CONAMECO
Il tema è di comune interesse per tutti i Medici Competenti, e da diverse parti si inizia ad affrontarlo.
Sia su medicocompetente.it, che sul sito di ANMA, così come sul sito del CONAMECO sono state evidenziate iniziative per affrontare questo argomento.
Ma affrontare il problema "in ordine sparso" potrebbe ragionevolmente rappresentare un problema in più per tentare di ottenere dei risultati.
Siccome l'interesse primario è il superamento di questa situazione, e non la dimostrazione di essere i "primi della classe", sarebbe a mio giudizio utile valutare la possibilità ed i modi di una azione comune che veda tutte le organizzazioni compatte nel richiedere a chi di dovere di porre fine a questa situazione.
Credo perciò sarebbe utile stabilire opportuni contatti per iniziative condivise, e a tal fine questo messaggio viene inviato anche alla Segreteria Nazionale dell'ANMA.
Nell'interesse di tutti i MC, proviamo a lavorare insieme.
Dott. Roberto Tafuro
CD CONAMECO
Coordinamento Nazionale Medici Competenti
ex utente da milano
L'Asl di Perugia si é resa protagonista di un'iniziativa che sarebbe dovuta partire dalle nostre associazioni che invece si sono sempre chiamate fuori da queste iniziative. In sostanza ha inviato un'esposto indirizzato a Simlii, Anma, Guardia di Finanza, Associazione Industriali, Ordine dei Medici evidenziando la distorsione dell'esercizio dell'attività di medico competente da parte di società di intermediazione "non mediche", adducendo motivazioni deontologiche, fiscali e di equità professionale. Tutte le società che non svolgono attività medica, che non hanno un direttore sanitario, che lavorano in regime di iva, non avrebbero titolo, per le motivazioni descritte nell'esposto, ad esercitare la medicina del lavoro.
L'esposto é stato pubblicato sul sito dell'Anma. Su quello della Simlii neanche a parlarne: si tratta di un'iniziativa locale priva di qualsiasi attinenza con l'attività del medico competente. Spiace che non sia stato inviato anche al Conameco che ha svolto iniziative lodevoli (non ne faccio parte e quindi il commento é obiettivo).
Certamente non risolverà da solo il problema ma potrebbe servire a limitare il commercificio e le gare di calata di braghe a cui questo forum fa riferimento.
Quello che colpisce, positivamente, che l'iniziativa sia partita da un ente pubblico. Le nostre associazioni non hanno mai voluto sostenere questa strada giudicandola eccessivamente aggressiva, destabilizzante, nonostante all'interno ci fossero persone disposte a seguire questa linea. Io lo avevo detto e chiesto ma, in nome di una realpolitik mi é stato detto "bello, non é la strada da percorrere".
Il tempo mi ha dato ragione: sia nel leggere questo forum sia nel leggere l'iniziativa della Asl di Perugia che, forse non porterà a nulla ma, se estesa a tutto il territorio, forse troverebbe un seguito e, se non altro, darebbe un segnale di autoregolamentazione a chi le regole non le vuole.
Non posto il link dell'esposto perché dopo i gestori del sito si incazzano perché si fa pubblicità a questa o quella associazione o ai siti altrui (specifico: non sono iscritto all'anma)ed io non voglio far incazzare nessuno.
cristiano.ravalli il 13/08/2009 12:36 ha scritto:
L'Asl di Perugia si é resa protagonista di un'iniziativa che sarebbe dovuta partire dalle nostre associazioni che invece si sono sempre chiamate fuori da queste iniziative. In sostanza ha inviato un'esposto indirizzato a Simlii, Anma, Guardia di Finanza, Associazione Industriali, Ordine dei Medici evidenziando la distorsione dell'esercizio dell'attività di medico competente da parte di società di intermediazione "non mediche", adducendo motivazioni deontologiche, fiscali e di equità professionale. Tutte le società che non svolgono attività medica, che non hanno un direttore sanitario, che lavorano in regime di iva, non avrebbero titolo, per le motivazioni descritte nell'esposto, ad esercitare la medicina del lavoro.
