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valutazione rischio stress lavoro correlato

Questo argomento ha avuto 23 risposte ed è stato letto 7743 volte.

doc.

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  • Re: valutazione rischio stress lavoro correlato
  • (23/07/2009 08:36)

Dimenticavo. Se qualcuno ha idee migliori e costruttive sono interessato, magari aiutano tutti.

Argeo Maviglia

lanfur

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  • Re: valutazione rischio stress lavoro correlato
  • (23/07/2009 10:54)

ramiste il 22/07/2009 08:59 ha scritto:

La nota è degna del massimo interesse, viste le difficoltà inerenti a tale valutazione. E' giusto evitare di citare - nel sito - società e/o prodotti software (o di altro tipo) che vengono commercializzati nel nostro paese; per essere contattata direttamente dovrebbe, però, inserire almeno un indirizzo di posta elettronica nel profilo.

Credevo che fosse possibile inviare messaggi privati. Aggiorno subito il profilo. Grazie. ^^

annuscor

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  • Re: valutazione rischio stress lavoro correlato
  • (23/07/2009 21:53)

Vanno bene le sperimentazioni e i metodi personali: il problema è la standardizzazione degli strumenti e la validazione rispetto a parametri precisi. Personalmente mi sto orientando su metodi molto validati (il JCQ di Karasek e MBI di Maslach per le professioni di aiuto) perché, pur essendo metodi soggettivi, esiste ampia documentazione scientifica circa gli effetti negativi sulla salute, in particolare sulla patologia cardiovascolare oltre che su disturbi come ansia e depressione. Ottenere un “punteggio” che , epidemiologicamente, è correlato a malattie mi sembra un elemento importante tanto per la valutazione del rischio stress che per i comportamenti da metter in atto come medico competente. Quando viceversa si usano metodi non standardizzati e non validati bisogna procedere (con metodi statistici, se il campione lo consente) a trovare correlazioni con sintomi, malattie, assenteismo, ecc. Personalmente sto procedendo con questo metodo: strumenti standardizzati + valutazione dello stato di salute + indicatori obbiettivi e ricercando costantemente le correlazioni statistiche tra variabili considerate. Anche i Datori di Lavoro “illuminati” sono interessati a discutere i risultati e chiedono indicazioni su come migliorare il clima aziendale perché se i lavoratori vivono bene il lavoro anche l’azienda va meglio.

doc.

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  • Re: valutazione rischio stress lavoro correlato
  • (24/07/2009 08:56)

annuscor il 23/07/2009 09:53 ha scritto:
Vanno bene le sperimentazioni e i metodi personali: il problema è la standardizzazione degli strumenti e la validazione rispetto a parametri precisi. Personalmente mi sto orientando su metodi molto validati (il JCQ di Karasek e MBI di Maslach per le professioni di aiuto) perché, pur essendo metodi soggettivi, esiste ampia documentazione scientifica circa gli effetti negativi sulla salute, in particolare sulla patologia cardiovascolare oltre che su disturbi come ansia e depressione. Ottenere un “punteggio” che , epidemiologicamente, è correlato a malattie mi sembra un elemento importante tanto per la valutazione del rischio stress che per i comportamenti da metter in atto come medico competente. Quando viceversa si usano metodi non standardizzati e non validati bisogna procedere (con metodi statistici, se il campione lo consente) a trovare correlazioni con sintomi, malattie, assenteismo, ecc. Personalmente sto procedendo con questo metodo: strumenti standardizzati + valutazione dello stato di salute + indicatori obbiettivi e ricercando costantemente le correlazioni statistiche tra variabili considerate. Anche i Datori di Lavoro “illuminati” sono interessati a discutere i risultati e chiedono indicazioni su come migliorare il clima aziendale perché se i lavoratori vivono bene il lavoro anche l’azienda va meglio.

Con colleghi come te che fanno interventi così costruttivi è un piacere confrontarsi. Il tuo metodo mi sembra impostato su basi oggettive e validate. Io ho cercato di fare qualcosa di diverso proprio perchè i questionari che hai citato sono ampiamente diffusi. Ma io sono fatto così, cerco sempre cose diverse.

