico quando si tratta si quantità minime...non mi sono trovato d'accordo perchè c'è sempre la possibilità di valuatzioni sommarie o a spanna...) e quindi io penso che l'utilizzo del nuovo modello di cartella sia opportuno.
Poi, sull'opportunità o meno di considerare esposti a cancerogeni tali lavoratori, se ne potrà discutere ad libitum.
Questo vale per tutti gli esposti a cancerogeni.
Per le radiazioni ionizzanti passo la palla a nonnogab, col quale poi mi confronterò di persona per una piccola questione che ancora mi brucia un po'... ;););)
..presente tipo "sassolini nelle scarpe..."?
cordialità
Rispondo a berto01mb e maxmd: sono MC di un ospedale e anch'io mi occupo di farmaci antitumorali: in senso formale (certamente non per la sostanza poiché lo scopo del nostro lavoro è quello di tutelare con tutti i mezzi i lavoratori esposti anche se in conflitto con quanto previsto dalla “Legge”) i farmaci antitumorali non rientrano nel capo capo VII del 626 e quindi non si applica il Dm 155. La etichettatura e la classificazione delle sostanze chimiche infatti non si applica ai farmaci (che seguono altra normativa): cioè la ciclofosfamide è R 45 durante la produzione in fabbrica ma non è R45 in ospedale come farmaco pur essendo 1 IARC (strano ma sed Lex..). Mi risulta che è stato proposto di inserire la preparazione di farmaci antitumorali nell'allegato VIII (elenco delle sostanze, preparati e processi) ma anche nel nuovo TU non l'ho trovato. Conclusione non si applica il 155 o almeno queste sono le mie informazioni.. Se qualche collega ha motivazioni diverse sarei veramente grato se se esplicitasse a vantaggio di tutti. Il Forum è straordinario per questo ...
annuscor il 18/04/2008 01:16 ha scritto:
Rispondo a berto01mb e maxmd: sono MC di un ospedale e anch'io mi occupo di farmaci antitumorali: in senso formale (certamente non per la sostanza poiché lo scopo del nostro lavoro è quello di tutelare con tutti i mezzi i lavoratori esposti anche se in conflitto con quanto previsto dalla “Legge”) i farmaci antitumorali non rientrano nel capo capo VII del 626 e quindi non si applica il Dm 155. La etichettatura e la classificazione delle sostanze chimiche infatti non si applica ai farmaci (che seguono altra normativa): cioè la ciclofosfamide è R 45 durante la produzione in fabbrica ma non è R45 in ospedale come farmaco pur essendo 1 IARC (strano ma sed Lex..). Mi risulta che è stato proposto di inserire la preparazione di farmaci antitumorali nell'allegato VIII (elenco delle sostanze, preparati e processi) ma anche nel nuovo TU non l'ho trovato. Conclusione non si applica il 155 o almeno queste sono le mie informazioni.. Se qualche collega ha motivazioni diverse sarei veramente grato se se esplicitasse a vantaggio di tutti. Il Forum è straordinario per questo ...
Le informazioni di Annuscor sono assolutamente esatte. A tutt'oggi per i farmaci antiblastici non si applica il D.M.155 anche se và effettuata ,comunque, una accurata sorveglianza sanitaria del personle espsto cosi come previsto da precise Linee Guida.
brunofarruggia il 21/04/2008 01:16 ha scritto:
Le informazioni di Annuscor sono assolutamente esatte. A tutt'oggi per i farmaci antiblastici non si applica il D.M.155 anche se và effettuata ,comunque, una accurata sorveglianza sanitaria del personle espsto cosi come previsto da precise Linee Guida.
.....le quali Linee Guida dicono che si deve istituire un Registro degli Esposti, ma non precisano le modalità......secondo voi, come dovrà essere questo Registro? e lo si deve inoltrare all'ISPESL???....e cioè, deve rispondere al DM 155 o no? e la cartella?.....per chi si occupa di chemioterapici (come me), questo è un bel busillis.....
...urgerebbe qualche chiarimento....magari dagli estensori delle linee guida!!!!!
maxmd il 27/03/2008 05:21 ha scritto:
Per le radiazioni ionizzanti passo la palla a nonnogab, col quale poi mi confronterò di persona per una piccola questione che ancora mi brucia un po'...
..presente tipo "sassolini nelle scarpe..."?
cordialità
maxmd che ho combinato?