L'esposto é stato pubblicato sul sito dell'Anma. Su quello della Simlii neanche a parlarne: si tratta di un'iniziativa locale priva di qualsiasi attinenza con l'attività del medico competente. Spiace che non sia stato inviato anche al Conameco che ha svolto iniziative lodevoli (non ne faccio parte e quindi il commento é obiettivo).
Certamente non risolverà da solo il problema ma potrebbe servire a limitare il commercificio e le gare di calata di braghe a cui questo forum fa riferimento.
Quello che colpisce, positivamente, che l'iniziativa sia partita da un ente pubblico. Le nostre associazioni non hanno mai voluto sostenere questa strada giudicandola eccessivamente aggressiva, destabilizzante, nonostante all'interno ci fossero persone disposte a seguire questa linea. Io lo avevo detto e chiesto ma, in nome di una realpolitik mi é stato detto "bello, non é la strada da percorrere".
Il tempo mi ha dato ragione: sia nel leggere questo forum sia nel leggere l'iniziativa della Asl di Perugia che, forse non porterà a nulla ma, se estesa a tutto il territorio, forse troverebbe un seguito e, se non altro, darebbe un segnale di autoregolamentazione a chi le regole non le vuole.
Non posto il link dell'esposto perché dopo i gestori del sito si incazzano perché si fa pubblicità a questa o quella associazione o ai siti altrui (specifico: non sono iscritto all'anma)ed io non voglio far incazzare nessuno.
Le seguenti note sono tratte dal Documento del GdL Medici Competenti della SIMLII diffuso in migliaia di copie nell'ottobre 2006. Il documeno intero è leggibile al seguente indirizzo: http://www.medicocompetente.it/do...i/428/Documento-del-GdL-MeLC.htm. Come vedi, caro Cristiano, il problema non è prendere posizione (perchè la posizione era ed è chiara anche ora), il problema è il rapporto di forza che stabilisce le regole e che le fa rispettare.....
"..... Senza voler generalizzare, in vari convegni e sui forum di siti Internet, molti colleghi - specialmente i più giovani e neo-specializzati - che operano proprio in collaborazione con società come quelle descritte (Società di Servizi N.d.R.) lamentano una serie di problemi che prefigurano una situazione di non corretto svolgimento delle attività previste a carico del medico competente.
Si riportano, sinteticamente, i punti principali che sono stati più volte sottolineati da questi colleghi:
• la sottoretribuzione del singolo medico e il suo scarso potere contrattuale;
• la carenza del ruolo appropriato per la forte spinta verso un orientamento di fondo che prevede la mera esecuzione di visite mediche;
• la esecuzione di visite preventive, periodiche e su richiesta in nome e per conto di altri medici competenti incaricati;
• la sottoscrizione di protocolli sanitari ridondanti, spesso non pienamente giustificati dai rischi professionali rilevati.
Si rendono necessari alcuni interventi specifici per rendere etico e deontologicamente approvabile, a prescindere dalla sua plausibilità legale, il richiamato rapporto di lavoro.
Alcuni “punti fermi”, indispensabili per il mantenimento di una dignitosa pratica professionale dei medici del lavoro competenti, possono essere individuati come segue:
a)necessità di preservare il rapporto di titolarità fra medico del lavoro competente e azienda. Il MeLC dovrebbe poter dialogare direttamente con il Datore di Lavoro e con i soggetti istituzionali (RSPP e RLS) senza intermediazione alcuna;
b)necessità di svolgimento di tutti i ruoli previsti dalla normativa a carico del MeLC, non solo delle visite mediche;
c)piena tutela della dignità professionale, anche attraverso il rispetto di retribuzioni adeguate e di tariffe di riferimento.
Tali punti, da considerare quali vere e proprie norme etiche di comportamento per i Medici del lavoro Competenti, devono essere ritenute cogenti per tutti gli specialisti in Medicina del Lavoro e, in particolare, per tutti i soci della SIMLII.
