Concordo con molte delle cose scritte e alla fine ho agito secondo quanto già pensavo esprimendo un giudizio di idoneità piena.
Questo caso però mi ha posto nuovamente di fronte ai limiti normativi/interpretativi che ogni giorno ostacolano il nostro operare.
A mio avviso infatti il limite tra ciò che il medico competente può o non può fare è poco chiaro e facilmente interpretabile.
Ogni qual volta che si esula da ciò che è formalmente previsto dal protocollo sanitario (stilato sulla base dei rischi lavorativi valutati) si rischia di trovarsi nella fattispece dell'illecito controllo come previsto dalla legge 300/70.
Possiamo noi valutare funzionalità che sottointendono una gradazione della perfomance lavorativa al fine di valuare un rischio infortunistico?
Possiamo ad esempio fare un visiotest ad un carrellista?
Nel caso specifico da me riportato il soggetto in seguito all mia limitazone avrebbe sicuramente perso il posto di lavoro per la non riconferma dopo il periodo di prova, secondo voi cosa avrebbe detto un giudice nell'ipotesi di una causa per danni patrimoniali?
Qualsiasi giudizio di non idoneità o di idoneità parziale, anche il meno problematico, espone a quei rischi, sia nel periodo di prova che dopo. Non è un problema di danni patrimoniali (il giudzio è insindacabile se non dietro ricorso all'asl) ma di operatività. Occorrerebbe ragionare e trovare soluzioni operative nell'ambito di quanto previsto dall'art. 42.
idoneo, anche perchè le eventuali limitazioni le faresti basandoti su di un esame che non avresti dovuto fare, mi spiego: e se vista la limitazione non venisse confermato dopo il periodo di prova? In teoria non succede, in pratica forse e secondo te a chi chiede i danni in un periodo di crisi nera il lavoratore che perde il posto di lavoro? gli avvocati sono bravi ad imbastire una richiesta danni anche se non motivata, e poi da un punto di vista etico e di good practice non mi sembra corretto valutare l'idoneità su un esame effettuato per un rischio assente che verosimilmente è veramente non presente.
cordialmente
am
io ritengo che come medico del lavoro, a prescindere dalla vdr, se al momento della visita noto che, un lavoratore, ha un qualsiasi disturbo che in qualche modo può andare ad inficiare la sua salute e quella altrui, devo andare avanti con altre indagini.
(perchè le audiometrie non si fanno soltanto perchè è presente il rumore)come una visita oculistica o un semplice visio-test non si fanno soltanto perchè è addetto al vdeo terminale.
io credo che non dobbiamo scordarci che siamo dei medici e poi dei medici del lavoro e che quindi guardano il vdr.
se così non fosse non servirebbe un medico per dare il giudizio di idoneità.
sosi il 12/02/2009 05:24 ha scritto:
io ritengo che come medico del lavoro, a prescindere dalla vdr, se al momento della visita noto che, un lavoratore, ha un qualsiasi disturbo che in qualche modo può andare ad inficiare la sua salute e quella altrui, devo andare avanti con altre indagini.
(perchè le audiometrie non si fanno soltanto perchè è presente il rumore)come una visita oculistica o un semplice visio-test non si fanno soltanto perchè è addetto al vdeo terminale.
io credo che non dobbiamo scordarci che siamo dei medici e poi dei medici del lavoro e che quindi guardano il vdr.
se così non fosse non servirebbe un medico per dare il giudizio di idoneità.
ok, ma sinceramente per una visita oculistica vado dall'oculista, non dal collega per un videotest... il problema è che giudizio di idoneità debbo dare, poi per accertamenti di secondo livello in caso di sospetto diagnostico sono assolutamente d'accordo che va approfondito e ritengo che altri colleghi specialisti (in questo caso un otorino) hanno più capacità rispetto a noi e ribadisco il problema è che tipo di giudizio di idoneità, e poi se in questo caso tu richiedessi visita di secondo livello, audio, impedenzometria etc etc, chi paga? Non a torto l'azienda si rifiuterebbe, e la visita privata con tutti gli accertamenti la facciamo pagare al lavoratore? forse è più corretta una bella letterina al collega medico di base che tramite il servizio santiario nazionale prende in carico la questione (e che magari conosce bene il soggetto) ed il lavoratore paga solo il ticket della visita specialistica ( 36 euro) che è diverso da 200...
cordialmente
am
billi
sosi il 12/02/2009 05:24 ha scritto:
io ritengo che come medico del lavoro, a prescindere dalla vdr, se al momento della visita noto che, un lavoratore, ha un qualsiasi disturbo che in qualche modo può andare ad inficiare la sua salute e quella altrui, devo andare avanti con altre indagini.