Però cito due spunti, senza i link per evitare pubblicità:
per il questionario Kalimo:

“il questionario Kalimo ripreso in Italia dal Prof. Magnavita che utilizza un metodo di indagine che consiste in un modello teorico di suddivisione dei fattori di rischio in sei gruppi: fattori intrinseci al lavoro; fattori estrinseci; fattori legati al ruolo ricoperto nell'organizzazione; fattori legati allo sviluppo ed alle possibilità di carriera; fattori legati al clima ed alla struttura organizzativa; fattori relazionali all'interno del luogo di lavoro”.

Per il questionario SHC:

"un altro strumento impiegato nei paesi scandinavi è il
Subjective Health Complaint Inventory (SHC). È
composto da 29 domande relative alla frequenza di altrettanti
sintomi negli ultimi 30 giorni; fornisce un punteggio
complessivo e cinque subscale, relative a disturbi muscoloscheletrici,
pseudoneurologici, gastrointestinali, allergici
e influenzali.
Per questo metto invece la fonte, perchè conosciuta a tutti noi come rivista:
Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia Supplemento A, Psicologia
© PI-ME, Pavia 2008 2008; Vol. 30, N. 1: A87-A97

Argeo Maviglia

Quadrini

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  • Re: valutazione rischio stress lavoro correlato
  • (24/07/2009 17:43)

in documenti ho inserito il modello che utilizzo con l'aiuto di uno psicologo del lavoro.

doc.

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  • Re: valutazione rischio stress lavoro correlato
  • (24/07/2009 18:16)

Quadrini il 24/07/2009 05:43 ha scritto:
in documenti ho inserito il modello che utilizzo con l'aiuto di uno psicologo del lavoro.

Se non sbaglio era stato già pubblicato su un articolo di un sito, che non cito per non fare pubblibità.

Lo trovo interessante perchè molto analitico nella parte iniziale e come, dice qualche specialista del settore, va valutato il rischio stress e non lo stress percepito.

Ottimo contributo per tutti.

Argeo Maviglia

doc.

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  • Re: valutazione rischio stress lavoro correlato
  • (28/07/2009 10:06)

Dal testo aggiornato delle modifiche al D.Lgs. 81/08, non ancora definitivo e non ancora approvato, si legge quanto segue:

Modifiche all’articolo 28 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81)
1. All’articolo 28 del decreto sono apportate le seguenti modifiche:
a) al comma 1, dopo le parole: “dell’accordo europeo dell’8 ottobre 2004”, sono inserite le
seguenti:“nel rispetto delle indicazioni fornite dalla Commissione di cui all’articolo 6 entro e non oltre il 31 dicembre 2009.

Che vuol dire che per valutare lo stress lavoro-correlato bisognerebbe attendere le indicazioni della commissione consultiva permanente per la salute e la sicurezza del lavoro.
Chissà poi se arriveranno per quella data!

Argeo Maviglia

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  • Re: valutazione rischio stress lavoro correlato
  • (28/08/2009 20:09)

Faccio presente che il testo definitivo (D.Lgs 106/09) modifica l'art.28 del D.Lgs 81/08 in questo modo: "la valutazione dello stress lavoro correlato di cui al comma 1 è effettuata nel rispetto delle indicazioni di cui all'art.6, comma 8, lettera m-quater, e relativo obbligo decorre dalla elaborazione delle predette indicazioni e comunque, anche in difetto di tale elaborazione, a far data dal 1° agosto 2010".

L'art.6 comma 8 riguarda la Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro alla quale al comma 8, lettera m-quater è affidato il compito di "elaborare le indicazioni necessarie alla valutazione del rischio da stress lavoro correlato".

Il problema della valutazione dello stress appare rimandato, ma rimane comunque un problema aperto per il datore di lavoro in capo al quale vi è l'obbligo di valutare tutti i rischi (es: rischi di natura psico-sociale) e la convenienza (tanto sua quanto dei lavoratori) di intervenire per creare un "buon clima e adattamento" nel lavoro.