Inoltre, alla luce di criticabili attività, eccessivamente commerciali, effettuate da alcune delle società di servizi che operano sul territorio nazionale, sarebbe auspicabile la promozione di una sorta di certificazione delle società stesse ed eventualmente la conseguente iscrizione ad un Albo Nazionale. In tal modo si potrebbe garantire, una volta per tutte, il rispetto di un “tariffario di riferimento“ delle prestazioni del medico competente. Per l’ammissione all’Albo non si potrà prescindere dalla presenza di un MeLC in qualità di “coordinatore” o “direttore sanitario” e da una certificazione di qualità reale, verificata periodicamente da organi regionali e/o nazionali.
4. Tariffe di riferimento e concorrenza sleale
Il problema già accennato, relativamente ai rapporti con i datori di lavoro o con le società di servizi, è talora aggravato da una offerta professionale a prezzi ridotti che alcuni medici competenti avanzano, singolarmente o per il tramite degli stessi centri servizi. Questo fenomeno è stato accentuato dal recente ingresso sul mercato di medici competenti non specialisti in medicina del lavoro, come consentito dall’art. 1/bis del decreto 402/01 sopra richiamato.
Si può sostenere, in linea generale, che l’esigenza di mantenere tariffe di riferimento per le prestazioni professionali mediche è un atto di tutela della qualità delle prestazioni dello stesso medico nonché la garanzia per il mantenimento di un livello professionale qualitativamente adeguato. Le tariffe minime professionali sono stabilite per legge e il medico non può applicare tariffe inferiori; tale obbligo è sancito anche dall’art. 24 del Codice di Deontologia Medica".
Per quanto riguarda il comunicato Conameco, nel ribadire l'apertura del sito a qualsiasi iniziativa volta a raggiungere risultati positivi per l'intera medicina del lavoro (e quindi per la tutela della salute dei lavoratori), vogliamo anche far presente che un sito Internet non può sostituirsi alle organizzazioni scientifiche e professionali dei medici competenti che invece debbono farsi parte diligente per portare avanti concretamente tutte le iniziative necessarie ed utili per gli scopi di cui sopra.
La redazione di MedicoCompetente.it
Anticipo (per chi non vi ha preso parte) che l'assemblea dei soci della Società Italiana di Medicina del Lavoro e Igiene industriale, riunitasi a Firenze lo scorso venerdì 27 Novembre in occasione del suo 72° Congresso Nazionale, ha approvato - praticamente per acclamazione - una mozione relativa alla qualità del lavoro del medico competente che stigmatizza la pratica delle "gare al ribasso".
Il testo del documento sarà presto pubblicato sul sito ufficiale SIMLII.
Il testo del comunicato approvato in assemblea è stato pubblicato sul sito ufficiale SIMLII (link http://www.simlii.net/joomla_siml...I/comunicato%20assemblea%2009.pdf ).
La Redazione il 13/08/2009 01:56 ha scritto:
Le seguenti note sono tratte dal Documento del GdL Medici Competenti della SIMLII diffuso in migliaia di copie nell'ottobre 2006. Il documeno intero è leggibile al seguente indirizzo: http://www.medicocompetente.it/do...i/428/Documento-del-GdL-MeLC.htm. Come vedi, caro Cristiano, il problema non è prendere posizione (perchè la posizione era ed è chiara anche ora), il problema è il rapporto di forza che stabilisce le regole e che le fa rispettare.....
"..... Senza voler generalizzare, in vari convegni e sui forum di siti Internet, molti colleghi - specialmente i più giovani e neo-specializzati - che operano proprio in collaborazione con società come quelle descritte (Società di Servizi N.d.R.) lamentano una serie di problemi che prefigurano una situazione di non corretto svolgimento delle attività previste a carico del medico competente.
Si riportano, sinteticamente, i punti principali che sono stati più volte sottolineati da questi colleghi:
• la sottoretribuzione del singolo medico e il suo scarso potere contrattuale;
• la carenza del ruolo appropriato per la forte spinta verso un orientamento di fondo che prevede la mera esecuzione di visite mediche;
• la esecuzione di visite preventive, periodiche e su richiesta in nome e per conto di altri medici competenti incaricati;
• la sottoscrizione di protocolli sanitari ridondanti, spesso non pienamente giustificati dai rischi professionali rilevati.
Si rendono necessari alcuni interventi specifici per rendere etico e deontologicamente approvabile, a prescindere dalla sua plausibilità legale, il richiamato rapporto di lavoro.