(perchè le audiometrie non si fanno soltanto perchè è presente il rumore)come una visita oculistica o un semplice visio-test non si fanno soltanto perchè è addetto al vdeo terminale.
io credo che non dobbiamo scordarci che siamo dei medici e poi dei medici del lavoro e che quindi guardano il vdr.
se così non fosse non servirebbe un medico per dare il giudizio di idoneità.
Una sola domanda: ma ad ogni lavoratore che ti trovi davanti fai tutti gli accertamenti che secondo scienza e coscienza ritieni opportuni, al di fuori di ogni protocollo sanitario e poi poni i costi a carico del DDL?
sosi il 12/02/2009 05:24 ha scritto:
io ritengo che come medico del lavoro, a prescindere dalla vdr, se al momento della visita noto che, un lavoratore, ha un qualsiasi disturbo che in qualche modo può andare ad inficiare la sua salute e quella altrui, devo andare avanti con altre indagini.
(perchè le audiometrie non si fanno soltanto perchè è presente il rumore)come una visita oculistica o un semplice visio-test non si fanno soltanto perchè è addetto al vdeo terminale.
io credo che non dobbiamo scordarci che siamo dei medici e poi dei medici del lavoro e che quindi guardano il vdr.
se così non fosse non servirebbe un medico per dare il giudizio di idoneità.
ritengo che il medico del lavoro non possa dare un giudizio di idoneità alla mansione specifica "a prescindere dal DVR", dal contesto lavorativo specifico corettamente valutato; pertanto il lavoratore con esposizione a rumore < 80dBA è idoneo, a meno di non dimostrare con elevata probabilità la presenza di un rischio infortunistico; dovremmo fare attenzione ad evitare eccessivi automotismi nell'esprimere prescrizioni e/o limitazioni e inidoneità, dovremmo ponderare bene il "peso" del giudizio monocratico che andiamo ad esprimere, fra diritto alla salute e diritto al lavoro.
cordialmente Donato Cieri
Sono anche io dell'idea che il medico competente debba solo valutare/proteggere lo stato di salute dei lavoratori in relazione ai rischi a cui è esposto; capisco però anche le obiezioni di chi pone la problematica di un'eventuale rischio infortunistico (per se e per terzi)legato ad eventuali deficit nella validità, ad esempio, delle funzioni sensoriali.
Un esempio tipico è il caso da me affrontato o quello di un carrellista di cui si sospetti un calo visivo, fino a dove è lecito spingersi con gli accertamenti stando che ancora vige l'art.5 dello statuto dei lavoratori?
Credo che questa sia la domanda cardine su cui come vedo ci sono visioni alquanto diverse e discordanti; questo è un punto essenziale di chiarificazione che la nostra professione attende ormai da troppo tempo.
bernardo il 12/02/2009 08:51 ha scritto:
Qualsiasi giudizio di non idoneità o di idoneità parziale, anche il meno problematico, espone a quei rischi, sia nel periodo di prova che dopo. Non è un problema di danni patrimoniali (il giudzio è insindacabile se non dietro ricorso all'asl) ma di operatività. Occorrerebbe ragionare e trovare soluzioni operative nell'ambito di quanto previsto dall'art. 42.
Anche se non sempre la pensiamo allo stesso modo, trovo i tuoi interventi sempre di buon senso e stimolanti, questa volta però non capisco perchè escludi a priori un'eventuale causa civile per danno arrecato da un'idoneità ritenuta errata?
fancy il 12/02/2009 09:24 ha scritto:
Anche se non sempre la pensiamo allo stesso modo, trovo i tuoi interventi sempre di buon senso e stimolanti, questa volta però non capisco perchè escludi a priori un'eventuale causa civile per danno arrecato da un'idoneità ritenuta errata?
Ti ringrazio degli apprezzamenti. Sul quesito il problema è: ritenuta errata da chi? Proprio a tutela del lavoratore è previsto il ricorso contro il giudizio del medico competente all'asl che può confermare, mutare o revocare il giudizio. L'unica possibiltà per il lavoratore è quindi ricorrere: Se l'ASL gli da ragione ha risolto il problema, altrimenti non c'è nulla da fare sul piano legale.
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