Nel D.Lgs 106/09, ho trovato interessante anche che la scelta dei criteri di redazione del documento di valutazione possa essere a fatta a discrezione del datore di lavoro e orientata da criteri di semplicità, brevità e comprensibilità in modo da garantire completezza, ma anche rendere tale strumento operativo per la pianificazione degli interventi aziendali di prevenzione.

Nel caso dello stress che comunque è presente per una certa quota in ogni attività lavorativa (anche la nostra!), penso che il datore di lavoro abbia bisogno di sapere in quale misura la sua realtà crea forme di disagio e/o disadattamento e/o malessere e in quale misura eventuali fenomeni di stress lavoro correlato conseguenti a tale disagio possano costituirsi come rischio effettivo per i lavoratori (problema della durata) e possano - infine - essere ridotti attraverso strumenti o misure che può concretamente e realisticamente predisporre.

Valutare il rischio stress non può essere valutare lo stress di ciascun lavoratore, ma forse - più semplicemente - valutare quanto un'organizzazione (parola che al pari dello stress assume diversi significati ed è costituita da attività e regole formali e informali) è in grado di generare benessere e intercettare gli eventuali segni di una sofferenza patologica.

A mio avviso, il MC è in grado e già interviene in tali circostanze attraverso il bagaglio della propria esperienza medica. La valutazione dello stress lavoro correlato si pone prima dell'attività medica ed è innanzitutto uno strumento di prevenzione manageriale.

doc.

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  • Re: valutazione rischio stress lavoro correlato
  • (29/08/2009 12:00)

Credo che forse con il rischio stress lavoro correlato si stia un pò esagerando.
Fermo restando l'importanza della necessità di valutare tale rischio per alcune mansioni statisticamente più esposte, riportate in letteratura, io già trovo difficoltà a convincere qualche DL ad effettuare una fonometria o un monitoraggio di alcuni inquinanti chimici, figuriamoci quando gli parlo del rischio stress!

L'altro giorno un DL mi ha risposto così alla proposta di valutarlo: "duttur qua c'avemo da lavorà!"

Argeo Maviglia

annuscor

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  • Re: valutazione rischio stress lavoro correlato
  • (29/08/2009 17:05)

doc. il 29/08/2009 12:00 ha scritto:
Credo che forse con il rischio stress lavoro correlato si stia un pò esagerando.
Fermo restando l'importanza della necessità di valutare tale rischio per alcune mansioni statisticamente più esposte, riportate in letteratura, io già trovo difficoltà a convincere qualche DL ad effettuare una fonometria o un monitoraggio di alcuni inquinanti chimici, figuriamoci quando gli parlo del rischio stress!

L'altro giorno un DL mi ha risposto così alla proposta di valutarlo: "duttur qua c'avemo da lavorà!"

Lo stress lavorativo (ma anche extralavorativo) è un fattore di rischio molto serio per patologia cardiovascolare, neoplasie, disturbi psichici e in definitiva cattiva qualità della vita: se il nostro compito è quello di tutelare la salute dei lavoratori e collaborare al loro benessere non credo che possiamo sorvolare questo aspetto. Provate a confrontare il rischio biologico in un ospedale con il rischio stress correttamente valutati anche secondo indici di gravità e diffusione: non mi pare che il rischio stress correlato sia affatto inferiore al rischio biologico; per quest’ultimo tuttavia nessuno contesta accertamenti sanitari, procedure, ecc. Perché tanti dubbi sul rischio stress? I fattori individuali e predisponenti non possono essere considerati limitanti in tale materia (in tutte le malattie, anche nella ipoacusia da rumore esistono fattori individuali e predisponenti, ma nessuno lo contesta e la Cassazione ha chiarito da tempo che tale circostanza non inficia il rapporto di causalità con il lavoro). Probabilmente siamo noi inadeguati e carenti di strumenti interpretativi e di proposte. Allora è meglio che la smettiamo di lamentarci continuamente di tutto quello è che fuori di noi ….

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