Alcuni “punti fermi”, indispensabili per il mantenimento di una dignitosa pratica professionale dei medici del lavoro competenti, possono essere individuati come segue:
a)necessità di preservare il rapporto di titolarità fra medico del lavoro competente e azienda. Il MeLC dovrebbe poter dialogare direttamente con il Datore di Lavoro e con i soggetti istituzionali (RSPP e RLS) senza intermediazione alcuna;
b)necessità di svolgimento di tutti i ruoli previsti dalla normativa a carico del MeLC, non solo delle visite mediche;
c)piena tutela della dignità professionale, anche attraverso il rispetto di retribuzioni adeguate e di tariffe di riferimento.
Tali punti, da considerare quali vere e proprie norme etiche di comportamento per i Medici del lavoro Competenti, devono essere ritenute cogenti per tutti gli specialisti in Medicina del Lavoro e, in particolare, per tutti i soci della SIMLII.
Inoltre, alla luce di criticabili attività, eccessivamente commerciali, effettuate da alcune delle società di servizi che operano sul territorio nazionale, sarebbe auspicabile la promozione di una sorta di certificazione delle società stesse ed eventualmente la conseguente iscrizione ad un Albo Nazionale. In tal modo si potrebbe garantire, una volta per tutte, il rispetto di un “tariffario di riferimento“ delle prestazioni del medico competente. Per l’ammissione all’Albo non si potrà prescindere dalla presenza di un MeLC in qualità di “coordinatore” o “direttore sanitario” e da una certificazione di qualità reale, verificata periodicamente da organi regionali e/o nazionali.
4. Tariffe di riferimento e concorrenza sleale
Il problema già accennato, relativamente ai rapporti con i datori di lavoro o con le società di servizi, è talora aggravato da una offerta professionale a prezzi ridotti che alcuni medici competenti avanzano, singolarmente o per il tramite degli stessi centri servizi. Questo fenomeno è stato accentuato dal recente ingresso sul mercato di medici competenti non specialisti in medicina del lavoro, come consentito dall’art. 1/bis del decreto 402/01 sopra richiamato.
Si può sostenere, in linea generale, che l’esigenza di mantenere tariffe di riferimento per le prestazioni professionali mediche è un atto di tutela della qualità delle prestazioni dello stesso medico nonché la garanzia per il mantenimento di un livello professionale qualitativamente adeguato. Le tariffe minime professionali sono stabilite per legge e il medico non può applicare tariffe inferiori; tale obbligo è sancito anche dall’art. 24 del Codice di Deontologia Medica".
Per quanto riguarda il comunicato Conameco, nel ribadire l'apertura del sito a qualsiasi iniziativa volta a raggiungere risultati positivi per l'intera medicina del lavoro (e quindi per la tutela della salute dei lavoratori), vogliamo anche far presente che un sito Internet non può sostituirsi alle organizzazioni scientifiche e professionali dei medici competenti che invece debbono farsi parte diligente per portare avanti concretamente tutte le iniziative necessarie ed utili per gli scopi di cui sopra.
Sono dell'opinione che ferme restando la chiarezza dei problemi più volte stigmatizzata, ferma ancora la corretta opionione della redazione circa gli abusi e le degenerazioni dei visitifici e che però non è compito del sitoInternet sostituirsi alle organizzazioni scientifiche e professionali dei medici competenti che invece debbono farsi parte diligente per portare avanti concretamente tutte le iniziative necessarie ed utili per gli scopi di cui sopra mi chiedo se una iniziativa legale potrebbe essere utile verso tutte le società che non svolgono attività medica, che non hanno un direttore sanitario, che lavorano in regime di iva, non avrebbero titolo, per le motivazioni descritte nell'esposto(Asl perugia), ad esercitare la
medicina del lavoro: Qualcuno è disponibile a intentare una causa verso qualche VISITIFICIO (in forma associata tipo"CLASS ACTION" ) ?
oppure vale sempre l'italico detto "armiamoci e ....partite!" ...?