Ti leggo in ritardo perché ultimamente frequento poco ...... sono incasinato con il convegno di Paestum (dove per fortuna non ho relazioni, ma un sacco di altri casini). A proposito, vi aspetto: già 105 iscritti!!!
Dunque, radiazioni: esiste ancora quella maledetta ipotesi lineare senza soglia per cui: il fotoncino giusto che al momento giusto ti colpisce il cromosoncino giusto della cellulina giusta ----> CASINO DELL'INFERNO = CANCRO
Poi che ormai non ci creda più nessuno e che anzi si inizi a parlare meno segretamente di ormesi, è un altro discorso.
In effetti nel 230 una soglia minima è prevista: in pratica un lavoratore può essere esposto a radiazioni ionizzanti, ma se si può prevedere che grazie a questa esposizione non supererà il limite di dose efficace prevista per la popolazione (1 mSv/anno), viene classificato Non Esposto. Per avere un'idea tieni presente che il fondo naturale in Italia è di circa 3,5 mSv/anno.
Come analogia, ricordo di un RSPP che valutando il rischio benzene in un laboratorio per analisi ambientali escluse tale rischio (giustamente!); infatti aprivano ogni tanto una fialetta (cappa ad hoc e tante altre sicurezze) per tarare gli strumenti: fatti tutti i debiti conti, venne fuori che nella peggiore (e più sfigata) delle ipotesi non si arrivava nemmeno al 10% della concentrazione di un qualunque luogo cittadino residenziale.
maxmd ti prego fammi sapere.......
"Studia prima la scienza, e poi seguita la pratica, nata da essa scienza. Quelli che s'innamoran di pratica senza scienza son come 'l nocchier ch'entra in navilio senza timone o bussola, che mai ha certezza dove si vada"
LEONARDO DA VINCI
Volevo cercare di fare il punto su due questioni:
1)Problema di “non esposizione” a cancerogeni utilizzati in ambiente di lavoro (es. benzene in laboratorio o arsenico in alcuni terreni di coltura o Vigili Urbani esposti a IPA): se i livelli di esposizione misurati correttamente (con ripetute indagini ambientali o monitoraggio biologico ove possibile) e l'analisi delle quantità utilizzate, procedure di lavoro, dispositivi di protezione collettiva e DPI consentono di concludere per una esposizione uguale a quella della popolazione generale si può riportare tutto ciò nel DVR (firmato da DL, RSPP, MC e RLS) e concludere per la non esposizione con esonero dal 155. Ovviamente impegno scritto della azienda a verificare periodicamente la esposizione !!!
2)Problema dei farmaci antitumorali: ok per registrazione della esposizione ma senza i formalismi del 155. Ovviamente nessuno vieta di adottare la modulistica del 155 o al limite di inviare i registri all'ISPESL o ASL ma non vedo la finalità.
Che dite del primo punto, in particolare Gabriele Campurra (se trova il tempo di leggere) che ha posto il problema?
Personalmente (con alcuni RSPP, in particolare chimici, mi sto comportando di conseguenza) voi che fate?
Gabriele Campurra il 23/04/2008 05:53 ha scritto:
maxmd che ho combinato?
Ti leggo in ritardo perché ultimamente frequento poco ...... sono incasinato con il convegno di Paestum (dove per fortuna non ho relazioni, ma un sacco di altri casini). A proposito, vi aspetto: già 105 iscritti!!!
maxmd ti prego fammi sapere....... :( :( :(
a gabriele: non mi hai fatto niente, assolutamente...i sassolini sono riferiti ad una mia pregressa atività da MA in un noto ospedale romano...nel senso di rapporti con un collega anziano MA...ti dirò appena ci vediamo... ;-)
per annuscor: concordo sul non inserimento dei farmaci tra i cancerogeni, ma in questo cerco sempre di essere piuttosto "estensivo"...la tua idea sulla non esposizione "de facto" è sicuramente corretta (qui da noi, ad esempio, ci sono tantissime aziende che hanno un'esposizione più formale che reale alla polvere di legno duro...) ma io starei attento ad escluderla completamente. Ricordo che esiste una innegabile tendenza alla sottovalutazione delle esposizioni da parte di consulenti e tecnici vari e oggigiorno tutto ci serve fuorchè un'attribuzione di "rischio cancerogeno moderato", magari senza obbligo di sorveglianza sanitaria.
Cordialità
MedicoCompetente.it - Copyright 2001-2024 Tutti i diritti riservati - Partita IVA IT01138680507
Privacy | Contatti