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il caso

Questo argomento ha avuto 15 risposte ed è stato letto 2046 volte.

Dr.Amy

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  • Re: il caso
  • (24/10/2008 18:34)

Ramses mi è sempre piaciuto per la sua sincerità ... (vedi mio 3D "Anonimato")
.... delle volte esagera e mette la roba a tavola troppo cruda ma ...
HA QUASI SEMPRE RAGIONE ... non dico sempre per non farti montare la testa...
Chi sa apprezzare le persone per quello che sono veramente ci passa sopra e dice:
Grande Robe !!!

Saluti

PS: Come vedi i due salti in padella ???:p:p:p

DR. AMY

"Un giorno senza sorriso è un giorno perso".
Charlie Chaplin

ramses

ramses
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  • Re: il caso
  • (24/10/2008 22:20)

Picpus dice
"3- Adattare il lavoro all'uomo è il tentativo quotidiano credo di ogni medico del lavoro. Tuttavia, al di là delle difficoltà di convincere il datore di lavoro (e talvolta ahimé anche il lavoratore!), non sempre è possibile adattare la mansione svolta alle esigenze dell'uomo che la svolge. Allora nascono i conflitti, anche di coscienza!"

Vorrei avere la tua sicurezza su questo aspetto.
Per quello che vedo ho impressione che ci siamo arresi, cerchiamo di salvare il salvabile, non senza comprensibili motivi sia chiaro, e sicuramente nell'ordine che dici tu (vita-salute-lavoro).
Ma è un altro aspetto su cui non ci indignamo più.
La questione di dare delle prescrizioni al lavoratore non riguarda quasi mai un ipersuscettibile in un ambiente ragionevolmente salubre e sano per la maggioranza, ma solo di proteggere la residua salute di uno che per qualche motivo ha manifestato un danno prima di altri, magari perchè in quel posto ci lavora da più tempo.
Convincimi che non è vero, e te ne sarò molto grato.
Lo so che il discorso potrebbe portare molto lontano, e fuori tema.
Ma se uno dagli ultimi 40 anni trascorsi non ha cambiato del tutto le idee, che ci vuoi fare ?:)

Amy: cos'è sta storia dei 2 salti in padella, una danza sui carboni di tipo nuovo ?
Comunque la mia provocazione era affettuosa, sopratutto por tu pais

Se i Giusti non si oppongono sono già colpevoli ("Gracchus" Babeuf)

GANDALF IL GRIGIO

GANDALF IL GRIGIO
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  • Re: il caso
  • (24/10/2008 22:43)

credo che tutti noi quando abbiamo intrapreso questo lavoro lo abbiamo fatto attratti dalla passione per la MDL,e non certo per la prospettiva di facili guadagni. E credo che tutti noi siamo scesi più volte a compromessi, rischiando spesso di persona per soggetti magari mai visti prima. A me è capitato spesso di dovermi comportare come "un arabo al mercato" (bella Rob, non ci avevo mai pensato prima!) per cercare di salvare un posto di lavoro e magari allo stesso tempo tutelare la salute.
Ebbene, se devo rischiare una sanzione preferisco rischiare per avere aiutato un povero Cristo di operaio, che per avere omesso un codice fiscale

Sergio Truppe
................................................................

"Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiero in gran tempesta, non donna di provincia, ma bordello"

Dr.Amy

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  • Re: il caso
  • (24/10/2008 23:20)

ramses il 24/10/2008 10:20 ha scritto:

Amy: cos'è sta storia dei 2 salti in padella, una danza sui carboni di tipo nuovo ?
Comunque la mia provocazione era affettuosa, sopratutto por tu pais

Noooo...
Salti in padella per le cose crude...
Io non c'entro...
Tante meno la storia della provocazione... mi sono già dimenticata il tutto !!!
Il mio era un complimento ... a modo mio ma un complimento ... costruttivo ... !
Mi ha fatto ridere la battuta della danza suoi carboni :):):)

DR. AMY

"Un giorno senza sorriso è un giorno perso".
Charlie Chaplin

tcam

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  • Re: il caso
  • (24/10/2008 23:33)

GANDALF IL GRIGIO il 24/10/2008 10:43 ha scritto:
credo che tutti noi quando abbiamo intrapreso questo lavoro lo abbiamo fatto attratti dalla passione per la MDL,e non certo per la prospettiva di facili guadagni. E credo che tutti noi siamo scesi più volte a compromessi, rischiando spesso di persona per soggetti magari mai visti prima. A me è capitato spesso di dovermi comportare come "un arabo al mercato" (bella Rob, non ci avevo mai pensato prima!) per cercare di salvare un posto di lavoro e magari allo stesso tempo tutelare la salute.

