[cite]nofertiri9 il 19/02/2009 10:25 ha scritto:
... atteso che potrebbe anche essere un falso positivo (se mi dici che striscetta si è "accesa", ti dico pure cosa potrebbe averla fatta "accendere" che con le droghe da abuso non c'entra nulla),
riprendo questa parte della citazione perchè mi sembra possano insorgere degli equivoci: la non idoneità va espressa alla fine degli accertamenti di primo livello che comprendono i test rapidi (stick) ma anche la conferma in "cromataccoppiata a spettrometria di massa": solo se questa conferma la positività va espressa la non idoneità.
un secondo rilievo: il mondo dei MC (me compreso) è insorto contro la norma che affida a noi i controli per la TD e adesso ci mettiamo a discutere se è il caso di segnalare allo SPISAL la positività di una persona che si è licenziata? oltre a tutto se andrà a lavorare nuovamente in una mansione a rischio dovrà essere sottoposto nuovamente agli stessi controlli.
Non mi fido degli stick e per evitare grane ho insistito col DL per i test in laboratorio, molto più costosi.
Il lavoratore in questione alla prima convocazione si è infortunato, alla seconda si è messo in malattia, la terza si è presentato in laboratorio ma le sue urine erano troppo diluite ed il laboratorio non ha accettato il campione. La quarta volta finalmente il campione era buono ed all'immunochimico è risultata positività per cocaina. La controanalisi (gascromatografica) fatta presso il laboratorio dell'ospedale di Brescia ha confermato la positività, ampiamente sopra il cut-off. Il lavoratore è addetto a movimentazione merci e scambi ferroviari.
Non sono per niente certa che le dimissioni non siano state forzate perchè, alla faccia della privacy, io non ho ancora capito come un datore di lavoro possa non collegare una non idoneità temporanea in soggetto con mansione a rischio ad una positività ai drug test.
Detto questo io la penso come Eleonora C.
Laura.
Laura
LauraPisani il 20/02/2009 02:31 ha scritto:
Non mi fido degli stick e per evitare grane ho insistito col DL per i test in laboratorio, molto più costosi.
Brava!
LauraPisani il 20/02/2009 02:31 ha scritto:Il lavoratore in questione alla prima convocazione si è infortunato, alla seconda si è messo in malattia, la terza si è presentato in laboratorio ma le sue urine erano troppo diluite ed il laboratorio non ha accettato il campione. La quarta volta finalmente il campione era buono ed all'immunochimico è risultata positività per cocaina. La controanalisi (gascromatografica) fatta presso il laboratorio dell'ospedale di Brescia ha confermato la positività, ampiamente sopra il cut-off. Il lavoratore è addetto a movimentazione merci e scambi ferroviari.
direi che "puzza" anche solo raccontato...
LauraPisani il 20/02/2009 02:31 ha scritto:
Non sono per niente certa che le dimissioni non siano state forzate perchè, alla faccia della privacy, io non ho ancora capito come un datore di lavoro possa non collegare una non idoneità temporanea in soggetto con mansione a rischio ad una positività ai drug test.
Francamente, neppure io.
LauraPisani il 20/02/2009 02:31 ha scritto:
Detto questo io la penso come Eleonora C.
Laura.
Cosa che è un tuo diritto, e francamente non è che io la veda -strettamente parlando- poi tanto diversa.
Però... c'è un PERO' grande quanto una casa. Che adesso che hai fornito questi chiarimenti diventa grande quanto un palazzo.
Allora, visto che l'accertamento è stato eseguito "a tua cura" ma non "da te", e per di più con test positivo eseguito da struttura pubblica -non so se competente o meno ai sensi dell'intesa del 30 settembre 2007 ma presumo di sì-, visto che il lavoratore sniffante non c'è più, tu non devi emettere alcun giudizio, ti limiti a infilare i risultati nella cartella, e la bega della segnalazione alla prefettura etc. di cui al 309/90 così come modificato dalla c.d. Legge Fini se la devono piangere loro.
Il però è rappresentato dal fatto che il DdL ha adempiuto al suo dovere di "tutela dei terzi" per quanto di sua competenza, tuttavia questa sciocchezza a mio avviso infinita di passare per il MC si è detto che dovesse rientrare nel più ampio discorso di lotta alle TD. Se nemmeno ora che lo avete beccato questo lo si manda nei Centri di Recupero, mi spiegate che cavolaccio si è messo in atto a fare questo ambaradan della miseria? che è costato soldi al DdL, tempo e rogne al MC e comunque c'è un cocainomane a piede libero di premere sull'acceleratore, tanto più libero visto che adesso non va nemmeno più a lavorare e ha ben 8 ore in più a sua disposizione per fare carambola filotto e buca con la gente per strada.
Ora, se vogliamo fare le cose seriamente, le si fa seriamente e dall'inizio e colgo l'opportunità per esprimere tutta la mia stima per come hai saputo gestire l'esecuzione di analisi-analisi ed anche il lato economico di una simile cosa con il Ddl; se invece vogliamo solo DIRE che ci teniamo alla sicurezza , sul lavoro e dei terzi, e allora diciamocelo chiaramente.