ex utente da milano
A proposito di gare al ribasso. Settimana scorsa ho ricevuto una raccomandata dell'ISTAT che mi invitava a partecipare ad una gara per "aggiudicare" le prestazioni di medico competente per la sede di milano (24 dipendenti). Veniva anche stabilito che le oltre le visite mediche andava effettuata una "visita oculistica a mezzo Ergivision/Visiotest" e che il medico incaricato avrebbe iniziato il 1à gennaio e avrebbe percepito la prima rata il 15 settembre. Vince il prezzo più basso. Non ho potuto caricare il bando ma ho caricato la lettera di risposta che ho inviato. La trovate qui:
http://www.medicocompetente.it/fi...nti/543-Gara-al-ribasso-istat.doc
E' stata inviata per conoscenza alle associazioni. Dopo i tuoni di Firenze.....pioverà?
Condivido e sottoscrivo le posizioni della redazione e di Cristiano Ravalli al quale voglio esprimere la mia ammirazione dicendo "hai le p....". Caro cristiano bisogna continuare così, con forza e coraggio e fieri delle nostre idee e conoscenze. Ritengo che sia un errore fuggire o lasciare o tirarsi fuori dal campo di battaglia..anzi..proprio quando il gioco si fa duro, anche se il rapporto di forze è impari, come sostiene la redazione, bisogna affilare le armi. La strategia del sottomarino se occorre e quando serve a viso aperto e a testa alta. Vediamo se le ns associazioni-società ci sostengono.
Bisogna fare quadrato.
La regola di sempre: l'unione fa la forza.
Cosa manca ?
l'Unione ovviamente...è palese...
Garibaldi non aveva milioni di combattenti...eppure in mille diedero un segnale importante.
Bisogna dare segnali positivi e soprattutto coagulare, sensibilizzare, creare un movimento d'opinione.
Almeno proviamoci.
Ama l'amore ma non amare la donna o cadrai sotto il suo possesso
"La raccomandazione fondamentale che vi faccio è che teniate dritta la vostra spina dorsale, è questo ciò che ognuno di voi deve sentire come un imperativo e che deve guidare la vostra professione". Queste parole le rivolse nel 2004 l'On.le Carlo Azeglio Ciampi, allora Presidente della Repubblica, a una platea di giornalisti alla consegna di un premio per la categoria. Si trattò di una frase così efficace che è stata ripresa successivamente tantissime volte e che è addirittura entrata a far parte del dire quotidiano dei vari mass-media.
Potremmo parafrasarla e rivolgerla a noi stessi, a tutti i medici competenti del nostro paese.
Riconosco che non è facile, che si può essere sempre ricattabili, che ci si può trovare in condizioni difficili (anche da un punto di vista economico), però se si riuscisse a mantenere un minimo di atteggiamento comune molte di queste "gare al ribasso" andrebbero sicuramente deserte. E, comunque, a parte la segnalazione del collega Ravalli, mi risulta che anche altri colleghi si siano spesso comportati in modo analogo, rifiutando di partecipare o inviando lettere di protesta ai vari Enti che avevano emesso i bandi o, ancora, partecipando con ribasso pari a zero. E non demonizzerei neanche tutti i centri servizi, ce ne sono parecchi che lavorano egregiamente e che si sono anch'essi spesso rifiutati di partecipare a queste gare.
La strada è ancora piuttosto lunga ma non bisogna demordere, tutti insieme e tutti d'accordo possiamo anche farcela (hai visto mai ?)
Scusate la semplicità!
Per esempio prendiamo il caso specifico dell'ISTAT di Milano.
Una volta conclusa la " trattativa privata" si chiede a che cifra è stata aggiudicata e se è inferiore alla quota minima si fa una bella segnalazione all'ordine dei medici e al Servizio Presal.
Il problema è individuare la quota minima per la visita medica ,per l'ergovision ( così come per gli altri esami strumentali ).
Credo che sia importante coinvolgere gli organi di vigilanza perchè
a certi prezzi è impossibile effettuare la sorveglianza sanitaria come da linee guida ( audiometria a riposo acustico e in cabina silente dopo esame otoscopico , 3 prove di funzionalità respiratoria ,ergovision ben fatto e visita medica con , per es, valutazion del rachide penso che meno di 1 ora 1 ora e mezza è impossibile metterci ).
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