La questione dei nostri rischi ha senso, quando rischiare permette un controllo autonomo del rischio stesso con il minimo delle variabili possibili. Il nostro rischio è purtroppo gravato da "n" variabili e tra queste va spesso annoverata l'ignoranza e l'esasperata tutela degli interessi attuali che il lavoratore esercita di volta in volta con i vari interlocutori. Per questo motivo il lavoratore è a mio avviso un soggetto del tutto inaffidabile capace di schierarsi opportunamente con chi gli propone la soluzione più "utile". Diviene dunque strenuo difensore ora del DDL ora del proprio posto di lavoro, ora sensibilissimo alla tutela della propria salute e un attimo dopo ad essa del tutto indifferente. Ti loda finchè fai quello che gli appare vantaggioso, ma è rapidamente pronto ad invertire rotta e a divienire tuo nemico.
Alla fine mi sono convinto che le norme belle o brutte che siano, giuste o ingiuste, condivisibili o meno, siano pursempre il tragitto più sicuro ed anche più efficace. La compartecipazione affettiva al problema del singolo, che viene naturale rivolgere verso l'anello più debole della catena sociale e che ti spinge ad assumere il ruolo di difensore assoluto della apparente fragilità del tuo simile è talora un micidiale boomerang. Se non ottieni ciò che il tuo difeso si attende, puoi rapidamente trovartelo contro disposto o a testimoniare che quello che è accaduto (quidquam)è da attribuirsi a tua esclusiva iniziativa ("io non avevo chiesto niente è stato il dottore...")o, peggio, a troverlo come parte attive di rivalsa nei tuoi confronti.
Forse tutto ciò appare cinico o esagerato, ma la pratica insegna.
Cito per esperienza.
Donna di media età, addetta come OS in una RSA. Lamenta (pan per i miei denti) un episodio di lombalgia e le diagnostico una doppia protrusione L4-L5/L5-S1. Dopo qualche mese dalla mia visita che definisce una idoneità con limiti ponderali nella mmc e prescrizioni (obbligo di fornire il sollevatore per ogni movimentazione), la lavoratrice accede ad un concorso pubblico e ha proposta di assunzione come OSA (nel frattempo aveva finito il corso).
Il mc (impropriamente, prima dell'accesso alla assunzione a TI le chiede di fornire i certificati di idoneità precedenti (il mio) e scopre che la paziente non aveva riferito le sue magagne. L'assunzione a TI salta e le viene offerto un contratto a tre mesi. Mi chiama l'avvocato della lavoratrice chiedendomi i danni per la mancata assunzione.................
TCam

Ebbene, se devo rischiare una sanzione preferisco rischiare per avere aiutato un povero Cristo di operaio, che per avere omesso un codice fiscale

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Picpus

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  • Re: il caso
  • (25/10/2008 12:43)

ramses il 24/10/2008 10:20 ha scritto:
Picpus dice
"3- Adattare il lavoro all'uomo è il tentativo quotidiano credo di ogni medico del lavoro. Tuttavia, al di là delle difficoltà di convincere il datore di lavoro (e talvolta ahimé anche il lavoratore!), non sempre è possibile adattare la mansione svolta alle esigenze dell'uomo che la svolge. Allora nascono i conflitti, anche di coscienza!"

Vorrei avere la tua sicurezza su questo aspetto.
Per quello che vedo ho impressione che ci siamo arresi, cerchiamo di salvare il salvabile, non senza comprensibili motivi sia chiaro, e sicuramente nell'ordine che dici tu (vita-salute-lavoro).
Ma è un altro aspetto su cui non ci indignamo più.
La questione di dare delle prescrizioni al lavoratore non riguarda quasi mai un ipersuscettibile in un ambiente ragionevolmente salubre e sano per la maggioranza, ma solo di proteggere la residua salute di uno che per qualche motivo ha manifestato un danno prima di altri, magari perchè in quel posto ci lavora da più tempo.
Convincimi che non è vero, e te ne sarò molto grato.
Lo so che il discorso potrebbe portare molto lontano, e fuori tema.
Ma se uno dagli ultimi 40 anni trascorsi non ha cambiato del tutto le idee, che ci vuoi fare ?:)

Prima di tutto vorrei fugare un dubbio: non sono un super medico del lavoro, ma un semplice e comune medico del lavoro. Dico soltanto che quanto scritto nel precedente intervento è quanto mi muove nella pratica quotidiana, poi ... sono imperfetto come tutti i comuni mortali. Solo mi accompagna ancora la consapevolezza di dover imparare ancora molto, ed è per questo che partecipo anche attivamente a questo forum, e per questo ringrazio tutti voi e la redazione che ci ospita.

Relativamente a quanto scritto da Gandalf e Tcam, vorrei dire: io normalmente non mi sento di stare né dalla parte del lavoratore, né dalla parte del datore di lavoro, ma dalla parte della tutela della salute (e sicurezza) del lavoratore, nel rispetto delle norme, e tenendo presente che sia il datore di lavoro, che il lavoratore (ed io anche), sono persone, con pregi e difetti. E di questo ocorre tener conto, come del fatto che oltre che a loro, devo rendere conto del mio operato anche agli organi di controllo, eventualmente al giudice, sicuramente alla mia coscienza (e a Chi ci ha messi al mondo e ci dà la vita).
Così facendo riuscivo fino a poco tempo fà ad andare a letto la sera stanco ma tranquillo e soddisfatto, per aver fatto il mio dovere. Oggi questo mi è più difficile, perchè sono consapevole che "grazie" al coso 81, in alcune situazione qualunque cosa fai (o non fai) puoi comunque trovare qualcuno che ti denunci per aver fatto (o non fatto) una determinata cosa.

"La cosa più incomprensibile dell'universo è il fatto che l'universo sia comprensibile" A. Einstein

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