Se , e dico e sottolineo SE, fosse vera la prima, comunque nei confronti del signore sniffante qualcosa andrebbe fatto.
Poichè non si sa se l'Osp poi provvede, fino a ora e per quanto risulterebbe a leggere ci siamo semplicemente presi tutti in giro.
Come diceva Enzo Biagi, ognuno di noi ha anche il diritto di essere stupido: ma non per conto terzi.
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
Nofer,
Segui il ragionamento contorto che stò per fare:
io avevo indicato la segnalazione allo SPISAL non per buonsenso (cosa ho detto!!!!!) ma perchè allo skemino dell'ultima pagina (caspita! fa rima con stikkino!) delle famigerate linee guida, alla fin fine, se il soggetto ritorna dal SERT non riabilitato, il m.c. deve fare comunicazione anche allo SPISAL. Immagino per i provvedimenti del caso, altrimenti perché?
Ora i geniacci che hanno steso il documento avranno pensato che il malcapitato +++++, stà in azienda a fare un'altro lavoro ed il Datore di Lavoro è, per così dire, "garante" del non utilizzo del camion. Ora, come fa il povero Datore di Lavoro a farsi garante rispetto alla società civile che ha demandato a lui questo compito così importante e gravoso di assicurare che il "mariulo" non faccia danni in giro, se questi si licenzia? Non è che deve avvisare lo Spisal che non può più essere garante, sostituendosi, nello skemimo, al m.c., in quanto in questa fase è lui e non il m.c. il garante della procedura? La logica questo vorrebbe
Sempre per risollevare gli animi, gli ultimi 3 SERT ai quali ho mandato i +++++++, mi hanno risposto:
1) mandi pure, sappiamo cosa fare (bravi, problema risolto)
2) di cosa stai parlando? (fottuti con un fax!)
3) sei certo di quello che dici, perchè a noi non hanno detto niente, parli con la Direzione (fottuti con un fax!)
Ultimissima considerazione perchè stò diventando logorroico:
era meglio quando stavamo peggio ed eravamo semplici medici di fabbrica ed avevamo il 303/56.
se il test "on site" viene positivo il lavoratore viene subito sospeso dalla mansione a rschio e si passa al controllo (sempre primo livello) con la provetta "b" presso un laboratorio quindi se viene positivo in laboratorio si conferma la sospensione e viene gestito come da procedure dell'accordo, se invece è negativo è idoneo.
il sert lo tiriamo in ballo solo noi medici del lavoro se riteniamo che il lavoratore è un dipendente da droghe a prescindere dai test di primo livello. certamente un test di primo livello positivo ci deve far riflettere sulla dipendenza ma non nvuol dire che è un dipenedente.
la stessa cosa vale se il primo livello è negativo ma noi sappiamo che esso è un tossico-dipendente per anamnesi per conoscenza diretta ecc., anzi in questi casi il primo livello secondo me non si deve fare si passa direttamente al sert facendo subito non idoneo il lavoratore appena il datore di lavora ci comunica la lista degli interessati.
nel caso specifico il lavoratore che si è dimesso o è stato licenziato, non credo faccia differenza per noi, non più un lavoratore quindi non è più un nostro problema.
Visti i pareri discordi ho interpellato il SERT di Varese che si sta attivando per approntare un gruppo di lavoro sulla gestione dei problemi di tossicodipendenza e lavoro. Il responsabile mi ha chiaramente detto che se il lavoratore si licenzia, il MC non DEVE fare assolutamente niente, neanche segnalarlo informalmente al SERT.
Grazie a tutti per le risposte.
Se a qualcuno può interessare lascio il numero di riferimento: 0332-277410.
Laura
Laura
LauraPisani il 23/02/2009 01:18 ha scritto:
Visti i pareri discordi ho interpellato il SERT di Varese che si sta attivando per approntare un gruppo di lavoro sulla gestione dei problemi di tossicodipendenza e lavoro. Il responsabile mi ha chiaramente detto che se il lavoratore si licenzia, il MC non DEVE fare assolutamente niente, neanche segnalarlo informalmente al SERT.
Grazie a tutti per le risposte.
Se a qualcuno può interessare lascio il numero di riferimento: 0332-277410.
Laura
è senza dubbio così, il m.c. in questi casi non deve fare niente che vada oltre al certificato di temporanea non idoneità che rilascerà al Datore di lavoro comunque, visto che ha visitato. Il problema è del D. di L., al quale, per le ragioni dette, consiglierei senz'altro di informare l'UPG ASL. Poi, se non vuole farlo, sono problemi suoi, non certo del m.c.
LauraPisani il 23/02/2009 01:18 ha scritto:
Il responsabile mi ha chiaramente detto che se il lavoratore si licenzia, il MC non DEVE fare assolutamente niente, neanche segnalarlo informalmente al SERT.
come avevamo presunto già di per noi dopo i tuoi chiarimenti...
e, a maggior ragione, mi aiuti a dire: questa cosa della presunta tutela dei terzi costa soldi al DdL, tempo e fatica al MC, ma non è detto per nulla che sia di tutela REALE ai terzi, nè ai quarti, nè ai quinti...
Se solo capissero dove vogliono andare e ci dicessero anche che strada dovremmo fare...
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
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